57 research outputs found

    CYP2D6 and CYP2C8 pharmacogenetics and pharmacological interactions to predict imatinib plasmatic exposure in GIST patients

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    Patients on treatment with oral fixed dose imatinib are frequently under- or overexposed to the drug. We investigated the association between the gene activity score (GAS) of imatinib-metabolizing cytochromes (CYP3A4, CYP3A5, CYP2D6, CYP2C9, CYP2C19, CYP2C8) and imatinib and nor-imatinib exposure. We also investigated the impact of concurrent drug-drug-interactions (DDIs) on the association between GAS and imatinib exposure

    FARMAPRICE: A Pharmacogenetic Clinical decision support system for precise and Cost-Effective Therapy

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    Pharmacogenetic (PGx) guidelines for the precise dosing and selection of drugs remain poorly implemented in current clinical practice. Among the barriers to the implementation process is the lack of clinical decision support system (CDSS) tools to aid health providers in managing PGx information in the clinical context. The present study aimed to describe the first Italian endeavor to develop a PGx CDSS, called FARMAPRICE. FARMAPRICE prototype was conceived for integration of patient molecular data into the clinical prescription process in the Italian Centro di Riferimento Oncologico (CRO)-Aviano Hospital. It was developed through a coordinated partnership between two high-tech companies active in the computerization of the Italian healthcare system. Introducing FARMAPRICE into the clinical setting can aid physicians in prescribing the most efficacious and cost-effective pharmacological therapy available

    Tamoxifen in treatment of hepatocellular carcinoma: a randomised controlled trial

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    Background Results from small randomised trials on tamoxifen in the treatment of hepatocellular carcinoma (HCC) are conflicting, We studied whether the addition of tamoxifen to best supportive care prolongs survival of patients with HCC. Methods Patients with any stage of HCC were eligible, irrespective of locoregional treatment. Randomisation was centralised, with a minimisation procedure accounting for centre, evidence of disease, and time from diagnosis. Patients were randomly allocated best supportive care alone or in addition to tamoxifen, Tamoxifen was given orally, 40 mg per day, from randomisation until death. Results 496 patients from 30 institutions were randomly allocated treatment from January, 1995, to January, 1997. Information was available for 477 patients. By Sept 15, 1997, 119 (50%) of 240 and 130 (55%) of 237 patients had died in the control and tamoxifen arms, respectively. Median survival was 16 months and 15 months (p=0.54), respectively, No differences were found within subgroups defined by prognostic variables. Relative hazard of death for patients receiving tamoxifen was 1.07 (95% CI 0.83-1.39). Interpretation Our findings show that tamoxifen is not effective in prolonging survival of patients with HCC

    Prospective validation of the CLIP score: a new prognostic system for patient with cirrhosis and hepatocellular carcinoma

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    Prognosis of patients with cirrhosis and hepatocellular carcinoma (HCC) depends on both residual liver function and tumor extension. The CLIP score includes Child-Pugh stage, tumor morphology and extension, serum alfa-fetoprotein (AFP) levels, and portal vein thrombosis. We externally validated the CLIP score and compared its discriminatory ability and predictive power with that of the Okuda staging system in 196 patients with cirrhosis and HCC prospectively enrolled in a randomized trial. No significant associations were found between the CLIP score and the age, sex, and pattern of viral infection. There was a strong correlation between the CLIP score and the Okuda stage, As of June 1999, 150 patients (76.5%) had died. Median survival time was 11 months, overall, and it was 36, 22, 9, 7, and 3 months for CLIP categories 0, 1, 2, 3, and 4 to 6, respectively. In multivariate analysis, the CLIP score had additional explanatory power above that of the Okuda stage. This was true for both patients treated with locoregional therapy or not. A quantitative estimation of 2-year survival predictive power showed that the CLIP score explained 37% of survival variability, compared with 21% explained by Okuda stage. In conclusion, the CLIP score, compared with the Okuda staging system, gives more accurate prognostic information, is statistically more efficient, and has a greater survival predictive power. It could be useful in treatment planning by improving baseline prognostic evaluation of patients with RCC, and could be used in prospective therapeutic trials as a stratification variable, reducing the variability of results owing to patient selection

    concorso di Idee per un progetto di recupero urbano della struttura e relative aree destinate a mercato coperto da utilizzare per nuove attrezzature nel Comune di Sant'Antimo

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    Il progetto elaborato per le aree della struttura destinata a mercato coperto nel Comune di Sant’Antimo, parte da una ipotesi forte, che ci siamo sentiti di proporre trattandosi di un Concorso di Idee: la ipotesi è quella della demolizione della struttura prefabbricata esistente nell’area. La struttura esistente infatti è sicuramente poco flessibile ad altri usi ma soprattutto, osservando una planimetria a scala ampia, si nota come essa, in posizione strategica - praticamente interna al centro più antico della città - appaia ‘estranea’ ai caratteri propri del contesto ambientale sia per dimensione che per giacitura. Il centro antico di Sant’Antimo ha infatti la tipica struttura morfo-tipologica dei casali della corona metropolitana di Napoli caratterizzata da un tessuto abbastanza denso, con isolati all’interno dei quali gli edifici si allineano sulle strade esterne, definendo cortine urbane, e realizzando all’interno dei lotti, in ricche successioni di corti e cortili, un sistema di spazi che potremmo definire semi-pubblici, in quanto interni ai fabbricati ma ad storicamente utilizzati per attività comuni. Il progetto si propone come un piccolo intervento con forti connotazione ‘urbane’, molto attento ad integrarsi con il contesto. In tal senso, all’interno dell’area, si è scelto di lavorare su una serie di corpi di fabbrica distinti, connessi tra loro da un sistema di spazi pubblici (piazze e aree verdi). Si è quindi ipotizzato di lavorare su tre edifici rettangolari, dei quali due allineati, rispettivamente, sulla Traversa Russo e su via Raffaello mentre il terzo ha l’asse posto sulla mediana dell’angolo formato dai due edifici esterni. In tal modo si individuano così due piazze interne, due percorsi pedonali di collegamento tra le due strade prima citate e un piccolo giardino pubblico, retrostante i fabbricati. Dal punto di vista funzionale, i fabbricati hanno una articolazione molto semplice e modulare; la loro destinazione è quella di un piccolo centro commerciale ma, a seconda delle esigenze del soggetto realizzatore-gestore, sarà possibile ipotizzare una aggregazione di più moduli commerciali per la installazione di attività differenti quali, ad esempio, centro benessere, terziario e molto altro ancora. I due fabbricati ‘laterali’ sono costituiti da un corpo di fabbrica semplice e, dal punto di vista tipologico, si caratterizzano come edifici-stoà: abbastanza chiusi verso l’esterno e aperti verso gli spazi pubblici interni attraverso un porticato, al piano terra, e un passaggio vetrato, a quello superiore. L’edificio centrale è invece costituito da un corpo doppio che riprende, nella suddivisione interna, un andamento curvilineo, impostato sulla geometria che ha definito il disegno di tutto il complesso. Questo edificio vede, al piano terra, il blocco commerciale centrale ‘spaccato’ per consentire il collegamento tra le due piazze mentre al piano superiore il fabbricato si ricompone lasciando i passaggi sempre sul lato esterno. La testata est del fabbricato sarà caratterizzata dalla presenza dei collegamenti verticali mentre sulla copertura sarà realizzata una struttura per il ristoro, coperta tipo roof garden. Complessivamente sarà possibile realizzare diciotto unità commerciali, anche in questo caso eventualmente aggregabili a seconda delle esigenze funzionali. Tra i tre edifici saranno così individuabili due piazze interne, destinate a diventare un interessante spazio pubblico, fruibile per i cittadini

    Cisti lacrimale congiuntivale (Dacryops) in un Golden Retriever

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    Presupposti: l’insorgenza di dilatazioni cistiche a carico del tessuto lacrimale (dacryops) rappresenta un raro riscontro nel cane. Obiettivo dello studio: descrivere un caso di cisti lacrimale localizzata sulla congiuntiva della palpebra inferiore in un Golden Retriever. Metodologia: un Golden Retriever maschio di 5 mesi, è stato riferito in quanto presentava una tumefazione cistica a carico della congiuntiva della palpebra inferiore dell’occhio sinistro. La lesione, di dimensioni 1x 0,5 cm, è stata asportata chirurgicamente e sottoposta ad esame istologico. Il contenuto della cisti, 0,15 ml di fluido chiaro, è stato prelevato e sottoposto ad esame citologico e colturale. Risultati: L’esame citologico del fluido ha evidenziato la presenza di materiale proteinaceo basofilo amorfo sul fondo e poche cellule dell’epitelio ghiandolare normali caratterizzate da citoplasma schiumoso e nuclei piccoli. L’esame colturale è risultato negativo. L'esame istologico della cisti ha mostrato una parete composta da cellule in singolo e doppio strato. Le cellule apparivano cubiche, non-ciliate, con lieve infiltrato infiammatorio della sottomucosa rappresentato da linfociti, plasmacellule e rari macrofagi e circondate da un rivestimento connettivale. In alcune zone si osservano lobuli di tessuto ghiandolare acinare. L’escissione in toto della cisti è stata risolutiva e, a un follow up di 6 mesi, non è stata riscontrata alcuna recidiva. Conclusioni: la localizzazione della cisti e la giovane età del soggetto in esame suggeriscono l’insorgenza di un dacryops da tessuto ghiandolare lacrimale eterotopico
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