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    Il ruolo dell\u2019autonomia della volont\ue0 nel diritto internazionale privato delle successioni

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    L\u2019entrata in vigore del regolamento (UE) n 650/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 luglio 2012 relativo alla \u201ccompetenza, alla legge applicabile, al riconoscimento e all\u2019esecuzione delle decisioni e all\u2019accettazione e all\u2019esecuzione degli atti pubblici in materia di successioni e alla creazione di un certificato successorio europeo\u201d (di seguito anche regolamento successioni) ha segnato un punto fondamentale nella costruzione di un sistema uniforme di diritto internazionale privato europeo. Le nuove regole, entrate in vigore il 16 agosto 2012, sono divenute applicabili negli Stati membri dell\u2019Unione europea a tutte le successioni che si sono aperte a partire dal 17 agosto 2015. Il regolamento, per\uf2, non si applica alla Danimarca, che non partecipa all\u2019adozione di atti adottati dall\u2019Unione europea in materia di libert\ue0, sicurezza e giustizia, in virt\uf9 del protocollo n 22 allegato ai trattati istitutivi dell\u2019Unione europea. Esso non si applica nemmeno a Regno Unito e Irlanda, dal momento che entrambi i Paesi hanno deciso di non avvalersi del loro diritto di effettuare l\u2019opt-in previsto dal Protocollo n\ub0 21 allegato ai trattati. Quindi, in questa prospettiva appare necessario sottolineare che quando il regolamento successioni fa riferimento agli Stati membri, si riferisce unicamente agli Stati membri vincolati dal regolamento. Il nuovo testo \ue8 uno strumento legislativo coerente e completo. Uno dei suoi aspetti pi\uf9 rilevanti, che pu\uf2 aumentare in maniera considerevole la possibilit\ue0 di effettuare una pianificazione successoria, riguarda, in particolare, la possibilit\ue0 di poter scegliere la legge applicabile alla successione. Nondimeno, alcune problemi pratici di coordinamento potrebbero derivare dal non aver armonizzato, almeno non fino ad oggi, settori contigui del diritto. A ben vedere tuttavia , questa \ue8 una mancanza inevitabile vista l\u2019incompletezza della codificazione di diritto internazionale privato intrapresa dall\u2019Unione europea, a cui il regolamento, tuttavia, d\ue0 certamente un importante contributo. Le nuove norme sembrano particolarmente importanti per diverse ragioni. Senza alcun dubbio, uno di questi \ue8 il ruolo che il nuovo testo europeo riserva all\u2019autonomia delle parti in un campo, quello successorio, tradizionalmente estraneo a riconoscere ampio spazio all\u2019autonomia delle parti, soprattutto in alcuni Paesi di civil law. Il ruolo specifico che il nuovo regolamento riserva all\u2019autonomia delle parti offre l\u2019opportunit\ue0 di soffermarsi sul potenziamento del ruolo dei soggetti privati nel diritto internazionale privato europeo che consente loro di scegliere non solo la legge applicabile, ma in alcuni casi specifici, anche il foro competente. In questo senso, il presente lavoro si propone di chiarire come il ruolo della scelta di legge nell\u2019ambito delle successioni transfrontaliere si sia notevolmente accresciuto. Il primo capitolo si concentra su una panoramica generale di come l\u2019autonomia delle parti si sia sviluppata come criterio di collegamento nel diritto internazionale privato e quale sia stato il dibattito dottrinale sviluppatosi intorno a tale concetto. Il punto di riferimento \ue8 la teoria Mancini sulla base della quale si \ue8 avuto cura di esaminare le posizioni dottrinali e la giurisprudenza di riferimento precedente e successiva (ci si riferisce, in particolare, alla teoria dell\u2019incorporazione, alla teoria legale, al coordinamento tra i sistemi giuridici e alla teoria del foro competente). Il secondo capitolo si concentra su una prospettiva comparatistica concentrandosi sul ruolo che l\u2019autonomia della volont\ue0 riveste nelle esperienze nazionali pi\uf9 rilevanti (ad esempio in Italia, Germania, Francia, Spagna) e sui pi\uf9 significativi risultati ottenuti a livello internazionale, per lo pi\uf9 dalla Convenzione dell\u2019Aja di diritto internazionale privato. Il lavoro pone particolare attenzione al ruolo che l\u2019autonomia delle parti riveste nelle convenzioni di Washington e dell\u2019Aia, entrambe del 1973, che si occupano, rispettivamente, di dettare una disciplina uniforme sulla forma dei testamenti e di disciplinare l\u2019amministrazione internazionale delle successioni transfrontaliere; nonch\ue9 nella Convenzione dell\u2019Aja del 1985 sulla legge applicabile al trust e al suo riconoscimento e nella Convenzione dell\u2019Aja del 1989 sulla legge applicabile alle successioni a causa di morte. Il terzo capitolo analizza direttamente le regole contenute nel nuovo regolamento successioni. Le norme sulla legge applicabile dettate dal regolamento hanno carattere erga omnes (non altrettanto pu\uf2 dirsi per le regole dettate per la giurisdizione). La residenza abituale (articolo 21) \ue8 il criterio di collegamento principale e generale previsto dal regolamento per ci\uf2 che riguarda la legge applicabile (e anche, come si vedr\ue0 nell\u2019ambito del capitolo IV, per ci\uf2 che concerne la giurisdizione). Il regolamento adotta un approccio unitario alla successione che \ue8 regolata da un\u2019unica legge, senza che vi sia alcuna differenza tra beni mobili ed immobili. Al fine di garantire un ruolo significativo all\u2019autonomia delle parti in materia di successioni il regolamento consente espressamente, all\u2019articolo 22, la possibilit\ue0 di effettuare una scelta di legge (professio iuris). Proprio in questa prospettiva, il terzo capitolo affronta il ruolo che l\u2019autonomia delle parti riveste nell\u2019ambito del nuovo regolamento europeo. Nella specie lo studio, dopo aver specificato il campo di applicazione del regolamento e aver provveduto ad un breve disamina delle nuove regole, fornisce chiarimenti sui requisiti necessari affinch\ue9 una professio iuris possa essere ritenuta valida ai sensi del regolamento. Inoltre, la tesi analizza quale legge pu\uf2 essere designata come applicabile alla successione mediante una scelta di legge, quale forma risulta necessaria affinch\ue9 una scelta di legge possa essere ritenuta valida ai sensi del regolamento ed, in particolare, se \ue8 prevista la possibilit\ue0 di effettuare una scelta in forma tacita, quale legge si applica alla validit\ue0 materiale della professio iuris, se \ue8 possibile modificare o revocare una scelta validamente effettuata e a quali condizioni. Inoltre, lo studio si concentra sulla possibilit\ue0 di stipulare patti successori, sulla questione della legge applicabile alla validit\ue0 formale delle disposizioni a causa di morte e i limiti all\u2019applicazione della lex successionis. Alla fine del terzo capitolo, ci si sofferma sui limiti a cui pu\uf2 andare incontro una valida professio iuris, in particolare ordine pubblico e abuso di diritto. Il quarto capitolo prende in esame le regole sulla giurisdizione. L\u2019armonizzazione delle regole di giurisdizione nel settore successorio sostituir\ue0 le norme interne vigenti nei singoli Stati membri vincolati dal regolamento. L\u2019unificazione di tali regole consente di superare le divergenze normative esistenti tra gli Stati membri, obiettivo che sembra essere stato effettivamente raggiunto, sebbene solo in parte. Le norme sulla giurisdizione sono preposte a regolamentare tutte le questioni legate ad una successione, comprese quelle pi\uf9 strettamente collegate ad un paese terzo, attraverso la previsione di norme di competenza sussidiaria e di un forum necessitatis. Ai sensi del regolamento successioni, la ripartizione del potere di ius dicere dipender\ue0, in generale, dall\u2019ultima residenza abituale del defunto (articolo 4) esattamente lo stesso criterio oggettivo di collegamento previsto per la legge applicabile. In effetti, uno dei pi\uf9 importanti scopi del regolamento \ue8 di garantire la coincidenza tra forum e ius, di modo che i giudici possano applicare la lex fori, invece di una legge straniera. A questo proposito, infatti, occorre segnalare che una volta che il defunto abbia effettuato una scelta di legge in favore della legge di una delle cittadinanze possedute, questa coincidenza viene inevitabilmente meno. A motivo di ci\uf2, il legislatore europeo ha fornito alcuni criteri necessari a ristabilire tale coincidenza (Gleichlauf) nel caso in cui il de cuius abbia effettuato una professio iuris. Una di queste \ue8 proprio la possibilit\ue0 di effettuare una professio fori in favore dei giudici del Paese la cui legge \ue8 stata precedentemente designata attraverso una scelta di legge. Il regolamento, infatti, consente, sulla base di quanto dispone l\u2019articolo 5, di effettuare una professio fori. A questo proposito, il lavoro si propone di affrontare gli effetti che l\u2019autonomia delle parti ha sulla disciplina generale della giurisdizione. Alcune perplessit\ue0 potrebbero derivare dalla facolt\ue0 di trasferire la competenza giurisdizionale in favore del giudice pi\uf9 adatto a trattare il caso previsto dall\u2019articolo 6, in quanto, in assenza di una professio fori, si tratta di una valutazione discrezionale affidata unicamente al giudice che potrebbe quindi ingenerare incertezza. Le conclusioni del lavoro sottolineano il modo in cui il diritto moderno ha accreditato la libert\ue0 di scelta come uno dei principi basilari del diritto internazionale europeo. Sembra infatti che il legislatore sovranazionale abbia operato una precisa scelta di politica legislativa che rispecchia la tendenza inesorabile verso la contrattualizzazione del diritto internazionale privato, che porta l\u2019attivit\ue0 dei privati al di l\ue0 dei confini statali

    Typing TREX1 gene in patients with systemic lupus erythematosus

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    An impaired expression of interferon-α regulated genes has been reported in patients with either systemic lupus erythematosus (SLE) or Aicardi-Goutières syndrome (AGS), a rare monogenic encephalopathy with onset in infancy. One of mutations causing AGS is located in the TREX1 gene on chromosome 3. Heterozygous mutations in TREX1 were reported in SLE patients. TREX1 is a DNA exonuclease with specificity for ssDNA. An impairment of its activity may result in the accumulation of nucleid acid. A recent study described a significant association between a haplotype including several common single nucleotide polymorphisms (SNPs) of TREX1 and neurological manifestations in European SLE patients. Fifty-one SLE patients were screened for TREX1 gene, and the corresponding data were collected from clinical charts. A novel heterozygous variant (p.Asp130Asn) was identified in one patient and in none of 150 controls. A missense variation was located in one of the three active sites of the gene and was classified as probably damaging. Variations of SNP rs11797 were detected in 33 SLE patients and a variation of rs3135944 in one. A significantly higher rate of the minor allele (T nucleotide) of SNP rs11797 was found in SLE patients with neuropsychiatric manifestations [12/16 (75%) vs 28/86 (32.5%) O=0.002, odds ratio=6.42 95% confidence interval (1.7-26.2)]. Only 1 out of 8 patients (12.5%) with neuropsychiatric SLE carried the wild-type form in homozygosity. Although we analyzed a small number of patients, we found a novel variation of TREX1, which may be pathogenic. The polymorphism of rs11797 was more frequent in SLE patients with neurological manifestations

    A misunderstood new gecko of the genus Hemidactylus from Socotra Island, Yemen (Reptilia: Squamata: Gekkonidae)

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    A new endemic gecko of the genus Hemidactylus is described from Socotra Island (Yemen). It is a rupicolous species characterized by: medium-large size (SVL up to 60 mm), back with large trihedral, raised, strongly keeled tubercles intermixed with small granular scales, males with 6-10 preanal pores arranged in two short rows separated by 2-3 scales. In East Africa, Arabia, the Middle East and India the only other tuberculated Hemidactylus with preanal pores arranged on two separate rows is the Somali H. granchii Lanza, 1978, which differs for the comparatively deeper and shorter head, the nostril separated from the first upper labial, less preanal pores, less upper and lower labials, more tubercles at midbody and more lamellae under the inner toe

    Photon-rejection Power of the Light Dark Matter eXperiment in an 8 GeV Beam

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    The Light Dark Matter eXperiment (LDMX) is an electron-beam fixed-target experiment designed to achieve comprehensive model independent sensitivity to dark matter particles in the sub-GeV mass region. An upgrade to the LCLS-II accelerator will increase the beam energy available to LDMX from 4 to 8 GeV. Using detailed GEANT4-based simulations, we investigate the effect of the increased beam energy on the capabilities to separate signal and background, and demonstrate that the veto methodology developed for 4 GeV successfully rejects photon-induced backgrounds for at least 2×10142\times10^{14} electrons on target at 8 GeV.Comment: 28 pages, 20 figures; corrected author lis

    ECMO for COVID-19 patients in Europe and Israel

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    Since March 15th, 2020, 177 centres from Europe and Israel have joined the study, routinely reporting on the ECMO support they provide to COVID-19 patients. The mean annual number of cases treated with ECMO in the participating centres before the pandemic (2019) was 55. The number of COVID-19 patients has increased rapidly each week reaching 1531 treated patients as of September 14th. The greatest number of cases has been reported from France (n = 385), UK (n = 193), Germany (n = 176), Spain (n = 166), and Italy (n = 136) .The mean age of treated patients was 52.6 years (range 16–80), 79% were male. The ECMO configuration used was VV in 91% of cases, VA in 5% and other in 4%. The mean PaO2 before ECMO implantation was 65 mmHg. The mean duration of ECMO support thus far has been 18 days and the mean ICU length of stay of these patients was 33 days. As of the 14th September, overall 841 patients have been weaned from ECMO support, 601 died during ECMO support, 71 died after withdrawal of ECMO, 79 are still receiving ECMO support and for 10 patients status n.a. . Our preliminary data suggest that patients placed on ECMO with severe refractory respiratory or cardiac failure secondary to COVID-19 have a reasonable (55%) chance of survival. Further extensive data analysis is expected to provide invaluable information on the demographics, severity of illness, indications and different ECMO management strategies in these patients
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