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    « La base de notre politique, c’est la peur ». La peur et le début du processus d’intégration européenne

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    La peur est un élément fondamental de la relation entre société et système international, à n’importe quelle période de l’histoire et surtout après les deux guerres mondiales. Elle devient parfois un outil utilisé par les gouvernements, les dictateurs, ou les terroristes pour modifier la perception des autres dans le cadre systémique et elle a incontestablement été utilisée comme ça pendant la guerre froide. La peur a été à la base des motivations qui portaient les gouvernements et les européens à considérer de nouveaux projets pour le continent, capables de gérer la complexité internationale et le nouveau rôle que l’Europe se retrouvait à vivre. Les motivations qui ont donné naissance aux Communautés européennes ont certainement été nombreuses. Il s’agissait de motivations constructives et créatives. Cependant, il est également vrai que la pression du système international, de la guerre froide, du choc total et global entre les deux Europes a constitué le cadre du processus d'intégration européenne. Les peurs, à la fin des années quarante, étaient nombreuses et capables de mettre les citoyens et les gouvernements à genoux. Le but de mon essai est de comprendre dans quelle mesure la peur a influencé le processus d’intégration européenne

    L’Europa a 25 e la PAC: il caso della Polonia.

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    SOMMARIO1. Il ruolo dell’agricoltura nell’allargamento ai PECO. 2. Un caso di studio: la Polonia. 3. Il referendum per l’adesione all’UE

    Election Time: Europe and Public Opinion in Historical Perspective (1979-2014)

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    The essay analyse from a historical perspective the connection between information, citizenship and European Elections in an historical analysi

    La definizione dello spazio politico europeo: allargamento, politica di vicinato e Balcani

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    Il saggio costituisce un approfondimento on line del manuale "Storia politica e economica dell'integrazione europea dal 1945 ad oggi". L'obiettivo del saggio \ue8 quello di fornire una ricostruzione della definizione dello spazio politico europeo nel corso della storia del processo di integrazione, in particolare attraverso l'analisi delle relazioni esterne delle Comunit\ue0 e le politiche di allargamento e di vicinato

    Subsidiarity and the History of European Integration

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    The short history of cohesion policy and the related reform of financial allocations show the transformative capacity of European institutions. Since the earlier state-centric approach that left only a marginal role for Brussels, the policy area has morphed into one of the most important Commission activities, directing the highest percentage of EU budgetary resources. The principle of subsidiarity occupies an important political space in the power division between European authorities. Through policy adaptations reflected in buzzwords, such as transparency and accountability, financial democratisation and funding access, the EU has mounted an effective response to economic crises. In the past decades, regional and local authorities have moved to the forefront of innovation, exploring solutions to European-wide challenges

    L’Europa allargata: dalle sfide interne all’impatto esterno

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    La Comunità europea nasce nel 1957 come un primo nucleo di paesi destinato a crescere; i trattati di Roma definiscono “aperta” la Comunità e contengono gli elementi necessari, e fortemente innovativi, che permettono l’ampliamento comunitario attraverso un processo di integrazione e non di assimilazione. La piccola Europa del 1957 non si immagina tale, ma in crescita . Guarda alla geografia del continente, attende e si aspetta una crescita continua, per lo meno in quella che molti parlamentari definiscono l’˝Europa libera”. Il primo confine della Comunità è infatti politico, non geografico. Il confine è netto, come non lo è in realtà quello spaziale: la Comunità cerca un ampliamento sempre maggiore, fino a racchiudere in sé tutta l’Europa libera dal giogo comunista, l’Europa occidentale. Anche per quanto riguarda l’Europa occidentale, però, il vincolo è esclusivamente politico: in occasione della prima richiesta di adesione, quella della Gran Bretagna, la Comunità decise regole generali da utilizzare per ogni ampliamento; tra queste è di grande rilevanza la clausola politica, la necessità che lo stato che richiede l’adesione abbia un regime democratico. Se, quindi, lo spazio geografico è ampio e include tutta l’Europa geografica , quello politico ha norme precise e ne riduce fortemente la portata, in un’Europa che soffre i molti regimi autoritari, di qua e di là della cortina di ferro

    L'Europa e il suo processo di integrazione: il punto di vista della storiografia italiana

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    Il seminario di studi \u201cL\u2019Europa e il suo processo d\u2019integrazione: il punto di vista della storiografia italiana\u201d, promosso dal Centro d\u2019eccellenza Jean Monnet Punto Europa dell\u2019Universit\ue0 di Bologna, Campus di Forl\uec, in collaborazione con altri atenei italiani si \ue8 tenuto nel giugno 2016. L\u2019obiettivo principale del seminario era quello di definire lo stato dell\u2019arte sulla storia dell\u2019integrazione, sia per quanto riguarda la ricerca che la didattica. All\u2019interno del mondo accademico italiano, infatti, la situazione della storia \ue8 di per s\ue9 preoccupante e quella della Storia dell\u2019integrazione europea lo \ue8 in modo particolare. La storia dell\u2019integrazione \ue8 stata soggetta a molte contrapposizioni, sia tra scuole di pensiero che tra l\u2019essere parte della storia contemporanea o della storia delle relazioni internazionali. Il saggio esamina ed approfondisce il dibattito storiografico sviluppatosi in Italia attorno alla Storia dell'integrazione europea

    \uc9largissement contre le rideau de fer. Un outil efficace mis \ue0 l\u2019\ue9preuve

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    Chaque \ue9largissement a enrichi le processus d\u2019int\ue9gration de ses caract\ue9ristiques propres, apports positifs et probl\ue9matiques. Jusqu\u2019au grand \ue9largissement de 2004-2007, l\u2019instrument, en soi, fut toujours consid\ue9r\ue9 comme un succ\ue8s sans pareil, l\u2019\ue9l\ue9ment principal \ue0 travers lequel la Communaut\ue9 put mesurer son pouvoir d\u2019attraction extraordinaire en Europe.3 Un succ\ue8s, malgr\ue9 le fait que chaque nouvelle adh\ue9sion ait souvent requis de longues ann\ue9es de pr\ue9paration, de d\ue9chirements politiques et d\u2019affrontements entre pays membres. Et je dirais m\ueame qu\u2019exception faite de l\u2019\ue9largissement de 1995, tous les \ue9largissements furent longs et complexes. Pensons \ue0 la Grande Bretagne, avec l\u2019Irlande et le Danemark, et \ue0 l\u2019Europe du Sud. Qui plus est, la plupart des \ue9largissements ont induit des fluctuations du PIB moyen de la Communaut\ue9 et par cons\ue9quent, exig\ue9 une acc\ue9l\ue9ration ult\ue9rieure en termes de solidarit\ue9 int\ue9rieure, pr\ue9vue du reste par les trait\ue9s. L\u2019objectif de ma recherche est de comprendre les diff\ue9rences et les difficult\ue9s du nouvel \ue9largissement, en partant d\u2019une analyse diachronique de l\u2019\ue9largissement lui-m\ueame, comme instrument qui rend int\ue9rieures des relations pr\ue9c\ue9demment ext\ue9rieures, pour comprendre s\u2019il existe un caract\ue8re exceptionnel \ue9vident et quels pouvaient \ueatre les parcours qui auraient permis une meilleure r\ue9ussite et qui ont, en r\ue9alit\ue9, \ue9chou\ue9s, comme la constitution europ\ue9enne

    Il Montenegro verso l\u2019adesione all\u2019Ue: il supporto italiano

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    Dalla richiesta di adesione ad oggi molto \ue8 stato compiuto nel processo di pre-adesione, ma siamo ancora lontani dal traguardo, cos\uec come nel caso degli altri paesi dei Balcani Occidentali. Le aspettative di adesione del Montenegro invitano ad una riflessione sul ruolo esterno dell\u2019Unione europea, uno dei principali temi di riflessione dell\u2019agenda europea e che mostra la sua natura peculiare: un attore internazionale la cui identit\ue0 non nasce dallo scontro internazionale, ma origina dalla scelta di rifiutare l\u2019uso della forza come strumento principe delle relazioni internazionali, preferendo a questa strumenti di dialogo e relazione molto impegnativi, come, per quanto riguarda i paesi europei, la politica di adesione e la politica di vicinato

    \uf0d8 Colonialismo e identit\ue0 coloniali a confronto. L\u2019Italia e la politica di associazione nei primi anni della CEE

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    La nascita e lo sviluppo del processo di integrazione europea sono strettamente legati al colonialismo e alla decolonizzazione e la loro memoria, seppur non elaborata, \ue8 parte integrante dell\u2019identit\ue0 europea. L\u2019Europa che voleva nascere dalle ceneri del nazismo, come suggerisce la gran parte della storiografia, \ue8 la stessa che avrebbe dovuto rinascere dalle ceneri del colonialismo, ma cos\uec non fu, in quanto l\u2019Europa era ancora in parte coloniale. Quando inizi\uf2 il processo di integrazione, il 9 maggio 1950, lo stato che lo propose, la Francia, era una delle principali potenze coloniali del mondo e continuava a mantenere un impero di grandi dimensioni, che proprio negli anni Cinquanta, quando nacquero le prime comunit\ue0, stava perdendo e per il quale stava combattendo guerre brutali e sanguinose. La mia tesi \ue8 che negli anni successivi alla firma dei Trattati di Roma vi sia stato uno sviluppo delle relazioni tra Europa e Africa, in particolare, che potremmo quasi definire schizofrenico. Da una parte l\u2019anno dell\u2019Africa e l\u2019indipendenza di un numero elevato di paesi africani nel 1960 costrinse gli europei a immaginare e creare nuove relazioni con questi nuovi stati. In alcuni casi obiettivi e politiche rimasero di natura conservativa, che potremmo senza difficolt\ue0 definire di post-colonialismo o neo-imperialiste, ma al contempo, soprattutto all\u2019interno dell\u2019Assemblea parlamentare, si svilupp\uf2 il tentativo di creare relazioni forti s\uec, ma sicuramente pi\uf9 paritetiche e rispettose, anche rispetto alle politiche di sviluppo di altre potenze mondiali. Il primo trattato di Associazione con i paesi dell\u2019Africa, Caraibi, Pacifico (i cos\uec detti paesi ACP), aveva al suo interno entrambi gli indirizzi, di cui il primo era in quegli anni sicuramente il pi\uf9 forte e paludato. Il capitolo si sviluppa intorno alla tesi principale e ne analizza gli aspetti fondamentali
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