6 research outputs found

    Ischemic necrosis of the sigmoid colon after antegrade sclerotherapy of idiopathic varicocele: \u2028a case report

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    A 34-year-old man affected by grade IV idiopathic varicocele with mild testicolar pain, severe oligoasthenozoospermia and infertility, underwent an antegrade sclerotherapy according to Tauber surgical technique. After 5 days, the patient underwent a laparoscopic left colon resection with colonstomy due to a segmental infarction of the sigmoid colon

    Clinical validation of the iXip index in avoiding unnecessary prostate biopsy: Results from a prospective multicenter study involving 426 patients

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    Purpose To assess the diagnostic accuracy of iXip, a novel biomarker for prostate cancer detection at initial biopsy based on an algorithm including patient age, prostate volume, PSA and PSA-IgM levels,. Materials and methods This was a prospective multicenter study involving 426 consecutive men undergoing initial prostate biopsy with at least 12 cores in a real-life clinical setting. Diagnostic accuracy of iXip for prostate cancer detection was calculated with AUC and compared to that of prostate volume, PSA and PSA-IgM levels. The correlation of iXip with tumor aggressiveness, defined as any cancer with Gleason score 657, was evaluated by Spearman \u3c1 coefficient analysis. Results Prostate cancer was diagnosed in 193/426 patients (45%), of which 65 (35%) had Gleason score 657. iXip values were significantly higher in patients with cancer than in those without cancer (median value 55% vs. 39%, p<0.001). iXip was the most accurate predictor of cancer (AUC=0.711), followed by prostate volume (AUC=0.660) and PSA level (AUC=0.543). By setting iXip cut-off at 20%, no patients with iXip values below the cut-off were diagnosed with cancer, resulting in a 5.6% (24/426) reduction of unnecessary prostate biopsies. A significant correlation between iXip values and Gleason score was observed (\u3c1=0.347; p<0.001). Conclusions Our prospective multicenter study suggests that the novel biomarker iXip may be used with a 20% cut-off value in order to reduce the proportion of prostate biopsies by approximately 5%, without missing a single case of cancer. Moreover, higher iXip values are significantly correlated with tumor aggressiveness. \ua9 2017 Elsevier Lt

    SEDAZIONE COSCIENTE IN ENDOSCOPIA DIGESTIVA: L’IMPATTO AMBIENTALE ED IL RISCHIO DI ESPOSIZIONE DA MISCELA A BASSO TENORE DI PROTOSSIDO D’AZOTO

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    INTRODUZIONE: L’esposizione a gas anestetici puĂČ rappresentare uno dei principali fattori di rischio di natura chimica per il personale sanitario, esistendo ormai vasta letteratura in relazione all’insorgenza, ad elevate concentrazioni di esposizione, di sintomi quali cefalea, alterazioni neuro- comportamentali e modificazioni della performance, mentre l’esposizione cronica a basse dosi, oggetto di numerosi studi epidemiologici, Ăš stata ipotizzata essere prevalentemente fattore di rischio per aborti spontanei e malformazioni congenite. Per ridurre il rischio espositivo a gas anestetici Ăš necessario garantire un adeguato numero di ricambi d'aria/ora grazie all’utilizzo di sistemi evacuatori o scavenger. Se questi sono previsti dalla normativa e dalle linee guida nel blocco operatorio, altrettanto non si puĂČ dire per gli ambienti dedicati all’esecuzione di interventi diagnostico-terapeutici in regime ambulatoriale (ad es. in endoscopia digestiva, odontoiatria o nel parto naturale assistito), per i quali, nonostante sia in aumento l’utilizzo della sedazione cosciente con Protossido d’Azoto (N2O) in alternativa alla via endovenosa, non Ăš espressamente richiesto/normato un sistema impiantistico idoneo all’evacuazione dei gas. Nonostante diversi lavori abbiano indagato l’efficacia e la sicurezza clinica sul paziente della sedazione con N2O durante procedure diagnostico-terpeutiche di endoscopia digestiva, nessuno studio ha significativamente valutato i corrispondenti livelli di esposizione ambientale per il personale che quotidianamente vi opera. A tal proposito, l’obiettivo del nostro studio Ăš valutare l’esposizione a N2O del personale di ambulatori di endoscopia digestiva durante analgo-sedazione con miscela di O2/N2O al 50% sia in presenza che in assenza di un sistema di captazione ed evacuazione attivo del N2O. MATERIALI E METODI: Lo studio Ăš stato effettuato presso l’unitĂ  di Endoscopia Digestiva Chirurgica di un Policlinico Universitario, durante 45 procedure di pancolonscopia diagnostica e/o terapeutica, nel periodo compreso tra febbraio e maggio 2014. Gli interventi sono stati divisi in due gruppi: un primo gruppo (39 interventi) in cui i pazienti sono stati sedati con miscela di O2/N2O erogata con l’ausilio di un sistema di evacuazione mobile a doppia maschera di tipo “NIKI 2002 Airnova”; un secondo gruppo (6 interventi) in cui i pazienti sono stati sedati con la stessa miscela di O2/N2O, ma senza l’ausilio del sistema di evacuazione mobile. La diffusione ambientale del O2/N2O Ăš stata valutata attraverso l’impiego in continuo, durante le sedute di endoscopia digestiva, di uno spettroscopio fotoacustico all’infrarosso di tipo Bruel & Kjaer “Multi-gas monitor modello 1312” associato ad un multi-campionatore “1309” Bruel & Kjaer con software “Innova 1312-7300”, attraverso cinque punti di misura posizionati all’interno dell’ambulatorio endoscopico, con le sonde disposte in “area breathing zone” ed a differenti altezze. I risultati rilevati sono stati elaborati mediante analisi statistica descrittiva attraverso il software “Stata IC 9.2 for Mac”. Le analisi di confronto tra le concentrazioni puntuali registrate nei due gruppi sono state realizzate mediante il test U di Mann-Whitney, considerando come statisticamente significativo un valore di p≀0.05. I dati sono riportati come medie ± deviazione standard. RISULTATI: La media complessiva delle concentrazioni di O2/N2O rilevata nelle 45 procedure Ăš stata di 145±239 ppm, con andamento significativamente diverso nei due gruppi: nel gruppo in cui non Ăš stato utilizzato il sistema di captazione ed evacuazione dei gas anestetici la concentrazione media del N2O Ăš risultata di 450±347ppm, mentre nel gruppo in cui Ăš stato utilizzato il sistema di captazione ed evacuazione dei gas anestetici la concentrazione media di N2O Ăš stata di 28±55ppm. I valori rilevati indicano significativa la differenza tra i due gruppi con p≀0.001. CONCLUSIONI: I risultati dello studio mostrano che la concentrazione di O2/N2O varia considerevolmente in funzione dell’utilizzo o meno del sistema di evacuazione mobile dei gas anestetici, evidenziando un maggior rischio espositivo durante le sedazioni coscienti effettuate senza l’ausilio del suddetto sistema. In particolare, le concentrazioni rilevate nei 6 interventi monitorati in assenza del sistema di scavenging, in assenza di limiti per ambienti non operatori, sono significativamente maggiori dei valori di riferimento se confrontati con quelli previsti per le sale operatorie secondo le Linee Guida ISPESL 2009. Pertanto, un sistema di evacuazione mobile dei gas anestetici potrebbe rappresentare un valido strumento per garantire la sicurezza degli operatori che utilizzano O2/N2O, a scopo sedativo cosciente, in ambienti che non possiedono i requisiti impiantistici e strutturali per l’utilizzo dei gas e vapori anestetici ad elevato tenore in miscela

    Evaluation of a quality improvement intervention to reduce anastomotic leak following right colectomy (EAGLE): pragmatic, batched stepped-wedge, cluster-randomized trial in 64 countries

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    Background Anastomotic leak affects 8 per cent of patients after right colectomy with a 10-fold increased risk of postoperative death. The EAGLE study aimed to develop and test whether an international, standardized quality improvement intervention could reduce anastomotic leaks. Methods The internationally intended protocol, iteratively co-developed by a multistage Delphi process, comprised an online educational module introducing risk stratification, an intraoperative checklist, and harmonized surgical techniques. Clusters (hospital teams) were randomized to one of three arms with varied sequences of intervention/data collection by a derived stepped-wedge batch design (at least 18 hospital teams per batch). Patients were blinded to the study allocation. Low- and middle-income country enrolment was encouraged. The primary outcome (assessed by intention to treat) was anastomotic leak rate, and subgroup analyses by module completion (at least 80 per cent of surgeons, high engagement; less than 50 per cent, low engagement) were preplanned. Results A total 355 hospital teams registered, with 332 from 64 countries (39.2 per cent low and middle income) included in the final analysis. The online modules were completed by half of the surgeons (2143 of 4411). The primary analysis included 3039 of the 3268 patients recruited (206 patients had no anastomosis and 23 were lost to follow-up), with anastomotic leaks arising before and after the intervention in 10.1 and 9.6 per cent respectively (adjusted OR 0.87, 95 per cent c.i. 0.59 to 1.30; P = 0.498). The proportion of surgeons completing the educational modules was an influence: the leak rate decreased from 12.2 per cent (61 of 500) before intervention to 5.1 per cent (24 of 473) after intervention in high-engagement centres (adjusted OR 0.36, 0.20 to 0.64; P &lt; 0.001), but this was not observed in low-engagement hospitals (8.3 per cent (59 of 714) and 13.8 per cent (61 of 443) respectively; adjusted OR 2.09, 1.31 to 3.31). Conclusion Completion of globally available digital training by engaged teams can alter anastomotic leak rates. Registration number: NCT04270721 (http://www.clinicaltrials.gov)
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