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Los tesoros ocultos del Museo del Prado
Looking at the Madonna by Antonello of Messina in the Palazzo Abatellis in Palermo, we are faced with (at least) three questions. Is the Virgin of the Annunciation, the Immaculate Mother of God who is about to receive the news that she is going to carry the Son of God in her womb? Or is it a portrait, perhaps of a person we know or could know? But does it matter? No. What matters is that we respond to her as if she were a human being, not a divine or transcendent being, as if she were someone we could meet, even in our wildest dreams. What matters is that almost instantly it arouses our interest, that with the right hand it seems to force us to stop, that we are drawn to the face, beautiful and mysterious, and that we recognize in it someone whose feelings we thought we might understand, someone whose emotional state we could access. Immediately, as soon as we set our sights on it, we feel involved; immediately we notice the shadow that crosses the forehead and the left eye, as well as, in the right half of the face, the slight pout of the mouth, sensual but at the same time enigmatic.' What does all this mean? You have been reading; is raising his hand right now, as if requesting a pause, reflecting, no doubt, on something he has just seen
Misurare e restituire l’Annunciazione di San Giovanni Valdarno del Beato Angelico
All’intersezione delle arti proprie del Tardogotico e del Rinascimento, l’Annunciazione oggi conservata al Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Valdarno e dipinta dal frate domenicano Giovanni da Fiesole, conosciuto come Beato Angelico, unisce i principi della costruzione prospettica rinascimentale con i vecchi valori medievali della funzione didattica dell'arte e della luce. Questo contributo illustra una soluzione sviluppata per acquisire il dipinto e consentirne la fruizione tramite un surrogato digitale, percettivamente indistinguibile dall’originale e capace di visualizzare, e presentare l’opera come se fosse nelle nostre mani, reilluminandola digitalmente per enfatizzarne caratteristiche utili alla comprensione e alla conservazione dell’artefatto grafico
Voglia d'Italia. Il collezionismo internazionale nella Roma del Vittoriano
Si tratta di una esposizione, allestita presso Palazzo Venezia e il Complesso del Vittoriano, aperta dal 7.12.17 al 4.3.18, dedicata al collezionismo internazionale fra '800 e '900, promossa dal Polo Museale del Lazio. Curatore: Emanuele Pellegrini. Comitato scientifico: Francesca Baldry, Roberto Balzani, Flavio Fergonzi, Anna Maria Giusti, Donata Levi, Carl Brandon Strehlk
Voglia d'Italia. Il collezionismo internazionale nella Roma del Vittoriano
Si tratta di una esposizione, allestita presso Palazzo Venezia e il Complesso del Vittoriano, aperta dal 7.12.17 al 4.3.18, dedicata al collezionismo internazionale fra '800 e '900, promossa dal Polo Museale del Lazio. Curatore: Emanuele Pellegrini. Comitato scientifico: Francesca Baldry, Roberto Balzani, Flavio Fergonzi, Anna Maria Giusti, Donata Levi, Carl Brandon Strehlk
Il pubblico di Palazzo Davanzati nei libri dei visitatori. 1910-1924
A pochi mesi dall\u2019apertura di Palazzo Davanzati, Elia Volpi ebbe l\u2019idea di mettere a disposizione dei visitatori del suo museo privato un libro, dalle pagine bianche, sul quale ognuno avrebbe potuto lasciare la propria firma e un commento, seguendo forse l\u2019esempio di altri musei privati come quello di Frederick Stibbert o il milanese Bagatti Valsecchi. I due libri con le firme dei visitatori dal 1910 al 1924 furono poi donati, per volont\ue0 della moglie Marina Volpi, da Mario Vannini Parenti, genero dell\u2019antiquario e sono oggi conservati nel museo. Lo spoglio sistematico dei dati contenuti in questi straordinari documenti ha fatto emergere aspetti molto significativi riguardanti il numero e la provenienza dei visitatori di Palazzo Davanzati, cos\uec come i riflessi della societ\ue0 del tempo e del contesto storico, rappresentando un interessante caso di studio sul pubblico dei musei in un\u2019epoca precedente all\u2019affermazione del turismo di massa. \uc8 il museo visto dalla parte dei suoi visitatori, studenti, educande, persone comuni o aristocratici d\u2019alto lignaggio, turisti stranieri e non con la passione per Firenze e la sua storia, molti dei quali lasciano un commento, una battuta, anche una poesia, o semplicemente la traccia della loro visita. Davvero numerosi, poi, sono i nomi dei personaggi celebri: storici dell\u2019arte (Adolfo e Lionello Venturi, Roberto Longhi), artisti, letterati e intellettuali (Giovanni Boldini, Sibilla Aleramo, Benedetto Croce), mercanti e collezionisti (Salvatore Romano, Georges Wildenstein, Peggy Guggenheim) o personaggi dello spettacolo (Ettore Petrolini, Rodolfo Valentino). La loro presenza, cos\uec come quella di moltissimi architetti e decoratori stranieri e dei tanti visitatori meno noti, restituiscono un feedback importante a tutte quelle iniziative di promozione del museo che Elia Volpi aveva intrapreso sin dal giorno della sua inaugurazione, attraverso campagne fotografiche, pubblicazioni, cartoline illustrate ed eventi a tema
N. 6 Schede di catalogo: n. 7.6 Vescovo Lazzaro, Breviario Armeno; n. 7.7 Copista e miniatore ignoti, Evangeliario armeno; n. 7.8 Officina mesopotamica, Mattoni di fondazione con iscrizione cuneiforme; n. 7.18 Ambito veneziano (?), Lavanda dei piedi; n. 7.19 Ambito Italia centrale (?), San Carlo Borromeo e San Filippo Neri; n. 8.6 Attilio Spaccarelli, Coppa con scene dionisiache
La mostra presenta al pubblico – per la prima volta in modo organico – la raccolta vasta e sorprendente che i coniugi statunitensi George Washington Wurts ed Henriette Tower misero insieme a cavallo fra XIX e XX secolo e donarono poi allo Stato italiano, per l’esattezza al museo di Palazzo Venezia, dove tuttora è conservata. Alla base della mostra vi è comunque anche l’idea di restituire il contesto della raccolta Wurts, ovvero quella particolare forma di collezionismo che tra Ottocento e Novecento si legò così intimamente all’Italia, fino a concretizzarsi spesso nella donazione allo Stato di singole opere o di intere raccolte. La mostra illustra le dinamiche del collezionismo, soprattutto anglo-americano, e del mercato internazionale, sullo sfondo dei radicali cambiamenti vissuti in quegli anni dalla giovane nazione italiana e dalla sua nuova capitale, Roma. La costruzione del Vittoriano, iniziato nel 1885 e inaugurato nel 1911 nell’occasione dell’Esposizione che celebrava il cinquantenario dell’Unità d’Italia, diviene l’emblema che caratterizza la città all’alba del Novecento