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    Reconstrucción narrativa de una experiencia de hospitalización

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    Resumen Al integrar la perspectiva más reciente de la Psicología de la salud con la Psicología cultural, este trabajo indaga, por medio de una entrevista narrativa, los relatos de N = 40 personas (11 M y 29 F, entre 20-60 años) que han vivido una hospitalización por causa de un accidente o una enfermedad. Se parte de la hipótesis de que el hospital es una institución y un lugar físico impregnado de significados culturales y de vivencias emocionales personales. El objetivo consistió en explorar las modalidades con las cuales las y los participantes reconstruyeron narrativamente su experiencia hospitalaria y cómo se valoraron a sí mismos y a los otros en términos de recursos y vínculos. El corpus de las 40 entrevistas fue sometido a un análisis estadístico lexical por medio del software ALCESTE (Reinert, 1993), con el resultado de tres clases de discurso: (1) Solicitud de apoyo social, (2) el hospital como lugar de miedo e incertidumbre y (3) el hospital narrado con terminología médica. El análisis factorial de las correspondencias extrajo dos factores: el primero denominado “gravedad de la hospitalización” (polaridad mayor/menor) y el segundo denominado “focus de la narración” (polaridad interno/externo). Se concluye que el hospital, aunque se concibe como una institución que ayuda a sanar, interrumpe la rutina diaria, produce aislamiento y provoca miedo. Este tipo de estudio puede contribuir a poner de manifiesto aspectos psicológicos en el proceso salud-enfermedad que sirvan como puente de comunicación con el personal sanitario. Abstract Bringing together the most recent perspectives of Health Psychology and Cultural Psychology, this study uses the narrative interview to investigate the stories of N = 40 subjects (11 M and 29 F, between 20-60 years) who had experienced a hospitalization as a consequence of an accident or illness. The hypothesis is that the hospital is an institution and a physical place impregnated with cultural meanings and personal emotional experiences. The aim was to explore the categories the participants used to reconstruct their hospital experience in their narrations, looking for textual indications of sense-making, of self-assessment and of appreciation for others in terms of resources and bonds. The corpus of the 40 texts was submitted to a statistical lexical analysis with ALCESTE software (Reinert, 1993), resulting in three classes of discourse: (1) The demand for social support, (2) the hospital as a place of fear, and (3) the hospital narrated in medical terms. A factorial analysis of correspondences extracted two factors: The first, denominated “severity of the hospitalization” (polarity major/minor), and the second denominated “focus of narration” (polarity internal/external). We conclude that the hospital, although conceived as an institution that helps to heal, interrupts the daily routine, produces isolation and causes fear. This type of study may contribute to highlight psychological aspects of the health-illness process, which may be useful to provide a bridge for communication with healthcare personnel

    KBase: The United States Department of Energy Systems Biology Knowledgebase.

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    Il disorientamento dopo la scelta. In “L’orientamento come sostegno al Sé in transizione”, Tavola rotonda

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    Nelle nostre ricerche sulla transizione imperniata sulla fine della scuola superiore, abbiamo assunto che questo evento si configura come un turning point significativo (Bruner, 1986), come una sfida quasi normativa (Hendry e Kloep, 2002), con strategie iniziali di ambientamento simili ai “riti di passaggio” con stadi di separazione, margine e aggregazione (van Gennep, 1909; Segalen, 1998; Bruner, 2002); come un periodo di esplorazione e di impegno per continuare a strutturare la propria identità tanto personale quanto professionale (Marcia, 1980): in questa fase, dunque, i processi di scelta derivano da un Sé già parzialmente strutturato e insieme determinano l’evoluzione ulteriore di quello stesso Sé in cammino verso l’età adulta (Arnett parla efficacemente di emerging adulthood). Utilizzando metodi sia trasversali che longitudinali, abbiamo provato a indagare il tempo 1 e il tempo 2 della transizione, alla ricerca di tracce di disorientamento e di orientamento in entrambi, al fine di individuare una mappa di bisogni e di risorse possibili prima e dopo la fine della scuola

    Identità, identificazioni ed esplorazione dei sé possibili: il ruolo dell'arte nella tarda adolescenza

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    L’arte permette identificazioni ed esplorazione dei Sé Possibili, positivi e negativi, attraverso una modalità non diretta, mediata, che mette al riparo da eccessivi timori connessi all’ignoto, all’inconsueto, allo strano: vivere illusoriamente la vita, talvolta assai spregiudicata, del protagonista di un romanzo o di un film, giocare provocatoriamente coi personaggi antropomorfi, estremi e paradossali dei fumetti, abbandonarsi al libero fluire delle emozioni, a volte assai violente, suscitate dalla musica o dalla vista di un quadro, può permettere di familiarizzarsi con esperienze umane e situazioni psichiche, positive e negative, lontanissime dal Sé attuale; ma può anche far entrare in contatto con parti sepolte del proprio Sé, che sarebbe troppo pericoloso guardare da vicino, senza il filtro e la distanza della finzione artistica. Il contatto con l’arte, in questa prospettiva, si configura come possibilità di “apprendere dall’esperienza” altrui, facendola propria. A partire da questa cornice teorica e riflessiva, ad una coorte di studenti del primo anno del corso di laurea ini Psicologia è stata proposta una discussione in aula sui temi dell'arte ed una consegna narrativa, con la quale si chiedeva di scegliere un personaggio del mondo dell'arte, mettersi nei suoi panni ed inventare una storia. il 50% circa dei presenti ha scelto di partecipare allo studio. Il corpus testuale - costituito da 51 narrazioni - è stato sottoposto ad Analisi dei Lessemi Co-occorrenti e degli Enunciati Semplici. I cluster individuati sono 5: Storie da guardare, Storie per esplorare, Desrizione del personaggio, Storie di crescita, Storie di analisi. Interessanti le associazioni con le variabili illustrative inserite, ad esempio il genere. Dall'Analisi Fattoriale sono emerse le dimensioni Coinvolgimento/Creatività intorno alle quali si sono distribuite le narrazioni. In estrema sintesi, i risultati mostrano che l'arte -nelle sue varie forme - può configurarsi come una vera risorsa identitaria per i tardo adolescenti

    Dal tempo familiare al tempo scolastico. 2. Il salto diseguale

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    Il tempo è un segnalatore complesso e prezioso di diversità socioculturali. Queste diversità non sono prive di conseguenze per lo sviluppo del bambino: cosa accade nel momento in cui egli si trova nella necessità di dover passare dal tempo della famiglia a quello della scuola, coordinandoli? Dovrà compiere un salto? E la difficoltà di questo salto sarà uguale per i bambini di diversa estrazione socioculturale
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