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    Aspetti diagnostici e prognostici dei linfomi gastrointestinali: correlazione fra esame endoscopico e reperto istologico.

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    I linfomi extranodali primitivirappresentano circa il 30% di tutti i linfomi maligni; un terzo circa di questi linfomi ha origine dall'apparato gastrointestinale. Dal 1981 al 1991 presso il Srvizio di Endoscopia Digestiva dell'Università Di Modena venivano sottoposti ad esami endoscopici 136 pazienti per linfomi maligni con localizzzazione gastrointestinale. In 39 casi si trattava di pazienti con primitiva localizzazione gastrointestinale; nei restanti 97 casi l'esame endoscopico veniva effettuato per completare eventuali procedure di stadiazione o per definire una sintomatologia gastrointestinale in soggetti con diagnosi di linfoma. In questi 39 pazienti abbiamo cercato la correlazione tra quadro endoscopico e le caratteristiche istologiche, osservando una stretta correlazione tra aspetti di malignità endoscopica e malignità clinico istologic

    Il ruolo dell’ endoscopia digestiva nelle emorragie del primo tratto del tubo digerente.

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    Si raccomanda di accertare sempre la causa di ogni emorragia digestiva attraverso l'esame endoscopico da eseguirsi il più precocemente possibile

    Ricerca di correlazioni fra guarigione/recidiva dell’ ulcera gastrica e sue caratteristiche anatomo-patologiche.

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    Scopo del nostro studio è stato verificare se qualcuna delle caratteristiche istopatologiche della mucosa gastrica perilesionale fosse correlabile all'evoluzione della lesione stessa nel senso di consentire una previsione di diversa probabilità di guarigione e/o recidiva. Abbiamo studiato 125 pazienti portatori di ulcera gastrica. Le ulcere localizzate al piloro guariscono in percentuale più alta e le ulcere più piccole guariscono meglio di quelle di dimensioni maggiori . Delle caratteristiche istopatologiche solo l'iperplasia rigenerativa si è dimostrata correlata al tempo di guarigione. L'analisi riguardante la recidiva è stata eseguita su 45 pazienti che hanno completato il follow-up previsto. Le ulcere di oltre 20 mm di diametro sono tutte andate incontro a recidiva contro poco più del 50% di quelle di dimensioni inferior

    Cardiovascular Efficacy and Safety of Bococizumab in High-Risk Patients

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    Bococizumab is a humanized monoclonal antibody that inhibits proprotein convertase subtilisin- kexin type 9 (PCSK9) and reduces levels of low-density lipoprotein (LDL) cholesterol. We sought to evaluate the efficacy of bococizumab in patients at high cardiovascular risk. METHODS In two parallel, multinational trials with different entry criteria for LDL cholesterol levels, we randomly assigned the 27,438 patients in the combined trials to receive bococizumab (at a dose of 150 mg) subcutaneously every 2 weeks or placebo. The primary end point was nonfatal myocardial infarction, nonfatal stroke, hospitalization for unstable angina requiring urgent revascularization, or cardiovascular death; 93% of the patients were receiving statin therapy at baseline. The trials were stopped early after the sponsor elected to discontinue the development of bococizumab owing in part to the development of high rates of antidrug antibodies, as seen in data from other studies in the program. The median follow-up was 10 months. RESULTS At 14 weeks, patients in the combined trials had a mean change from baseline in LDL cholesterol levels of -56.0% in the bococizumab group and +2.9% in the placebo group, for a between-group difference of -59.0 percentage points (P<0.001) and a median reduction from baseline of 64.2% (P<0.001). In the lower-risk, shorter-duration trial (in which the patients had a baseline LDL cholesterol level of ≥70 mg per deciliter [1.8 mmol per liter] and the median follow-up was 7 months), major cardiovascular events occurred in 173 patients each in the bococizumab group and the placebo group (hazard ratio, 0.99; 95% confidence interval [CI], 0.80 to 1.22; P = 0.94). In the higher-risk, longer-duration trial (in which the patients had a baseline LDL cholesterol level of ≥100 mg per deciliter [2.6 mmol per liter] and the median follow-up was 12 months), major cardiovascular events occurred in 179 and 224 patients, respectively (hazard ratio, 0.79; 95% CI, 0.65 to 0.97; P = 0.02). The hazard ratio for the primary end point in the combined trials was 0.88 (95% CI, 0.76 to 1.02; P = 0.08). Injection-site reactions were more common in the bococizumab group than in the placebo group (10.4% vs. 1.3%, P<0.001). CONCLUSIONS In two randomized trials comparing the PCSK9 inhibitor bococizumab with placebo, bococizumab had no benefit with respect to major adverse cardiovascular events in the trial involving lower-risk patients but did have a significant benefit in the trial involving higher-risk patients
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