21 research outputs found

    ¿Adónde va la pedagogía social? Exaptation como modelo pedagógico de desarrollo en la era de la crisis global

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    Aquest article parteix de la pregunta de quin és el paper de la pedagogia social a la primera meitat del segle XXI i la resposta que pretén mostrar és l’ús del terme exaptation a través de l’educació en tot àmbit de la sociabilitat. L’objectiu és evidenciar i descobrir la possibilitat o la manera de ser diferent a través de l’educació. Es tracta d’apreciar la responsabilitat de saber estar al món en relació amb els altres, en un procés d’adaptació constructiva i creativa que té en compte els vincles i la reciprocitat en la precarietat de la realitat d’avui en dia. El procés que suposa el terme exaptation és activat per la dinàmica de la necessitat i del desig a través de la figura de l’educador. Al llarg del text s’analitzen alguns fenòmens socials en els quals sembla produir-se espontàniament un procés d’exaptation, del qual no hi ha encara un terme comprensiu en el lèxic pedagògic. Precisament perquè es configura com a denominació d’un procés que connota la naturalesa de l’actuació pedagògico-social, es considera que pot contribuir a definir l’estatut epistemològic de la disciplina.This article starts from the question of the role of social pedagogy in the first half of the 21st century, and the response it seeks to show is the use of the term ‘exaptation’ in education in all areas of sociability. The aim is to identify and explore the possibility or the way of being different through education, as a matter of appreciating the responsibility of being in the world in relation to others, in a process of constructive and creative adaptation that takes into account the importance of links and reciprocity in today’s precarious reality. The process described by the term ‘exaptation’ is activated by the dynamics of need and desire through the figure of the educator. The article goes on to analyse a number of social phenomena in which there appears to be a spontaneous process of exaptation, for which there is as yet no comprehensive term in the vocabulary of pedagogy. Precisely because it is configured as a denomination of a process that connotes the nature of the social-pedagogicalaction, we believe it can help to define the epistemological status of the discipline.Este artículo parte de la pregunta de cuál es el papel de la pedagogía social en la primera mitad del siglo XXI y la respuesta que pretende mostrar es el empleo del término exaptation a través de la educación en todo ámbito de la sociabilidad. El objetivo es evidenciar y descubrir la posibilidad o la manera de ser diferente a través de la educación. Se trata de apreciar la responsabilidad de saber estar en el mundo en relación con los demás, en un proceso de adaptación constructiva y creativa que tiene en cuenta los vínculos y la reciprocidad en la precariedad de la realidad de hoy día. El proceso que supone el término exaptation es activado por la dinámica de la necesidad y del deseo a través de la figura del educador. A lo largo del texto se analizan algunos fenómenos sociales en los cuales parece producirse espontáneamente un proceso de exaptation, del cual no existe aún un término comprensivo en el léxico pedagógico. Precisamente debido a que se configura como denominación de un proceso que connota la naturaleza de la actuación pedagógico-social, se considera que puede contribuir a definir el estatuto epistemológico de la disciplina

    Nel segno dell'Ecologia Integrale : contesti ed esperienze educative

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    Il volume illustra i cardini del paradigma dell'Ecologia Integrale formulato da Papa Francesco nel 2015 nell’enciclica Laudato sì . Per la cura della casa comune, e lo riflette su alcuni temi chiave della pedagogia e su alcune esperienze educativ

    La nave dei folli: la modifica dello stereotipo del malato mentale nell’adolescente

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    L’intervento si colloca in due ambiti: 1) la riabilitazione psichiatrica; 2) l’educazione alla diversità. Si è affrontato il problema della modifica dello stereotipo del malato mentale presso un gruppo di adolescenti frequentanti l’ultimo anno di un istituto superiore della periferia di Roma. Il problema è nato proprio dalla presenza degli utenti del Centro diurno nella scuola con richiesta da parte del personale docente di non fare incontrare studenti e utenti. Il rischio evidente del perdurare dell’ emarginazione si è trasformato, grazie all’aiuto del preside, in un’ occasione di incontro tra utenti e studenti conformemente con la “Mission” del centro diurno e l’ottica di educazione alla diversità per la scuola. L’intervento si poggia sulla concezione di riabilitazione proposta dall’APA. La riabilitazione si propone di conseguire anche una meta culturale caratterizzata dalla accettazione e dal riconoscimento dei più deboli attraverso una azione sul tessuto sociale che contrasti sia l’atteggiamento pietistico che quello emarginante. A questo livello si pone la specificità pedagogica dell’intervento che vede.1) la riabilitazione porsi entro il raggio d’azione di una pedagogia per l’inclusione che vede la scuola come microcosmo sociale all’interno del quale attuare la formazione di una piccola comunità competente. 2) La scuola sensibile al progetto di apertura alla diversità vede nell’avvicinamento alla radicale alterità della follia, una necessità fondamentale e un obbligo a favore della conoscenza e comprensione dell’altro diverso da sé per assicurargli pari dignità di cittadinanza. Si è voluto preparare un incontro tra due “culture”: quello dei “sani” e quello dei “folli” che rappresentasse un’esperienza di crescita reciproca e di annullamento di barriere fra i due gruppi, con una particolare attenzione ai processi intrapsichici che sono alla base del processo di emarginazione. Il costrutto mentale che si è inteso modificare era la costruzione dello stereotipo che per sua natura si presenta rigido, difficilmente modificabile e basato su pochi elementi. L’istruzione (dare informazioni) e la crescita empatica (modificazione degli aspetti emotivi) sono stati il focus della formazione orientata ad accrescere la curiosità piuttosto che la paura nei confronti della malattia mentale, attraverso la conoscenza della complessità e drammaticità dei vissuti dei malati, che ridimensionasse, esplicitandoli, gli atteggiamenti di paura e rifiuto. L’ipotesi formulata prevedeva che questi elementi avrebbero modificato lo stereotipo, nel senso di un allargamento-arricchimento degli attributi e di una maggiore elasticità-indeterminatezza attraverso una modificazione cognitiva e degli aspetti emotivi. Rivolta a quest’ultimo aspetto è stata l’organizzazione di un cineforum. Tale metodologia costituisce tuttora una delle attività formative più collaudate all’interno della scuola. Gli strumenti per la rilevazione dei dati sono stati: un tema a carattere fantastico sulla malattia mentale i cui contenuti sono stati analizzati con il software SPSS: questo strumento mirava a suscitare gli aspetti fantasmatici dell’incontro con il folle e a valutare gli atteggiamenti in merito a: emozioni, atteggiamenti cognitivi e tendenza all’azione: ad integrazione di questo strumento per sua natura poco strutturato, ma utilizzato perché inserito nella quotidianità della vita scolastica, e quindi accettato dai ragazzi, è stata affiancata la somministrazione di una Adjective check list (Acl) avente come stimolo il malato mentale. La metodologia ha visto due somministrazioni prima e dopo l’intervento formativo. I risultati hanno confermato gli esiti ipotizzati.Among the most invisible, of exclusions, are the mentally ill. This form of exclusion varies from society to society. In this cultural and historical context, the mentally ill emerge as “loser”. The question becomes how to minimize the cultural and social stigmata of mentally illness. This study illustrates a small investigation to educate the sensibility of young people by introducing them to the problems of perception which they hold by stereotyping the mentally ill. Internationally, similar results emphasise the importance of giving correct information which in itself tends to change stereotypes. The form which this research took was to arrange that a group of young people met the clients of public rehabilitation centre in Rome. The first step in the research was to prepare the young people to meet members of this centre who were all schizophrenics. This preparation was by showing films about mental disease; by discussing the interpretation of the films; and by offering to the young people precise, and correct, information on hallucination and delirium. Two instruments were used to measure the change in stereotypes. The first , was an Adjective Check List, and the second was the analysis of essays written by the young people. These essays were subjected to a content analysis. The results were clear. They will be indicated in the full paper

    Analisi della salute organizzativa e burnout fra gli infermieri di area chirurgica, medica e pediatrica

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    Nell’attuale scenario sociale la progressiva centralità dei servizi alle persone appare come un fenomeno complesso, con vantaggi e limiti legati al rischio che la società e le organizzazioni possano non adeguatamente governarne le dinamiche proprie della persona che lavora. Le organizzazioni hanno il ruolo di mediare tra le caratteristiche dell’essere umano (motivazioni, obiettivi, bisogni) e quelle dell’ambiente, cercando di creare un equilibrio. Quando non riescono in questo compito, l’ambiente diviene campo utile per l’insorgere delle patologie organizzative, quali ad esempio il burnout.In today's social scenary the progressive centrality of personal services appears as a complex phenomenon, with advantages and limitations related to the risk that companies and organizations can not adequately govern the internal dynamics of working people. Organizations have the role to mediate between characteristics of the human beings (motivations, goals, needs) and those of the environment, trying to create a balance. When they fail in this task, the environment becomes useful field for the onset of organizational pathologies, such as burnout

    Randomized clinical trial to evaluate the effect of fecal microbiota transplant for initial Clostridium difficile infection in intestinal microbiome

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    Objective The aim of this study was to evaluate the impact of fecal donor-unrelated donor mix (FMT-FURM) transplantation as first-line therapy for C. difficile infection (CDI) in intestinal microbiome. Methods We designed an open, two-arm pilot study with oral vancomycin (250mg every 6 h for 10–14 days) or FMT-FURM as treatments for the first CDI episode in hospitalized adult patients in Hospital Universitario “Dr. Jose Eleuterio Gonzalez”. Patients were randomized by a closed envelope method in a 1: 1 ratio to either oral vancomycin or FMT-FURM. CDI resolution was considered when there was a reduction on the Bristol scale of at least 2 points, a reduction of at least 50% in the number of bowel movements, absence of fever, and resolution of abdominal pain (at least two criteria). From each patient, a fecal sample was obtained at days 0, 3, and 7 after treatment. Specimens were cultured to isolate C. difficile, and isolates were characterized by PCR. Susceptibility testing of isolates was performed using the agar dilution method. Fecal samples and FMT-FURM were analyzed by 16S rRNA sequencing. Results We included 19 patients; 10 in the vancomycin arm and 9 in the FMT-FURM arm. However, one of the patients in the vancomycin arm and two patients in the FMT-FURM arm were eliminated. Symptoms resolved in 8/9 patients (88.9%) in the vancomycin group, while symptoms resolved in 4/7 patients (57.1%) after the first FMT-FURM dose (P = 0.26) and in 5/7 patients (71.4%) after the second dose (P = 0.55). During the study, no adverse effects attributable to FMT-FURM were observed in patients. Twelve isolates were recovered, most isolates carried tcdB, tcdA, cdtA, and cdtB, with an 18-bp deletion in tcdC. All isolates were resistant to ciprofloxacin and moxifloxacin but susceptible to metronidazole, linezolid, fidaxomicin, and tetracycline. In the FMT-FURM group, the bacterial composition was dominated by Firmicutes, Bacteroidetes, and Proteobacteria at all-time points and the microbiota were remarkably stable over time. The vancomycin group showed a very different pattern of the microbial composition when comparing to the FMT-FURM group over time. Conclusion The results of this preliminary study showed that FMT-FURM for initial CDI is associated with specific bacterial communities that do not resemble the donors’ sample.Peer reviewedFinal Published versio

    Dubhe e gli altri: tra disagio sociale e desiderio giovanile nei romanzi di Licia Troisi

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    Questo lavoro analizza un volume di successo dell’editoria per ragazzi degli ultimi due anni, all’interno del panorama sociale italiano messo a fuoco dallo studio dell’istituto CENSIS, nel 44° Rapporto sulla situazione sociale del Paese del 2010. Il romanzo riproduce in modo efficace la situazione di disagio sociale messa in luce dal Rapporto, nelle sue ripercussioni sui giovani. Si tratta del primo studio svolto sulla produzione letteraria di Licia Troisi, la cui valutazione risulta non lineare tra gli esperti del settore. Metodologicamente il lavoro vuole integrare una ermeneutica dei contenuti proposti nel romanzo attraverso gli spunti forniti dalla letteratura per l'infanzia, insieme con la metodologia di indagine della pedagogia sociale, che dall'analisi dei contesti sociali e delle produzioni - anche letterarie - che scaturiscono da questi contesti, focalizza bisogni educativi per trasformare ciò che educa non intenzionalmente in interventi educativi intenzionali. Il romanzo“la setta degli assassini “ di Licia Troisi, primo volume della trilogia “Le guerre del mondo emerso” viene analizzato enucleando dai temi trattati e da alcune caratteristiche dei personaggi disegnati dall’autrice, quelli che si configurano come bisogni educativi. L' analisi viene contestualizzata in una cornice sociale adeguata, operazione inconsueta per un romanzo del genere fantastico che per definizione dovrebbe collocarsi in un tempo e in un luogo non riconducibile, apparentemente, ad un tempo ed una società reale. Tuttavia la descrizione della “temperatura sociale” del nostro paese, mostra una straordinaria sovrapponibilità tra lo strisciante disagio sociale degli adulti e le sue ricadute sui più giovani, e temi (e personaggi) affrontati dalla giovane scrittrice italiana. Ne riportiamo alcuni: una comunità assente, la religiosità, l’individualismo, la ricerca di senso, la manipolazione,una possibilità di riscatto redentivo che deriva dalla messa in gioco delle possibilità della protagonista spinte all'estremo limite della sopravvivenza. Nel dipanarsi della trama e nelle caratterizzazioni dei personaggi, l’autrice delinea una vera e propria antropologia : le conclusioni a cui giunge presentano criticità educative, e costituiscono perciò un vivace stimolo per ulteriori analisi e interventi che vadano a compensare, nel senso di un arricchimento il più delle volte, attraverso interventi educativi intenzionali, le sintesi antropologiche prodotte dai modi in cui le persone si adattano alle pressioni sociali. E' proprio a partire da queste produzioni che fungono da 'specchio' per gli adolescenti che possono scaturire progettazioni educativo-formative all’interno dei luoghi di crescita, formale ed informale, dei giovani; la scuola, certamente, ma anche la famiglia e le istituzioni ad essa vicarie, insieme con i luoghi di aggregazione giovanil

    L'educazione : una presenza pervasiva nel sociale

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    Dinamiche psicosociali

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    Educación social : revista de intervención socioeducativa

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    Resumen basado en el de la publicaciónResumen en inglés y catalánMonográfico con el título: Lectura múltiples en y para la educación socialSe reflexiona sobre cuál es el papel de la pedagogía social en la primera mitad del siglo XXI y se presenta el término 'exaptation' a través de la educación en todo ámbito de la sociabilidad. Se analizan algunos fenómenos sociales en los cuales parece producirse espontáneamente un proceso de exaptationES
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