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    Concomitant visceral and localized cutaneous leishmaniasis in two Moroccan infants

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    Background: Leishmaniases are vector-borne diseases caused by the protozoa of the Leishmania genus. The clinical spectrum of these diseases extends from benign dermal lesions to visceral forms. In the Mediterranean region, zoonotic visceral leishmaniasis (ZVL) is caused by L. infantum. If untreated within two years, the disease usually leads to death. In Morocco, ZVL is endemic in the north, with a hundred cases notified each year, mostly in children aged below five years. Here, we report on two clinical observations in infants presenting unusual concomitant VL and cutaneous leishmaniasis (CL) in Morocco. Case presentation: In this case study, we report on two infants aged nine and 12 months old. They both have a history of febrile splenomegaly, anemia, and pallor of mucous membranes. Visceral leishmaniasis was confirmed by parasitological diagnosis (positive bone marrow smear and screening of anti-L. infantum antibodies). However, the clinical examination also showed cutaneous lesions that suggested the presence of CL. This was reinforced by the patients having a history of living or traveling to endemic foci. Thus, direct examination, culture, and PCR-RFLP (ITS1- Hae 3) were carried out on the patients’ dermal exudates. In one of the infants, CL was associated with L. infantum, while in the other it was associated with L. tropica. The infants were treated as according to the recommendations of the Ministry of Health. Both patients were cured in two months; defervescence, reduction of splenomegaly, and healing of cutaneous lesions were all observed. Conclusions: These singular patients illustrate the clinical polymorphism of CL and the necessity of updating the differential diagnosis of leukemia-like syndromes, including VL, in children living in or travelling to known endemic areas. These observations suggest a change in the Mediterranean VL phenotype that may be associated with CL

    Nefrolitotomia percutanea (PCNL) in pazienti portatori di anomalie scheletriche della colonna vertebrale: la nostra esperienza

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    Introduzione: La PCNL \ue8 ormai una metodica consolidata, considerata gold-standard nel trattamento mini-invasivo della calcolosi di grandi dimensioni. Non esistono adeguate evidenze scientifiche del trattamento della litiasi renale in pazienti con anomalie scheletriche della colonna vertebrale. Presentiamo la nostra esperienza in questo campo, definendo i punti critici della tecnica da prendere in considerazione per poter applicare questa metodica con efficacia anche in questi casi difficili. Materiali e metodi: Su 359 PCNL eseguite fra il 1997 e il 2007, 8 sono state eseguite in 7 pazienti con anomalie scheletriche (grave scoliosi lombare o dorsolombare). In 2 dei 7 pazienti trattati l\u2019anomalia scheletrica era secondaria a patologia neuro-muscolare. In 2 casi la malformazione scheletrica determinava un\u2019alterata funzionalit\ue0 respiratoria. L\u2019area media dei calcoli era pari a 441 mm2. 3 casi presentavano litiasi pielica, 1 del giunto pielo-ureterale, 1 caliciale, 1 pluricaliciale e in 1 caso calico-pielica a stampo. In 3 casi il rene da trattare era dal lato dell\u2019angolo concavo della colonna vertebrale. Per poter eseguire la PCNL in modo efficace e sicuro sono state individuate due tipologie di problematiche durante la pianificazione dell\u2019intervento: 1) Il posizionamento del paziente, con problemi di tipo anestesiologico dovuti all\u2019alterazione della gabbia toracica e conseguente riduzione della capacit\ue0 respiratoria 2) Il corretto raggiungimento del calcolo, a causa dell\u2019alterata anatomia conseguenza della modificazione dell\u2019angolo costo-iliaco. Pertanto \ue8 stata effettuata un attenta valutazione della funzionalit\ue0 respiratoria ed uno studio anatomico preoperatorio mediante TAC spirale con ricostruzione tridimensionale delle vie ed uno studio ecografico real-time per la valutazione in tempo reale dell\u2019anatomia necessario per il corretto accesso percutaneo delle cavit\ue0 renali. Risultati: Sono state eseguite 8 PCNL. Il numero medio di accessi percutanei \ue8 stato 1,25. Tempo medio delle procedure era 118 min. 5 PCNL eseguite con paziente in posizione prona e 3 con paziente supino. In 3 casi il rene da trattare era dal lato dell\u2019angolo concavo della colonna vertebrale, con conseguente incrementata difficolt\ue0 nella creazione del tramite percutaneo. La puntura percutanea delle cavit\ue0 renali \ue8 stata eseguita sotto guida ecografica. In 2 (25%) casi hanno presentato sanguinamento ed in 1 (12,5%) \ue8 stata necessaria l\u2019embolizzazione. Non ci sono state altre complicanze. 4 (50%) casi sono risultati stonefree dopo PCNL, 3 (37.5%) si sono dimostrati stonefree solo dopo trattamento combinato: PCNL + Retrograde IntraRenal Surgery (RIRS) o PCNL + Extracorporeal Shock Wave Litotripsy (ESWL). Discussione: La PCNL in pazienti affetti da anomalie scheletriche della colonna vertebrale \ue8 fattibile nonostante la complessit\ue0 dovuta al maggior rischio di complicanze, richiesta di accertamenti preliminari ad hoc ed ampia disponibilit\ue0 di strumenti e risorse. Condizioni necessarie per massimizzare efficacia e sicurezza della procedura sono l\u2019accurato studio preoperatorio, l\u2019utilizzo del puntamento ecografico per l\u2019accesso e la disponibilit\ue0 di strumenti idonei oltre all\u2019esperienza dell\u2019operator
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