12 research outputs found

    Pour une nouvelle philosophie chrétienne

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    Si propone un modo nuovo di concepire la filosofia cristiana, quale strumento di dialogo tra le religioni e le filosofi

    Ricordo di Enrico Berti

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    UN CONFRONTO RICORRENTE NELLA CULTURA CATTOLICA: IL CASO GALILEI ED IL CASO ROSMINI

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    Le espressioni “caso Galilei” e “questione galileiana” inducono gli studiosi ariflettere su un’analoga condanna, emessa dagli organismi repressivi della Chiesa cattolica, circa duecentocinquant’anni dopo la condanna di Galilei, contro un sacerdote il quale aveva cercato una conciliazione tra l’avanzamento nella riflessione filosofico-scientifica e la via della tradizione. Antonio Rosmini-Serbati fu condannato nel 1887 con il Decreto Post obitum del Santo Uffizio. A tale sentenza egli non poté sottomettersi come Galilei, in quanto era morto da ormai trentadue anni. Rosmini, prima della sua dipartita (1855), aveva avuto dalla Chiesa il dispiacere di una condanna all’Indice di due sue opere (1849); aveva tuttavia ricevuto l’assoluzione su tutta la linea circa la sua produzione filosofico-teologica (1854). Dopo la morte i suoi avversari impugnarono questa decisione ufficiale della Chiesa, riuscendo a farlo condannare. Anche per Rosmini gli storici parlano di “questione rosminiana”, e di “caso Rosmini”. Nel presente articolo si confrontano le dimensioni delle due “questioni”, e si rileva che la “riabilitazione” di Rosmini è passata attraverso una Nota della Congregazione per la Dottrinadella Fede (2001), mentre nessun pronunciamento ufficiale ha “riabilitato” Galilei, verso il quale la cultura cattolica è stata largamente favorevole

    Riflessioni sulla storiografia "mistica" di Giovanni Gentile

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    Nella lettera del 21 ottobre 1914, inviata a Giovanni Gentile, Giuseppe Prezzolini suggeriva di pubblicare i testi con i quali Croce e lo stesso Gentile avevano da poco dato corso alla \u201cconcordia discors\u201d sul modo di intendere l\u2019idealismo e l\u2019attualismo. Il direttore de \uabLa Voce\ubb, come motivo ufficiale, adduceva il fatto che la sua rivista si era esaurita e che probabilmente i suoi lettori gradivano rileggere in unico contesto i quattro saggi. A distanza di cento anni riproporre i due saggi di Croce e i due di Gentile non costituisce un\u2019operazione di revisione culturale n\ue9 tanto meno un mero lavoro di ricerca filologica. Si tratta di una ricorrenza che, ancora una volta, consente di tornare sulle pagine pi\uf9 significative della filosofia italiana contemporanea nell\u2019ampio contesto della cultura europea ed internazionale
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