9 research outputs found
hepatitis a outbreak in italy 2013 a matched case control study
Between January and May 2013 a hepatitis A (HA) incidence increase was detected in Italy, signalling an outbreak. A retrospective matched case-control study was conducted to identify the source of infection. A case was defined as a resident of any of five regions (Apulia, autonomous province of Bolzano, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia-Giulia and autonomous province of Trento), who had symptom onset between 1 January and 31 May2013 as well a positive test for anti-HA virus IgM. We compared each case with four age-and neighbourhood-matched controls. Overall 119 cases and 419 controls were enrolled. Berries were found as the main risk factor for HA (adjusted odds ratio (ORadj): 4.2; 95% confidence interval (CI): 2.5-7.0) followed by raw seafood (ORadj: 3.8; 95% CI: 2.2-6.8; PAF: 26%). Sequencing the virion protein (VP)1-2a region from 24 cases yielded a common sequence (GenBank number: KF182323). The same sequence was amplified from frozen mixed berries consumed by some cases as well as from isolates from Dutch and German HA patients, who had visited some of the affected Italian provinces during the outbreak. These findings suggested berries as the main source of the Italian outbreak. Control measures included voluntary recall of the confirmed frozen mixed berry batches and a trace-back investigation was initiated. The Ministry of Health website recommends frozen berries to be cooked for two minutes before eating.
APPROFONDIMENTO SUI FATTORI DI RISCHIO PER LA POLMONITE DA LEGIONELLA SPP: REVISIONE DEI CASI NOTIFICATI IN REGIONE EMILIA-ROMAGNA
OBIETTIVI: La polmonite da Legionella spp è associata
alla presenza di diversi fattori di rischio, in particolare malattie
cronico degenerative, fumo di sigaretta, assunzione di
alcool e droghe, e in generale con fenomeni di immunodepressione.
I dati ufficiali delle notifiche riportano tuttavia
una percentuale di circa il 50% di persone che ammalano in
assenza di co-morbilità. Scopo dello studio è revisionare le
schede di sorveglianza per la legionellosi per verificare se la
mancata segnalazione di fattori di rischio sia un fenomeno
reale o legato a carenze nella compilazione della scheda e/o
a errata diagnosi.
METO DI: Lo studio, condotto con metodologia casocontrollo,
prevede di revisionare le schede di sorveglianza
per la legionellosi pervenute alla Regione Emilia Romagna
nel triennio 2009-2011. La prima fase riguarda una attenta
rilettura delle schede per estrapolare quelle in cui non vengono segnalati fattori di rischio noti in grado di spiegare
la malattia (“casi”). Successivamente ad ogni caso viene
associato un paziente con polmonite da Legionella portatore
di fattori di rischio noti estratto casualmente dall’intera lista
(“controllo”). RISULTATI: Lo studio è in corso e si concluderà nel mese di settembre. Da una prima indagine è emerso che
oltre il 20% delle schede raccolte negli anni presi in considerazione riguardano soggetti apparentemente privi di fattori associabili all’insorgenza della malattia. Il medico di famiglia ed i sanitari che hanno avuto in cura il paziente nel periodo della polmonite vengono contattati per completare la scheda. Particolare attenzione viene data alle indagini laboratoristiche svolte per stabilire l’origine della polmonite (antigene urinario, metodo colturale, sierologia ecc.) oltre all’indagine anamnestica successiva alla polmonite per comprendere se siano comparsi sintomi di malattie cronico-degenerative non riscontrabili al momento dell’evento.
CONCLUSIONI: I risultati di questa indagine possono
rivestire particolare interesse per la mancanza di informazioni
scientifiche sulle caratteristiche dei soggetti malati di legionellosi, ma apparentemente privi di fattori di rischio associati ad infezioni da opportunisti. In particolare, lo studio intende distinguere se al momento dell’esordio non fossero presenti malattie immunodepressive comparse solo dopo l’evento oppure se sia opportuno consigliare maggiore attenzione nella compilazione delle schede e nella attribuzione al germe legionella della polmonite in relazione al tipo di indagine laboratoristica utilizzata
Respiration, hydrogen peroxide levels and antioxidant enzyme activities during cold storage of zucchini squash fruit
Steady-state levels of hydrogen peroxide and activities of catalase and peroxidase were measured in the peel and pulp of zucchini squash (Cucurbita pepo L., cv., Giambo) during storage at 10 \ub0C or 0 \ub0C for two weeks. No visible damage occurred during this storage time; epidermal brown pits become visible later, at day 20 in fruit stored at 10 \ub0C and at day 15 in those stored at 0 \ub0C. In order to analyze the early effects of the chilling-induced oxidative stress during zucchini storage, rates of succinate oxidation, alternative oxidase activity, membrane fluidity and phospholipid composition were also measured in mitochondria isolated from the zucchini pulp. A decrease in hydrogen peroxide levels, an increase in the activity of detoxifying enzymes, a recovery of chilling-induced mitochondrial membrane fluidity and an increase in alternative oxidase (AOX) activity were detected in the early stages of zucchini storage at 10 \ub0C. The peroxidase and the AOX activities of the pulp of zucchini stored at 0 \ub0C were also found to increase but to a lesser extent and later during storage, suggesting that these fruit can also activate these ROS regulatory systems, possibly preventing the occurrence of early visible damage in the peel but not the occurrence of cold stress
L’andamento epidemiologico della tubercolosi nella regione Emilia-Romagna: dati dal report regionale 1999-2020
Introduzione
La tubercolosi (Tb) rappresenta una delle dieci principali cause
di morte nel mondo. L’Italia è un Paese a bassa endemia con
incidenza inferiore a 10 casi/100.000 abitanti. Questo lavoro
espone i dati più significativi dell’aggiornamento epidemiologico
sulla sorveglianza della Tb nella regione Emilia-Romagna
(RER).
Materiali e metodi
L’aggiornamento epidemiologico 2020 analizza i casi di Tb
notificati secondo i DM 15/12/1990 e 29/07/1998, rilevati dal
sistema di sorveglianza previsto dalla Circolare Regionale n. 9
del 26/04/2005 riguardanti residenti e domiciliati in RER nel
periodo 1999-2020 con focus negli anni 2016-2020.
Risultati
Analogamente ai dati nazionali, la RER ha registrato una diminuzione del tasso di incidenza (11,6 casi/100.000 abitanti
nel 2012 vs 7,3 nel 2020) ad eccezione del 2017 in cui si è
verificato un lieve aumento (9,3 casi/100.000 abitanti). Il calo
ha riguardato anche l’incidenza delle forme polmonari (4,8
casi/100.000 abitanti nel 2020). L’età media dei casi è calata
(53,9 anni nel 1999 vs 42,2 nel 2020) con rapporto maschi/
femmine di 1,5:1 nel periodo 2016-2020. La prevalenza è
maggiore nei nati all’estero (27,9% nel 1999 vs 69,6% nel
2020). La mediana del ritardo diagnostico è superiore nei nati
in Italia rispetto ai nati all’estero (45 gg vs 39 gg); in questi
ultimi il ritardo diagnostico è maggiore in chi viveva in Italia
da più di tre anni rispetto a chi vi risiedeva da meno tempo (40
gg vs 36 gg). Nel 2014 si è osservata una lieve flessione della
percentuale di esiti favorevoli di fine trattamento; tuttavia, per
la coorte dei casi 2019 è emerso il risultato migliore dal 2016
(68,5%) nonostante l’anno di sorveglianza coincidesse con il
primo anno di pandemia. Nel periodo 2016-2020, nell’8% dei
nuovi casi per i quali era disponibile il saggio di sensibilità ai
farmaci anti-Tb di prima linea, è stata rilevata almeno una resistenza farmacologica e nell’1,7% sono stati individuati ceppi
MDR.
Conclusioni
Il calo dell’incidenza di Tb e delle forme polmonari rappresenta
un successo delle politiche di prevenzione e controllo della
rete territoriale e dai Dipartimenti di Sanità Pubblica della
RER. Rimane necessario prestare attenzione alla popolazione
italiana e straniera più giovane per ridurre ritardo diagnostico e
potenziale diffusione ai contatti, migliorare follow-up ed esito
di malattia. La creazione di percorsi formativi destinati agli
operatori sanitari, prevista dal Piano Regionale della Prevenzione
2021-2025, si propone di potenziare comunicazione e
counseling rivolti alla popolazione straniera e favorire accessibilità ai servizi sanitari e adesione terapeutica
Hepatitis A outbreak in Italy, 2013: a matched case–control study
Between January and May 2013 a hepatitis A (HA) incidence increase was detected in Italy, signalling an outbreak. A retrospective matched case–control study was conducted to identify the source of infection. A case was defined as a resident of any of five regions (Apulia, autonomous province of Bolzano, Emilia-Romagna, Friuli–Venezia-Giulia and autonomous province of Trento), who had symptom onset between 1 January and 31 May2013 as well a positive test for anti-HA virus IgM. We compared each case with four age-and neighbourhood-matched controls. Overall 119
cases and 419 controls were enrolled. Berries were found as the main risk factor for HA (adjusted odds ratio (ORadj): 4.2; 95% confidence interval (CI): 2.5–7.0) followed by raw seafood (ORadj: 3.8; 95% CI: 2.2–6.8; PAF: 26%). Sequencing the virion protein (VP)1-2a region from 24 cases yielded a common sequence (GenBank number: KF182323). The same sequence was amplified from frozen mixed berries consumed by some cases as well as from isolates from Dutch and German HA patients, who had visited some of the affected Italian provinces during the outbreak. These findings suggested berries as the main source of the Italian outbreak. Control measures included voluntary recall of the confirmed frozen mixed berry batches and a trace-back investigation was initiated. The Ministry of Health website recommends frozen berries to be cooked for two minutes before eating
Il profilo di salute per il nuovo Piano della Prevenzione della Regione Emilia-Romagna, 2014-2018
Profilo di salute della Regione Emilia-Romagna per il PRP 2014-201