101 research outputs found

    Scuola tedesca, scuola francese, scuola italiana alle origini della Sprachwissenschaft

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    German school, French school, Italian school at the beginning of the Sprachwissenschaft. The developments of the Schools of Linguistics in the 1800s are not easy to trace; this depends first of all on how the scientific debate, which at the time was essentially interdisciplinary, was conducted, i.e. in a variety of different places: in journals that were not necessarily specialized, in exchanges of letters, around issues related to professorships and academic posts. Still in the mid-twentieth century there were not many institutional places of scientific debate. Looking at this process in a finer perspective, observing the multiple places of debate at its beginnings, one can observe how the “fabric” of nineteenth-century linguistics, so rich and jagged, shows not only the traces of typically national linguistic reflections, but also of supranational interweaving processes that are the expression of a particular scientific or cultural cohesion among the scholars

    Silenzi e voci di donne nell'antichità classica

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    Nello studio della voce, contestualmente prodotta e/o registrata, è oggi possibile usufruire di modelli quantitativi, e pertanto verificabili, ciò non è invece possibile per lo studio della voce nell’antichità. In questo caso si può tuttavia fare ricorso a modelli di analisi qualitativi che sfruttano gli aggettivi descrittivi, spesso metaforici, utilizzati di volta in volta nei testi per descrivere la voce. Si tratta delle cosiddette etichette associate agli usi letterari del termine “voce” la cui analisi e classificazione permette di evidenziare i modi della rappresentazione linguistica delle esperienze percettive condivise sul piano culturale. Dall’analisi delle “etichette” è possibile inoltre comprendere i fondamenti fisio-psicologici e/o socioculturali della loro stessa attribuzione

    Lingua e patologia. I sistemi instabili

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    Il volume, quinto della collana "Linguistica delle differenze", raccoglie contributi dedicati alle manifestazioni di usi linguistici periferici, diversi dalla norma, tradizionalmente definiti 'disturbati', oggetto di interesse delle discipline che si occupano del linguaggio così come di quelle che si occupano della salute dell'essere umano. Tema specifico del volume sono i 'sistemi instabili', periferia linguistica ampia e complessa, diversificata in base a parametri variazionistici diatopici, diastratici, diafasici e diamesici, e anche diacronici. Il centro di questa periferia, rappresentato dagli usi medi che i locutori fanno del sistema, ha tuttavia carattere mobile, e le scelte potenziali, che la norma non contempla ma che permangono in potenza, sono alla base dell'instabilità stessa del sistema. I sistemi instabili accolgono pertanto realizzazioni diversificate, spesso apertamente stigmatizzate come 'altre', avverse alla norma, che vanno dai giochi linguistici alle più dolorose realizzazioni degli alienati mentali

    Lingua e patologia. Le frontiere interdisciplinari del linguaggio

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    Il volume focalizza il suo obiettivo sulle implicazioni linguistiche nella pratica clinica indirizzata allo studio delle patologie del linguaggio, così come nella comunicazione in specifici ambiti disciplinari (come quello medico, forense etc.), rinnovando la vocazione fortemente interdisciplinare degli studi sul parlato. Nella pratica della comunicazione tra paziente e operatore, così come nel trattamento delle patologie linguistiche e comunicative, dove l'interpretazione dei disturbi e dei deficit dei pazienti e la messa a punto di trattamenti vòlti al loro recupero passa necessariamente anche attraverso lo strumento linguistico, non può che ritenersi auspicabile l'integrazione e collaborazione tra scienza linguistica e scienza medica. Mantenendo saldi i principi su cui ciascuna di queste discipline si fonda, scopo del volume nel suo complesso attraverso la molteplicità dei contributi qui raccolti è mostrare l'opportunità della partecipazione attiva, teorica ed empirica, del linguista nella valutazione delle specifiche competenze linguistiche dei pazienti così come nella costruzione delle più opportune strategie di recupero. Manca infatti, allo stato attuale delle conoscenze mediche e cliniche, una matura consapevolezza delle potenzialità dello strumento linguistico quale modulatore di alleanze e di conflitti tra paziente e operatore. D'altra parte resta un dato di fatto facilmente osservabile che il progresso della linguistica teorica, nonché degli studi sul parlato insieme ai risultati raggiunti dalla linguistica dei corpora, non abbiano prodotto finora altrettanti progressi nell'approccio clinico ai disturbi del linguaggio dove l'individuazione e valutazione delle produzioni patologiche, quasi sempre private dei relativi, ancorché indispensabili, contesto e cotesto, manca spesso di una convincente cornice teorica e metodologica a sostegno dell'analisi linguistica del dato. Si avverte peraltro, oggi più che mai, la necessità di una ricognizione sistematica e organizzata delle diverse 'lingue patologiche', condotta sulle concrete produzioni dei pazienti e raccolte con criteri che le rendano riosservabili e analizzabili anche sotto diverse prospettive disciplinari (linguistica, clinica, neurologica, psicoterapeutica ecc). Il volume, ponendosi al crocevia tra comunicazione e relazione di cura, e tra clinica e strategie di riabilitazione, volge pertanto particolare attenzione a più macro-aree di osservazione e annotazione linguistica, tra cui il rapporto paziente-operatore, che si esprime attraverso la costruzione di una relazione linguistica su cui si innestano non di rado le relative strategie diagnostiche e terapeutiche; e la produzione di malfunzionamenti linguistici chiaramente riconoscibili rispetto alla produzione considerata standard e che comprendono tanto gli errori di pronuncia tipici, ad esempio, delle dislalie, quanto le alterazioni prosodiche derivanti da deficit neurologici più profondi, fino ai disturbi del lessico o della sintassi, all'anomalia dei processi sintagmatici e paradigmatici riferibili a diverse 'grammatiche' o 'lingue patologiche', ivi incluse le patologie mentali. Punti focali delle riflessioni su cui è costruito il II volume di questa collana sono le nuove frontiere della ricerca linguistica empirica, al crocevia tra linguistica teorica, filosofia del linguaggio e medicina

    Annotazioni sul lessico

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    Il contributo è dedicato al lessico, nella convinzione che su di esso il testo schizofrenico costruisca ‘l’edificio’ della sua semantica. Il lessico del corpus viene esaminato sia qualitativamente, attraverso l’analisi dei principali fenomeni ricorrenti, sia quantitativamente, valutandone numerosità dei lemmi e occorrenza delle forme rispetto alle diverse classi di parole. In questa prospettva, nel monologo in–coerente del paziente schizofrenico, si ravvisa una modalità testuale particolarmente divergente rispetto al parlato ‘normale’ nel quale le forme tendenti al monologo sono piuttosto caratterizzate da maggiore pianificazione e opposta distribuzione delle forme

    La catena trasversale dei vocaboli tra oggetti e idee. Cesarotti e la motivazione del segno

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    Contrariamente al luogo comune che colloca la nascita della scienza del linguaggio nel corso del XIX secolo, una storia delle riflessioni sul linguaggio e sulle lingue che prescinda dalla storia degli insegnamenti accademici ha in realtà radici ben più profonde. A questa storia appartiene anche Melchiorre Cesarotti, il cui contributo a un dibattito più maturo sul linguaggio, significativamente spostato sul terreno del sociale, è forse meno noto, ma certamente anche l’opera dell’abate ha contribuito alla costruzione di una pagina poco nota, eppure significativa, della storia dei nostri studi linguistici. In questo contributo si mette in evidenza come, nella complessa architettura relativa alla natura del segno inizialmente assunto come un precipitato di un’originaria capacità designativa analogica rispetto all'oggetto, Cesarotti prefiguri un distacco dalla primordiale visione ingenua di questo rapporto e, allo stesso tempo, un'apertura verso un’originale considerazione delle capacità analogico-associative del pensiero riflesse nella catena trasversale in grado di unire idee e oggetti

    Allonimia: dai Quartieri napoletani a Forio d’Ischia

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    In Western societies nicknames are the only vital and creative type of anthropic naming. Being more transparent than surnames, they identify the relationship between the individual and the group through their connotative function. In some cases, nicknames have ended up being a sort of parallel registry office (e.g. in Chioggia, to a lesser extent in Forio d’Ischia) as is shown by the still widespread display of funeral posters in restricted areas of the urban territory (e.g. in popular Neapolitan ‘Quarters’) and on the isles of Procida, and Ischia. The nicknames of the deceased, which refer to their jobs, physical or moral qualities, origins etc. (bsniss ‘business’, chiappin ‘cunning’, chianchiere ‘butcher’, vrnaiola ‘fodder seller’) point to the relationship between inhabitants and territory, and give a glimpse of the microeconomy within “restricted” urban networks. These nicknames, whose motivations will be discussed, allow us to describe the city through its inhabitants, as they preserve both natural and anthropic signs of time

    Come studiare l'italiano parlato? Parlato spontaneo e corpora di parlato

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    1. Priorità della lingua parlata nella storia della linguistica e prospettiva grafocentrica della ricerca linguistica 2. Cosa è il 'parlato'? 2a. Il parlato come modalità fisica di trasmissione (dalle macchine parlanti del 600 e 700 alla linguistica applicata all’insegnamento delle lingue straniere e alla riabilitazione degli handicaps sensoriali) 2b. Il parlato come modalità semiotica di emissione (la produzione dei 'semicolti': la Confessione di Bellezze) 2c. Il parlato come modalità d'uso di una lingua, insieme di usi linguistici (corpora di parlato) 3. I corpora di parlato I corpora di parlato, acquisiti in varie condizioni, sono di fondamentale importanza per la descrizione e la conoscenza del funzionamento della lingua parlata in tutte le sue tipologie di impiego così come per la predisposizione di strumenti applicativi utili alla realizzazione di sistemi di riconoscimento del parlato e di produzione di voce sintetica 3.a. I corpora di parlato italiano (AVIP-API - CLIPS) 4. La variabilità fonica del parlato e il ruolo del contesto 5. Le difficoltà nello studio del parlato: l'ipoarticolazione. Importanza della prosodia. 6. Nella comunicazione parlata i complessi processi della significazione non si svolgono tutti ed esclusivamente nel testo (inteso in senso tradizionale come successione lineare di unità linguistiche) ma sono spesso esterni al testo, affidati a componenti extralinguistici o paralinguistici (come la prosodia e qualità della voce, la mimica facciale e la gestualità, le modalità dell’interazione dialogica, i rinvii e le allusioni al mondo circostante, il gioco delle inferenze, delle presupposizioni e delle intenzioni). Tutti questi aspetti, che nella comunicazione parlata agiscono in modi variabili e poco prevedibili, sono invece assenti nella comunicazione scritta oppure, se presenti, sono prevedibili (in quanto canonizzati dalla tradizione). Le aree di ricerca intorno alla lingua parlata sono pertanto molteplici: 5.a. parlato e fonetica segmentale 5.b. parlato e prosodia 5.c. parlato, morfologia e sintassi 5.d. parlato e lessico 5.e. parlato e varietà regionali 5.f. parlato e testualità 5.g. parlato e dinamiche comunicative 5.h. parlato e didattica dell'italiano 5.i. parlato e sordità e patologie in genere 5.l. parlato, emozioni, sentimenti e atteggiamenti 5.m. strumenti per lo studio, la codifica e la rappresentazione del parlat
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