145 research outputs found

    Gli studenti dopo l’Unità: patriottismo, protesta corporativa e impegno politico,

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    Un’analisi ravvicinata degli episodi di mobilitazione associativa e contestativa degli studenti, così come si estrapolano dalle fonti ministeriali, dalle discussioni parlamentari e soprattutto dalla stampa coeva – in particolare incrociando diverse e contrastanti letture – consente di cogliere alcuni dati strutturali e di lunga durata di questa casistica. Benché espressione di minoranze combattive che, solo a tratti, seppero interpretare il disagio delle comunità studentesche nel loro complesso, ed esserne appieno rappresentativi, questi fermenti ci permettono di guardare dentro e fuori dall’università, combinando punti visuali complementari. Anzitutto per cogliere nella mentalità e nei modelli comportamentali degli studenti alcuni importanti cambiamenti in atto: da un lato, l’onda lunga del volontarismo garibaldino, l’epos eroico e il protagonismo generazionale, ereditati dal Risorgimento, si vanno coniugando con esperienze di alfabetizzazione non più genericamente patriottica ma via via più specificamente politica e d’impegno civile, dall’altro si fa strada una coscienza collettiva di tipo corporativo, tendenzialmente interuniversitaria, volta all’affermazione e alla difesa dello status studentesco e, in prospettiva, di quello professionale e sociale. Le dinamiche conflittuali tra studenti e autorità accademiche e/o politiche sono anche lo specchio dei ritardi, delle contraddizioni e distorsioni del processo di nazionalizzazione dell’università: nella transizione problematica dal vecchio al nuovo si sconta una complessiva debolezza progettuale che punta all’uniformità piuttosto che alla rifondazione del sistema d’istruzione superiore. Infine, è la maturazione lenta del sistema politico italiano e l’ottica più amministrativa che politica adottata dalla sua classe dirigente che si disegna sullo sfondo dell’accidentato processo in fieri di trasformazione degli studenti del Regno da sudditi in cittadini

    O diálogo como estratégia de enfrentamento do bullying

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    Orientadora : Aline de O. GonçalvesMonografia (especialização) - Universidade Federal do Paraná, Setor Litoral, Curso de Especialização em Gênero e Diversidade na EscolaInclui referênciasResumo : O bullying é um fenômeno caracterizado por atitudes agressivas, intencionais e repetidas que ocorrem em relações desiguais de poder. Este artigo apresenta uma discussão teórica sobre o fenômeno e analisa algumas estratégias utilizadas para combatê-lo em um contexto escolar. A metodologia foi baseada na revisão bibliográfica e na aplicação de um questionário quantitativo e qualitativo. O instrumento de pesquisa foi elaborado pelos/as autores/as e respondido por quinze professoras de nível fundamental de uma escola na cidade de Blumenau (SC). A aplicação do questionário possibilitou conhecer as estratégias utilizadas pelas respondentes e a efetividade dessas ações, observada por elas mesmas. A partir das informações obtidas, foram propostos diálogos sistematizados com alunos/as e familiares como forma para a conscientização e enfrentamento do bullying, conforme prevê o Programa de Combate à Violência Sistemática (Bullying) através da Lei Nº 13.185 de 06 de novembro de 201

    Dynamic QuantiFERON Response in Psoriasis Patients Taking Long-Term Biologic Therapy

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    INTRODUCTION: The risk of active tuberculosis is increased in psoriasis patients receiving biologic drug therapy. The QuantiFERON-TB Gold In-Tube assay (QFT) is used for latent tuberculosis screening in these patients. This study presents a retrospective analysis on repeated QFT assays, investigating the influence of biologic drugs and isoniazid therapy on the outcome of the assay. METHODS: Serial QFTs of 58 psoriasis patients, who received biologic drug therapy, were evaluated at baseline and after 12 months of treatment. Patients were retrospectively divided in four groups according to QFT results at baseline and at follow-up: patients having a QFT reversion (from positive to negative results); patients with a conversion (from negative to positive); patients confirming the baseline results, either positive or negative. RESULTS: At the end of the 12-months period, 11.1% of patients with a negative QFT result at baseline presented a conversion, showing low interferon (IFN)-gamma values, whereas 6.9% of positive patients presented a QFT reversion. When the test was repeated after 2–3 months without isoniazid chemoprophylaxis, patients with QFT conversion showed negative results. No patient developed active tuberculosis. CONCLUSIONS: In patients undergoing biologic therapy, a positive QFT assay needs to be further confirmed, as false-positive results may occur after long-term therapy. Repeating QFT tests in patients with low IFN-gamma values could reduce the incidence of false-positive latent tuberculosis infection diagnosis, thus preventing unnecessary tuberculosis chemoprophylaxis. In conclusion, a dynamic QFT response is possible in psoriasis patients undergoing biologic therapy

    Reducing bias on soil surface CO2 flux emission measurements : Case study on a mature oil palm (Elaeis guineensis) plantation on tropical peatland in Southeast Asia

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    We are highly grateful to Ham Jonathon, and Steward Saging for their help and in the field work, setup of the experiments, assisting with data collection and most importantly permission to utilize the dataset.Peer reviewe

    "Le ragioni della nostra guerra". Mobilitazione culturale e nazionalismo scientifico all'Ateneo di Pavia (1915-1918)

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    La lente di ingrandimento dell’approfondimento storico è puntata sulle posizioni di coloro che tra gli scienziati italiani, prima per spingere verso l’intervento, e soprattutto dopo la dichiarazione di guerra, si convinsero della sua ineluttabilità, positività, necessità e variamente la argomentarono per legittimarla, spiegarla, orientarvi l’opinione pubblica con le risorse della propria autorevolezza culturale. In particolare, voci e testi di studiosi dell’ateneo pavese, ossia di una comunità universitaria nella quale i venti di guerra spirarono con particolare veemenza, paiono emblematici di questa “guerra di parole” e significativi per domandarsi, a un secolo di distanza, quale ne fosse il sostrato ideologico e identitario, quali le implicazioni e conseguenze nelle diverse discipline, quali infine il nesso con la dimensione esistenziale individuale e collettiva

    Fra le righe. Carteggio fra Carlo Rosselli e Gaetano Salvemini

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    Il carteggio tra Carlo Rosselli e Gaetano Salvemini si apre nel 1925, all'indomani del discorso mussoliniano che inaugurava la dittatura fascista, e si conclude nel marzo 1937, poco prima dell'assassinio di Carlo e Nello Rosselli a Bagnoles-de-I'Orne. Nell’arco di questi 12 anni le lettere accolgono riflessioni e giudizi, previsioni e speranze, polemiche appassionate e discussioni illuminanti per la conoscenza della storia del movimento di “Giustizia e Libertà”, ma anche per le vicende dell’emigrazione politica italiana in Europa e negli Stati Uniti, per la messa a fuoco, da angoli visuali non coincidenti, della politica internazionale – il suicidio del socialismo tedesco, l’appeasement britannico, l’esperimento sovietico, l’isolazionismo americano, le ambiguità del socialismo austriaco e di quello francese - e, su quello sfondo, per la disincantata riflessione sulla parabola ascendente del fascismo, sulle sorti della democrazia e sull’avanzata dei totalitarismi. Vi confluisce anche la testimonianza diretta delle iniziative rivolte all’opinione pubblica europea e americana – le “campagne” di stampa che Salvemini sapeva “montare” da maestro su casi specifici, la pubblicazione dei libri e dei pamphlets, l’avvio delle battaglie legali, il laboratorio aperto del giornalismo nei “Quaderni di G.L.” e poi nel settimanale rosselliano, con la ricerca strenua di linguaggi nuovi e di un respiro culturale e politico più ampio -, in una collaborazione che, da sponda a sponda, empiricamente individuava strategie comunicative e strumenti efficaci per contrastare la costosa e pervasiva macchina propagandistica del regime. Va da sé che il valore documentario della corrispondenza travalica l’interesse biografico per i due interlocutori, pur protagonisti di rilievo della storia del XX° secolo, e si offre come uno specchio per ripercorrere, dall’avvento della dittatura fascista all’aggressione italiana dell’ Etiopia e poi alla guerra civile in Spagna, temi e momenti della storia d’Italia e del mondo. Il volume è arricchito dal testo del memoriale, sin qui inedito, che Salvemini scrisse ad Harvard nel 1934 per difendersi dall'accusa di terrorismo formulata a suo carico dal Tribunale speciale fascista in relazione allo scoppio di un ordigno in San Pietro nel 1933
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