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    Reduced cortical thickness in patients with acute-on-chronic liver failure due to non-alcoholic etiology

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    Background: Acute-on-chronic liver failure (ACLF) is a form of liver disease with high short-term mortality. ACLF offers considerable potential to affect the cortical areas by significant tissue injury due to loss of neurons and other supporting cells. We measured changes in cortical thickness and metabolites profile in ACLF patients following treatment, and compared it with those of age matched healthy volunteers. Methods: For the cortical thickness analysis we performed whole brain high resolution T1-weighted magnetic resonance imaging (MRI) on 15 ACLF and 10 healthy volunteers at 3T clinical MR scanner. Proton MR Spectroscopy (1H MRS) was also performed to measure level of altered metabolites. Out of 15 ACLF patients 10 survived and underwent follow-up study after clinical recovery at 3 weeks. FreeSurfer program was used to quantify cortical thickness and LC- Model software was used to quantify absolute metabolites concentrations. Neuropsychological (NP) test was performed to assess the cognitive performance in follow-up ACLF patients compared to controls. Results: Significantly reduced cortical thicknesses in multiple brain sites, and significantly decreased N-acetyl aspartate (NAA), myo-inositol (mI) and significantly increased glutamate/glutamine (glx) metabolites were observed in ACLF compared to those of controls at baseline study. Follow-up patients showed significant recovery in cortical thickness and Glx level, while NAA and mI were partially recovered compared to baseline study. When compared to controls, follow-up patients still showed reduced cortical thickness and altered metabolites level. Follow-up patients had abnormal neuropsychological (NP) scores compared to controls. Conclusions: Neuronal loss as suggested by the reduced NAA, decreased cellular density due to increased cerebral hyperammonemia as supported by the increased glx level, and increased proinflammatory cytokines and free radicals may account for the reduced cortical thickness in ACLF patients. Presence of reduced cortical thickness, altered metabolites and abnormal NP test scores in post recovery subjects as compared to those of controls is associated with incomplete clinical recovery. The current imaging protocol can be easily implemented in clinical settings to evaluate and monitor brain tissue changes in patients with ACLF during the course of treatment

    Le benzodiazepine naturali

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    Sull’origine delle benzodiazepine naturali trovate nei tessuti e nel sangue di mammiferi sono state formulate due ipotesi: a) origine esogena; b) origine endogena. Entrambe sono state prese in considerazione.Per quanto riguarda l’origine esogena, un nostro studio sistematico sul contenuto di sostanze benzodiazepino-simili negli alimenti (verdure, cereali, frutta, carne, latte, formaggio e condimenti) utilizzati nella dieta mediterranea, ha messo in evidenza una differenza significativa nel contenuto di tali composti fra le varietà dei vegetali diverse sia per genotipo sia per fenotipo [2]. La nozione che le benzodiazepine naturali sono presenti in molti alimenti ha suggerito la possibilità di interferire sullo stato di vigilanza dell’uomo, attraverso la somministrazione di diete particolari capaci di modificarne l’omeostasi nel sangue. E’ possibile pertanto mettere a punto diete a basso contenuto di tali sostanze nei pazienti a rischio di sviluppare disturbi neurologici come nel caso della cirrosi epatica o utilizzare diete ricche di benzodiazepine naturali quali il latte nei soggetti ansiosi o con disturbi del sonno.Per quanto riguarda l’origine endogena, pazienti affetti da cirrosi epatica di media gravità sono stati in primo luogo sottoposti ad una dieta in modo da controllare l’apporto benzodiazepinico alimentare [3]. Dopo 3 giorni di dieta essi sono stati trattati per via orale con rifaximina (800 mg/dì per os per 7 giorni), antibiotico non assorbibile capace di modificare la flora batterica intestinale. L’azione antibatterica della rifaximina ha prodotto in questo breve periodo di terapia una riduzione media del 40 % dei livelli di sostanze benzodiazepino-simili nel sangue. Questa osservazione sembra indicare che la flora batterica intestinale sia capace di influenzare i livelli di sostanze benzodiazepino-simili nel sangue e suggerisce la possibilità di utilizzare nella dieta probiotici e prebiotici e relative associazioni nel tentativo di aumentare la flora batterica intestinale utile alla produzione di benzodiazepine endogene capaci di prevenire eccessive lesioni psichiche e disturbi del sonno

    Metodologia per l’adozione di linee guida cliniche in Medicina Interna.

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    Le linee guida definiscono raccomandazioni, elaborate a partire da un'analisi multidisciplinare e sistematica della letteratura scientifica disponibile, con l'obiettivo di assitere i professionisti sanitari nelle decisioni cliniche, individuando le modalità assistenziali più appropriate in specifiche circostanze. Anche la migliore linea guida disponibile può fallire i suoi obiettivi se non passa attraverso fasi di adattamento locale e di implemenatzion
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