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La chiesa e il convento di Santa Chiara. Committenza artistica, vita religiosa, progettualità politica nella Napoli di Roberto d’Angiò e Sancia di Maiorca
Frutto del profondo legame che unì la coppia regale Roberto d’Angiò e Sancia di Maiorca all’Ordine francescano, il complesso di Santa Chiara fu avviato nel 1310. Impiantato a ridosso delle mura della città, Santa Chiara rappresenta non solo il maggiore complesso conventuale del Regno, ma anche un luogo dove, in alcuni frangenti, politica, religione, arte risultano così intimamente convergenti nelle loro finalità da aver alimentato la convinzione di una precisa volontà di pianificare i suoi spazi e la connessa decorazione in collegamento con tendenze millenaristiche attribuite ai frati e ai loro regali patroni. Sede di sepoltura di re Roberto e dei suoi diretti discendenti, ma anche polo ideale di riferimento dell’aristocrazia di corte, nel corso del Trecento la chiesa è stata teatro dell’attività di alcuni dei più grandi artisti italiani, quali Giotto e Tino di Camaino. Gli studi di storia dell’arte sull’edificio, incrementatisi in maniera significativa dopo la Seconda Guerra Mondiale, hanno finora privilegiato in un’ottica specialistica l’esame del contenitore architettonico e dei manufatti monumentali. È mancata finora una trattazione d’insieme che affrontasse in un’ottica moderna, da un lato, il rapporto del convento con la città, dall’altro, le intime relazioni tra istanze religiose, aspettative politiche, esigenze liturgiche, uso dello spazio sacro, che hanno determinato la forma della chiesa, l’allestimento degli arredi, la caratterizzazione iconografica dei programmi figurativi. Ad alcuni di questi problemi intende dare risposta questo volume, che mette insieme affermati studiosi italiani e stranieri, particolarmente sensibili a questa impostazione di ricerca, e giovani studiosi che hanno già dato prova delle loro competenze su tali complesse tematiche
Arredi liturgici dei secoli XI-XIII in Campania: le cattedrali di Salerno, Ravello, Amalfi, Caserta Vecchia, Capua
Nel lavoro si propone la ricostruzione del sistema degli arredi liturgici medievali delle principali cattedrali romaniche della Campania. Seguendo a ritroso le vicende di smantellamento e dispersione degli elementi dell’arredo liturgico in età moderna, la ricerca si concentra in particolare sull'assetto interno degli edifici nel Basso Medioevo (secoli XI-XIV)
Cultural Heritage, Art and Art Historical Research in Post-Catastrophic Sites
Riflettere sugli esiti dei terremoti sul patrimonio culturale italiano è lo scopo del volume che, prendendo spunto dall’evento sismico in Irpinia del 1980, sviluppa con ampio raggio tematico e cronologico il tema della ricostruzione, del recupero e delle scoperte che seguono alla primaria operazione di messa in tutela del territorio e di salvaguardia delle persone coinvolte. Il bene culturale diventa così luogo della memoria, diversamente esperito da chi lo vive e da chi lo scopre in seguito a un evento traumatico. Ritesserne la storia significa recuperare la forza emotiva che ci lega ai nostri territori, attribuendo loro un significato profondo che consente alle opere d’arte di riconnettersi ai contesti come elementi significanti dell’esperienza individuale e collettiva dell’uomo
L'altare medievale. Recenti acquisizioni e prospettive di ricerca
Il saggio offre l’occasione per fare il punto aggiornato degli studi, presentando le più recenti acquisizioni sulla nascita dell’altare cristiano e le tendenze attuali nella ricerca storico-artistica relativamente allo studio di questo arredo liturgico
Die Kirchen Santa Chiara und Santa Maria di Monteoliveto als Bestattungsorte der Adligen in Neapel
The location of burial places within the sepulchral practice of the Neapolitan nobility of the 14th and 15th centuries throw light upon the structuring of the urban space of the city. Besides the big churches of the mendicant orders in the centre of Naples, the churches of Santa Chiara, San Giovanni a Carbonara and Santa Maria di Monteoliveto, which hosted the tombs of the dynasties, were used despite their peripheral location as prestigious burial places. This paper examines exemplarily the involvement of the Neapolitan nobleman in the decoration of the two dynastic sepulchral churches of Santa Chiara (Anjou) and Santa Maria di Monteoliveto (Aragon). Both churches reveal a continuity in the sepulchral practice of the Neapolitan nobility because of their status as “royal churches”. This continuity was maintained through dynastic crises across the 14th and 15th centuries. Nevertheless, there was a formal and stylistic development in the tomb monuments of both churches. Santa Chiara houses the Gothic types that were typical for the 14th and the early 15th century, while in Santa Maria di Monteoliveto a variety of innovative types of the early Renaissance can be found
The Easter Tuesday Procession in Early Medieval Montecassino: The Path as Cultural Technique
This chapter explores the the origins and developments of a length-procession that constituted a highpoint of the year for the monks of Montecassino in the eighth and ninth century, and remained prominent in the community's memory for centuries later: the Easter Tuesday Procession. It asks what the procession did in and with the space in which it was performed in four steps: texts, sites, zones, and the path. A new way of a approaching the procession as a cultural technique of spatialization is proposed