8 research outputs found

    Load bearing hempcrete? A preliminary research

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    Hempcrete is generally used in construction as an infill material for loadbearing frames. Contrary to this tendency, a vaulted prototype of load bearing cast-in hempcrete has been built during a training workshop at Cardiff University in 2009 under the project of architect David Lea. A team of researchers at Politecnico di Torino is working on further developing this experiment aiming the construction of a full-scale loadbearing hempcrete pavilion. The paper reports the first research results, including design and sample testing of hempcrete mixtures, computational simulations and detailed design of the prototype. Despite the radicalness of the solution, our investigation seems to show that the use of hempcrete for structure, envelope and insulation at once has a certain potential, at least for small projects

    I quaderni del Lumassìn. Cronache di cantiere

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    I quaderni del Lumassìn sono diari di cantiere riguardanti i lavori necessari per il risanamento e la rifunzionalizzazione di un ciabòt, piccolo edificio in pietra a servizio della produzione agricola. Redatti nell’ambito di un’esperienza più ampia promossa dalla Banca del Fare, e nell’ambito di una tesi di laurea magistrale in architettura svolta presso il Politecnico di Torino da Alessandra Renzulli e Redina Mazelli, il cui relatore è stato Andrea Bocco, hanno lo scopo di documentare il recupero del patrimonio costruito del territorio delle Langhe espresso attraverso il coinvolgimento della comunità, di professionisti, di volontari e di studenti. L’attività è stata svolta durante il periodo estivo del 2018 nella sede di Cascina Crocetta a Castelletto Uzzone (CN) e ha previsto lo svolgimento delle lezioni in corsi pratici tenutisi in cantiere, dove si è imparato facendo: le persone coinvolte hanno partecipato attivamente alla costruzione facendo pratica sul campo, fianco a fianco ai professionisti e ai maestri artigiani. Accanto all’intenzione di offrire ai partecipanti l’opportunità di avvicinarsi alle tecniche tradizionali di costruzione, recuperando così non solo l’edificio ma anche il saper fare tradizionale, il progetto Banca del Fare dell’associazione Parco Culturale Alta Langa mira alla promozione della conoscenza del territorio dell’Alta Langa e al contrasto della sua marginalità. Il Lumassìn, ovvero il ciabòt oggetto di studio, si propone come modello in grado di stimolare la comunità e le istituzioni alla rifunzionalizzazione dei ciabòt di pietra, intesi come serie di elementi analoghi, ormai in disuso e fatiscenti, per trasformarli in qualcosa che possa esser più di un rudere caratterizzante il paesaggio; qualcosa più di un scatto fotografico. Per questo motivo, il progetto prevede la realizzazione di una rete di ciabòt, al fine di creare una struttura ricettiva di ospitalità diffusa, ove si possa sostare per uno o più giorni e godere del territorio

    Fair Play: Why Reliable Data for Low-Tech Construction and Non-conventional Materials Are Needed

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    The paper proposes considerations stemming from the analysis of twenty-two buildings that show different approaches to ‘vegetarian architecture’—a theoretical stance based on principles learnt from agriculture and nutrition. The first phase consisted in a systematic investigation of the constructional characteristics of each building, and the cataloguing of their components. The ‘cradle to gate’ embodied energy (EE) and ‘embodied carbon’ (EC) were then calculated, based on two open access databases: ICE and Ökobaudat. The applicability of these databases was considered, as they do not cover low industrialised bio-based construction materials. For some materials, data are missing; while in others, EE values are overestimated since high energy-intensive manufacturing processes seem to be assumed. In a second phase, the uses and production process of some non-conventional materials was investigated, evidencing their variability. Building technologies that are not just aimed at low operational energy but at a more holistic understanding of low environmental impact represent a paradigm shift in ‘sustainable’ construction prac-tices. Despite ongoing actions and policies, as long as these materials and techniques are not suitably represented in reliable and accessible databases, it will be difficult to make such a shift happen. Manufacturers and contractors who produce and use such materials would benefit from the availability of easily applicable, scientific data demonstrating environmental advantages offered by non-conventional materials

    In search of a contemporary hyaku-sho

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    The Dry Walling School of Japan and Canova Association have collaborated since 2017 in organizing two dry wall construction workshops in northern Piedmont. Alongside construction site activities, participants were immersed in a system of different sectors working together to safeguard built heritage but also to re-evaluate local resources from a contemporary perspective. This multidisciplinary approach to rehabilitating traditional heritage has led to initiatives of inclusive local development, and to the promotion of a new figure, one who applies global thinking locally and who is able to grasp the potentials of a given territory.La Dry Walling School de Japón y la Asociación Canova han colaborado desde 2017 en la organización de dos talleres de construcción de muro de piedra en seco en el norte de Piamonte. Además de las propias actividades de construcción, se introdujo a los participantes a un sistema donde diferentes agentes trabajan juntos para salvaguardar el patrimonio construido, pero también para reevaluar los recursos locales con una visión contemporánea. Esta multidisciplinariedad en los procesos de rehabilitación del patrimonio tradicional ha dado lugar a iniciativas de desarrollo local inclusivo, así como el impulso de una nueva figura que aplica en lo local un pensamiento global y es capaz de captar las potencialidades de un territorio

    In search of a contemporary hyaku-sho

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    The Dry Walling School of Japan and Canova Association have collaborated since 2017 in organizing two dry wall construction workshops in northern Piedmont. Alongside construction site activities, participants were immersed in a system of different sectors working together to safeguard built heritage but also to re-evaluate local resources from a contemporary perspective. This multidisciplinary approach to rehabilitating traditional heritage has led to initiatives of inclusive local development, and to the promotion of a new figure, one who applies global thinking locally and who is able to grasp the potentials of a given territory

    I quaderni del Lumassìn. Cronache di cantiere

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    I quaderni del Lumassìn sono diari di cantiere riguardanti i lavori necessari per il risanamento e la rifunzionalizzazione di un ciabòt, piccolo edificio in pietra a servizio della produzione agricola. Redatti nell’ambito di un’esperienza più ampia promossa dalla Banca del Fare, e nell’ambito di una tesi di laurea magistrale in architettura svolta presso il Politecnico di Torino da Alessandra Renzulli e Redina Mazelli, il cui relatore è stato Andrea Bocco, hanno lo scopo di documentare il recupero del patrimonio costruito del territorio delle Langhe espresso attraverso il coinvolgimento della comunità, di professionisti, di volontari e di studenti. L’attività è stata svolta durante il periodo estivo del 2018 nella sede di Cascina Crocetta a Castelletto Uzzone (CN) e ha previsto lo svolgimento delle lezioni in corsi pratici tenutisi in cantiere, dove si è imparato facendo: le persone coinvolte hanno partecipato attivamente alla costruzione facendo pratica sul campo, fianco a fianco ai professionisti e ai maestri artigiani. Accanto all’intenzione di offrire ai partecipanti l’opportunità di avvicinarsi alle tecniche tradizionali di costruzione, recuperando così non solo l’edificio ma anche il saper fare tradizionale, il progetto Banca del Fare dell’associazione Parco Culturale Alta Langa mira alla promozione della conoscenza del territorio dell’Alta Langa e al contrasto della sua marginalità. Il Lumassìn, ovvero il ciabòt oggetto di studio, si propone come modello in grado di stimolare la comunità e le istituzioni alla rifunzionalizzazione dei ciabòt di pietra, intesi come serie di elementi analoghi, ormai in disuso e fatiscenti, per trasformarli in qualcosa che possa esser più di un rudere caratterizzante il paesaggio; qualcosa più di un scatto fotografico. Per questo motivo, il progetto prevede la realizzazione di una rete di ciabòt, al fine di creare una struttura ricettiva di ospitalità diffusa, ove si possa sostare per uno o più giorni e godere del territorio

    Progettazione e realizzazione pratica del recupero di piccoli edifici in pietra in Alta Langa.

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    “Progettazione e realizzazione pratica del recupero di piccoli edifici in pietra in Alta Langa” è un progetto realizzato in collaborazione con l’Associazione Parco Culturale Alta Langa. Come si evince dal titolo stesso, si è avuto l’opportunità di prender parte all’intero iter di recupero e di rifunzionalizzazione di un ciabòt, il “Lumassìn”, locato a Castelletto Uzzone. Il ciabòt è una piccola unità edilizia a servizio del lavoro agricolo tipica della tradizione costruttiva dell’Alta Langa. La sua realizzazione è stata eseguita sotto la guida di esperti artigiani e con l’ausilio di volontari provenienti da tutto il mondo durante sei workshop formativi proposti dalla Banca del Fare. Oltre alla partecipazione attiva ai workshop estivi, il lavoro volto in collaborazione con l’associazione ha riguardato anche una fase di ricerca preliminare sul territorio e sull’architettura locale conclusasi con la progettazione e l’assistenza alla stesura dei permessi di costruzione. Il volume quindi risulta suddiviso in tre parti: una prima d’inquadramento relativa al contesto territoriale e al progetto integrato in una scala più ampia, una seconda dedicata al Lumassìn dalle indagini preliminari fino al completamento del progetto stesso (include disegni definitivi e il dimensionamento degli impianti) e una terza che descrive la progettazione di un altro ciabòt a livello preliminare. Al volume principale sono stati affiancati due allegati “I quaderni del Lumassìn volume I” e “I quaderni del Lumassìn volume II”. “I quaderni del Lumassìn volume I” e “I quaderni del Lumassìn volume II” sono manuali tecnici in cui si riportano le metodologie di intervento e di autocostruzione effettuate e previste per la realizzazione dell’edificio. Entrambi prevedono la descrizione delle opere rispetto al materiale impiegato nella costruzione: pietra, legno e malta; solo nel volume II un’ulteriore sezione è stata dedicata alla descrizione relativa all’installazione degli impianti. Mentre nel volume I si esplica il come siano stati svolti i lavori durante i workshop, nel volume II il come si svolgeranno negli anni successivi.“Renovation design and construction of small stone buildings in Alta Langa” is a project carried out in collaboration with the Association Parco Culturale Alta Langa. As shown by the title, we had the opportunity to take part in the entire process of renovation and functional recovery of a ciabòt, the “Lumassìn”, located in Castelletto Uzzone. The ciabòt is a small building serving agriculture purposes, typical for the vernacular architecture of Alta Langa. The construction took place during six training workshops organized within the Banca del Fare Summer School, under the guidance of expert craftsmen and with the help of volunteers from all over the world. Apart from the active participation in the summer workshops, the work done in collaboration with the association also involved a preliminary research phase on the territory and on the local architecture that was concluded by the renovation design and the assistance in drawing up the documentation required for obtaining the construction permit. The main volume of the thesis is therefore divided into three parts: a first one regarding the territorial context and the large scale project, a second one dedicated to the Lumassìn from the preliminary investigations to the completion of the project (including the final project design and the sizing of off-grid systems - solar and PV panels, a greywater collection and treatment system, a compost toilet and a rainwater harvesting system) and a third part that describes the preliminary design of another ciabòt. Two annexes are added to the main volume: “The Lumassìn notebooks Vol. I” and “The Lumassìn notebooks Vol. II”. These are technical manuals reporting the intervention and the self-construction methods carried out and planned for the renovation of the building. Both describe the construction activities in regard to the material mainly used in the construction: stone, wood and mortar. The activities carried out during the workshops are described in the first volume, while the second one includes previsions and instructions for some of the main remaining operations necessary to be carried out in the future for the completion of the renovation

    Fair Play: Why Reliable Data for Low-Tech Construction and Non-conventional Materials Are Needed

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    The paper proposes considerations stemming from the analysis of twenty-two buildings that show different approaches to ‘vegetarian architecture’—a theoretical stance based on principles learnt from agriculture and nutrition. The first phase consisted in a systematic investigation of the constructional characteristics of each building, and the cataloguing of their components. The ‘cradle to gate’ embodied energy (EE) and ‘embodied carbon’ (EC) were then calculated, based on two open access databases: ICE and Ökobaudat. The applicability of these databases was considered, as they do not cover low industrialised bio-based construction materials. For some materials, data are missing; while in others, EE values are overestimated since high energy-intensive manufacturing processes seem to be assumed. In a second phase, the uses and production process of some non-conventional materials was investigated, evidencing their variability. Building technologies that are not just aimed at low operational energy but at a more holistic understanding of low environmental impact represent a paradigm shift in ‘sustainable’ construction practices. Despite ongoing actions and policies, as long as these materials and techniques are not suitably represented in reliable and accessible databases, it will be difficult to make such a shift happen. Manufacturers and contractors who produce and use such materials would benefit from the availability of easily applicable, scientific data demonstrating environmental advantages offered by non-conventional materials.ISSN:2365-757XISSN:2365-758
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