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Introduzione: dalla traduzione intersemiotica allâAtlante lessicografico
Introduzione al 7° numero della rivista dedicato a PAROLA -Scena Le parole della scena: traduzione intersemiotica e interlinguistica dei testi drammaturgici, letterari e di teoria teatrale, il quale trae origine da una serie di discussioni avvenute a margine di convegni e di incontri di lavoro tra studiose/i di teatro, lingua e letteratura russa negli ultimi anni. La questione verteva sul problema della traduzione di termini tecnici, espressioni verbali, parole, concetti estetici e filosofici propri della pratica teatrale in Russia che, applicati in altri contesti culturali, hanno prodotto fraintendimenti e interpretazioni errate, ma anche nuove e stimoltanti interpretazioni
\u201cOt \u2018iskusstvennogo intellekta' k \u2018golografi\u10deskomu tekstu'\u201d (Dall\u2019intelligenza artificiale al testo olografico)
Nella terminologia scientifica \ue8 da tempo entrata a far parte la locuzione "linguistica computazionale", di recente l'Enciclopedia Filosofica Bompiani ha fissato anche la locuzione "letteratura computazionale". Si tratta della scelta di una scienziata di rendere letterario il suo approccio scientifico importando in Italia i risultati delle sue ricerche, condotte in USA. Quindi si fa carico di un lavoro enorme di \u201cadattamento\u201d del materiale all\u2019ambiente di destinazione, un lavoro raffinato di cesello e rielaborazione in italiano, per l\u2019accettazione di questa impostazione forte che non solo porta dei contenuti ma li modellizza e li contestualizza. L'opera analizzata qui costituisce un interessante esempio di testo concepito al confine del XXI secolo: si tratta della combinazione del principio di precisione che sta alla base dell\u2019olografia e di quello della polisemia che sta alla base della poesia. Si tratta di creare condizioni per una comprensione PRECISA del testo secondo la previsione / indicazione dell\u2019autrice stessa. Sta qui la differenza rispetto alla poesia in quanto tale, dove l\u2019evocazione di senso pu\uf2 essere anche random. La letteratura computazionale (che inizia e si chiude con l\u2019A stessa) \ue8 quindi una nozione elaborata per recuperare la pregnanza di una serie di lavori che per\uf2 si presentano come serie chiusa. Ci\uf2 a causa dell\u2019eccessiva \u201cpotenza\u201d della teoria, che potrebbe paradossalmente generare una serie di reazioni a catena incontrollabili nella comunicazione, con danni materiali della comprensibilit\ue0 ed eccesso di entropia comunicativa
Velimir Khlebnikov's drama production and avant-garde theatre
A wide range of dramatic forms can be found in Khlebnikov\u2019s work, from the lyrical drama, to the monodrama, the dramatic sketch, the historical drama, the pastoral, or even the radiodrama. Khlebnikov\u2019s dramatic oeuvre is to be seen against the background of Russian classical literature, Symbolism, and also contemporary Futurist theatre. In 1913 Khlebnikov wrote the \u201cPrologue\u201d for Kruchonykh\u2019s opera "Victory over the Sun". In this text the vocabulary pertaining to theatre and drama is all built on the basis of Slavonic roots of words. It can be considered a \u2018manifesto\u2019 of Russian Futurist theatre. Especially in Khlebnikov's early production, there are features that seem to foreshadow Dada theatrical experiments or even the Theatre of the Absurd, for instance the short pi\ue8ce "Gospozha Len\uecn" (Mrs Len\uecn, 1909-1913), on which I concentrate in my paper
Palindromo e traduzione
Presentazione volume: La nozione di \u201cgioco di parole\u201d \ue8 alquanto complessa e soggetta a varie interpretazioni, nonostante sia stata abbondantemente approfondita dalla linguistica e anche dalla filosofia del linguaggio. Il consenso \ue8 che si tratta di pratiche e fenomeni linguistici e culturali diversi e anche discordanti tra loro.In questo volume si evidenzia giustamente il binomio lingua-cultura, in quanto il fatto linguistico \ue8 sempre contestualizzato socioculturalmente - essendo un frammento della comunit\ue0 di pratica che gli d\ue0 vita e nella quale \ue8 radicato -, ma \ue8 anche connesso a convenzioni discorsive sincroniche e diacroniche pi\uf9 estese. Tuttavia, se da una parte il fenomeno del gioco di parole \ue8 indubbiamente specifico alla cultura in cui si manifesta, \ue8 anche possibile, come si afferma in questo volume, \u201cparlare [\u2026] di \u2018giochi di parole\u2019 o, in maniera pi\uf9 inclusiva, di \u2018parole in gioco\u2019, in tutte le lingue e culture\u201d. Viene altres\uec sottolineata la possibilt\ue0 di parlare della loro traduzione, poich\ue9 emergono tratti comuni tra i giochi di parole nelle diverse lingue-culture. Questi vanno individuati sia nella condivisa disposizione ludica che dimostrano verso il linguaggio sia nel comune sfruttamento delle sue ricche potenzialit\ue0 di significare. Pertanto, \ue8 in una prospettiva certamente variegata e feconda che i contributi a questo volume si muovono, offrendo, in una ampia gamma di aree linguistiche e culturali europee, analisi di svariati aspetti di giochi di parole in diverse tipologie di testo.Nell\u2019articolo dopo una breve rassegna delle diverse manifestazioni della palindromicit\ue0 nelle scienze e nelle arti ci si sofferma sull\u2019ambito letterario e in particolare sulla fortuna del palindromo nella letteratura russa fino all\u2019Avanguardia dell\u2019inizio del XX secolo. Si procede poi a presentare e analizzare il ruolo del palindromo nella poetica di Velimir Chlebnikov, uno dei poeti pi\uf9 rappresentativi del Futurismo russo, per il quale il palindromo non \ue8 una mera forma retorico-poetica, ma sta al centro della sua visione del mondo, dominata dalla \u2018rivoluzione\u2019 sia in senso storico-politico che scientifico e filosofico. Si analizza in particolare un breve componimento in versi palindromici del 1912 e si discutono due traduzioni, in inglese e tedesco, evidenziando come partano da due approcci radicalmente diversi: il primo concentrato sullo sforzo (non sempre realizzabile) di rendere la semantica sfuggente dell\u2019originale, mentre il secondo privilegia il procedimento del palindromo applicato a un materiale linguistico diverso e generatore di una semantica nuova
Chlebnikov e l'Iran
This article deals with Khlebnikovâs interest in Persian history and literature and his short stay in Iran, from April to the end of July 1921 during the Bolshevik intervention in support of the short-lived Socialist
Republic of the Gilan. The Iranian poet and theologian Qurrat al-âAyn, a female activist and follower of the religious reformer Sayyid âAli Muhammad, founder of the BaĚbi faith, is one of the recurrent figures that characterize Khlebnikovâs conception of Asia as a continental entity closely connected with his utopian visions. In these Iran represents a bridge between revolutionary Russia and a future liberated Asia. Three lyrics written during the poetâs stay in Iran are analysed here against this background and a first translation into Italian is offered to the reader. In particular, âThe Nowruz of Labourâ and âThe Blacksmith Kaveâ link Persian literary tradition with the revolutionary events of the early 1920s in Gilan
La stella \u10cernobyl\u2019. Narrare la catastrofe nucleare
The Star \u10cernobyl\u2019. Telling the Nuclear Disaster.
From the Apocalypse: \uab... there went down from heaven a great star, burning like a flame, and it came on a third part of the rivers and on the fountains of waters. And the name of the star is Wormwood\ubb.
Another word for Wormwood in Russian is \u201c\u10cernobyl\u2019\u201d. Once Soviet scientists maintained that nuclear power stations were \uabstars in the heavens of progress\ubb that the government would disseminate within the URSS territory. Behind this pun, one can see the tragedy of the nuclear power station which after it explosion on April 26, 1986, is still nowadays spreading death, ruin and diseases. Is it an omen of the fall of the Soviet Empire? Is it a warning for humankind against its continual exploitation of the resources of the earth?
This essay analyses the novel by the Russian dissident Julija Voznesenskaja The Star \u10cernobyl\u2019 (1987) in particular, comparing it with Christa Wolf\u2019s novel Accident (1987), Vladimir Gubar\uebv's drama Sarcophagus: a Tragedy (1986) and Nobel Prize Svetlana Aleksievi\u10d's Chernobyl Prayer: A Chronicle of the Future, written ten years after the catastrophe. It is possible to analyse this novel from a feminist perspective: not by chance the main characters are three sisters who, through their testimony and sacrifice, contribute in keeping alive the memory of the tragedy
Khlebnikov -- dadaist
Nell'articolo si analizza una breve pi\ue8ce del primo periodo della produzione letteraria di Velimir Chlebnikov, "Gospo\u17ea Len\uecn" che presenta interessanti analogie con un "monodramma" precedente di Evreinov "V kulisach du\u161i" (1912) e una pi\ue8ce dadaista di Tzara "Un coeur \ue0 gaz" (1921)
Il teatro di Velimir Chlebnikov: tra monodramma e assurdo
Nell'articolo si analizza la produzione drammaturgica del poeta futurista russo Velimir Chlebnikov, con particolare riferimento alla breve pièce "Gospozha LenÏn" (La signora LenÏn), pubblicata nel 1913 sull'almanacco futurista "Dochlaja Luna" (La luna crepata). Vengono evidenziati i nessi con il teatro di Evreinov e in particolare con la sua concezione di "monodramma" da un lato e dall'altro con il teatro Dada, in particolare con Tzvetan Tzara e il suo "Un cuore a gas" del 1921. Il breve dramma di Chlebnikov risulta essere un anello di collegamento con il teatro dell'assurdo
Ka
Si tratta di un brano in prosa del poeta futurista russo Velimir Chlebnikov (1885-1922) che segue il suo doppio, Ka, nel suo viaggio di sogno in sogno e attraverso i secoli fino ai tempi del faraone egizio Amenofi IV (1375 a.C.-1334 a.C.) che abbandonoĚ il politeismo in favore del culto del solo dio Aton, il disco solare.
Si tratta di una vera summa dellâimmaginario onirico, qui presentato per la prima volta in italiano. Il viaggio quotidiano ed eterno in compagnia del doppio autoriale e universale eĚ transmitico e intercronico, non esonda, neĚ afferma, neĚ connota la dimensione del sonno e del sogno, ma semplicemente la riveste di un involucro di espressivitaĚ incalzante, intimo, radicale, costantemente specchiato nellâeterno