26 research outputs found

    La jurisdicción de la Iglesia sobre los matrimonios no obligados a la forma canónica.

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    La sentencia canónica en las causas de nulidad matrimonial

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    Teología y derecho ante el fenómeno de las prelaturas personales

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    La delegación de la potestad judicial 'decisoria' y la reconvención en las causas de nulidad del matrimonio tras la Instr. 'Dignitas connubii'. Breves notas

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    Algunos autores afirman que la prohibición de delegar la potestad judicial 'decisoria' (c. 135 § 3) incluye a los obispos diocesanos (los titulares de la potestad ordinaria propia). No obstante, el CIC (y el CCEO) permite al obispo diocesano delegar la potestad judicial 'decisoria' al referirse explícitamente en dos ocasiones a los jueces o tribunales delegados de los obispos diocesanos: cc. 1495 y 1512, 3º. Estas normas carecerían de sentido sin la posibilidad de la delegación en cuestión. La prohibición de delegar la potestad judicial 'decisoria' se refiere sólo a los titulares de la potestad judicial 'vicaria'. A la modalidad típica de la reconvención clásica, la 'compensatoria', el CIC y el CCEO han añadido otra modalidad fundada en la conexión objetiva de las causas. Dicha conexión permite su utilización en las causas matrimoniales. ------ Some authors affirm that the prohibition to delegate the judicial power to pronounce sentence (cc. 135, 3) includes the diocesan bishops (titulars of the proper ordinary power). However, the CIC (and the CCEO) allows the diocesan bishop to delegate the judicial power to pronounce sentence, referring explicitly in two occasions to the judges or tribunal delegates of the diocesan bishops: cc. 1495 and 1512, 3. These norms would lack any sense without the possibility of the delegation in question. The prohibition to delegate the judicial power to pronounce sentence refers only to the titular of the vicarious judicial power. To the typical modality of the classical reconvention, the compensatory, the CIC and the CCEO have added another modality founded on the objective connection of the cases. The said connection allows its use in matrimonial cases

    La delega della potestà giudiziaria nell'ordinamento canonico.

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    Material incluido en el volumen especial de la revista del Instituto Martín de Azpilcueta, Universidad de Navarra : Ius Canonicum (1999), en honor de Javier Hervada

    La modificación "ex officio" de la fórmula de la duda, la certeza moral y la conformidad de las sentencias en la Instrucción Dignitas connubii

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    Probablemente el aspecto mas «innovador», aparentemente, de la instr. Dignitas connubii (en adelante DC), sea la posibilidad de declarar la conformidad entre dos sentencias pro nullitate matrimonii dictadas por capitulos diversos (cfr. art. 291 § 2). Este argumento esta estrechamente relacionado con el objeto establecido en la formula de la duda (cfr. arts. 135-137) a la que la sentencia debe responder segun el lntimo convencimiento del tribunal, es decir, la certeza moral de la mayoria de los jueces que forman el tribunal (cfr. arts. 247, 253 § 2). Estas cuestiones son el objeto del presente estudio

    Giusto processo e “amministrativizzazione” della procedura penale canonica

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    Sommario: 1. Premessa - 2. L’accentramento ecclesiale della triplice potestà di governo - legislativa, amministrativa e giudiziale - nella persona del Vescovo diocesano e del Romano Pontefice - 3. La discrezionalità quale elemento tipico della potestà amministrativa - 4. I lavori del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi per la riforma del diritto sostantivo e procedurale amministrativo penale del “Codex Iuris Canonici” del 1983 - 5. L’equiparazione fra il “giusto processo” e il “processo giudiziale” è assoluta nella Chiesa? Sui “Principi” del 1967 per la riforma del “Codex Iuris Canonici” del 1917 e l’attuale annunciata riforma del diritto penale sostantivo e processuale - 6. Il diritto di difesa come mezzo per conoscere la verità e rendere giustizia: la conoscenza dell’accusa e delle prove contrarie, la possibilità di contrastarle con l’aiuto di un avvocato e l’obbligo di colui che decide di motivare il proprio provvedimento - 7. L’identità sostanziale fra colui che promuove l’azione penale e colui che decide la causa in prima istanza nella procedura penale canonica e il rispetto del diritto di difesa delle vittime, della comunità e dell’accusato. Sul Promotore di giustizia - 8. La conoscenza dei parametri del provvedimento giusto da parte di colui che deve decidere una causa e la necessità della certezza morale per la decisione di condanna in via amministrativa - 9. La frequente precaria stabilità dell’ufficio di giudice e la possibilità della delega “ad casum” come manifestazione dell’“amministrativizzazione” del sistema - 10. Il diritto al doppio grado di giurisdizione e la tutela della terzietà dell’organo predisposto per l’ultima istanza del ricorso amministrativo condizioni del giusto processo penale extragiudiziale (il Rescritto “ex audientia Sanctissimi” del 3 novembre 2014) - 11. Appendice. Cenni sull’iter di una causa sui “delicta graviora” riservati alla CDF. Verso un rafforzamento dell’indipendenza della “Feria IV” nei confronti del Congresso - 11.1. Sulla (innovativa) competenza assoluta della CDF per decidere i “delicta graviora” in “prima istanza” giudiziale e amministrativa - 11.2. Sul momento e sull’oggetto dell’obbligo dell’Autorità locale d’informare la CDF e sulle diverse possibili risposte del Dicastero - 11.3. I membri del Congresso della CDF - 11.4. I provvedimenti del Congresso sull’indagine previa dell’Autorità locale e la decisione dell’“Incaricato” del Congresso sul merito della causa - 11.5. L’iter nel processo giudiziale - 11.6. L’iter nella procedura extragiudiziale - 11.7. La competenza della “Feria IV” secondo la giurisprudenza della CDF precedente il Rescritto “ex audientia Sanctissimi”, 3 novembre 2014 - 11.8. Il nuovo Collegio, all’interno della CDF, per l’esame dei ricorsi di ecclesiastici per i “delicta graviora” creato con un Rescritto “ex audientia Sanctissimi”, 3 novembre 2014 - 11.9. Sulla competenza in via amministrativa del nuovo “Collegio” - 11.10. Sulla competenza in via giudiziale del nuovo “Collegio” - 12. Conclusioni. The just process and the “administrativation” of the penal canonical procedure ABSTRACT: The threefold power of governance proper to Diocesan Bishops and the Pope: legislative, judicial and administrative. Problems proposed and possible solutions. Common and distinctive elements of a just administrative and judicial procedure. Moral certitude as the prerequisite for every punitive decision. The right of access to a twofold level of jurisdiction in causes related to the common good. The impartiality of the deciding authority with respect to the parties and the authors of the challenged decisions. Equality between public and private parties. The right to know and to contradict the evidence. The “judicialization” of administrative power and the “administrativization” of judicial power. From the “matrimonialization” to the “penalization” of canonical procedure. The complexity of the equitable use of the supreme power of the Pope. From the right of a pontifical organ to call to itself a cause in first instance (judicial or aministrative) ad casum to the legislative centralization of such a competence in favor of the Roman Dicasteries, such that the Diocesan Bishop and his Tribunal are competent only when they receive such competence ad casum? The new deliberative College internal to the “Feria IV” of the Congregation for the Doctrine of the Fait

    Il m.p. “Quaerit semper” sulla dispensa dal matrimonio non consumato e le cause di nullità della sacra ordinazione

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    Relazione al simposio della rivista “De Processibus Matrimonialibus” (Monaco di Baviera, 22-23 novembre 2012). Una sintesi del § 4 è destinata alla pubblicazione su Ius Ecclesiae, 24 (2012), quale commento al m.p. Quaerit semperSOMMARIO: 1. Oggetto di queste considerazioni. – 2. La natura di mero sostegno logistico da parte del Tribunale Apostolico della Rota Romana rispetto all’“Ufficio Amministrativo presso la Rota Romana” (UARR) e l’affidamento “ope legis” della sua presidenza al Decano della Rota. – 3. Gli organi trasferiti dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti (CCDDS) all’UARR. – 4. La competenza e la procedura dell’UARR per la dispensa “super quolibet matrimonio non consummato”: 4.1. La prevalenza dell’inconsumazione sulla natura sacramentale del matrimonio oggetto della dispensa come criterio della competenza materiale dell’UARR: la discrasia fra la terminologia “super rato” e la competenza sul matrimonio non consumato e non rato; 4.2. La natura sussidiaria dello scioglimento nei confronti della nullità del matrimonio e la competenza del Tribunale Apostolico della Rota Romana nella dispensa “super matrimonio non consummato”; 4.3. La procedura “super matrimonio non consummato” da parte dell’UARR: la natura graziosa e la tutela del diritto al rispetto della normativa stabilita; 4.4. Le condizioni per la validità della dispensa e la necessità della certezza morale. – 5. Le residue competenze procedurali della CCDDS in materia matrimoniale, fra cui le cause di separazione dei coniugi (retractatio). – 6. La doppia natura, giudiziale e amministrativa, della procedura per la dichiarazione della nullità della sacra ordinazione. L’Ufficio “amministrativo” presso la Rota Romana ha potestà giudiziale? La competenza della Congregazione per le Chiese Orientali e quella del Tribunale Apostolico della Rota Romana (aliae retractationes). – 7. Il “pellegrinaggio” dicasteriale della dispensa dagli obblighi clericali, in particolare da quello del celibato
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