161 research outputs found

    Sex-based comparison of trunk flexors and extensors functional and contractile characteristics in young gymnasts

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    Purpose. Gymnastics is a sport characterized by acrobatic and postural strength exercises that require great trunk muscles activation and control. Males and females can be characterized by different morphological and neuromuscular characteristics of such muscles, and this might be of importance for training and injury prevention. The aim of this study was to measure different aspects of trunk flexors and extensors characteristics in a sample of young female and male gymnasts. Methods. Twenty-eight sub-elite adolescent female (n = 14, 16 y, 14-17) and male (n = 14, 17 y, 14-18) gymnasts participated in this cross-sectional study. Tensiomyography was used to assess muscle contractile properties of the rectus abdominis (m.RA) and erector spinae (m.ES), while muscle thickness was assessed for abdominal muscles and lumbar multifidus (m.LM) with ultrasound. Flexors, extensors, and lateral endurance tests were performed. Results. Females presented smaller m.ES radial displacement (p < 0.001, p & eta;(2) = 0.535), smaller internal oblique thickness (p < 0.001, p & eta;(2) = 0.543), and shorter lateral endurance (p = 0.002, p & eta;(2) = 0.302). A significant side x sex interaction was found for the external oblique thickness (p = 0.004, p & eta;(2) = 0.276). Conclusion. Present findings report sex-based differences in abdominal and lumbar muscles characteristics and support the development of different sex-based training and rehabilitation protocols in adolescent gymnasts

    Simultaneous color contrast

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    The Encyclopedia of Color Science and Technology provides an authoritative single source for understanding and applying the concepts of color to all fields of science and technology, including artistic and historical aspects of color. Many topics are discussed in this timely reference, including an introduction to the science of color, and entries on the physics, chemistry and perception of color. Color is described as it relates to optical phenomena of color and continues on through colorants and materials used to modulate color and also to human vision of color. The measurement of color is provided as is colorimetry, color spaces, color difference metrics, color appearance models, color order systems and cognitive color. Other topics discussed include industrial color, color imaging, capturing color, displaying color and printing color. Descriptions of color encodings, color management, processing color and applications relating to color synthesis for computer graphics are included in this work. The Encyclopedia also delves into color as it applies to other domains such as art and design – ie – color design, color harmony, color palettes, color and accessibility, researching color deficiency, and color and data visualization. There is also information on color in art conservation, color and architecture, color and educations, color and culture, and an overview of the history of color and comments on the future of color. This unique work will extend the influence of color to a much wider audience than has been possible to date

    Assimilazione e contrasto nell\u2019effetto Benary.

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    Nel fenomeno del contrasto acromatico simultaneo un elemento grigio si arricchisce di una componente complementare a quella del colore dello sfondo su cui giace. Questo effetto \ue8 stato spiegato sulla base di meccanismi locali di inibizione laterale. Ci sono, tuttavia, numerosi fenomeni che mettono in crisi una spiegazione degli effetti di contrasto basata su interazioni locali. Gi\ue0 nel 1924, Benary aveva fornito un esempio di come i processi di organizzazione percettiva modificano il modo di apparire di superfici acromatiche indipendentemente dall'intensit\ue0 locale della stimolazione. Alcuni autori hanno fornito altre evidenze a favore di questa spiegazione (Agostini, 1999; Agostini e Galmonte, 2000; Agostini e Proffitt, 1993; Galmonte e Agostini, 1997; Galmonte e Agostini, 1998; White, 1979). In questa ricerca, si \ue8 voluto misurare separatamente l\u2019effetto osservato da Benary. A tale scopo, \ue8 stata utilizzata la configurazione di Benary, il suo negativo e altre configurazioni derivate da essa e misurate mediante una scala Munsell su sfondo bianco in condizioni di illuminazione Gelb (Agostini e Bruno, 1996) o di presentazione su monitor. Sorprendentemente, in tutti i display testati e per entrambi i tipi di presentazione, si \ue8 registrato un effetto di contrasto con il nero ma un effetto di assimilazione con il bianco, vale a dire che il grigio scelto dalla scala per eguagliare il target appartenente alla regione bianca era pi\uf9 bianco di quello obiettivo. Dai dati osservati sembrerebbe che l\u2019effetto Benary sia determinato dall\u2019effetto di contrasto che subisce la regione appartenente all\u2019area nera. Questo potrebbe fornire una ragione sull\u2019entit\ue0 ridotta dell\u2019effetto Benary solitamente riportato in letteratura, mentre l\u2019effetto di assimilazione riscontrato nel caso in cui il target appartenga all\u2019area bianca fornirebbe importanti indicazioni sull\u2019articolarsi delle relazioni di appartenenza in una scena visiva

    Effetti esagerati e paradossali dei gradienti di luminanza.

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    Agostini & Galmonte (1997a; 1997b; 2002) hanno dimostrato che un gradiente lineare di luminanza pu\uf2 modificare in modo sostanziale la bianchezza di una regione target. Il nuovo effetto trovato dagli autori si pone nell\u2019ambito dell\u2019induzione di contrasto di bianchezza. Questo effetto \ue8 stato spiegato sulla base di meccanismi locali di inibizione laterale. In questo lavoro \ue8 stata indagata una nuova versione della configurazione di Agostini e Galmonte, in cui la gamma di luminanze utilizzate \ue8 stata considerevolmente ridotta. In queste condizioni il gradiente \ue8 praticamente invisibile. Quello che si osserva \ue8 un effetto paradossale. Infatti, comparando la bianchezza di un target grigio posto al centro di un gradiente con gamma di luminanze ridotta con un target grigio identico al precedente circondato da una superficie di valore di luminanza omogeneo uguale a quello della luminanza pi\uf9 alta/bassa utilizzata nella configurazione con il gradiente, i due target appaiono molto diversi, nonostante i due rispettivi sfondi appaiano grossomodo identici. Questo paradosso percettivo \ue8 notevole, poich\ue9 suggerisce che cambiamenti molto graduali in luminanza, anche se difficilmente percepibili, possono influenzare la percezione della bianchezza. I risultati di questo lavoro non possono essere spiegati sulla base del solo contrasto locale tra l\u2019ultimo livello di luminanza del gradiente e la luminanza del target. Questo suggerisce che il sistema visivo computi i colori di superficie tenendo conto della distribuzione spaziale globale dei gradienti di luminanza

    A new effect of luminance gradient on achromatic simultaneous contrast

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    A new effect in the domain of achromatic simultaneous contrast has been observed. A middle gray region placed at the center of an area filled by a linear achromatic gradient from black (outer part) to white (inner part) is perceived as being much darker than an identical middle gray region surrounded by a reversed gradient. By using a matching task in two experiments, it has been shown that this phenomenon is much stronger than the classical achromatic simultaneous contrast effect. The new effect is interpreted in terms of the albedo hypothesis

    Appartenenza percettiva e fenomeni di contrasto simultaneo.

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    Benary (1924), elaborando uno stimolo di contrasto simultaneo di bianchezza proposto da Wertheimer (1923), fu il primo a fornire una dimostrazione sistematica dell\u2019inadeguatezza delle spiegazioni localiste del fenomeno. Pi\uf9 recentemente Agostini e Proffitt (1993) hanno dimostrato che, qualora si neutralizzino i fattori locali, l\u2019appartenenza pu\uf2 produrre effetti di contrasto simultaneo di bianchezza anche in assenza di contiguit\ue0 spaziale tra zone indotte e inducenti. In seguito, Agostini e Galmonte (2002) hanno trovato che l\u2019effetto persiste anche in condizioni in cui i fattori locali sono contrapposti direttamente a quelli globali. In questo lavoro sperimentale si \ue8 voluto verificare se, utilizzando principi di organizzazione formale diversi da quelli utilizzati precedentemente, si ottengono sempre effetti di contrasto. Uno dei principi utilizzati \ue8 quello della sincronizzazione. In un altro esperimento, il principio di organizzazione percettiva utilizzato \ue8 stato il destino comune ma in una condizione in cui il movimento non era reale ma stroboscopico. I risultati indicano che l\u2019effetto di contrasto si riduce quando l\u2019appartenenza percettiva viene indotta unicamente dal movimento stroboscopico comune tra l\u2019elemento indotto e gli elementi inducenti. In conclusione, in questi nuovi esperimenti si \ue8 osservato che la sincronizzazione e il movimento stroboscopico sono principi di unificazione percettiva efficaci qualora li si utilizzi per indurre contrasto simultaneo in ambito acromatico. I risultati confermano, quindi, quanto trovato in precedenza e cio\ue8 che l\u2019appartenenza percettiva induce contrasto dimostrando ancora una volta l\u2019inadeguatezza delle teorie del contrasto basate su principi d\u2019inibizione laterale retinica

    Perceptual organization overcomes the effect of local surround in determining simultaneous lightness contrast

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    Lightness induction can occur on the basis of the immediate surround of a region (local interactions) and also on the basis of global factors of perceptual organization. The experiments reported in this article used novel displays that made it possible to differentiate the contributions of these two kinds offactors. The experiments demonstrated, for the first time, that when higher-level factors act contemporaneously with lower-level factors, the contrast effect induced by the global-organization principle of perceptual belongingness overcomes the effect due to retinal lateral inhibition
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