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    « La base de notre politique, c’est la peur ». La peur et le début du processus d’intégration européenne

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    La peur est un élément fondamental de la relation entre société et système international, à n’importe quelle période de l’histoire et surtout après les deux guerres mondiales. Elle devient parfois un outil utilisé par les gouvernements, les dictateurs, ou les terroristes pour modifier la perception des autres dans le cadre systémique et elle a incontestablement été utilisée comme ça pendant la guerre froide. La peur a été à la base des motivations qui portaient les gouvernements et les européens à considérer de nouveaux projets pour le continent, capables de gérer la complexité internationale et le nouveau rôle que l’Europe se retrouvait à vivre. Les motivations qui ont donné naissance aux Communautés européennes ont certainement été nombreuses. Il s’agissait de motivations constructives et créatives. Cependant, il est également vrai que la pression du système international, de la guerre froide, du choc total et global entre les deux Europes a constitué le cadre du processus d'intégration européenne. Les peurs, à la fin des années quarante, étaient nombreuses et capables de mettre les citoyens et les gouvernements à genoux. Le but de mon essai est de comprendre dans quelle mesure la peur a influencé le processus d’intégration européenne

    L’Europa a 25 e la PAC: il caso della Polonia.

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    SOMMARIO1. Il ruolo dell’agricoltura nell’allargamento ai PECO. 2. Un caso di studio: la Polonia. 3. Il referendum per l’adesione all’UE

    La definizione dello spazio politico europeo: allargamento, politica di vicinato e Balcani

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    Il saggio costituisce un approfondimento on line del manuale "Storia politica e economica dell'integrazione europea dal 1945 ad oggi". L'obiettivo del saggio \ue8 quello di fornire una ricostruzione della definizione dello spazio politico europeo nel corso della storia del processo di integrazione, in particolare attraverso l'analisi delle relazioni esterne delle Comunit\ue0 e le politiche di allargamento e di vicinato

    Subsidiarity and the History of European Integration

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    The short history of cohesion policy and the related reform of financial allocations show the transformative capacity of European institutions. Since the earlier state-centric approach that left only a marginal role for Brussels, the policy area has morphed into one of the most important Commission activities, directing the highest percentage of EU budgetary resources. The principle of subsidiarity occupies an important political space in the power division between European authorities. Through policy adaptations reflected in buzzwords, such as transparency and accountability, financial democratisation and funding access, the EU has mounted an effective response to economic crises. In the past decades, regional and local authorities have moved to the forefront of innovation, exploring solutions to European-wide challenges

    L’Europa allargata: dalle sfide interne all’impatto esterno

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    La Comunità europea nasce nel 1957 come un primo nucleo di paesi destinato a crescere; i trattati di Roma definiscono “aperta” la Comunità e contengono gli elementi necessari, e fortemente innovativi, che permettono l’ampliamento comunitario attraverso un processo di integrazione e non di assimilazione. La piccola Europa del 1957 non si immagina tale, ma in crescita . Guarda alla geografia del continente, attende e si aspetta una crescita continua, per lo meno in quella che molti parlamentari definiscono l’˝Europa libera”. Il primo confine della Comunità è infatti politico, non geografico. Il confine è netto, come non lo è in realtà quello spaziale: la Comunità cerca un ampliamento sempre maggiore, fino a racchiudere in sé tutta l’Europa libera dal giogo comunista, l’Europa occidentale. Anche per quanto riguarda l’Europa occidentale, però, il vincolo è esclusivamente politico: in occasione della prima richiesta di adesione, quella della Gran Bretagna, la Comunità decise regole generali da utilizzare per ogni ampliamento; tra queste è di grande rilevanza la clausola politica, la necessità che lo stato che richiede l’adesione abbia un regime democratico. Se, quindi, lo spazio geografico è ampio e include tutta l’Europa geografica , quello politico ha norme precise e ne riduce fortemente la portata, in un’Europa che soffre i molti regimi autoritari, di qua e di là della cortina di ferro

    \uf0d8 Colonialismo e identit\ue0 coloniali a confronto. L\u2019Italia e la politica di associazione nei primi anni della CEE

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    La nascita e lo sviluppo del processo di integrazione europea sono strettamente legati al colonialismo e alla decolonizzazione e la loro memoria, seppur non elaborata, \ue8 parte integrante dell\u2019identit\ue0 europea. L\u2019Europa che voleva nascere dalle ceneri del nazismo, come suggerisce la gran parte della storiografia, \ue8 la stessa che avrebbe dovuto rinascere dalle ceneri del colonialismo, ma cos\uec non fu, in quanto l\u2019Europa era ancora in parte coloniale. Quando inizi\uf2 il processo di integrazione, il 9 maggio 1950, lo stato che lo propose, la Francia, era una delle principali potenze coloniali del mondo e continuava a mantenere un impero di grandi dimensioni, che proprio negli anni Cinquanta, quando nacquero le prime comunit\ue0, stava perdendo e per il quale stava combattendo guerre brutali e sanguinose. La mia tesi \ue8 che negli anni successivi alla firma dei Trattati di Roma vi sia stato uno sviluppo delle relazioni tra Europa e Africa, in particolare, che potremmo quasi definire schizofrenico. Da una parte l\u2019anno dell\u2019Africa e l\u2019indipendenza di un numero elevato di paesi africani nel 1960 costrinse gli europei a immaginare e creare nuove relazioni con questi nuovi stati. In alcuni casi obiettivi e politiche rimasero di natura conservativa, che potremmo senza difficolt\ue0 definire di post-colonialismo o neo-imperialiste, ma al contempo, soprattutto all\u2019interno dell\u2019Assemblea parlamentare, si svilupp\uf2 il tentativo di creare relazioni forti s\uec, ma sicuramente pi\uf9 paritetiche e rispettose, anche rispetto alle politiche di sviluppo di altre potenze mondiali. Il primo trattato di Associazione con i paesi dell\u2019Africa, Caraibi, Pacifico (i cos\uec detti paesi ACP), aveva al suo interno entrambi gli indirizzi, di cui il primo era in quegli anni sicuramente il pi\uf9 forte e paludato. Il capitolo si sviluppa intorno alla tesi principale e ne analizza gli aspetti fondamentali

    Il potere dei senza potere. Il Parlamento europeo e le relazioni esterne della Cee

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    Il Parlamento europeo \ue8 stato a lungo totalmente sottovalutato nella sua azione e nel ruolo che \ue8 si \ue8 costruito dagli anni cinquanta sino ai nostri giorni. Nell\u2019ultimo decennio, per\uf2, la storiografia italiana ha restituito a questa istituzione europea la sua dignit\ue0, iniziando a scriverne la storia e a metterne in luce la rilevanza addirittura nella sua veste di Assemblea parlamentare della Comunit\ue0 europea del carbone e dell\u2019acciaio. la Comunit\ue0 appena creata era una potenza internazionale, in grado di proporre una sua politica globale e di operare scelte che le permettessero di svolgere un\u2019azione il pi\uf9 possibile autonoma, anche rispetto ai confini segnati dalla guerra fredda. Dai trattati di Roma sino al trattato di Maastricht, dunque, pur in assenza di una politica estera formalizzata, il Pe lavor\uf2 come se tale politica vi fosse. Inoltre, nonostante i poteri conferitegli non prevedessero una sua azione in ambito internazionale, la gran parte dei dibattiti e delle proposte politiche influirono sulle politiche comunitarie

    Election Time: Europe and Public Opinion in Historical Perspective (1979-2014)

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    The essay analyse from a historical perspective the connection between information, citizenship and European Elections in an historical analysi

    Une citoyennet\ue9 sans citoyens? Analyse diachronique et objectifs \ue0 long terme

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    La citoyennet\ue9 europ\ue9enne, dont chaque citoyen du continent jouit en th\ue9orie, est en r\ue9alit\ue9 un droit manqu\ue9, dans le sens o\uf9 un droit que personne n\u2019a connaissance d\u2019avoir est un droit qui n\u2019existe pas. La grande partie des citoyens europ\ue9ens ne savent pas qu\u2019ils poss\ue8dent une citoyennet\ue9 europ\ue9enne et par cons\ue9quent, ils n\u2019en connaissent pas non plus les droits et devoirs qui en d\ue9coulent. Ils ne savent pas qu\u2019ils ont un \ue9l\ue9ment si important en commun avec les autres citoyens europ\ue9ens et donc, c\u2019est comme si on leur volait un droit de citoyennet\ue9. Le principal foss\ue9 d\ue9mocratique r\ue9side en l\u2019ignorance, l\u2019analphab\ue9tisme de base, qui emp\ueache le plus simple droit de citoyennet\ue9, \ue0 savoir \ueatre au fait qu\u2019il existe une citoyennet\ue9 europ\ue9enne

    L'agricoltura italiana e l'integrazione europea

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    Published version of EUI PhD thesis, 199
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