2,622 research outputs found

    Updates in intravesical electromotive drug administration(A (R)) of mitomycin-C for non-muscle invasive bladder cancer

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    Electromotive drug administration(A (R)) (EMDA) increases the local drug efficacy by controlling and enhancing transmembranous transport into tissue. EMDA of intravesical mitomycin-C (MMC) has been used for treatment of non-muscle invasive bladder cancer (NMIBC) for about a decade on the basis of laboratory studies that demonstrated an enhanced administration rate of MMC into all bladder wall layers after EMDA compared to standard instillation/passive diffusion (PD). Higher MMC concentrations might have a clinical impact since EMDA was associated with lower recurrence rates than PD in randomized studies. Further data suggest that EMDA/MMC is at least equivalent to BCG in treatment of high-risk bladder tumours. In addition, BCG combined with EMDA/MMC as well as preoperative EMDA/MMC are new therapeutic strategies with promising preliminary results in terms of higher remission rates and longer remission times. In summary, these findings suggest that EMDA for MMC delivery in the bladder could be a major therapeutic breakthrough in the treatment of NMIBC

    Modelli di risk management nel project financing:case studies ed implicazioni per gli istituti di credito bancari

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    2014 - 2015L’attività di ricerca si inserisce nell’ambito del Risk Managament, con specifico riferimento al Risk Analysis e Risk Allocation applicati alla finanza strutturata. Le attività di Risk Management, con specifico riferimento al project financing, si articolano in una prima fase nell’identificazione dei rischi e in una successiva fase nell’allocazione e distribuzione degli stessi tra i partecipanti all’operazione. L’obiettivo principale è stato di analizzare i rischi che si manifestano nelle operazioni di Project Financing e sviluppare modelli di valutazione per stimare il livello di rischiosità di un progetto al fine di minimizzare e gestire la volatilità dei flussi di cassa e mantenere un profilo rischio-rendimento del progetto accettabile per i tutti i soggetti coinvolti nell’operazione. La volatilità infatti può negativamente condizionare il valore del progetto, un’attenta analisi dei rischi può evitarlo o almeno ridurre i suoi effetti. Il presente lavoro descrive due modelli, il cui fine è la stima della rischiosità del progetto, l’utilizzo di derivati finanziari per controllare il rischio di domanda, l’applicazione degli alberi binomiali come valida alternativa per l’analisi di sensitività e in ottica delle disposizioni di Basilea un’analisi quantitativa di progetti a partire dal rating del progetto. Una delle fasi più critiche di un Progetto di Finanza è quella relativa alla fase di configurazione della struttura finanziaria, ovvero il mix tra debito e capitale che a sua volta determinerà la leva finanziaria. Il primo modello sviluppato in questo lavoro ha come obiettivo principale quello di proporre una ipotesi di struttura finanziaria, che sia in linea con i profili delle società operanti nello stesso business del progetto. . Il secondo modello proposto misura il rischio per le differenti tipologie di opere (calde, fredde e tiepide), utilizzando la consueta formula di misurazione rischio: Rischio=Impatto∗Probabilità In particolare, la stima dell’impatto è stata determinata distribuendo un questionario mentre la probabilità è stata calcolata con un processo di AHP (Analytic hierarchy Process) considerando l’unicità del progetto. Si e ritenuto indispensabile, infine, un approfondimento circa i possibili ruoli delle banche, necessario per comprendere meglio alcuni concetti nodali rispetto al rating e al pricing di un progetto. Nell’ultimo capitolo sono state trattate le valutazioni e le considerazioni di base, in ottica Risk Management e in ottica Basilea, che una banca è chiamata a sviluppare prima di decidere se partecipare o meno ad una operazione in project. [a cura dell'autore]XiV n.s

    Editoriale

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    Brevi considerazioni intorno alle nuove frontiere in tema di global commons: sostenibilità dello sviluppo attraverso (meri) atti di soft law?

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    This essay explores the existence of an inescapable relationship between sustainable development and soft law, with special regard to Resolution 66/288 adopted by the General Assembly of the United Nations as outcome of the UN Conference on Sustainable Development (held in Rio de Janeiro, Brazil, on June 20-22, 2012). It is based, on the one hand, on a brief analysis of the Resolution, seen in continuity with respect to previous acts within a more general process of “lawmaking” and, on the other hand, on the analysis of its legal nature. The latter shows that, despite the “soft” nature of the “commitments” set out by the Conference of Rio+20, their ability to fill those normative gaps still left to discretion of States is not affected, since they can potentially play a significant role in the definition of national policies. Moreover, it remains the responsibility of all States to implement these “commitments”, as a corollary of a more general duty of international cooperation, since the major issue at stake is the virtuous and integrated management of environmental sustainability where the environment rises to the status of a “global common”

    Bandersnatch, ovvero sulla possibilità di altri futuri. Distopie e linee di fuga al tempo del realismo capitalista ricerca

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    This paper demonstrates that Bandersnatch (2018), an episode of the Black Mirror series, reflects the current condition of the subjectivities in the participative society of ‘capitalist realism’ (Fisher 2018). Additionally, the proposed study aims to shed light on the underlying idea of subversion or resistance promoted by Charlie Brooker, the screenwriter of the TV series. Since the film blends fiction and fact, we will firstly discuss how the episode has been constructed by Brooker and David Slade (the film director) focusing on references to past events. Secondly, we will argue that interactivity can be seen as a metaphor for the actual paradigm of participative politics. Then, we will discuss the connections between contemporary subjectivity (or, according to some scholars, ‘techné’) and the web (which is intended here as the connections between structure and human/non-human actors). Finally, we will present the idea of ‘retroactivism’, that is opening new possibilities of the imaginary (which is an essential element of the Bandersnatch episode). Additionally, we will discuss the idea of ‘capitalist realism’, that is the most coherent description of the actual society and the relevance of dystopia as a narrative that influences and shapes reality

    Propuesta de modelo de análisis de portafolio de clientes. Caso: Empresa Comercial de Agroinsumos

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    Esta tesis tiene por objetivo principal proporcionar a las empresas de agroinsumos un modelo que sirva como base para aplicar la estrategia comercial que les permita entender y lograr la satisfacción de sus clientes. Se basa en un marco teórico que luego de repasar varios conceptos, propone un modelo de análisis de clientes propio, utilizando como caso único de estudio, una empresa familiar. Utilizando información obtenida de la propia empresa y mediante el uso de software libre R y Python se realiza la segmentación utilizando Recencia, Frecuencia y Valor Monetario (RFM) y el análisis del valor del cliente (CLV), para luego generar un análisis integrado de los puntos anteriores y finalmente, realizar los trabajos de campo, donde se destacan la encuesta de Net Promoter Score (NPS) y las entrevistas en profundidad. Entre los resultados obtenidos, se puede confirmar que la industria de agroinsumos tiene la necesidad de un nuevo modelo para el análisis de los clientes, que permite generar información y potenciar la toma de decisiones, en donde las personas que dirigen estas empresas, deben tener como objetivo permanente la búsqueda proactiva de las necesidades de sus clientes

    Abuso del diritto e clausole generali in una prospettiva multidisciplinare

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    2012-2013La clausola della buona fede è stata oggetto di un intenso dibattito dottrinale che ha messo in evidenza le sue molteplici funzioni: criterio di valutazione delle condotte dedotte nel contratto, strumento per individuare condotte ulteriori ed esigibili nei limiti dell’apprezzabile sacrificio, fonte di obblighi a carattere protezionistico. In tal senso la buona fede presenta un diretto collegamento con l’art. 2 Cost. e con il valore della solidarietà di cui tale norma è espressione. Esso rappresenta nel nostro ordinamento un modo grazie al quale è possibile effettuare il controllo delle sopravvenienze contrattuali, soprattutto nei rapporti di durata, nonché gestire la fase esecutiva di essi laddove nascano “naturalmente” squilibrati. E’ questo il caso del contratto di lavoro subordinato. Il fondamento della debolezza del lavoratore è ricollegabile, da una parte allo squilibrio del mondo del lavoro e al coinvolgimento personale di esso, dall’altra alla conformazione del rapporto di lavoro in base alla quale il datore esercita poteri discrezionali sindacabili da parte del giudice attraverso il filtro delle clausole generali. L’utilizzo di quest’ultime in chiave valutativa dei poteri datoriali, tuttavia, ha faticato a trovare piena legittimazione nel diritto del lavoro in virtù della presenza dell’ art. 41 Cost. che, sancendo la libertà di iniziativa economica privata, sembrerebbe non lasciare spazio ad una sindacabilità delle scelte imprenditoriali se non nei limiti della “non contraddizione” e della “imparzialità” delle stesse. Sotto la vigenza del regime corporativo, infatti, essendo l’attività produttiva orientata al perseguimento di una finalità pubblica, i poteri datoriali erano giustificati solo in vista di tale scopo mentre l’interesse del prestatore era tutelato in modo residuale e “occasionalmente protetto”. In seguito si accede all’idea che non vi sia una subordinazione della posizione del singolo lavoratore a quella imprenditoriale derivante dall’essere quest’ultima finalizzata al perseguimento del superiore interesse della produzione nazionale. La dottrina, pertanto, elabora il criterio dello sviamento della funzione causale dell’atto in base al quale si invalidano le manifestazioni di volontà che si allontanino da questa. Il limite di tale ricostruzione, tuttavia, è da individuare nel riconoscimento della libertà delle scelte imprenditoriali che implica l’assenza di un obbligo di comportarsi da buon imprenditore. Attualmente la tecnica maggiormente usata dalla giurisprudenza in tema di sindacato sulla legittimità delle scelte imprenditoriali, è quella dell’ ”abuso del diritto” che si ha nell’ipotesi in cui un diritto venga ad essere apparentemente esercitato entro la “cornice normativa” che lo riconosce ma per finalità estranee a quelle per le quali è stato attribuito dal legislatore. Nella valutazione dell’ abusivismo della condotta, ruolo cardine è svolto proprio dalle clausole di correttezza e buona fede che svolgono una funzione di chiusura del sistema orientando i privati a perseguire il valore della solidarietà anche nell’esercizio della libertà contrattuale. Recentemente, infatti, la giurisprudenza ha avuto modo di affrontare la problematica dell’abuso nel noto “caso Renault” (Cass. Civ. 18 settembre 2009 n. 20106). In questa occasione si è precisato che ogni diritto non è completamente libero nel suo esercizio soggiacendo a due limiti: uno di carattere causale, secondo il quale l’esercizio dello stesso non deve essere contrario alla ragione per la quale il legislatore ne ha riconosciuto la titolarità, l’altro, di natura modale, che impone di esercitare il diritto arrecando il minor sacrificio possibile agli interessi della controparte. Partendo da questa pronunzia si è estesa la riflessione al campo del diritto del lavoro dedicando particolare attenzione all’istituto del mobbing, nonché allo straining, oggetto di un recentissima sentenza della Cassazione (n.28603/2013). Si è analizzata, in particolare, la possibilità (in assenza di una tutela penalistica ad hoc e stante la dibattuta sussumibilità nell’art. 572 c.p.) di stigmatizzare le condotte datoriali sotto il profilo dell’abuso con riguardo ai profili di responsabilità datoriale nelle ipotesi di mobbing sia verticale che orizzontale. La tematica dell’abuso, inoltre, ha ricevuto nuova linfa a seguito di un intervento normativo (art. 30 l. n. 183/2010). Tale disposizione reca con sé il rischio di una eccessiva ingerenza del giudice in valutazioni di pertinenza esclusiva dell’imprenditore, fenomeno a cui si è ovviato sancendo il divieto di controllo giudiziale sul merito e sull’opportunità delle decisioni tecniche, organizzative e produttive del datore lasciando all’operatore del diritto il delicato compito di far sì che la libertà di iniziativa economica non si svolga in contrasto con l’utilità sociale e non arrechi danno alla dignità umana del lavoratore. [a cura dell'autore]XII n.s
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