77 research outputs found

    La forma crudele: letteratura e tradizione minoritaria

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    If 'cruelty' has a consolidated position in the Surrealist sphere, thanks to Antonin Artaud, the essay focuses on the attribution of a narrative connotation to the notion of cruelty. By resorting to the analysis of Deleuze and Guattari, and of George Bataille, the essay aims at broadening the perimeter of that concept to the point of indicating a convergence between motivation and literary form: 'cruelty' is not mimesis, it is not naturalist reconstruction, it is not a “descriptive or impressionistic ascertainment of a fact” but acts as a type of analysis and as a methodology for investigating the world and the experience. Overall, the essay tries to identify both the logical and aesthetic faces of the narrative of cruelty, which results in a paradoxical communication pushed to the opposite point of incommunicability by a fracture between words and things recorded on several levels by Michel Foucault, Reinhardt Koselleck, Walter Benjamin, Edoardo Sanguineti, and Fausto Curi

    Presentazione

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    The famous utopia imagined by René Etiemble (Comparaison n'est pas raison, 1963: 29) is today even more distant - and perhaps even more absurd - in the times of globalization and of the "transparent society": the radicality of his assumption seems the legacy of a dream of universalism and panlogism now vanished. In spite of what Claudio Guillén had hoped in his introduction of Entre lo uno y lo diverso (1985-2005), comparative literature of recent decades does not seem to have taken the road that history had pointed out.«L’istituto che sogno comprenderebbe naturalmente ellenisti e latinisti, ma anche sumerologi e egittologi, ma anche slavisti, specialisti di hindi e bengali, sinologi, germanisti e romanisti, ma anche semitisti, uomini esperti delle letterature ugro-finniche, turco-mongole, dravidiche, senza dimenticare il giapponese! Nella storia delle letterature tutto si tiene, e nessuno potrà mai comprenderne una, dico comprenderla, se non possiede qualcosa in più di semplici nozioni su un numero abbastanza grande di altre letterature».Per paradosso, questa celebre utopia immaginata quasi mezzo secolo fa da René Etiemble (Comparaison n’est pas raison 1963: 29) risulta oggi, nel tempo della globalizzazione e della «società trasparente», ancora più remota – e forse anche più assurda – di allora: così che la radicalità del suo assunto di fondo appare quasi il retaggio di un sogno di universalismo e di panlogismo ormai dileguato. A dispetto di quanto si era augurato, con cauto ottimismo, Claudio Guillén nella sua fortunata summa introduttiva (Entre lo uno y lo diverso 1985-2005: passim), la comparatistica degli ultimi decenni non sembra, infatti, avere imboccato con decisione la strada maestra che la storia – storia di muri caduti e di interconnessioni planetarie – le indicava

    Distance learning in Higher Education during the first pandemic lockdown : The point of view of students with special educational needs

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    The study investigates the perspective on distance learning (DL) of a sample of students with disability. Participants (N= 198; 62% females) completed an online questionnaire. The results highlight that students perceive both advantages and barriers, which vary as a function of the type of disability. This seems to suggest that DL potentials should be evaluated in relation to the specific vulnerabilities and educational needs associated with each type of disability, which might be accomplished by adopting the Universal Design for Learning framework. Also, it may be that the impact of DL depends on the discipline as well as on the teachers’ digital competences, which can make a great difference in the quality of the online lesson and in the overall didactic experience of students with SEN.Peer reviewe

    Le dimissioni del poeta. Una lettura di Baudelaire

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    La comunicazione analizza la posizione di Baudelaire rispetto al ruolo della poesia nella modernitĂ  attraverso la letttura di alcuni componimenti de "Les Fleurs du Mal"

    IL NARRATORE TRA IMPEGNO E ART POUR L’ART. A PARTIRE DA BENJAMIN.

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    La relazione analizza aspetti del percorso intellettuale e critico di Benjamin nella prima metĂ  degli anni trenta in riferimento al tema dell'impegno del narratore

    Vite di Balzac

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    Vite di Balzac è una biografia senza precedenti: un viaggio nella mente di Honoré de Balzac attraverso lo studio di nove dei suoi più grandi personaggi seguiti, osservati, analizzati nei diversi romanzi in cui fanno la loro apparizione. Brooks individua nel capitalista Gobseck, nell’aspirante scrittore Lucien de Rubempré, nell’ambizioso Rastignac, nella storia del desiderio risvegliato e represso di Henriette de Mortsauf, nel polimorfo Jacques Collin – alias Vautrin –, nelle fortificazioni sociali create da Antoinette de Langeais alcune delle figure capaci di rivelare e illuminare da una prospettiva originale la biografia, l’epoca e l’opera di uno dei più grandi autori della letteratura mondiale. Con l’affondare le mani nelle realtà politiche, economiche, familiari, psicologiche, Balzac, più di chiunque altro, ha inventato il romanzo ottocentesco, ma sono stati soprattutto i suoi personaggi – imprenditori, banchieri, inventori, industriali, poeti, artisti, bohémien di entrambi i sessi, giornalisti, aristocratici, politici, medici, musicisti, detective, attori e attrici, usurai, contadini, professori, prostitute – che gli hanno permesso di dare vita alle forze dinamiche di un’epoca da cui è scaturita la nostra

    Brecht e il metodo

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    Fredric Jameson è considerato il primo e il più rappresentativo critico letterario marxista americano. Negli ultimi trent’anni ha pubblicato numerosi saggi che, analizzando testi letterari e filosofici, sviluppano una personale prospettiva teorica neo-marxista (ricordiamo “Marxismo e forma” 1975, “La prigione del linguaggio” 1982, “Il postmoderno o la logica culturale del tardo capitalismo” 1989, “Tardo marxismo: Adorno, il postmoderno e la dialettica” 1994, “Una modernità singolare” 2003). Le sue posizioni nei confronti dell’istituzione letteraria sono divenute punti di riferimento in molti dibattiti contemporanei. Il libro “Brecht e il metodo” occupa un posto privilegiato tra le opere di Jameson: è un’articolazione del “metodo (letterario)” attraverso un inventario sistematico della storia delle opere critiche e letterarie di Brecht. In opposizione alla tradizione che da Galileo a Gadamer sostiene il metodo (scientifico)” come strumento neutro, e quindi affidabile per ottenere dei risultati di “verità imparziale e obiettiva, Jameson, insieme a Brecht, propone “il metodo” come un modello autocritico, pronto a mettere in discussione i propri presupposti e a diffidare dei risultati ottenuti
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