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    Michelangelo e il progetto di architettura

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    Recensione della mostra "Benchè non sia mia professione. Michelangelo e il disegno di architettura", Vicenza, Palazzo Barbaran da Porto, 17 settembre - 10 dicembre 2006 Firenze, Casa Buonarroti, 15 dicembre 2006 - 19 marzo 2007. A oltre quarant'anni dalla discussa mostra romana di Zevi e Portoghesi, che confrontava le opere di Michelangelo con lavori di interpretazione visiva - secondo Tafuri "una dilettantesca traduzione del linguaggio architettonico in astratti e astorici giochi architettonici"-, una nuova occasione di ammirare, senza mediazioni critiche, i disegni di architettura di Michelangelo in tutta la loro straordinaria ricchezza e attualit

    La townhouse berlinese Un esperimento tipologico / The Berliner Townhouse A Typological Experiment

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    Dopo la caduta del Muro nel 1989, i progettisti e gli architetti ancora una volta si sono chiesti se la societĂ  dei primi anni del ventunesimo secolo si fosse arenata tra i frammenti del junk space, in architetture di conglomerazione episodica, o se non ci fosse, forse, una possibilitĂ  per continuare a sviluppare la cultura secolare della cittĂ  europea, con il suo ampio spettro di tipologie abitative e di complesse relazioni di proprietĂ , al fine di preservare la cittĂ  come era stata per secoli: un luogo di innovazione, ma comunque ancorato nella tradizione. / After the fall of the Wall in 1989 the planners and architects once again asked whether the society of the early twenty-first century was stranded amongst the fragments of junk space, in architectures of episodic conglomeration, or whether there was not, perhaps, an opportunity to continue to develop the centuries-old culture of the European city, with its broad spectrum of housing typologies and complex ownership relationships in order to preserve the city as it has been for centuries: a site of innovation nevertheless anchored in tradition

    Nuovo realismo e architettura della cittĂ /New realism and architecture of the city

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    La discussione filosofica sul nuovo realismo, che ha alimentato negli ultimi anni in Italia un ampio dibattito, non solo disciplinare, ha suscitato anche tra gli architetti alcuni interrogativi che riguardano, da un lato, il rapporto tra il mondo delle idee e il mondo degli oggetti fisici e più concretamente tra teoria e pratica dell'architettura e, dall'altro, il ruolo degli architetti e delle opere realizzate rispetto alla elaborazione del pensiero filosofico e speculativo. A questi interrogativi si è cercato di dare risposta in alcuni convegni, svoltisi tra Torino e Napoli nel 2012 e nel 2013, e per non perdere di vista il contatto con la realtà costruita dell'architettura, si è deciso di affiancare alla discussione teorica anche una mostra, con l'obiettivo di affrontare la questione del rapporto tra architettura e realismo anche sul piano delle opere realizzate. In particolare sono state individuate due questioni come il filo rosso che unisce nelle discussioni e nelle realizzazioni architettoniche degli ultimi trent'anni esperienze diverse, nel tempo e nello spazio, in una tensione comune verso la realtà: il rapporto con la città e il rapporto con la storia e la tradizione dell'architettura. A partire da queste due questioni il campo di indagine per questa mostra si è ristretto a tre generazioni di architetti, che poi corrispondono a tre fasi di costruzione della città, e a tre città europee con un impianto storicamente definito e consolidato che ha rappresentato una realtà concreta «inemendabile» con cui i progetti si sono confrontati. Le città scelte sono Amsterdam, Barcellona e Berlino, a cui si sono poi aggiunte come casi-studio, sui quali avviare una riflessione, le città ospiti della mostra, Torino e Napoli. Inoltre, per affrontare direttamente la questione del rapporto tra teoria e pratica dell'architettura, agli architetti sono state rivolte dieci domande, che cercano di mettere in relazione il dibattito filosofico sul nuovo realismo con la questione dell'architettura della città e più in generale aprono un confronto tra la discussione storico-critica e i progetti realizzati, tra la teoria e gli esemp

    Development of a Calibration Model for Optical Measuring Machines

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    AbstractThis paper presents the problem of optical measuring machine calibration, emphasizing the calibration of the “optical system”, omitting the calibration of the “machine system”. The calibration of an optical measuring machine is the first step before using the instrument for any application. For this purpose, a mathematical model has been developed to transform the coordinates of a point in space (3D) into coordinates of a point in an image (2D). Using this camera model, a calibration procedure has been developed using a grid distortion pattern. Finally, a procedure for calculating the uncertainty of the camera and geometric distortion parameters based on the Monte Carlo method has been developed

    the role of human fatigue in the uncertainty of measurement

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    Abstract Risk of human error in measurement and testing is the result of the causal combination of factors and events that are involved in the process. This paper presents how to model technical and human errors and how these could interact in order to influences the reliability of measurement/test. Human errors were designed according with a System Dynamics approach with factors and states those are part of human's state and ability to handle with the process and procedures and instruments. Technical errors were related to the environment, its organization and suitability with standards. Human and Technical factors have been therefore integrated in order to predict states affecting the consistency of measure and uncertainty in range. Optimal combination of factors - based on a System Dynamics simulation and expert judgments - has been proposed according with a sampling analysis

    Un progetto per Nowa Huta

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    Il volume raccoglie i progetti presentati alla IX Biennale Internazionale di Cracovia, 2002, sul tema "Less ideology - more geometry in the space to live the city". Oggetto del concorso sono quegli spazi della cittĂ , costruita come cittĂ  dormitorio durante gli anni del Realismo Socialista, che possono diventare spazi pubblici per la cittĂ  contemporanea. Progetto vincitore del primo premio. Born from a political will (socialist realism), from a model of urban and territorial organization (a new way of life) that imprinted its processes of conception and construction, Nowa Huta is, like all foundation towns, a city without a past, a city that appears today fixed in the everlasting present of the time (the ideology) which conceived and built it, and projected towards a future balanced between failure of the ideals (which were the very reason for the existance of the city) and the shutting-down of the huge factories to which it was connected (its practical reason). A city without a past and with an uncertain future. But the shape of Nowa Huta, its spatial structure, has an immense debt to the history and the tradition of the architecture and, set free form its political and ideological charge, it represents today an important contribution to urban research, both on a territorial scale (location, means of transport, water supply, production settlements) and on a urban scale (quarters, residential units, public services, collective buildings, green areas, traffic in its different forms). Therefore our reflection starts from the actual reality of the city, from its built structure (the layout of streets and its relationship with architecture, the residential districts and the emerging monuments) which represents the more constant and convincing element: the aggregative systems, the building types and the architectural forms have changed in the course of time, but the plan remained unchanged in its geometrical clearness

    Michelangelo e il progetto di architettura

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    Recensione della mostra "Benchè non sia mia professione. Michelangelo e il disegno di architettura", Vicenza, Palazzo Barbaran da Porto, 17 settembre – 10 dicembre 2006 Firenze, Casa Buonarroti, 15 dicembre 2006 – 19 marzo 2007. A oltre quarant’anni dalla discussa mostra romana di Zevi e Portoghesi, che confrontava le opere di Michelangelo con lavori di interpretazione visiva – secondo Tafuri “una dilettantesca traduzione del linguaggio architettonico in astratti e astorici giochi architettonici”–, una nuova occasione di ammirare, senza mediazioni critiche, i disegni di architettura di Michelangelo in tutta la loro straordinaria ricchezza e attualità

    Architettura e Realismo. Programma

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    Il convegno "«Uno spazio reale adeguato»: architettura e realismo", la giornata di studi e mostra "«Il sempre teorizzar nulla rileva...»: nuovo realismo e architettura della città", il convegno "Per una nozione operativa di realismo: espressione critica e impegno civile e la mostra Il realismo nella didattica del progetto: Torino Napoli Milano", uniti sotto il titolo comune di Architettura e realismo sono promossi da un gruppo di lavoro costituito da giovani ricercatori e docenti delle facoltà di Architettura di Torino, Milano e Napoli, a partire dalla avvertita esigenza di aggiornare la riflessione sulla architettura come pratica costruttiva e sulla città come luogo per eccellenza della vita dell'uomo a partire da una analisi critica di quanto si è prodotto negli ultimi decenni. Da un lato grandi architetture spettacolari che rispondono alle logiche del mercato e della comunicazione e, dall'altro - in una sorta di inspiegabile paradosso - la de- regolazione della città diffusa priva di struttura, elementi riconoscibili e spazio pubblico. In entrambi i casi, pur nella loro diversità, si è prodotto un pericoloso distacco della architettura dal suo obiettivo ultimo: conformare lo spazio fisico dei manufatti e della città, del territorio e del paesaggio, per determinare in maniera consistente lo scenario della vita dell'uomo, nella sua dimensione, innanzitutto, collettiv
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