28 research outputs found

    3D survey technologies: Investigations on accuracy and usability in archaeology. The case study of the new "Municipio" underground station in Naples

    Get PDF
    Advanced 3D survey technologies, such as Digital Photogrammetry (imaged based) and Laser Scanner, are nowadays widely used in Cultural Heritage and Archaeological fields. The present paper describes the investigations realized by the Laboratory Hesutech of the Polytechnic of Milan in cooperation with the Superintendence Archaeology Campania in order to examine the potentiality of Image Based Modeling (IBM) systems applied to the archaeological field for advanced documentation purposes. Besides the 3D model production workflow in an uncommon excavation environment, a special consideration about the reached accuracy will be discussed. In the first part of the research, a comparison between photogrammetric camera parameters obtained with IBM systems and the ones provided with the calibration certificate by the manufacturer of the camera is performed. In the second part of the research, the operational phases of the application of such advanced 3D survey technologies are shown. The test field is the archaeological excavation area for the construction of the new "Municipio" underground station in Naples. Due to its position in one of the historical area of the city, its construction coexists with the archaeological excavations and it is strictly tied to their evolution. In such conditions, the need to reduce as much as possible the time to build the public infrastructure is a very relevant feature together with the ability to produce accurate documentation of what is considered archaeologically important

    Le strutture portuali di Neapolis in età imperiale

    No full text
    o Réalisation : Jean-Christophe Besset o Centre Jean Berard, Naples, Italie 2019 o Film réalisé dans le cadre de l’Atelier de la Méditerranée « Ports et zones portuaires de la Méditerranée Antique »o Session 5 Infrastructures, stockage et logistiqueo Modératrice : Giulia Boetto (Centre Camille Jullian)Le evidenze relative al bacino portuale di Neapolis sono emerse nei diversi settori del grande scavo di piazza Municipio, realizzato in occasione della costruzione delle stazioni di linea 1 e 6 della metropolitana cittadina. L’area di scavo corrisponde al settore sud/sud-ovest di una più ampia insenatura, estesa fra il rilievo di S. Maria di Porto Salvo e il basso promontorio sul quale in età angioina è eretto Castel Nuovo, ubicata tra l’insediamento di Parthenope degli inizi del VII secolo a.C. e il pianoro di Neapolis, la città nuova fondata alla fine del VI-inizi V secolo a.C. Questa parte della baia fu utilizzata con certezza come porto dal III secolo a.C., come testimoniano tracce di dragaggi e la costruzione di strutture di terrazzamento delle pendici della collina retrostante.In età augustea il porto e l’area circostante sono oggetto di una nuova organizzazione, documentata da importanti opere infrastrutturali, che si inseriscono nel più ampio programma di interventi edilizi che interessa Neapolis e l’area flegrea. Lo scavo ha messo in luce una banchina in opera cementizia e un molo foraneo che fungeva da chiusura artificiale del bacino e protezione dell’insenatura dai venti meridionali. Alla stessa epoca risale un asse viario realizzato lungo il margine occidentale del bacino, identificabile con la via per cryptam nota dalle fonti, che collegava Neapolis al suo porto eproseguiva verso i Campi Flegrei.Anche la fascia costiera circostante è interessata in età imperiale da una intensa urbanizzazione con la realizzazione di un’edilizia, probabilmente di iniziativa pubblica, caratterizzata da edifici termali. L’esplorazione dei fondali, con il rinvenimento di relitti, manufatti organici legati alla marineria, e di una notevole quantità di materiali ceramici, contribuisce a documentare la continuità dello scalo neapolitano per tutta l’età imperiale, fino agli inizi del V secolo d.C., quando questa parte del bacino si insabbia e la linea di costa e il porto avanzano verso est

    Le strutture portuali di Neapolis in età imperiale

    No full text
    o Réalisation : Jean-Christophe Besset o Centre Jean Berard, Naples, Italie 2019 o Film réalisé dans le cadre de l’Atelier de la Méditerranée « Ports et zones portuaires de la Méditerranée Antique »o Session 5 Infrastructures, stockage et logistiqueo Modératrice : Giulia Boetto (Centre Camille Jullian)Le evidenze relative al bacino portuale di Neapolis sono emerse nei diversi settori del grande scavo di piazza Municipio, realizzato in occasione della costruzione delle stazioni di linea 1 e 6 della metropolitana cittadina. L’area di scavo corrisponde al settore sud/sud-ovest di una più ampia insenatura, estesa fra il rilievo di S. Maria di Porto Salvo e il basso promontorio sul quale in età angioina è eretto Castel Nuovo, ubicata tra l’insediamento di Parthenope degli inizi del VII secolo a.C. e il pianoro di Neapolis, la città nuova fondata alla fine del VI-inizi V secolo a.C. Questa parte della baia fu utilizzata con certezza come porto dal III secolo a.C., come testimoniano tracce di dragaggi e la costruzione di strutture di terrazzamento delle pendici della collina retrostante.In età augustea il porto e l’area circostante sono oggetto di una nuova organizzazione, documentata da importanti opere infrastrutturali, che si inseriscono nel più ampio programma di interventi edilizi che interessa Neapolis e l’area flegrea. Lo scavo ha messo in luce una banchina in opera cementizia e un molo foraneo che fungeva da chiusura artificiale del bacino e protezione dell’insenatura dai venti meridionali. Alla stessa epoca risale un asse viario realizzato lungo il margine occidentale del bacino, identificabile con la via per cryptam nota dalle fonti, che collegava Neapolis al suo porto eproseguiva verso i Campi Flegrei.Anche la fascia costiera circostante è interessata in età imperiale da una intensa urbanizzazione con la realizzazione di un’edilizia, probabilmente di iniziativa pubblica, caratterizzata da edifici termali. L’esplorazione dei fondali, con il rinvenimento di relitti, manufatti organici legati alla marineria, e di una notevole quantità di materiali ceramici, contribuisce a documentare la continuità dello scalo neapolitano per tutta l’età imperiale, fino agli inizi del V secolo d.C., quando questa parte del bacino si insabbia e la linea di costa e il porto avanzano verso est

    La ceramica comune e da cucina da contesti tardo antichi da Napoli

    No full text
    In questo lavoro sono presentate le ceramiche comuni e da cucina di epoca tardo antica provenienti dai recenti scavi condotti dalla Soprintendenza Archeologica in occasione delle indagini per la costruzione delle stazioni della linea metropolitana di Napoli. La notevola quantità di materiali analizzati, confrontati con i coevi contesti editi dalla città e dalla regione, consentono infatii di definire un panorama ampio e rappresentativo della produzione e circolazione di tali categorie ceramiche in questi periodi. Fino al VII secolo, il vasellame prodotto in area napoletana è di discretta qualità indicando un’organizzazione dell’attività produttiva locale, seppure frammentata, ancora a carattere “industriale

    Il porto di Parthenope e Neapolis

    No full text
    Les fouilles récentes effectuées à l’occasion du creusement des stations du métro de Naples situées le long du littoral, entre les deux sites antiques de Parthenope et Neapolis, ont fourni des données exceptionnelles sur la localisation du port et son évolution chronologique. Un bassin fermé et protégé des vents et de la houle par le promontoire de Castel Nuovo et la petite île qui lui fait face, a été mis au jour Piazza Municipio, à l’intérieur d’une plus vaste baie qui s’étend jusqu’à la Piazza Bovio. Ce secteur de la baie a été utilisé comme port certainement au moins depuis l’époque hellénistique, mais il était déjà exploité comme lieu d’accostage par Parthenope et sa fréquentation pourrait remonter au troisième quart du VIIIe s. av. J.-C. A l’époque hellénistique, la fonctionnalité du port s’accroit par un important dragage, la réalisation de murs de terrasse sur les pentes de la colline qui le surplombe et la construction d’une rampe, peut-être destinée au halage ou à l’amarrage de petites barques. À l’époque augustéenne, le port et la zone qui l’entoure font l’objet d’une nouvelle organisation, attestée par d’importantes infrastructures. La fouille a mis en évidence le quai, un môle qui clôt artificiellement le bassin au sud-est et une voie routière qui longe en partie la baie. On peut identifier cette dernière comme un segment de la via per cryptam, bien connue par les sources, qui reliait Naples aux champs Phlégréens. La baie se caractérise également par la présence d’édifices thermaux construits entre le Ier et le IIe s. apr. J.-C.The recent excavations that took place during the digging of underground railway stations along the Naples coastline, between the two ancient sites of Parthenope and Neapolis, have provided remarkable information concerning the location of the port and its evolution over time. An enclosed basin protected from winds and swell by the promontory of Castel Nuovo and the small island opposite was unearthed in the Piazza Municipio, inland from a larger bay that stretched up to the Piazza Bovio. This sector of the bay was certainly used as a harbour at least from the Hellenistic Period, but was already employed as a place to dock by Parthenope, and its use might date back to the third quarter of the 8th century BC. The practicality of the harbour was improved in the Hellenistic Period by significant dredging, the creation of terracing walls on the slope of the hill that overlooks, and the construction of a ramp, perhaps for hauling out or mooring small vessels. In the Augustan Period the port and the surrounding zone experienced new developments attested by significant infrastructure projects. The excavations revealed the quay, a mole that closed the basin to the south-east, and a roadway that partially followed the bay. This latter can be identified as a section of the via per cryptam, which is well known from the sources and linked Naples to the Phlegraean Fields. The bay also features the presence of bath facilities built between the 1st and 2nd century AD

    La fascia costiera di Napoli: dallo scavo al museo della città

    No full text
    Argomento della relazione è la ricostruzione del paesaggio costiero di Neapolis delineato attraverso gli scavi per la realizzazione della linea 1 della Metropolitana di Napoli e la valorizzazione urbanistica e museale ad essi sottesa. Per motivi di tempo e per la grande risonanza suscitata dalle scoperte saranno descritti soprattutto il paesaggio più antico e i dati sul porto di Neapolis emerso in piazza Municipio, dall’età greca ad età bizantina, con un accenno alle problematiche urbane di e..

    Osservazioni archeologiche ed archeometriche preliminari sui grandi trend dei prodotti africani nel porto di Neapolis/Napoli

    No full text
    International audienceThe archaeological investigations for the underground stations (Lines 1 and 6) in Municipio square, in Naples, brought to light a sector of the harbour of Neapolis active from the Hellenistic period until Late Antiquity. At the beginning of the 5th century this area of the bay siltedup progressively and, as a consequence, the coast line advanced and the harbour moved towards east. The excavations of the stratigraphy concerning the silting up of the bay and the abandon/reuse of the surrounding buildings found a great quantity of pottery datable between the 5th and 7th centuries AD. In this report are presented the results of the archaeometric analyses conducted on a first selection of numerous samples of North African pottery, amphorae, coarse and cooking wares sherds. The studies carried out determine and circumscribe in most cases the production areas of the artefacts arriving from Tunisia, both from the Hammamet gulf and from workshops of the Tunisian Sahel
    corecore