62 research outputs found

    Setback distances as a conservation tool in wildlife-human interactions : testing their efficacy for birds affected by vehicles on open-coast sandy beaches

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    In some wilderness areas, wildlife encounter vehicles disrupt their behaviour and habitat use. Changing driver behaviour has been proposed where bans on vehicle use are politically unpalatable, but the efficacy of vehicle setbacks and reduced speeds remains largely untested. We characterised bird-vehicle encounters in terms of driver behaviour and the disturbance caused to birds, and tested whether spatial buffers or lower speeds reduced bird escape responses on open beaches. Focal observations showed that: i) most drivers did not create sizeable buffers between their vehicles and birds; ii) bird disturbance was frequent; and iii) predictors of probability of flushing (escape) were setback distance and vehicle type (buses flushed birds at higher rates than cars). Experiments demonstrated that substantial reductions in bird escape responses required buffers to be wide (> 25 m) and vehicle speeds to be slow (< 30 km h-1). Setback distances can reduce impacts on wildlife, provided that they are carefully designed and derived from empirical evidence. No speed or distance combination we tested, however, eliminated bird responses. Thus, while buffers reduce response rates, they are likely to be much less effective than vehicle-free zones (i.e. beach closures), and rely on changes to current driver behaviou

    Setback distances as a conservation tool in wildlife-human interactions : testing their efficacy for birds affected by vehicles on open-coast sandy beaches

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    In some wilderness areas, wildlife encounter vehicles disrupt their behaviour and habitat use. Changing driver behaviour has been proposed where bans on vehicle use are politically unpalatable, but the efficacy of vehicle setbacks and reduced speeds remains largely untested. We characterised bird-vehicle encounters in terms of driver behaviour and the disturbance caused to birds, and tested whether spatial buffers or lower speeds reduced bird escape responses on open beaches. Focal observations showed that: i) most drivers did not create sizeable buffers between their vehicles and birds; ii) bird disturbance was frequent; and iii) predictors of probability of flushing (escape) were setback distance and vehicle type (buses flushed birds at higher rates than cars). Experiments demonstrated that substantial reductions in bird escape responses required buffers to be wide (> 25 m) and vehicle speeds to be slow (< 30 km h-1). Setback distances can reduce impacts on wildlife, provided that they are carefully designed and derived from empirical evidence. No speed or distance combination we tested, however, eliminated bird responses. Thus, while buffers reduce response rates, they are likely to be much less effective than vehicle-free zones (i.e. beach closures), and rely on changes to current driver behaviou

    Su un’esperienza di lesività della regione maxillo-facciale da incidenti del traffico. Riflessioni sulle dinamiche e sul danno immediato e a distanza

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    Viene presentata una casistica concernente 531 traumi della regione maxillo-facciale in seguito ad infortuni del traffico, raccolta in un quadriennio presso il maggiore presidio ospedaliero della Regione Campania. In base all’elaborazione dei dati ottenuti vengono definite le caratteristiche generali delle dinamiche dei sinistri e della lesività prodotta a carico degli infortunati. Vengono poi illustrati i risultati di uno studio a distanza dei postumi, condotto su un sottocampione di 108 soggetti e prospettata, in base a questi, una valutazione del danno, in ambiente penalistico e civilistico. Discussine gli aspetti di maggiore significato anche in confronto con le esperienze di altri Autori, si svolgono considerazioni per una corretta prassi valutativa dei postumi di un tal genere di lesività ai fini medico-forensi

    A proposito di tre casi di sindrome di Fahr. Significato clinico e valutazione ai fini della invalidità.

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    Per la loro relativa rarità, si ritiene interessante prospettare tre casi di sindrome di Fahr, ricorsi all'osservazione nell'ambito dell'invalidità civile. La sindrome è causata da calcificazioni bilaterali, simmetriche, non arteriosclerotiche dei nuclei della base, del cervelletto, della sostanza bianca encefalica, di aree corticali e sottocorticali e del talamo. La sua sintomatologia è polimorfa e dipendente dalla sede e dalla estensione dell'area encefalica interessata, con variabile comparsa di turbe mentali, epilessia generalizzata o focale, disturbi extrapiramidali (sindrome coreo-atetosica o parkinsoniana), cerebellari e talvolta piramidali, disartria, alterazioni della motilità oculare. Nelle forme secondarie vi si aggiungono i sintomi propri della malattia di base. Ai fini di una corretta diagnosi dell'affezione e per un'adeguata stima dei suoi riverberi sull'invalidità viene suggerito un protocollo valutativo clinico-strumentale, incentrato essenzialmente sull'effettuazione di: esame neuropsichiatrico, TC del cranio, EEG, test mentali, dosaggio delle concentrazioni sieriche del paratormone e del calcio (diminuite in caso di ipoparatiroidismo). I riflessi invalidanti vanno desunti dalla qualità e dal grado del danno neuro-psichico e, nelle più frequenti forme secondarie, dalle menomazioni indotte dalla malattia di base (quasi sempre endocrinologica). Sulla base di tali considerazioni vengono anche affrontate le delicate tematiche valutative in ordine ai requisiti per il riconoscimento della indennità di accompagnamento. I casi di interesse ai fini previdenziali, infine, sono connotati da un esordio tardivo oppure da un loro sensibile aggravamento nel tempo

    Studio sulla variazione post-mortale della concentrazione di alcuni elettroliti nel liquido sinoviale di ginocchia umane ai fini della cronologia della morte

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    Gli Autori hanno indagato sui rapporti fra concentrazione elettrolitica nel liquido sinoviale e la cronologia della morte, pervenendo alla conclusione di poter retrodatare in maniera soddisfacente la morte di un soggetto a breve termine da questa conoscendo il valore del potassio nel liquido sinoviale delle sue ginocchia. Viene altresì evidenziato come tale metodica di tanatocronologia presenta minori difficoltà tecniche rispetto ad altri metodi con medesima finalità quali, ad esempio, l’estrazione della 3-metossitiramina del putamem cerebrale e degli enzimi del testicolo
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