40 research outputs found

    Antonio Cossu, uno scrittore olivettiano in Sardegna

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    Antonio Cossu, uno scrittore olivettiano in Sardegna &nbsp

    Esercizi deleddiani degli esordi

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    .La intervención del Prof. Duilio Caocci de la Universidad de Cagliari, tuvo lugar durante unas jornadas organizadas por el Dr. Giovanni Caprara de la Universidad de Málaga. Las jornadas tuvieron lugar en Málaga, los días 13 y 14 de noviembre de 2014, con motivo de la presentación del Taller de Lectura organizado por Culturitalia y bajo el patrocinio de: Universidad de Málaga, Istituto Italiano di Cultura (Madrid), Centro Andaluz de las Letras (Junta de Andalucía), Dante Alighieri - Málaga y Escuela Oficial de Idiomas (Málaga).Universidad de Málaga. Campus de Excelencia Internacional Andalucía Tech

    Dispositivi allegorici e esiti fiabeschi nei romanzi di Sergio Atzeni

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    Sono passati oltre vent'anni dalla scomparsa dello scrittore Sergio Atzeni (1952-1995), ma la sua opera, radicata profondamente nella tradizione sarda e insieme aperta all'innovazione e al dialogo con la cultura contemporanea internazionale, continua ad avere una fortissima presenza in Sardegna e a suscitare un ampio interesse in Italia e all'estero. Questo volume, composto di quindici capitoli firmati da scrittori e da studiosi attivi in università italiane e straniere, indaga molti aspetti della scrittura di Atzeni: le relazioni con la letteratura e la politica sarda, con la tradizione letteraria italiana e con fenomeni culturali internazionali; il ricorso alle tecniche allegoriche e la riflessione sui rapporti fra storia e narrativa; i dialoghi con la musica e con il cinema; i caratteri tematici, strutturali e stilistici delle sue opere

    Ironia e sarcasmo in Un filo di fumo di Andrea Camilleri

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    This article examines the representational modes of the relationships in Andrea Camilleri’s Vigata community and, in particular, those presented in Un filo di fumo. Our initial consideration is that only by combining a semantic perspective with a pragmatic one, the measurement of Sicilianisms and the evaluation of the quality of the Sicilian-Italian language can provide useful information. We need to analyse the relationship that exists between the extra-linguistic hints provided by the narrator and by the characters and the dialogues interspersed in the novel to realise that one needs to be wary of the literal sense of the text in order to fully grasp the significance of many statements. In other words, speakers make constant use of oblique strategies of communication, amongst which, this article argues, irony and sarcasm (in the current interpretation offered by the philosophy of language) emerge as prevailing. As irony is seldom presented as dislocated from an environmental, relational, and historical context, both the narrator and the characters are charged with the duty of providing indispensable information. The Sicilian-Vigatese world arising from some of Camilleri’s novels takes on a semiotic specificity, then, that can be deciphered only with adequate linguistic and cultural competence

    Narrativa monastica e scritture morali tra XII e XIII secolo

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    Il saggio di prende in esame alcune flessioni del racconto breve clarevallense del XII secolo e propone valutazioni relative alle “conseguenze letterarie” di tali racconti in due riscritture volgari del secolo successivo. Il primo capitolo è dedicato a una raccolta di racconti morali e edificanti, il Liber visionum et miraculorum clarevallensium, e alla ricostruzione del vivace contesto culturale di Clairvaux immediatamente dopo la morte di Bernardo. In particolare, della compilazione di Erberto, arcivescovo di Torres nell’ultimo quarto del secolo, si analizzano le strategie compositive e – con il fine di rettificare recenti valutazioni favorite da una plurisecolare tradizione testuale – si tenta di dimostrare che i singoli racconti si susseguono secondo una sintassi significativ

    L’Architettrice di Melania Mazzucco. Una cattedrale romanzesca per Plautilla

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    Il saggio analizza il romanzo più recente di Melania Mazzucco, L’Architettrice (2019). Per raccontare la vicenda di Plautilla Bricci (1616–1705) e di un intero secolo l’autrice compie un lavoro di ricerca erudita imponente, ma l’esito editoriale è un solo romanzo e non una coppia di libri come nel caso precedente di Mazzucco (2008 e 2009). La lista dei documenti archivistici consultati – un file pdf di ventisei pagine – è confinata nel portale dell’editore. Il rapporto tra storia e invenzione, tra documento e finzione, si sviluppa dunque in modo assai diverso rispetto alla diade narrativa precedente (quella dedicata alla figlia di Tintoretto). Si dedicherà perciò particolare cura al rapporto triangolare tra la narrazione principale – quella della famiglia e di Plautilla, la prima architettrice della storia – il complesso paratesto che stabilisce un contatto tra i valori del passato e quelli del presente e i numerosi intermezzi dedicati alla fase finale della Repubblica romana che narrano la repentina distruzione della principale opera realizzata da Plautilla. Tale ricostruzione dei fatti, con il Seicento che crea e innova e l’Ottocento che invece devasta, impatta sulla storia lunga dei generi di cui ci stiamo occupando – dai Promessi sposi ai molti romanzi novecenteschi ambientati nel XVII secolo – sia sul piano narratologico che sul piano ideologico
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