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HAI VOGLIA DI STUDIARE… ANALISI DI UN’ESPRESSIONE IDIOMATICA: TRA PRAGMATICA E MORFOSINTASSI
Tradizionalmente, le unità linguistiche costituite da più parole, o “espressioni multi-parola”, sono considerate un fenomeno di interfaccia tra morfologia e sintassi che possono avere significato lessicale o grammaticale e che, non di rado, assumono funzioni pragmatico-discorsive. Lo studio analizza la locuzione verbale V+N avere voglia in due usi idiomatici correlati: la costruzione infinitiva, in cui avere voglia è seguito da una preposizione e da un verbo all’infinito, con un valore che indica inutilità nel compiere un’azione reiterata, e.g., hai voglia di gridare (tanto nessuno ti sente); l’interiezione hai voglia, utilizzata con funzione di accordo tra due interlocutori. Nonostante i due utilizzi di hai voglia siano attestati sin dalla fine dell’800, l’espressione idiomatica presenta caratteristiche plausibilmente riconducibili ai processi di lessicalizzazione e grammaticalizzazione, per esempio, un grado di fissità maggiore rispetto al passato e, in contesti più informali, coalescenza dei costituenti (avoglia, aivoglia). Avanzando in direzione empirica, questo studio adotta una prospettiva sincronica e un metodo di indagine quanti-qualitativo. Da un punto di vista quantitativo, vengono analizzate le occorrenze di hai voglia all’interno del web corpus ItTenTen20 e del corpus di italiano parlato KIParla. Per il primo corpus, viene effettuata un’analisi morfosintattica delle oscillazioni nella forma superficiale della costruzione, e.g., avoglia, aivoglia, avoja; e della scelta dell’elemento a destra della locuzione verbale, e.g., hai voglia di/a/che/te. Nel corpus di italiano parlato, invece, il valore pragmatico della costruzione viene ricostruito adottando l’approccio dell’analisi conversazionale a due produzioni degli intervistati: una di parlato spontaneo, una semi-strutturata. I risultati delle due diverse tipologie di analisi consentono di ragionare sul rapporto tra il mutamento linguistico e le esigenze pragmatiche della comunità di parlanti.
Hai voglia di studiare... Analysis of an idiomatic expression: between pragmatics and morphosyntax
Traditionally, linguistic units consisting of several words, also called ‘multi-word expressions’, are considered a phenomenon at the interface of morphology and syntax that can have lexical or grammatical meaning and not infrequently assume pragmatic-discursive functions. The study analyses the verbal expression V+N avere voglia in two related idiomatic usages: the infinitive construction, in which avere voglia is followed by a preposition and an infinitive verb, with a value that conveys uselessness in performing a repeated action, e.g., hai voglia di gridare (tanto nessuno ti sente); the interjection hai voglia, used in function of agreement between two interlocutors. Although the two usages of hai voglia have been attested since the end of the 19th century, the idiomatic expression presents features that can be plausibly traced back to the lexicalization and grammaticalization processes, for example, a greater degree of fixedness than in the past and, in more informal contexts, coalescence of constituents (avoglia, aivoglia). Advancing in an empirical direction, this study adopts a synchronic perspective and a quanti-qualitative method of investigation. From a quantitative perspective, the occurrences of hai voglia within the web corpus ItTenTen20 and the spoken Italian corpus KIParla are analysed. For the former corpus, a morphosyntactic analysis of the different surface forms of the construction is carried out, e.g., avoglia, aivoglia, avoja; as well as the choice regarding the element to the right of the verbal expression, e.g., hai voglia di/a/che/te. On the other hand, for the corpus of spoken Italian, the pragmatic value of the construction is reconstructed by adopting the conversational analysis approach to two productions of the interviewees: a spontaneous speech production and a semi-structured interaction. The results of the two different types of analysis enable us to reflect on the relationship between linguistic change and the pragmatic needs of the speech community.
 
Brachial plexus impingement secondary to implantable cardioverter defibrillator: A case report
Le risorse infrastrutturali nel progetto di territorio
La nozione di territorio implica non solo le strutture edilizie, insediative e urbane, ma
associa queste alla massima parte delle strutture di percorrenza. Le infrastrutture di
trasporto primariamente incidono sul territorio a causa dell‟ovvia impossibilità di
esercitare una qualsiasi funzione in un luogo se prima non lo si è raggiunto; il
percorrere un territorio può quindi assumersi come prima strutturazione di un
ambiente in via di antropizzazione; le infrastrutture possono quindi essere considerate
come elementi generatori di luoghi, di centralità, di nodalità, come entità strutturanti e
condizionanti le città ed i territori. E‟ sulla base di queste considerazioni che si
avverte la necessità di una profonda interrelazione tra pianificazione urbanistica e
politica dei trasporti.
Il complesso e delicato rapporto fisico che si instaura tra assetto del territorio, sistema
delle infrastrutture ed uso del suolo, è da sempre ciò che identifica una determinata
forma di un territorio rispetto ad un‟altra e la diversità di questo ha determinato
numerose riflessioni teoriche e altrettante ricerche empiriche che hanno alimentato e
sostenuto la necessità di avanzare ipotesi di un riequilibrio territoriale.
Il progetto infrastrutturale va affrontato nei piani non solo in funzione dell‟efficienza
e della fattibilità tecnico-economica ma anche in rapporto alla compatibilità
ambientale, in una logica di progettazione globale ed integrata; non è solo struttura
formale, ma soprattutto elemento fortemente morfogenetico.
La continua mutazione che negli ultimi anni ha subito il territorio italiano, è stata
caratterizzata da modalità impreviste, dando luogo a trasformazioni indistinte, in un
processo di urbanizzazione diffusa che ha inevitabilmente generato aree fortemente
densificate da un lato, e altre di rarefazione insediativa dall‟altro.
A questa diffusione corrisponde una rete infrastrutturale estesa, ma essendosi adattata
in modo incrementale ed occasionale, risulta inadeguata frammentata e discontinua.
Il territorio contemporaneo si configura come un intreccio variegato e variopinto di
reti dove è facile perdere l‟orientamento, dove non è più leggibile un paesaggio
unitario. Nella difficoltà di dare una lettura univoca, di mettere a fuoco i temi e gli
obiettivi di un rinnovamento disciplinare, risulta efficace la capacità investigativa che
la ricognizione attraverso il video alla grande e alla piccola scala, è in grado di fornire
per cogliere i mutamenti e le trasformazioni in atto.
Il contributo che si propone investe il tema e le esperienze del „sistema delle
infrastrutture‟, proponendo un approccio unitario tra teoria e prassi, attraverso
l‟individuazione di alcuni casi studio specifici analizzati anche con l‟ausilio di
indagini visive e percettive
MICROBIOLOGICAL ASSESSMENT OF LAND SNAIL’S CAVIAR PRODUCED IN SICILY, SOUTHERN ITALY: A FIRST REPORT Microbial Diversity 2019
Terrestrial gastropods, commonly named snails, constitute a niche food product, traditionally appreciated by Italian consumers. Recently, attention has also been paid for land snails’ caviar, given the role they are playing in luxury gastronomy. The production of Sicilian snail caviar is constantly expanding, it is also exported to Spain, France, Portugal and Belgium. Sicily's climate facilitates its growth. Requested even in Russia, Switzerland and Dubai by starred chefs and in niche markets, caviar is currently sold at 1800 euros per kg, arousing curiosity and interest. However, as far we know, no toxicological and microbiological data are available in order to ensure the consumer health. This work aimed at give the first report on microbiological assessment of land snails’ caviar produced by Cornu aspersum species in Sicily (Southern Italy).All the sample pools examined were negative to the most tested microbes except to the Total mesophilic count, coliform, yeasts and moulds. The hygienic condition did not have a significant change after 10 and 20 days except for yeasts and moulds, that suffer a proportional increase of 1 log UFC/g. Regarding the pH and the free water, the sample pools showed overlapping values in the three analysis times.The results of microbiological analysis revealed good hygienic conditions of the product examined, showing an elevated shelf-life until 20 days of storage. The present work reported for the first time the health aspects of this innovative product, revealing the lack of necessity to the use of preservative additives (such as ascorbic acid etc.), that could compromise its organoleptic properties
Acute Carbon Monoxide Poisoning Resulting in ST Elevation Myocardial Infarction: A Rare Case Report
Effetti di body mass index e strategia volemica intra-operatoria sulla capacit\ue0 vitale forzata perioperatoria
Non-Laser Percutaneous Extraction of Pacemaker and Defibrillation Leads: A Decade of Progress
Aims
Non-laser-based methods are safe in lead extraction but in the past have been less effective than laser methods. In the past decade, new equipment has been introduced including the Evolution® Mechanical Dilator Sheath and the Evolution® RL. We sought to determine the impact of new equipment on outcome in mechanical lead extraction.
Methods and results
We considered 288 consecutive patients (age 66 ± 18 years) who underwent transvenous lead extraction (TLE) of 522 leads in the decade to the end of 2014. Three groups were identified: Group 1 (pre-Evolution® period, 76 patients, 133 leads), Group 2 (original Evolution® period, 115 patients, 221 leads), and Group 3 (Evolution® RL period, 97 patients, 168 leads). The age of leads was significantly greater in Groups 2 and 3 (6.2 ± 4.4 and 6.1 ± 5.4 years vs.4.7 ± 4.5, P < 0.05) as was the proportion of implantable cardioverter defibrillator leads (27.2 and 28.9 vs. 14.3%, P < 0.05). The groups were similar in the number of leads extracted per patient. Despite the increasing complexity of the systems extracted, complete extraction was achieved in a progressively greater proportion of leads (88.0% in Group 1, 95.5% in Group 2, and 97.6% in Group 3, P < 0.05), and procedure duration was similar. The proportion of leads for which femoral access was required was greater in Group 3 (11%, 18/164) compared with Group 2 (3%, 7/211), P = 0.006. The only major complications were a post-procedure subacute tamponade in Group 1 and an oesophageal injury related to transoesophageal echocardiography in Group 3.
Conclusion
With current equipment, mechanical extraction provides a good combination of efficacy and safety