6 research outputs found

    Feasibility and Effectiveness of Speech Intervention Implemented with a Virtual Reality System in Children with Developmental Language Disorders: A Pilot Randomized Control Trial

    No full text
    Language disorders are characterized by impairments in verbal expression/understanding, including difficulties with one or more language components. The Virtual Reality Rehabilitation System (VRRS) is a bioelectromedical device equipped with exercise sections aimed at improving cognitive and language deficits. It also increases patient motivation and engagement. The aim of our study was to test the feasibility and efficacy of VRRS intervention to improve speech therapy treatment for children with speech disorders. Thirty-two patients were enrolled in this study and randomly assigned to the experimental (EG) or control group (CG). The CG underwent conventional speech therapy, while EG underwent VRRS-implemented speech therapy. Both groups were evaluated before (T0) and after (T1) the intervention using the Language Assessment Test. The results showed improvements in both groups. However, the EG group showed greater improvement in various areas, including comprehension of total words, repetition, naming of body parts, naming of everyday objects, total naming, morphosyntactic accuracy, sentence construction, average length of utterance, and spontaneous word production. This study demonstrated that VRRS can be a valuable tool for implementing effective speech rehabilitation. Further studies are needed, as the use of VRRS is still in its early stages, requiring larger samples sizes and long-term follow-up

    Recurrent rearrangements in synaptic and neurodevelopmental genes and shared biologic pathways in schizophrenia, autism, and mental retardation.

    Get PDF
    International audienceCONTEXT: Results of comparative genomic hybridization studies have suggested that rare copy number variations (CNVs) at numerous loci are involved in the cause of mental retardation, autism spectrum disorders, and schizophrenia. OBJECTIVES: To provide an estimate of the collective frequency of a set of recurrent or overlapping CNVs in 3 different groups of cases compared with healthy control subjects and to assess whether each CNV is present in more than 1 clinical category. DESIGN: Case-control study. SETTING: Academic research. PARTICIPANTS: We investigated 28 candidate loci previously identified by comparative genomic hybridization studies for gene dosage alteration in 247 cases with mental retardation, in 260 cases with autism spectrum disorders, in 236 cases with schizophrenia or schizoaffective disorder, and in 236 controls. MAIN OUTCOME MEASURES: Collective and individual frequencies of the analyzed CNVs in cases compared with controls. RESULTS: Recurrent or overlapping CNVs were found in cases at 39.3% of the selected loci. The collective frequency of CNVs at these loci is significantly increased in cases with autism, in cases with schizophrenia, and in cases with mental retardation compared with controls (P < .001, P = .01, and P = .001, respectively, Fisher exact test). Individual significance (P = .02 without correction for multiple testing) was reached for the association between autism and a 350-kilobase deletion located at 22q11 and spanning the PRODH and DGCR6 genes. CONCLUSIONS: Weakly to moderately recurrent CNVs (transmitted or occurring de novo) seem to be causative or contributory factors for these diseases. Most of these CNVs (which contain genes involved in neurotransmission or in synapse formation and maintenance) are present in the 3 pathologic conditions (schizophrenia, autism, and mental retardation), supporting the existence of shared biologic pathways in these neurodevelopmental disorders

    Indicatori ambientali nello studio EpiAir2: I dati di qualit\ue0 dell'aria per la sorveglianza epidemiologica

    No full text
    OBIETTIVO: costruzione di indicatori ambientali di inquinamento aerodiffuso per finalit\ue0 di sorveglianza epidemiologica in 25 citt\ue0 italiane per il progetto EpiAir2 (2006-2010) e presentazione dei dati di dieci anni di sorveglianza in 10 citt\ue0 italiane (2001-2010). DISEGNO: sono stati raccolti dati di particolato (nelle frazioni PM10 e PM2.5 ), biossido di azoto (NO2 ) e ozono (O3 ), considerati fattori di rischio per la salute. I datimeteorologici considerati come confondenti nell\u2019analisi dell\u2019effetto degli inquinanti sono stati: temperatura, umidit\ue0 relativa (e la variabile derivata \u201ctemperatura apparente\u201d) e pressione barometrica. I criteri per la selezione delle stazioni dimonitoraggio e imetodi di calcolo per la costruzione di indicatori ambientali a partire dalle serie giornaliere disponibili sono stati scelti in continuit\ue0 con la precedente edizione di EpiAir. Per tutte le citt\ue0, \ue8 stata verificata l\u2019omogeneit\ue0 dei dati selezionati nel rappresentare l\u2019esposizione delle popolazioni. SETTING E PARTECIPANTI: il progetto EpiAir2 coinvolge per gli anni 2006-2010 le citt\ue0 diMilano,Mestre-Venezia,Torino, Bologna, Firenze, Pisa, Roma,Taranto,Cagliari e Palermo, gi\ue0 presenti nello studio EpiAir. A questo elenco vanno aggiunte le citt\ue0 di Treviso, Trieste, Padova, Rovigo, Piacenza, Parma, Ferrara, Reggio Emilia, Modena, Genova, Rimini, Ancona, Bari, Napoli e Brindisi. RISULTATI: nel periodo considerato \ue8 stato osservato un decremento delle concentrazioni di particolato nella maggior parte delle citt\ue0 in analisi, mentre non si pu\uf2 giungere a conclusioni cos\uec nette per NO2 e ozono. L\u2019analisi dell\u2019andamento temporale degli indicatori ha evidenziato valori medi annuali di PM10 superiori ai 40 \u3bcg/m3 in alcune citt\ue0 della Pianura Padana, e valori medi annuali di NO2 costantemente superiori ai 40 \u3bcg/m3 nelle citt\ue0 di Trieste, Milano, Padova, Torino, Modena, Bologna, Roma e Napoli. CONCLUSIONE: l\u2019ampliamento del progetto EpiAir, con l\u2019inclusione di ulteriori 13 citt\ue0, ha permesso di evidenziare peculiarit\ue0 legate alle differenti aree geografiche in studio e numerose situazioni di criticit\ue0 con superamenti dei valori di concentrazione limite fissati dalla legislazione corrente. I risultati dello studio EpiAir2 confermano la necessit\ue0 di un sistema di sorveglianza dell\u2019inquinamento aerodiffuso nei centri urbani e industriali al fine di ottenere stime affidabili dell\u2019esposizione della popolazione residente e di monitorarne l\u2019andamento nel tempo

    Impatto a breve termine dell'inquinamento dell'aria nelle citt\ue0 coperte dalla sorveglianza epidemiologica EpiAir2

    No full text
    OBIETTIVO: stimare l\u2019impatto a breve termine dell\u2019inquinamento atmosferico sulla popolazione adulta di 23 citt\ue0 italiane nel periodo 2006-2009 nell\u2019ambito del progetto EpiAir2. DISEGNO, MATERIALI E METODI: per ogni citt\ue0 inclusa nello studio \ue8 stato calcolato l\u2019impatto dell\u2019effetto a breve termine dell\u2019inquinamento atmosferico sulla mortalit\ue0. In particolare, sono stati calcolati i decessi attribuibili a concentrazioni delle polveri (PM10 e PM2.5) superiori a soglie differenti definite dalla legislazione europea o nell\u2019ambito delle linee guida dell\u2019Organizzazione mondiale della sanit\ue0 (per il PM10: 20 e 40 \u3bcg/m3, riduzione del 20% ad arrivare a 20 \u3bcg/m3 e superamento del limite di 35 giorni con concentrazioni medie di 50 \u3bcg/m3; per il PM2.5: 10, 18 e 25 \u3bcg/m3, riduzione del 20% ad arrivare a 18 \u3bcg/m3). La stima di impatto \ue8 stata ottenuta combinando la stima di effetto delle polveri, il livello di mortalit\ue0 osservato e i livelli di concentrazione degli inquinanti misurati dalle reti di monitoraggio urbane. Per quanto riguarda le stime di effetto, sono state utilizzate le distribuzioni a posteriori specifiche per citt\ue0 risultanti da una metanalisi bayesiana. L\u2019incertezza sulle stime di impatto \ue8 stata calcolata con metodi Monte Carlo. RISULTATI: nell\u2019insieme delle 23 citt\ue0 valutate nel presente studio il numero di decessi attribuibili agli effetti a breve termine delle concentrazioni di PM10 superiori a 20 \u3bcg/m3 e di PM2.5 superiori a 10 \u3bcg/m3 nel periodo 2006-2009 \ue8 risultato rispettivamente pari allo 0,9% (assumendo indipendenza tra citt\ue0 l\u2019intervallo di credibilit\ue0 all\u201980% \ue8 0,4-1,4) e allo 0,8% (ICr80% 0,2-1,3) della mortalit\ue0 naturale. L\u2019impatto delle concentrazioni di polveri PM10 e PM2.5 \ue8 risultato concentrato nelle citt\ue0 della Pianura Padana, della Piana fiorentina, e nelle grandi realt\ue0 metropolitane di Roma, Napoli e Palermo: per il PM10 la percentuale sui decessi \ue8 risultata 1,0% (ICr80% 0,4-1,5) contro 0,4% (ICr80% 0,2-0,7) nelle altre citt\ue0 analizzate. Se i livelli di concentrazione delle polveri fossero stati inferiori del 20%, complessivamente l\u2019impatto si sarebbe ridotto del 42% per il PM10 e del 51% per il PM2.5. CONCLUSIONI: i livelli di inquinamento osservati nel periodo in studio sono stati responsabili di un numero importante di decessi nelle citt\ue0 analizzate. Politiche di contenimento basate sulla diminuzione percentuale delle concentrazioni annuali di polveri interesserebbero tutte le citt\ue0 coperte dallo studio e potrebbero ridurre in modo importante l\u2019impatto dell\u2019inquinamento sulla salute

    Le politiche per la promozione della mobilit\ue0 sostenibile e la riduzione dell'inquinamento atmosferico causato dal traffico veicolare nelle citt\ue0 partecipanti allo studio EpiAir2

    No full text
    OBIETTIVO: fornire un quadro sintetico delle politiche di mobilit\ue0 adottate negli ultimi anni (2006-2010) dalle amministrazioni di alcuni Comuni italiani attraverso la rilevazione degli interventi sulla mobilit\ue0 urbana e relativa efficacia. DISEGNO E SETTING: i dati presentati si riferiscono alle quindici citt\ue0 inizialmente partecipanti al progetto EpiAir2: Torino, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Pisa, Roma, Taranto, Palermo, Cagliari, Trieste, Genova, Ancona, Napoli, Bari. RISULTATI: da questa indagine emergono debolezze e punti di forza delle citt\ue0 italiane nell\u2019affrontare il tema della mobilit\ue0 sostenibile. Le modifiche della consistenza del parco circolante sono state accompagnate da un suo rinnovamento con conseguente riduzione dei veicoli rispondenti agli standard emissivi pi\uf9 vecchi, seppur con differenze marcate tra le varie citt\ue0. Tra le debolezze pi\uf9 rilevanti nella gestione locale della mobilit\ue0 urbana \ue8 da segnalare in primo luogo lo sviluppo ridotto di metropolitane e di sistemi tranviari e il ritardo nell\u2019ammodernamento delle reti ferroviarie suburbane, che pongono le citt\ue0 italiane in una posizione evidentemente svantaggiata rispetto ad altre realt\ue0 urbane europee analoghe. Per quanto riguarda gli altri aspetti della mobilit\ue0 urbana (offerta/domanda di trasporto pubblico, ZTL, zone pedonali, km di piste ciclabili, servizi di car sharing e bike sharing), si segnala una situazione estremamente disomogenea tra le varie citt\ue0 italiane. CONCLUSIONI: le disomogeneit\ue0 tra le diverse realt\ue0 sono in parte spiegabili con le peculiarit\ue0 strutturali e culturali locali, oltre che da una diversa attenzione \u201cstorica\u201d alle problematiche ambientali e a un\u2019estemporaneit\ue0 delle scelte effettuate dalle rispettive amministrazioni. Pur in presenza di molte iniziative settoriali, pare sia mancata una strategia nazionale che, pur rispettosa del livello di autonomia locale, abbia fornito linee di indirizzo per affrontare in maniera adeguata e coordinata il tema della mobilit\ue0 sostenibile e dell\u2019inquinamento atmosferico da traffico veicolare

    Inquinamento atmosferico e mortalit\ue0 in venticinque citt\ue0 Italiane: Risultati del progetto EpiAir2

    No full text
    OBIETTIVO: valutare gli effetti a breve termine dell\u2019inquinamento atmosferico sulla mortalit\ue0 nelle 25 citt\ue0 italiane partecipanti alla seconda fase del progetto EpiAir (Sorveglianza epidemiologica dell\u2019inquinamento atmosferico: valutazione dei rischi e degli impatti nelle citt\ue0 italiane). DISEGNO: studio di serie temporali con metodologia casecrossover, con aggiustamento per i fattori temporali emeteorologici rilevanti. L\u2019associazione inquinamento atmosferico-mortalit\ue0 \ue8 stata analizzata per ciascuna delle 25 citt\ue0 in studio.Gli inquinanti considerati sono stati il particolato (PM10 e PM2.5), il biossido di azoto (NO2) e l\u2019ozono (O3 estivo). Le stime complessive di effetto sono state ottenute successivamentemediante unametanalisi e sono state espresse per incrementi di 10 \u3bcg/m3 delle concentrazioni di inquinanti. Sono stati implementatimodelli mono e bi-pollutant. SETTING E PARTECIPANTI: lo studio ha analizzato 422.723 decessi verificatisi tra i residenti di 35 anni o pi\uf9 nelle 25 citt\ue0 in studio per gli anni 2006-2010. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati considerati i conteggi giornalieri di decessi per cause naturali, tra cui le cause cardiache, cerebrovascolari e respiratorie. Le informazioni sulle cause di morte sono state ottenute dai Registri delle cause di morte delle singole citt\ue0. RISULTATI: il numeromedio annuo di decessi per cause naturali varia da 513 a Rovigo e 20.959 a Roma. Circa il 25% delle morti \ue8 dovuto a cause cardiache, il 10%a cause cerebrovascolari e il 7%a cause respiratorie. Per incrementi di 10 \u3bcg/m3 di PM10 si osserva un effetto immediato sullamortalit\ue0 naturale (0,51%; IC95%0,16-0,86; lag 0-1)..Effetti pi\uf9 importanti e prolungati (lag 0-5) si osservano per il PM2.5 (0,78%; IC95%0,12-1,46) e soprattutto per l\u2019NO2 (1,10%; IC95%0,63-1,58). Incrementi dellamortalit\ue0 cardiaca sono associati al PM10(0,93%; IC95% 0,16-1,70) e al PM2.5 (1,25%; IC95%0,17-2,34), mentre per la mortalit\ue0 respiratoria l\u2019effetto dell\u2019esposizione a NO2 risulta pi\uf9 importante (1,67%; IC95%0,23-3,13; lag 2-5) rispetto a quella a PM10 (1,41%; IC95%-0,23;+3,08). I risultati sono fortemente omogenei tra citt\ue0 per la mortalit\ue0 cardiaca e cerebrovascolare, ma non per quella respiratoria. Non si riscontrano effetti sulla mortalit\ue0 cerebrovascolare. L\u2019effetto dell\u2019O3 sulla mortalit\ue0 \ue8 al limite della significativit\ue0 statistica. CONCLUSIONI: lo studio conferma un chiaro incremento dellamortalit\ue0 associata agli inquinanti atmosferici. Risultano pi\uf9 importanti gli effetti degli inquinanti correlati al traffico autoveicolare, qualiNO2 (permortalit\ue0 naturale) e PM2.5 (per mortalit\ue0 cardiaca e respiratoria), con un ruolo indipendente di NO2 rispetto al particolato in base all\u2019analisi bi-pollutan
    corecore