20 research outputs found
Multiple causes of death analysis of chronic diseases: the example of diabetes
Identifying a single disease as the underlying cause of death (UCOD) is an oversimplification of the clinical-pathological process leading to death. The multiple causes of death (MCOD) approach examines any mention of a disease in death certificates. Taking diabetes as an example, the study investigates: patterns of death certification, differences in mortality figures based on the UCOD and on MCOD, factors associated to the mention of diabetes in death certificates, and potential of MCOD in the analysis of the association between chronic diseases
Misclassification of breast cancer as cause of death in a service screening area
Objective: The aim of this study was to assess the misclassification of cause of death for breast cancer cases, and to evaluate the differential misclassification between cases detected in an organized screening program and cases found in current clinical practice. Methods: All deaths occurring between 1999 and 2002 within breast cancer cases were linked to hospital discharge records. Death certificates and latest available hospital discharge notes were classified into various categories. We created a classification algorithm defining which combinations of categories (of death certificates and hospital discharge notes) suggested the probability of misclassification and the need for an in-depth diagnostic review. Questionable cases were reviewed by a team of experts in order to reach a consensus on cause of death. Based on our algorithmic classification and diagnostic review results, the agreement between original cause of death and that resulting from the assessment process was analyzed stratifying for every variable of interest. Results: According to death certificates, breast cancer was the cause of death in 66.9% of subjects, and after assessment this figure changed to 65.7%. The misclassification rate was 4.3% and did not differ significantly between screen-detected (4.7%) and non-screen-detected (4.3%) cases. Higher misclassification rates in favor of false positivity (cause of death wrongly attributed to breast cancer in death certificates) was observed for subjects with multiple cancers (6.5% vs. 1.9%), with no admission in the year before death (4.6% vs. 2.4%) and with an unknown cancer stage (4.9% vs 2.4% or 2.3%). Conclusions: The cause of death misclassification rate is modest, causing a slight overestimate of deaths attributed to breast cancer, and is not affected by modality of diagnosis. The study confirmed the validity of using cause-specific mortality for service screening evaluation. © 2008 Springer Science+Business Media B.V
Room Temperature Metalation of 2H-TPP Monolayer on Iron and Nickel Surfaces by Picking up Substrate Metal Atoms
Here, it is demonstrated, using high-resolution X-ray spectroscopy and density functional theory calculations, that 2<i>H</i>-tetraphenyl porphyrins metalate at room temperature by incorporating a surface metal atom when a (sub)monolayer is deposited on 3d magnetic substrates, such as Fe(110) and Ni(111). The calculations demonstrate that the redox metalation reaction would be exothermic when occurring on a Ni(111) substrate with an energy gain of 0.89 eV upon embedding a Ni adatom in the macrocycle. This is a novel way to form, <i>via</i> chemical modification and supramolecular engineering, 3d-metal–organic networks on magnetic substrates with an intimate bond between the macrocycle molecular metal ion and the substrate atoms. The achievement of a complete metalation by Fe and Ni can be regarded as a test case for successful preparation of spintronic devices by means of molecular-based magnets and inorganic magnetic substrates
Mes, una riforma che persevera negli errori. Un appello di economisti e giuristi
L’Italia non deve avallare un meccanismo che riproduce le logiche del passato, che si sono rivelate clamorosamente sbagliate. Inoltre accettare questa riforma significherebbe ridurre gli interventi innovativi decisi per fronteggiare la pandemia a un’eccezione, in attesa di tornare appena possibile a politiche che minacciano la stessa sopravvivenza dell’Unione
Impatto a breve termine dell'inquinamento dell'aria nelle citt\ue0 coperte dalla sorveglianza epidemiologica EpiAir2
OBIETTIVO: stimare l\u2019impatto a breve termine dell\u2019inquinamento
atmosferico sulla popolazione adulta di 23 citt\ue0 italiane
nel periodo 2006-2009 nell\u2019ambito del progetto EpiAir2.
DISEGNO, MATERIALI E METODI: per ogni citt\ue0 inclusa nello
studio \ue8 stato calcolato l\u2019impatto dell\u2019effetto a breve termine
dell\u2019inquinamento atmosferico sulla mortalit\ue0. In particolare,
sono stati calcolati i decessi attribuibili a concentrazioni
delle polveri (PM10 e PM2.5) superiori a soglie differenti
definite dalla legislazione europea o nell\u2019ambito delle
linee guida dell\u2019Organizzazione mondiale della sanit\ue0 (per
il PM10: 20 e 40 \u3bcg/m3, riduzione del 20% ad arrivare a 20
\u3bcg/m3 e superamento del limite di 35 giorni con concentrazioni
medie di 50 \u3bcg/m3; per il PM2.5: 10, 18 e 25
\u3bcg/m3, riduzione del 20% ad arrivare a 18 \u3bcg/m3). La
stima di impatto \ue8 stata ottenuta combinando la stima di
effetto delle polveri, il livello di mortalit\ue0 osservato e i livelli
di concentrazione degli inquinanti misurati dalle reti di
monitoraggio urbane. Per quanto riguarda le stime di effetto,
sono state utilizzate le distribuzioni a posteriori specifiche
per citt\ue0 risultanti da una metanalisi bayesiana.
L\u2019incertezza sulle stime di impatto \ue8 stata calcolata con metodi
Monte Carlo.
RISULTATI: nell\u2019insieme delle 23 citt\ue0 valutate nel presente
studio il numero di decessi attribuibili agli effetti a breve termine
delle concentrazioni di PM10 superiori a 20 \u3bcg/m3 e
di PM2.5 superiori a 10 \u3bcg/m3 nel periodo 2006-2009 \ue8 risultato
rispettivamente pari allo 0,9% (assumendo indipendenza
tra citt\ue0 l\u2019intervallo di credibilit\ue0 all\u201980% \ue8 0,4-1,4)
e allo 0,8% (ICr80% 0,2-1,3) della mortalit\ue0 naturale.
L\u2019impatto delle concentrazioni di polveri PM10 e PM2.5 \ue8 risultato
concentrato nelle citt\ue0 della Pianura Padana, della
Piana fiorentina, e nelle grandi realt\ue0 metropolitane di
Roma, Napoli e Palermo: per il PM10 la percentuale sui decessi
\ue8 risultata 1,0% (ICr80% 0,4-1,5) contro 0,4%
(ICr80% 0,2-0,7) nelle altre citt\ue0 analizzate. Se i livelli di
concentrazione delle polveri fossero stati inferiori del 20%,
complessivamente l\u2019impatto si sarebbe ridotto del 42% per
il PM10 e del 51% per il PM2.5.
CONCLUSIONI: i livelli di inquinamento osservati nel periodo
in studio sono stati responsabili di un numero importante
di decessi nelle citt\ue0 analizzate. Politiche di contenimento
basate sulla diminuzione percentuale delle concentrazioni
annuali di polveri interesserebbero tutte le citt\ue0 coperte
dallo studio e potrebbero ridurre in modo importante l\u2019impatto
dell\u2019inquinamento sulla salute
Indicatori ambientali nello studio EpiAir2: I dati di qualit\ue0 dell'aria per la sorveglianza epidemiologica
OBIETTIVO: costruzione di indicatori ambientali di inquinamento
aerodiffuso per finalit\ue0 di sorveglianza epidemiologica
in 25 citt\ue0 italiane per il progetto EpiAir2 (2006-2010) e presentazione
dei dati di dieci anni di sorveglianza in 10 citt\ue0
italiane (2001-2010).
DISEGNO: sono stati raccolti dati di particolato (nelle frazioni
PM10 e PM2.5 ), biossido di azoto (NO2 ) e ozono (O3 ), considerati
fattori di rischio per la salute. I datimeteorologici considerati
come confondenti nell\u2019analisi dell\u2019effetto degli inquinanti
sono stati: temperatura, umidit\ue0 relativa (e la variabile
derivata \u201ctemperatura apparente\u201d) e pressione barometrica. I
criteri per la selezione delle stazioni dimonitoraggio e imetodi
di calcolo per la costruzione di indicatori ambientali a partire
dalle serie giornaliere disponibili sono stati scelti in continuit\ue0
con la precedente edizione di EpiAir. Per tutte le citt\ue0, \ue8 stata
verificata l\u2019omogeneit\ue0 dei dati selezionati nel rappresentare
l\u2019esposizione delle popolazioni.
SETTING E PARTECIPANTI: il progetto EpiAir2 coinvolge per
gli anni 2006-2010 le citt\ue0 diMilano,Mestre-Venezia,Torino,
Bologna, Firenze, Pisa, Roma,Taranto,Cagliari e Palermo, gi\ue0
presenti nello studio EpiAir. A questo elenco vanno aggiunte
le citt\ue0 di Treviso, Trieste, Padova, Rovigo, Piacenza, Parma,
Ferrara, Reggio Emilia, Modena, Genova, Rimini, Ancona,
Bari, Napoli e Brindisi.
RISULTATI: nel periodo considerato \ue8 stato osservato un decremento
delle concentrazioni di particolato nella maggior
parte delle citt\ue0 in analisi, mentre non si pu\uf2 giungere a conclusioni
cos\uec nette per NO2 e ozono. L\u2019analisi dell\u2019andamento
temporale degli indicatori ha evidenziato valori medi
annuali di PM10 superiori ai 40 \u3bcg/m3 in alcune citt\ue0 della
Pianura Padana, e valori medi annuali di NO2 costantemente
superiori ai 40 \u3bcg/m3 nelle citt\ue0 di Trieste, Milano,
Padova, Torino, Modena, Bologna, Roma e Napoli.
CONCLUSIONE: l\u2019ampliamento del progetto EpiAir, con
l\u2019inclusione di ulteriori 13 citt\ue0, ha permesso di evidenziare
peculiarit\ue0 legate alle differenti aree geografiche in studio e
numerose situazioni di criticit\ue0 con superamenti dei valori
di concentrazione limite fissati dalla legislazione corrente.
I risultati dello studio EpiAir2 confermano la necessit\ue0 di un
sistema di sorveglianza dell\u2019inquinamento aerodiffuso nei
centri urbani e industriali al fine di ottenere stime affidabili
dell\u2019esposizione della popolazione residente e di monitorarne
l\u2019andamento nel tempo