125 research outputs found

    Aspetti dell'ipogeismo nell'Alta Valle del Tirso

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    Si presentano i primi risultati di un'indagine sull'ipogeismo nell'Alta Valle del Tirso. La regione esaminata è il Goceano, che ha restituito 61 domus de janas, tra le quali figurano quelle della necropoli di Sos Furrighesos (Anela), che per le manifestazioni di arte schematica in essa contenute costituisce uno dei siti più importanti della Sardegna. Le domus de janas del Goceano sono caratterizzate da tipologia a sviluppo longitudinale, con ampliamenti a L e a T, talvolta con ingressi a corridoio o padiglione. In alcuni casi sono arricchite dalla presenza di elementi architettonici e di intonaco rosso alle pareti. In base ai materiali rinvenuti sono attestate le fasi culturali Ozieri, Filigosa, Abealzu, Monte Claro e Bonnanaro. Alcuni ritrovamenti suggeriscono un riutilizzo in età storica. Sul piano dell'indagine territoriale si è riscontrata una predilezione per l'ubicazione su fianco collinare, a quote comprese tra 300 e 600 m s.l.m.; la maggior parte delle domus è scavata nella trachite, in misura minore nel granito e nel tufo. In relazione alla rete idrografica si è riscontrata una maggiore frequenza di siti a una distanza compresa tra 0 e 200 m dai corsi d'acqua principale e secondario, tra 600 e 900 e oltre i 1000 m dalle sorgenti

    Sperm whales in the Neolithic Mediterranean: a tooth from the sanctuary of Monte d'Accoddi (Sardinia, Italy)

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    The exceptional find of the tooth of a sperm whale (Physeter macrocephalus) at Monte d'Accoddi adds to the documentation on the possible presence, and exploitation by humans, of cetaceans in the prehistoric Mediterranean. The dating (3638–3378 BC) appears to make it the oldest cetacean find in Sardinia

    La Tomba n. 3 di Iloi

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    L'indagine stratigrafica della tomba n. 3 di Iloi si inserisce nell'ambito della ricerca pluriennale e multidisciplinare denominata Progetto Iloi. La necropoli è nota con il nome di Ispiluncas e con le sue 33 domus si sviluppa lungo il costone meridionale dell'altopiano di Sedilo, al di sopra del quale, a poche centinaia di metri dall'area ipogeica, sorgono il nuraghe di Iloi e due tombe di giganti. La ricognizione e l'intervento di scavo nell'area esterna hanno portato all'individuazione di almeno altre tre tombe nelle immediate vicinanze della domus 3. L'intervento è stato affrontato con un metodo pluridisciplinare, in cui l'indagine archeologica è stata affiancata da ricerche portate avanti nell'ambito di altri settori, geomorfologia, litologia, pedologia, petrografia, paleoantropologia, archeozoologia, archeobotanica

    La Domus de janas n. 3 di Iloi-Sedilo (OR)

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    L'ipogeo appartiene ad una vasta necropoli a domus de janas situata nei costoni tufacei alle pendici di un altipiano sul quale sorge il centro urbano di Sedilo. Ai bordi di tale altipiano, a poche centinaia di metri dalla necropoli è ubicato il nuraghe di Iloi con il villaggio e due tombe di giganti, oggetto di scavo

    Gli Insediamenti preistorici di "Su Cungiau de is Fundamentas" e di "Campu 'e Cresia" presso Simaxis (Oristano)

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    Tra gli insediamenti prenuragici dell'Oristanese, la maggior parte dei quali noti esclusivamente da raccolte di superficie e semplicemente segnalati ma raramente interessati da ricerche sistematiche, il sito di Simaxis riveste un'importanza non secondaria. Ciò è confermato dal ritrovamento nell'insediamento di "Su Cungiau de is Fundamentas" di materiali di notevole interesse scientifico: una pisside tetrapode in trachite conservata attualmente nell'Antiquarium Arborense di Oristano e una pisside tripode in trachite tenera biancastra custodita nel Museo Nazionale Archeologico di Cagliari. A questi reperti si aggiungono due idoletti, anch'essi provenienti dalla stazione A: uno è privo di attributi sessuali, l'altro è una statuina di "Dea Madre" realizzata secondo lo schema a traforo. I due insediamenti sono stati localizzati nella periferia NW e SW dell'abitato moderno di Simaxis: la stazione A (Su Cungiau de is Fundamentas) è situata presso la riva sinistra del rio Sant'Elena, affluente del Tirso, la stazione B ("Campu 'e Cresia") a destra della strada provinciale della Marmilla, proveniente da Oristano. Dall'esame dci materiali archeologici emerge che la frequentazione del sito inizia nel Neolitico Recente nella stazione A, in cui si è riscontrata la presenza di materiali attribuibili alla cultura di San Michele di Ozieri; è attestata nell'eneo-litico in entrambi gli insediamenti dal ritrovamento di numerosissimi reperti appartenenti alla cultura di Monte Claro

    Su Coddu- Canelles (Selargius, Cagliari): tra didattica e ricerca scientifica

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    Resoconto sull'indagine archeologica appena conclusa nel lotto Badas dell'insediamento preistorico, condotto dall'Autore negli anni 2001, 2002, 2003, 2004, 2005 e 2007, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica per le Province di Cagliari e Oristano

    Elenco delle tavole; Tavole

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    Si presentano l'elenco dettagliato e le singole tavole relative alla Tomba n. 3 di Iloi

    L'Età del Rame in Sardegna: origine ed evoluzione degli aspetti autoctoni

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    L'Autore presenta uno studio di ampio respiro sulle problematiche dell'età del Rame in Sardegna. In particolare pone l'accento sulla transizione dal Neolitico all'Eneolitico e sugli sviluppi degli aspetti culturali che ne raccolgono l'eredità, in relazione ai fenomeni che sembrano avere una genesi extrainsulare. Emerge un quadro straordinariamente ricco, in cui si assiste all'evoluzione di società agropastorali di tipo neolitico verso forme di organizzazione più evolute, in cui il ruolo della metallurgia assume un'importanza crescente, contribuendo presumibilmente a incrinare gli equilibri socio-politici. Il tema viene affrontato attraverso diversi tipi di analisi, tra i quali quello tipologico delle ceramiche, con l'applicazione di metodi statistico-combinatori per la pirma volta utilizzati in Sardegna

    Tra ricerca, divulgazione scientifica e valorizzazione delle risorse culturali: il laboratorio di archeologia sperimentale della Facoltà di Lettere

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    L'archeologia sperimentale al pari dell'etnoarcheologia ormai da molto tempo affianca gli studi tecnologici associati all'indagine archeologica, benché in Sardegna in modo ancora sporadico. Un gruppo di ricerca dell'Università di Sassaril dal 2006 svolge attività didattiche e scientifiche nell'ambito delle quali l'archeologia sperimentale ha assunto un ruolo rilevante, che si è concretizzato inizialmente in un progetto di collaborazione poco frequente almeno in ambito sardo, perché coinvolge un'istituzione di ricerca, l'Università di Sassari, ed un'impresa agrituristica privata. Il punto d'incontro è stato la necessità da parte dell'impresa di diversificare la propria offerta turistica rispetto alle ormai numerose realtà simili del territorio, da parte dell'università di svolgere attività di archeologia sperimentale: il prodotto della collaborazione è stato la ricostruzione di un villaggio preistorico -inaugurato nel 2008- e delle diverse attività artigianali ad esso connesse, con risultati apprezzabili in campo scientifico, didattico, turistico e occupazionale (MELIS et alii cds)

    NEW EVIDENCES ABOUT THE STRUCTURE OF NURAGIC HUTS FROM THE VILLAGE ILOI - SEDILO (SARDINIA-ITALY)

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    La  rica  documentación  sobre  viviendas  de  las  aldeas  protohistóricas  de  Cerdeña  ofrece  un marco articulado principalmente en relación a la organización espacial y  a la distribución de los  espacios, mostrando una evolución desde el Bronce Medio hasta la Edad del Hierro. En lo que concierne a la construcción de las cabañas está ampliamente atestiguado el uso del  zócalo  de  mampostería de  fábrica  “en  seco”,  con  esporádicas evidencias del  uso  de adobes, tradición, esta última, cuyo origen se remonta, por lo menos, a la Edad del Cobre, ya que la aldea de Su Coddu/Canelles ofrece una interesante documentación sobre el uso de arcilla cruda para la realización de adobes y de elementos modulares. Está bien atestiguado, además, el uso de la arcilla para reforzar y aislar las estructuras de ramaje en muros y tabiques, recubriendo entramados de cañas. La información sobre los sistemas de  cubierta de las cabañas nurágicas es incompleta, pero basándonos principalmente en comparaciones etnográf icas, se puede asumir que el techo se apoyaba sobre postes de madera y estaba to- talmente realizado con materiales perecederos, o bien existía un voladizo con aproximación de hiladas y con placas de piedra, de lo que no había hasta hace algún tiempo testimonios directos. La  excavación de  la  aldea  nurágica de  Iloi,  y  en  particular de  la  estructura 5, ofrece nuevas perspectivas en el estudio de  la construcción de los muros y de la cubierta de las cabañas. Ofrece la posibilidad de documentar la utilización de la técnica de cubierta en encorbellement (construcción por aproximación de hiladas), que encuentra en Cerdeña la mas amplia y sof isticada aplicación en las torres nurágicas, pero que tiene sus raíces en la edad pre-nurágica, en estructuras funerarias que muestran una aproximación de hiladas parcial entre el Neolítico Final y Eneolítico (IV-III milenio cal. BC).The studies about housing of the Protohistoric Sardinian settlements offer an articulated framework mainly focused on planimetric developments and distribution of spaces. These architectonic aspects were subjects to an evolution from the Middle Bronze Age to the Iron Age. The dry stone wall is widely attested for the high parts of the huts, while there are sporadic examples of the use of adobe bricks. This last tradition is going back at least to the Eneolithic: the village of Su Coddu / Canelles has returned interesting proofs of raw clay to create modular elements such as bricks and plaster. It is confirmed also the use of clay to strengthen and insulate walls and partitions built with branches, using the wattle and daub technique. Information about Nuragic roof systems of the huts is incomplete. The ethnographic comparisons assume the use of the roof supported by wooden poles and entirely made of perishable material. Additionally it is supposed a projecting of slabs, even if there have not been direct evidences until some time ago. The excavation of the Nuragic village Iloi – mainly the structure 5 – offers new ideas for the reconstruction of the high parts and the roof of the huts: the use of corbelling technique is probable. This building system has the largest and most sophisticated application in Nuragic towers. Although, it is originated during Prenuragic age in Sardinia, as it is testify by a partial projection structures of graves of the Late Neolithic and Eneolithic (III-IV millennium cal. BC)
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