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Effect Of Zinc Cations On The Kinetics Of Supramolecular Assembly And The Chirality Of Porphyrin J-Aggregates
Dilute aqueous solutions of anionic meso-4-sulfonatophenyl-porphyrin (TPPS) extract zinc(ii) ions from glass or quartz surfaces at room temperature and efficiently form the corresponding metal complex (ZnTPPS). The partial or complete formation of ZnTPPS has been probed by UV/Vis spectroscopy and both static and time-resolved fluorescence. The source of zinc(ii) ions has been clearly identified through inductively coupled plasma optical emission spectrometry. The presence of increasing amounts of ZnTPPS slows down the rate of TPPS J-aggregate formation in acid solution. This influences the nucleation step and has a profound impact on the onset of chirality in these species. This evidence indicates the important role of this adventitious metal ion in the interpretation of various spectroscopic and kinetic data for the self-assembly of the TPPS porphyrin and provides some insights into controversial findings on their chirality. The use of this metal derivative as the starting compound for in situ formation of monomeric TPPS is suggested
Il QB Stress Test e l'infermiere di dialisi: quanto basta per sorvegliare una fistola arterovenosa
Un accesso vascolare (AV) ben funzionante è la premessa necessaria per il buon esito di un trattamento dialitico. Il ruolo dell'infermiere nella sorveglianza e nel monitoraggio dell'AV è di fondamentale importanza sia nell'educazione del paziente sia nella prevenzione e nella precoce segnalazione delle complicanze. Nel nostro Centro abbiamo iniziato un protocollo mensile di misurazione della portata dell'AV attraverso l'utilizzo della metodica a diluizione a ultrasuoni, che tuttavia ha mostrato varie criticità per l'elevato numero di fistole arterovenose, la presenza di un unico strumento per più Centri, e la mal tolleranza dei pazienti per il cambio spesso necessario della posizione degli aghi e l'allungamento del tempo della seduta dialitica. Abbiamo quindi pensato di mettere a punto un test di pre-screening semplice e rapido, il QB stress test (QBST), che ci permettesse di selezionare solo quella popolazione a rischio da sottoporre a ulteriori accertamenti diagnostici.
Dopo 5 anni di follow-up attraverso QBST ed esame clinico possiamo dire che il test è facile e veloce da eseguire ed è ben tollerato dai pazienti, ai quali non viene cambiata la posizione degli aghi né allungata la seduta dialitica. Inoltre nei pazienti negativi al test non abbiamo avuto nessun episodio trombotico
Interaction With DNA Of The Novel Cationic Complex (2, 2′: 6′, 2″-Terpyridine)Methyl Platinum(II)
The planarity and electron delocalization of the 2, 2′:6′, 2″-terpyridine (terpy) moiety in salts of the type [Pt(terpy)Me]X leads to extensive stacking interactions in aqueous solution. UV/VIS, 1H NMR and resonance light scattering spectra provide evidence for the tendency of the complex to form large aggregates even under low ionic strength conditions. The interaction of the cationic complex with calf thymus DNA was investigated by spectroscopic techniques and mobility assays. At high r f ratios the complex seems to form extended aggregates on the surface of the nucleic acid but at lower r f evidence was obtained for intercalation
Comportamento all'interfaccia aria-acqua di derivati porfirinici sintetici e naturali e loro deposizione come film sottili tramite tecnica di Langmuir-Blodgett
L'attività dell'Unità di Ricerca di Lecce ha riguardato la deposizione e caratterizzazione morfologico-strutturale ed ottica di film di Langmuir-Blodgett di porfirine. Le principali tecniche utilizzate sono state la Microscopia all'angolo di Brewster e la spettroscopia in riflessione direttamente sul floating film, la spettroscopia UV-Vis in luce polarizzata sui film cresciuti su supporto solido
Deposizione e caratterizzazione di film sottili per applicazioni (bio)tecnologiche e biomediche
Il progetto di ricerca costituisce una naturale prosecuzione delle indagini già intraprese e sviluppate con le altre Unità di Ricerca di Bari, Catania e Messina. Le tematiche di ricerca proposte comportano:
a) lo studio di fenomeni fotoindotti in film sottili contenenti diadi composte da derivati fullerenici o nanotubi di carbonio (CNT) e clorofilla.
b) l'indagine su sensori piezoelettrici con strato attivo costituito da porfirine o ftalocianine per la rivelazione di derivati fenolici che sono già stati classificati dall'USEPA come inquinanti prioritari in virtù della loro aggressività verso l'organismo umano. Poiché la maggior parte di questi fenoli è sostituita con atomi di alogeno, si è chiarito quali siano le interazioni fondamentali alla base della rivelazione da parte del cristallo di quarzo (legame a idrogeno, legame alogeno, interazioni p-p , ecc.).
c) indagini effettuate nel campo delle biotecnologie biomediche per la cura di neoplasie. Infatti, in questo caso si è usato un approccio analogo alla classica terapia fotodinamica, introducendo due principali modifiche: la prima è l'immobilizzazione tramite tecnica di Langmuir-Blodgett del fotosensibilizzatore (una porfirina) su un supporto solido; la seconda, anche alla luce di quanto suggerito dal Premio Nobel J.L. Ignarro, è l'associazione dell'azione dell'ossigeno di singoletto con quella simultanea
dell'ossido nitrico, NO, attraverso la co-deposizione di un sale d'ammonio derivato del composto 4-nitro-3-(trifluorometil)anilina
Platinum(II) Complexes Bearing 1,1'-bis(diphenylphosphino)ferrocene as Building Blocks for Functionalized Redox Active Porphyrins
Reactions of the cationic complex ions [PtMe(Me2SO)(PP)]+ (PP = dppf
(1,1-bis(diphenylphosphino)ferrocene) and dppe (1,2-bis(diphenylphosphino)ethane)) with
5,10,15,20-tetrakis(4-pyridyl)-21H,23H-porphyrin (TpyP) led to the formation of the symmetrical
tetraplatinated porphyrin complexes, [PtMe(PP)]4TpyP·X4 (PP = dppf, X = CF3SO3
−, 3, and PP =
dppe, X = BF4
−, 5) containing the organometallic fragment {PtMe(PP)}. The precursor sulfoxide
platinum complexes [PtMe(Me2SO)(dppf)]CF3SO3, 2 and [PtMe(Me2SO)(dppe)]BF4, 4, were prepared
by halide abstraction from [PtMeCl(dppf)], 1, and by controlled protonolysis of [PtMe2(dppe)]
respectively, in the presence of a small amount of dimethyl sulfoxide. All these starting platinum(II)
compounds, as well as the porphyrin derivatives 3 and 5, were fully characterized through elemental
analysis, 1H NMR mono- and bidimensional, 31P{1H}, 31P–1H HMBC, UV/Vis absorption and
photophysical measurements. The X-ray crystal structure of complex 1 has been determined. In order
to ascertain the electronic influence of ferrocene, the spectroscopic and redox properties of 3 were
compared with those of TPyP and of the analogous 5. Cyclic voltammetry (CV), differential pulse
voltammetry (DPV), 1H and 31P NMR data, and UV/Vis data, all suggest a certain degree of
communication between the central porphyrin and the peripheral hetero-bimetallic fragments. In
contrast, no detectable interaction among these peripheral groups seem to come into play. Unlikely
from the porphyrin derivative 5, formation of well defined fluorescent mesoscopic ring structures was
easily achieved by simple evaporation from diluted dichloromethane solutions of 3