7 research outputs found

    Management of mixed cryoglobulinemia with rituximab: evidence and consensus-based recommendations from the Italian Study Group of Cryoglobulinemia (GISC)

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    Cryoglobulinemic vasculitis (CV) or mixed cryoglobulinemic syndrome (MCS) is a systemic small-vessel vasculitis characterized by the proliferation of B-cell clones producing pathogenic immune complexes, called cryoglobulins. It is often secondary to hepatitis C virus (HCV), autoimmune diseases, and hematological malignancies. CV usually has a mild benign clinical course, but severe organ damage and life-threatening manifestations can occur. Recently, evidence in favor of rituximab (RTX), an anti-CD 20 monoclonal antibody, is emerging in CV: nevertheless, questions upon the safety of this therapeutic approach, especially in HCV patients, are still being issued and universally accepted recommendations that can help physicians in MCS treatment are lacking. A Consensus Committee provided a prioritized list of research questions to perform a systematic literature review (SLR). A search was made in Medline, Embase, and Cochrane library, updated to August 2021. Of 1227 article abstracts evaluated, 27 studies were included in the SLR, of which one SLR, 4 RCTs, and 22 observational studies. Seventeen recommendations for the management of mixed cryoglobulinemia with rituximab from the Italian Study Group of Cryoglobulinemia (GISC) were developed to give a valuable tool to the physician approaching RTX treatment in CV

    Sinergie Italian Journal of Management

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    Lo Scientific Advisory Committee è composto da esponenti della comunità scientifica nazionale ed internazionale in servizio presso atenei italiani e stranieri. Il ruolo dei componenti di tale comitato è di consulto scientifico e di supervisione. In particolare, lo Scientific Advisory Committee contribuisce alla programmazione editoriale, valutando e proponendo temi di interesse e linee di sviluppo della rivista e dialoga costruttivamente con Editor in Chief, Co-Editor ed Associate Editors sulla qualità, sulla relevance e sulla diffusione della rivista

    Recommendations for the management of mixed cryoglobulinemia syndrome in epatitis C virus-infected patients.

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    OBJECTIVE: The objective of this review was to define a core set of recommendations for the treatment of HCV-associated mixed cryoglobulinemia syndrome (MCS) by combining current evidence from clinical trials and expert opinion. METHODS: Expert physicians involved in studying and treating patients with MCS formulated statements after discussing the published data. Their attitudes to treatment approaches (particularly those insufficiently supported by published data) were collected before the consensus conference by means of a questionnaire, and were considered when formulating the statements. RESULTS: An attempt at viral eradication using pegylated interferon plus ribavirin should be considered the first-line therapeutic option in patients with mild-moderate HCV-related MCS. Prolonged treatment (up to 72 weeks) may be considered in the case of virological non-responders showing clinical and laboratory improvements. Rituximab (RTX) should be considered in patients with severe vasculitis and/or skin ulcers, peripheral neuropathy or glomerulonephritis. High-dose pulsed glucocorticoid (GC) therapy is useful in severe conditions and, when necessary, can be considered in combination with RTX; on the contrary, the majority of conference participants discouraged the chronic use of low-medium GC doses. Apheresis remains the elective treatment for severe, life-threatening hyper-viscosity syndrome; its use should be limited to patients who do not respond to (or who are ineligible for) other treatments, and emergency situations. Cyclophosphamide can be considered in combination with apheresis, but the data supporting its use are scarce. Despite the limited available data, colchicine is used by many of the conference participants, particularly in patients with mild-moderate MCS refractory to other therapies. Careful monitoring of the side effects of each drug, and its effects on HCV replication and liver function tests is essential. A low-antigen-content diet can be considered as supportive treatment in all symptomatic MCS patients. Although there are no data from controlled trials, controlling pain should always be attempted by tailoring the treatment to individual patients on the basis of the guidelines used in other vasculitides. CONCLUSION: Although there are few controlled randomised trials of MCS treatment, increasing knowledge of its pathogenesis is opening up new frontiers. The recommendations provided may be useful as provisional guidelines for the management of MCS

    Recommendations for the management of mixed cryoglobulinemia syndrome in hepatitis C virus-infected patients

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    Voce: Prelievi e analisi di campioni

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    Con la legge 30.6.2009 n. 85 l'Italia ha ratificato l'adesione al Trattato di Pr\ufcm, in vista del rafforzamento della cooperazione tra Stati nella lotta al terrorismo, alla criminalit\ue0 transfrontaliera e alla migrazione illegale, tramite lo scambio di informazioni genetiche. La novit\ue0 pi\uf9 saliente che l'adesione al Trattato ha importato nell'ordinamento interno concerne l'introduzione di un'inedita disciplina dei prelievi coattivi di materiale biologico, volta alla tutela dei diritti individuali nell'impiego processuale di strumenti tecnico-scientifici che consentano di non disperdere il materiale probatorio relativo ad un fatto criminoso. Il tema rievoca la tradizionale distinzione che attribuisce all'imputato la duplice funzione di \u201corgano\u201d ed \u201coggetto\u201d nella formazione della prova, a seconda del contributo attivo o passivo che lo stesso apporti alla vicenda processuale. Questi \ue8 considerato \u201corgano\u201d di prova nell'espletamento di attivit\ue0 che costituiscono esercizio del diritto di difesa, nelle due componenti, positiva e negativa, del diritto di difendersi provando e del diritto al silenzio. Viceversa, si parla di imputato come \u201coggetto\u201d di prova allorquando gli sia richiesto un mero pati rispetto all'attivit\ue0 di istruzione probatoria, come accade nelle ispezioni, nelle perquisizioni, nelle ricognizioni personali, nonch\ue9, pi\uf9 in generale, negli accertamenti che si espletano sul corpo del giudicabile, il quale viene in rilievo non come parte processuale, ma come mera entit\ue0 fisica. Il regime di nuovo conio \ue8 intervenuto a colmare la lacuna normativa lasciata dalla sentenza n. 238 del 1996 con cui la Corte costituzionale aveva dichiarato l'illegittimit\ue0 dell'art. 224, comma 2, c.p.p. nella parte in cui consentiva interventi peritali sul corpo della persona, in violazione del principio di riserva di legge che presidia, ex art. 13 Cost., la libert\ue0 personale. La pronuncia ha individuato un \u201cnocciolo duro\u201d rappresentato dalla libert\ue0 corporale, indissolubilmente legata ai principi di libert\ue0 morale, integrit\ue0 psico-fisica e salute della persona, non comprimibili a fini processuali. La Carta fondamentale prevede un'unica ipotesi di lesione del diritto alla salute nell'ambito dei trattamenti sanitari obbligatori, per finalit\ue0 estranee all'accertamento penale; la libert\ue0 morale, peraltro, rappresenta il quid pluris che sopravvive alla compressione del potere statale, persino durante la pi\uf9 intensa restrizione della libert\ue0 personale. Se questo \ue8 il quadro costituzionale di riferimento, \ue8 evidente come il previgente regime in materia di prelievi biologici coattivi abbia disatteso le indicazioni provenienti dalla Consulta. Difatti, a distanza di quasi un decennio dal monito del Giudice delle leggi, il legislatore intervenne (con la legge 31 luglio 2005, n. 155) \uabin un modo persino pi\uf9 imbarazzante dell'inerzia sino ad allora mantenuta\ubb, attribuendo un potere di intrusione corporale (attraverso il prelievo di capelli o saliva nel corso delle indagini) alla polizia giudiziaria, previa autorizzazione - anche orale, purch\ue9 confermata per iscritto - del pubblico ministero, a soli fini identificativi e purch\ue9 sussistesse il pericolo di alterazione o dispersione della res. Non era contemplato il potere giudiziale di disporre un prelievo biologico a fini peritali e l\u2019esclusivo orientamento teleologico dell\u2019atto d\u2019indagine ne limitava fortemente l\u2019utilit\ue0. Veniva, pertanto, inopinatamente elusa la doppia riserva, di legge e di giurisdizione, che presidia la materia. La riforma realizza una netta soluzione di continuit\ue0 rispetto alla normativa precedente, attraverso l'individuazione nell'organo giurisdizionale del baricentro del micro-sistema normativo dedicato ai prelievi biologici coattivi. Se la libert\ue0 personale pu\uf2 subire restrizioni per atto motivato dell'autorit\ue0 giudiziaria, pertanto anche del pubblico ministero, l'intrusione nella sfera corporale esige l'egida di un soggetto super partes, indifferente rispetto all'esito del processo. Il legislatore ha costruito una disciplina minuziosa, concernente sia l'an che il quomodo dei prelievi, in ossequio alla riserva di legge dettagliata (nei \u201cmodi\u201d e nei \u201ccasi\u201d) imposta dalla Consulta. Ne \ue8 derivato un apparato \uabmulti-livello\ubb, calibrato sulla sistematica del codice e diversificato in base all'orientamento teleologico dell'accertamento \u2013istituzionale, probatorio, investigativo o identificativo-, in cui ogni tipologia \ue8 rigidamente separata dalle altre
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