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Dalla giustizia all'equitÃ
La giustizia, nel senso più immediato, dovrebbe essere quel movimento che si rivolge all’altro; non è nulla senza la presenza dell’alterità . Non appena si rinuncia a questa partecipazione, l’esÂsenza della giustizia viene fraintesa. Proprio la realtà la porta a diventare progressivamente lo spunto per una pluridirezionalità comÂplicata che emerge pienamente, già a partire dal titolo di questa sezione della sua opera, De la justice a l’equité; quello dell’equità è un cammino, non certo un discorso assertivo paradossale intorno al giusto che, per essere considerato nella sua dimensione propositiva, deve divenire dialettica operativa e teorizzante. La suddivisione del lavoro in undici parti concentra le ipotesi speculative sulla virtù dell’amore, con il significato di ‘impératif inconditionnel’, sintesi di quod e quid. Da una parte la materia, dall’altra il contenuto informe, mai definito, mercificabile o quantificabile che Jankélévitch denomina devoir-vertu