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    Uso della gentamicina orale per l'eradicazione dello stato di portatore di Klebsiella pneumoniae resistente ai Carbapenemi (KPC-Kp) nei pazienti pediatrici immunocompromessi: esperienza dell'U.O. di Oncoematologia Pediatrica di Pisa

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    Introduzione. Klebsiella pneumoniae produttore di carbapenemasi di tipo KPC è un microrganismo multifarmaco resistente (MDR) responsabile di infezioni, associate ad alto rischio di mortalità, verso le quali si hanno scarse possibilità terapeutiche. Questo germe colonizza il tratto gastrointestinale dell’uomo favorendo lo sviluppo dello stato di portatore e la disseminazione epidemica, tanto da richiedere una sorveglianza attiva e la messa in atto di strategie per prevenire la diffusione intra ed extra-ospedaliera. I trattamenti intensivi per patologie neoplastiche ed ematologiche e il trapianto di cellule staminali sono fattori predisponenti lo sviluppo di infezioni da parte di KPC-Kp, che a loro volta rappresentano una controindicazione all’esecuzione di alcune procedure come interventi chirurgici, trapianti d’organo o altri trattamenti. Scopo. Lo scopo di questo studio è quello di valutare la capacità di ottenere la decontaminazione intestinale di Klebsiella pneumoniae KPC in pazienti pediatrici immunocompromessi mediante l’uso off-label di gentamicina fiale (4 mg/kg/die in 3 somministrazioni per via orale) al fine di prevenire la persistenza dello stato di portatore ed eliminare il rischio di infezione sistemica, particolarmente elevato nelle fasi di neutropenia indotte dalla chemioterapia, così da rendere possibili protocolli di terapia intensiva e di TCSE (Trapianto di Cellule Staminali Ematopoietiche). Pazienti e metodi. Sono stati inclusi nel nostro studio pazienti pediatrici ammessi, tra il settembre 2014 e l’agosto 2016, presso il dipartimento di Oncoematologia Pediatrica di Pisa identificati come portatori di KPC-Kp dalla sorveglianza di colture su tamponi rettali. È stata somministrata gentamicina orale, alla dose di 4 mg/Kg/die in tre somministrazioni, ai pazienti con tampone positivo fino ad ottenere l’eradicazione dello stato di portatore e prolungata, fintanto sia risultato necessario, nei pazienti ad alto rischio, ovvero pazienti con neutropenia o che dovevano essere sottoposti successivamente a chemioterapia intensiva o TCSE. I pazienti che hanno sviluppato una sepsi da KPC-Kp sono stati trattati con una terapia antibiotica empirica basata su una combinazione di farmaci somministrati per via endovenosa (meropenem, gentamicina, colistina e rifampicina) indicata dall’ECIL-4 e definita CTAT (CRKp-Targeted Antibiotic Therapy). Risultati. Durante un periodo di circa 24 mesi, 5 pazienti pediatrici sono stati identificati come portatori di KPC-Kp. L’età media dei bambini era di 8.4 (±5.3) anni. Una ragazza di 17 anni, la paziente zero, è morta in seguito al trasferimento in UTI per shock settico da KPC-Kp pertanto non è stata inclusa nello studio e non è stato possibile iniziare il trattamento con gentamicina orale in fiale. Nello stesso periodo altri quattro pazienti sono stati identificati come portatori. La gentamicina orale è stata somministrata a tutti i pazienti per una durata media di 229.25 gg (range: 123-372 gg). I livelli ematici di gentamicina sono stati misurati in tutti e quattro i pazienti ed è stata rilevata una concentrazione media di 0.24 mg/L (range: 0.0 e 0.4 mg/L). Tre pazienti sono stati decontaminati dopo una media di 105 giorni (range: 20-200 gg), mentre un paziente non è stato decontaminato; aveva due test fenotipici negativi ma test molecolare positivo per K. pneumoniae-KPC ed è stato colonizzato da un ceppo resistente alla gentamicina scoperto durante il trattamento orale. Il bambino nel corso di un episodio di neutropenia ha inoltre sviluppato una severa sepsi, causata da un ceppo di KPC-Kp sensibile alla gentamicina, che è stata trattata con successo con una terapia antibiotica di combinazione basata sull’uso di colistina, gentamicina, meropenem e rifampicina. Durante il periodo di decontaminazione è stato selezionato un ceppo resistente alla gentamicina in 1 su 4 dei bambini trattati. Tutti i ceppi di KPC-Kp isolati sono risultati sensibili alla colistina e alla tigeciclina, per alcuni è stata documentata sensibilità anche alla fosfomicina mentre, per quanto riguarda le altre molecole antibiotiche testate, tutti i ceppi avevano sviluppato resistenza verso questi antimicrobici. La concentrazione di KPC-Kp nei campioni di feci, prelevati in seguito alla positivizzazione dei tamponi rettali, è stata in media di 3x10^8 CFU/g (range: 1x10^8-6x10^8 CFU/g). Non sono stati osservati significativi effetti collaterali al trattamento orale con gentamicina e durante il follow up nessuno dei pazienti ha sviluppato infezioni da parte di KPC-Kp. Nessun’altro bambino ammesso in seguito presso l’U.O. di Oncoematologia Pediatrica è stato individuato come portatore. Discussione. L’espansione dei ceppi di KPC-Kp nei centri di Oncoematologia Pediatrica in Italia è ben documentata dai dati disponibili in letteratura, che mostrano un aumento dell’incidenza delle infezioni da parte di questo microrganismo MDR e una mortalità del 15.9% nei bambini KPC-Kp positivi. Nel nostro studio si propone di utilizzare gentamicina orale per eradicare lo stato di portatore. La decontaminazione potrebbe permettere ai clinici di eseguire TCSE nei pazienti colonizzati anche se finora non tutti gli esperti erano concordi nell’eseguire queste procedure terapeutiche, soprattutto allo-TCSE, quantomeno in soggetti adulti ematologici. Durante la decontaminazione con gentamicina non sono state osservate nefrotossicità, ototossicità né altre reazioni avverse in nessuno dei quattro pazienti studiati. Anche il paziente al quale il farmaco è stato somministrato per un periodo più lungo (372 gg) non ha manifestato effetti avversi, non è stato individuato infatti assorbimento gastrointestinale. Questo risultato potrebbe pertanto fornire una maggiore garanzia per quanto riguarda la sicurezza della somministrazione orale di gentamicina. Conclusioni. Nonostante il numero di pazienti sia piccolo questo studio suggerisce che, qualora si sviluppino episodi epidemici da KPC-Kp in reparti di terapia intensiva e di Oncoematologia Pediatrica, una strategia possibile risulta essere quella di utilizzare gentamicina orale. La pesante e prolungata colonizzazione intestinale rappresenta il più importante fattore di rischio per lo sviluppo di successive infezioni oltre che il pericoloso reservoir per la disseminazione del batterio. La decolonizzazione intestinale inoltre risulta rilevante in una popolazione di pazienti come quella composta dai bambini ricoverati presso l’unità operativa di Oncoematologia Pediatrica. Questi soggetti durante il ricovero e/o il day hospital sono infatti sottoposti a procedure terapeutiche che inducono immunodepressione e neutropenia, entrambe condizioni che potrebbero favorire, in pazienti positivi per K. pneumoniae KPC, lo sviluppo di infezioni batteriemiche, le quali sono associate ad elevata mortalità dal momento che le terapie antibiotiche a disposizione contro questi patogeni multiresistenti sono sempre più limitate

    Histamine regulates actin cytoskeleton in human toll-like receptor 4-activated monocyte-derived dendritic cells tuning CD4+ T lymphocyte response

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    Histamine, a major mediator in allergic diseases, differentially regulates the polarizing ability of dendritic cells after Toll-like receptor (TLR) stimulation, by not completely explained mechanisms. In this study we investigated the effects of histamine on innate immune reaction during the response of human monocyte-derived DCs (mDCs) to different TLR stimuli: LPS, specific for TLR4, and Pam3Cys, specific for heterodimer molecule TLR1/TLR2. We investigated actin remodeling induced by histamine together with mDCs phenotype, cytokine production, and the stimulatory and polarizing ability of Th0. By confocal microscopy and RT-PCR expression of Rac1/CdC42 Rho GTPases, responsible for actin remodeling, we show that histamine selectively modifies actin cytoskeleton organization induced by TLR4, but not TLR2 and this correlates with increased IL4 production and decreased IFNγ by primed T cells. We also demonstrate that histamine-induced cytoskeleton organization is at least in part mediated by down-regulation of small Rho GTPase CdC42 and the protein target PAK1, but not by down-regulation of Rac1. The presence and relative expression of histamine receptors HR1–4 and TLRs were determined as well. Independently of actin remodeling, histamine down-regulates IL12p70 and CXCL10 production in mDCs after TLR2 and TLR4 stimulation. We also observed a trend of IL10 up-regulation that, despite previous reports, did not reach statistical significance

    Gender difference in mortality among pulmonary tuberculosis HIV co-infected adults aged 15-49 years in Kenya

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    Setting: Kenya, 2012–2015 Objective: To explore whether there is a gender difference in all-cause mortality among smear positive pulmonary tuberculosis (PTB)/ HIV co-infected patients treated for tuberculosis (TB) between 2012 and 2015 in Kenya. Design: Retrospective cohort of 9,026 smear-positive patients aged 15–49 years. All-cause mortality during TB treatment was the outcome of interest. Time to start of antiretroviral therapy (ART) initiation was considered as a proxy for CD4 cell count. Those who took long to start of ART were assumed to have high CD4 cell count. Results: Of the 9,026 observations analysed, 4,567(51%) and 4,459(49%) were women and men, respectively. Overall, out of the 9,026 patients, 8,154 (90%) had their treatment outcome as cured, the mean age in years (SD) was 33.3(7.5) and the mean body mass index (SD) was 18.2(3.4). Men were older (30% men’ vs 17% women in those ≥40 years, p = \u3c0.001) and had a lower BMI \u3c18.5 (55.3% men vs 50.6% women, p = \u3c0.001). Men tested later for HIV: 29% (1,317/4,567) of women HIV tested more than 3 months prior to TB treatment, as compared to 20% (912/4,459) men (p\u3c0.001). Mortality was higher in men 11% (471/4,459) compared to women 9% (401/4,567, p = 0.004). There was a 17% reduction in the risk of death among women (adjusted HR 0.83; 95% CI 0.72–0.96; p = 0.013). Survival varied by age-groups, with women having significantly better survival than men, in the age-groups 40 years and over (log-rank p = 0.006). Conclusion: Women with sputum positive PTB/HIV co-infection have a significantly lower risk of all-cause mortality during TB treatment compared to men. Men were older, had lower BMI and tested later for HIV than women

    The Exploration and Practice of Party Member of College Students rdquo;Recognizing Position and Taking Responsibility for a Model”

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    AbstractNowadays, it has become more important to strengthen the education, management and training work of the party members of college students. Our school has carried out the party members of college students. rdquo;recognizing position and taking responsibility for a model” activity for two years. And obtained some experience. The party members of college students rdquo;recognizing position and taking responsibility for a model” activity should set up scientific positions, define their responsibilities clearly and strengthen the management and assessment

    Accuracy of computer-aided chest X-ray in community-based tuberculosis screening: Lessons from the 2016 Kenya National Tuberculosis Prevalence Survey

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    Community-based screening for tuberculosis (TB) could improve detection but is resource intensive. We set out to evaluate the accuracy of computer-aided TB screening using digital chest X-ray (CXR) to determine if this approach met target product profiles (TPP) for community-based screening. CXR images from participants in the 2016 Kenya National TB Prevalence Survey were evaluated using CAD4TBv6 (Delft Imaging), giving a probabilistic score for pulmonary TB ranging from 0 (low probability) to 99 (high probability). We constructed a Bayesian latent class model to estimate the accuracy of CAD4TBv6 screening compared to bacteriologically-confirmed TB across CAD4TBv6 threshold cut-offs, incorporating data on Clinical Officer CXR interpretation, participant demographics (age, sex, TB symptoms, previous TB history), and sputum results. We compared model-estimated sensitivity and specificity of CAD4TBv6 to optimum and minimum TPPs. Of 63,050 prevalence survey participants, 61,848 (98%) had analysable CXR images, and 8,966 (14.5%) underwent sputum bacteriological testing; 298 had bacteriologically-confirmed pulmonary TB. Median CAD4TBv6 scores for participants with bacteriologically-confirmed TB were significantly higher (72, IQR: 58–82.75) compared to participants with bacteriologically-negative sputum results (49, IQR: 44–57, p<0.0001). CAD4TBv6 met the optimum TPP; with the threshold set to achieve a mean sensitivity of 95% (optimum TPP), specificity was 83.3%, (95% credible interval [CrI]: 83.0%—83.7%, CAD4TBv6 threshold: 55). There was considerable variation in accuracy by participant characteristics, with older individuals and those with previous TB having lowest specificity. CAD4TBv6 met the optimal TPP for TB community screening. To optimise screening accuracy and efficiency of confirmatory sputum testing, we recommend that an adaptive approach to threshold setting is adopted based on participant characteristics

    Episodi febbrili in pazienti pediatrici oncoematologici in fase di neutropenia severa: analisi di 4 anni dei dati della U.O. di Oncoematologia Pediatrica di Pisa

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    Introduzione: Le infezioni batteriche rappresentano la causa più frequente di morbilità e mortalità nei pazienti oncoematologici sottoposti a trattamenti chemioterapici e a trapianto di cellule staminali ematopoietiche (TCSE). Metodi: Lo scopo dello studio è stato quello di analizzare, in maniera retrospettiva e prospettica, gli episodi febbrili in corso di neutropenia severa, con o senza batteriemia, che hanno necessitato di ricovero presso la U.O. Oncoematologia Pediatrica di Pisa da gennaio 2018 a giugno 2022. Risultati: Sono stati osservati 162 episodi febbrili in 88 pazienti (età mediana di 10,8 anni) di cui 58 tumori ematologici (65.9%), 26 tumori solidi (29.55%) e 4 patologie ematologiche non neoplastiche (4.55%). Nel 35.8% (58/162) degli episodi febbrili è stata riscontrata batteriemia (BSI). Sono stati individuati dei fattori predisponenti lo sviluppo di BSIs: diagnosi di tumore ematologico (p-value = 0.0008), neutropenia prolungata (p-value 3 ng/mL (p-value 9 mg/dL (p-value = 0.01), temperatura corporea > 39°C, (p-value < 0.0001), ipotensione e tachicardia (p-value < 0.009 e p-value < 0.0001). In 9 casi su 58 l’infezione è stata polimicrobica (15.5%), il totale dei batteri isolati è stato di 71 e sono stati isolati più Gram - (45/71, 63.38%) rispetto ai Gram + (26/71, 36.62%). Tra i batteri Gram - il più frequente è risultato E. coli (20/45, 44.4%). In relazione alle antibiotico-resistenze, il 29.5% (21/71) dei batteri isolati ha presentato resistenze a più classi di antibiotici, tra questi 16 Gram - (6 E. coli, 6 K. pneumoniae, 3 P. aeruginosa, 1 Enterobacter cloacae) e 5 Gram + (4 CoNS ed 1 Enterococcus faecium). Il tasso di mortalità a 30 giorni per causa infettiva è stato del 3.4% (2/58). La mortalità complessiva pari al 13.6% (6/44). Conclusioni: Un’attenta analisi delle caratteristiche cliniche degli episodi di neutropenia febbrile e una rapida identificazione degli agenti eziologici responsabili di batteriemia, risultano essenziali per impostare una corretta terapia antibiotica empirica ad ampio spettro. Questo consente di migliorare la gestione clinica e l’outcome di pazienti pediatrici immunocompromessi, affetti da malattia oncologica o ematologica, in fase di neutropenia febbrile

    Automated detection of commissioning changes in connected lighting systems

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    \u3cp\u3eWe consider the problem of detecting commissioning changes in connected lighting systems. Commissioning changes can occur due to repositioning of luminaires/sensors or space renovation. This results in incorrect commissioning mapping of devices to areas, thereby impacting analysis and interpretation of data from such devices. We propose an automated method to detect changes in commissioning mapping using occupancy sensor data. We use similarity features across occupancy sensors and employ a random forest binary classifier to detect changes. The proposed method is evaluated using data from a simulated office environment and an experimental testbed, and is shown to have high accuracy.\u3c/p\u3
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