155 research outputs found

    ASTRONOMICAL CALIBRATION OF THE SERRAVALLIAN/TORTONIANCASE PELACANI SECTION (SICILY, ITALY)

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    We performed a cyclostratigraphic study of a sedimentary sequence (Case Pelacani section) outcropping in the south-eastern margin of Sicily (Italy) and covering the Upper Serravallian/Lower Tortonian stratigraphic interval. Calcareous plankton biostratigraphic data reported in another paper proved that all the sequence of bio-events generally reported from just below and above the S/T boundary is present in the section. They allowed a detailed correlation with the Gibliscemi section.  Preliminary paleomagnetic data suggest that a secondary remagnetization  component prevents the recognition of the correct sequence of paleomagnetic chrons along the studied interval. The sedimentary record has been compared, on the basis of an integrated calcareous plankton biostratigraphy, with that of the Gibliscemi section. Cyclostratigraphic analysis of the lithological patterns recognized throughout the succession and the application of spectral methodologies to the abundance fluctuations of the planktonic foraminifer Globigerinoides quadrilobatus highlighted the presence in the signal of the classic Milankovitch frequencies (precession, obliquity and eccentricity). Correlation of the lithological patterns and of the different frequency bands extracted by numerical filtering from the faunal record with the same components modulating the insolation curve provided an astronomic calibration of the sedimentary record and, consequently, a precise age for all the calcareous plankton bioevents recognized throughout the studied interval.&nbsp

    ASTRONOMICAL CALIBRATION OF THE UPPER LANGHIAN/LOWERSERRAVALLIAN RECORD OF RAS IL PELLEGRIN SECTION (MALTA ISLAND, CENTRAL MEDITERRANEAN)

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    A high-resolution geochemical and micropaleontological data set has been obtained from the uppermost Langhian/lower Serravallian marly sediments of the Ras il Pellegrin section (Malta Island). A combination of the recorded stratal organization with the results of spectral analyses performed on CaCO3 data and faunal signals shows a dominance of the classic Milankovitch periodicities as modulating forcing of the studied succession. The application of band-pass filters allowed us to select the different Milankovitch frequencies (precession, obliquity and short- and long-eccentricity) from the original faunal and geochemical signals and to compare them with the same components of the astronomical curve. The reliability of the short-term astronomical tuning has been tested by using the larger-order cyclicity (100-400 kyr) as control. The good match of the different records with the selected insolation curve is consistent with the results of the cross-spectral analysis showing high coherency values in all the considered frequency bands. The calibration provided astronomical ages for the sedimentary cycles and consequently for all the bioevents recorded in the section. In particular, an age of 13.59 Ma has been obtained for the last occurrence (LO) of Sphenolitus heteromorphus, at present considered the best bioevent useful for recognizing the Langhian/Serravallian boundary. Moreover, an age of 12.62 Ma has been obtained for the first occurrence (FO) of Paragloborotalia partimlabiata.

    CYCLOSTRATIGRAPHY: A METHODOLOGICAL APPROACH

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    Aim of this study is a synthetic description of the most used methodologies of cylostratigraphic analysis for the astronomical calibration of sedimentary sequences. The different numerical solutions of the insolation curve and, in particular, the most used astronomic curve La90 (1,1) are analyzed. Then, a detailed description of the methodologies for the astronomic calibration of different sedimentary sequences i) on the basis of a litho-stratigraphic approach and ii) on the basis of a spectral analysis applied to faunal and geochemical climate-sensitive records, is proposed.&nbsp

    Eco-innovazione dei processi produttivi: analisi e azioni di intervento per l'efficentamento energetico

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    La crisi congiunturale ha notevolmente appesantito la situazione del Settore della Pesca già strutturalmente difficile. Nel “Rapporto Annuale sulla Pesca e sull’Acquacoltura in Sicilia”, redatto dall’Osservatorio della Pesca, si afferma che “in un contesto prospettico così difficile la quantità di energia specifica, ossia energia consumata per kg di prodotto (kWh/kg di prodotto), necessaria a fornire il prodotto ittico sul mercato deve diventare un indicatore guida per le politiche di ammodernamento ed innovazione. Pertanto è necessaria un’opportuna conoscenza di tutti i consumi energetici necessari per la produzione che, grazie all’utilizzo di pochi e significativi indicatori (quali l’energia per unità di prodotto, la quantità d’acqua per unità di prodotto e le emissioni ed i rilasci inquinanti per unità di prodotto), consenta di descrivere dinamicamente lo stato e la tendenza della filiera ittica”. In tale quadro, è evidente che il fattore energetico rappresenta una componente che ha una rilevante incidenza sulla competitività della Filiera e che, spesso, i vari anelli produttivi “pagano” costi di gestione elevati a causa dell’inefficienza energetica. In un contesto di consumatori sempre più attenti al rispetto ambientale e alla sostenibilità dei prodotti, l’impatto che i sistemi produttivi non efficienti hanno sull’ambiente ha un ritorno negativo anche rispetto all’immagine complessiva della Filiera e dei prodotti: in tal senso, la mancanza di sistemi di gestione ambientale efficaci ed adeguati può risultare, nel lungo periodo, un elemento di penalizzazione sui mercati. Nel progetto “Centro di certificazione e prova del Distretto”, Piani di sviluppo di filiera, linea di intervento: 5.1.1.1 – piano integrato dei servizi comuni, l’attività svolta da questo laboratorio, ECO-INNOVAZIONE DEI PROCESSI PRODUTTIVI, ha lo scopo di calcolare i consumi energetici delle aziende del distretto, prese in esame come campione di studio, e studiare le possibili azioni per ottimizzare, mitigare i consumi e/o l’impatto ambientale come minore emissione di CO2 in atmosfera. Tali attività consentiranno al Distretto, alle sue aziende e tutte le altre aziende del settore di poter conoscere l'energia consumata e quella potenzialmente risparmiata dalle eventuali azioni di efficientamento che saranno proposte da questo gruppo di lavoro

    Studio di fattibilitĂ . Sistema per il monitoraggio in continuo del particolato emesso dal camino di un impianto FCC CO-Boiler di una raffineria

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    Questo studio di fattibilità nasce dalla richiesta della Commissione IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control) di far implementare, al sistema di gestione delle emissioni gassose, un sistema per il monitoraggio in continuo per la quantificazione delle polveri emesse dal camino di un impianto FCC CO-Boiler (Fluid Catalytic Cracking) di una raffineria. Per verificare la fattibilità tecnica di questa richiesta sono stati studiati sia i dati storici di monitoraggio delle emissione gassose del camino, per l’individuazione delle condizioni fluido dinamiche, sia i principi di funzionamento delle tecniche strumentali in commercio e usate per scopi simili. Da questi dati si sono ricavate le condizioni fluido dinamiche dell'effluente gassoso e la distribuzione granulometrica del particolato emesso in atmosfera, nelle tre seguenti classi granulometriche dia>10, 10<dia<2.5, dia<2.5 micrometri, da cui sono stati successivamente desunti i parametri di progetto. Dallo studio delle tecnologie già esistenti per il monitoraggio delle polveri è stato individuato un sistema, conforme alle condizioni del camino, che vede l'uso contemporaneo di una sonda elettrodinamica e di una sonda laser scattering. L'impiego di queste due tecniche strumentali è necessaria al fine di assicurare una corretta misurazione del particolato nelle diverse condizioni di funzionamento del camino

    Area industrializzata della Rada di Augusta (Siracusa): Relazione Tecnica sulla campagna di campionamenti subacquei Augusta 2012

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    Nell’ambito del progetto “Dinamica dei processi di evasione, trasporto e deposizione del mercurio nell’area industrializzata della Rada di Augusta e definizione delle mappe di rischio sanitario per le popolazioni residenti” realizzato dall’IAMC-CNR di Capo Granitola in collaborazione con l’ASP di Siracusa, il gruppo di biogeochimica dell’IAMC ha studiato i meccanismi biogeochimici che stanno alla base del fenomeno di rilascio di mercurio dai sedimenti della Rada di Augusta. Nel periodo compreso tra il 2011 e il 2012 l’ IAMC di Capo Granitola ha condotto diverse campagne di campionamenti nella Rada volte a rilevare la presenza e la quantità di mercurio in tutti i comparti ambientali (sedimenti marini, colonna d’ acqua, biota, atmosfera) e ad investigare i flussi di rilascio di mercurio dai sedimenti verso la colonna d’acqua e dalla colonna d’acqua verso l’atomosfera. Il presente documento descrive in maniera approfondita le attrezzature e gli strumenti utilizzati dai tecnici per i campionamenti subacquei di sedimenti ed acqua e all’interfaccia sedimento-acqua e per le misure in situ di mercurio all’interfaccia acqua-atmosfera

    Report on research activities carried out for determination of mercury neuro-toxicological effects on cetacean brain

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    In this study we analyzed Hg and Se concentrations in dolphin brain tissues of fifteen specimens of striped dolphin (Stenella coeruleoalba) and eight specimens of bottlenose dolphin (Tursiops truncatus) stranded in the Tyrrhenian and Adriatic Seas, in order to assess the toxicological risks associated with Hg exposure. High Hg concentrations were found in brain tissues of both analyzed specie (1.86–243mg/kg dw for striped dolphin and 2.1–98.7 mg/kg dw for bottlenose dolphin), exceeding levels associated with marine mammals neurotoxicity. Although the results clearly suggest that the protective effects of Se against Hg toxicity occur in cetaceans’ brain tissues, a molar excess of mercury with respect to selenium was found, particularly in adult specimens of Stenella coeruleoalba. On contrary, negligible neuro-toxicological risks were found for Tursiops truncatus specimens, due to detoxification processes. Data obtained allowed to prove a more marked neuro-toxicological risk for adult specimens of Stenella coeruleoalba in both Tyrrhenian and Adriatic Seas

    Report on research activities carried out for determination of Mercury in different tissues of cetaceans

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    Mercury concentration in different tissues of two dolphin species (Stenella coreuleoalba and Tursiops truncatus), stranded along the Italian coasts during the period 2000– 2009, were reported in order to assess Hg distribution patterns in different tissues. The highest concentrations of Hg were found in liver samples of both species (8.4-1752 mg/kg dw for Stenella coeruleoalba and 9.6-1404 mg/kg dw for Tursiops truncatus). Relative high mercury concentrations were reported also in kidney and lung tissues. The existence of Hg bioaccumulation process over time was also reported. The dataset documents the existence of different mechanisms of mercury bioaccumulation in the different tissues analyzed

    ASTROCHRONOLOGICAL CALIBRATION OF THE UPPER SERRAVALLIAN/LOWER TORTONIAN SEDIMENTARY SEQUENCE AT TREMITI ISLANDS(ADRIATIC SEA, SOUTHERN ITALY)

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    A high resolution cyclostratigraphic study was carried out on a cyclicaly bedded succession of late Middle Miocene deep marine deposits from the Tremiti Islands, Adriatic sea (Italy). Astronomical calibration of the sedimentary cycles provides absolute ages for different calcareous plankton bioevents, widely used for intra Mediterranean correlation, in the interval between 11.12 and 12.60 Ma. The sedimentary record of the S. nicola composite section consists of an alternation of indurated, withish coloured, CaCo3 rich and grey less indurated, CaCo3 poor marly beds, at times replaced by red coloured CaCo3 poor marls. Results of direct correlation between the La 90 (1,1) solution of the insolation curve and the cyclic lithologic patterns occurring in the studied sections, combined with results of spectral methodologies applied on the climate sensitive data (CaCo3 and Globigerinoides) showed that the classic Milankovitch periodicity can be represented through the modulation forcing of the studied sedimentary records.&nbsp
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