199 research outputs found

    Ambienti CSCL: gli spazi tecnologici per le comunità d’apprendimento

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    Gli strumenti in grado di favorire e supportare dinamiche di apprendimento collaborativo e cooperativo in rete sono molteplici e variamente caratterizzabili. Secondo una classica distinzione proposta da Antony Kaye (1994) possono essere individuate tre diverse classi di tecnologie che, combinate, possono fornire ambienti software per supportare attività di gruppo in grado di facilitare l’apprendimento: sistemi di comunicazione (sincroni e asincroni), sistemi per la condivisione di risorse (condivisione dello schermo, di programmi software o di file), sistemi di supporto ai processi di gruppo (calendari condivisi, sistemi per la gestione dei progetti, strumenti di votazione ecc.) ai quali potremmo probabilmente aggiungere una quarta categoria di software per la “simulazione collaborativa” (es. MUD, MOO, Muse, ecc.), introdotti soprattutto negli ultimi anni nel contesto dei giochi di ruolo e spesso impiegati anche nella didattica on­line. Questi ambienti, opportunamente selezionati e combinati, rappresentano la base tecnologica della maggior parte delle esperienze di apprendimento in rete.

    Dalle ricerche internazionali indicazioni per l’adozione della LIM

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    La Lavagna Interattiva Multimediale (LIM) è ormai entrata anche nelle scuole italiane. Nel corso degli ultimi anni, iniziative ministeriali, regionali e provinciali hanno dotato o stanno dotando numerose scuole, dal Nord al Sud Italia, di questo dispositivo. La sua diffusione è accompagnata da discorsi appassionati che puntano l’accento sulle possibilità di un radicale cambiamento della didattica e, conseguentemente, sul miglioramento dell’offerta formativa che a questo si associa. Nonostante la LIM si limiti ad integrare funzionalità del tutto pre-esistenti (il computer, il videoproiettore, i sistemi touch screen), è capace di trasformare in maniera profonda e significativa le pratiche didattiche quotidiane consentendo il ripensamento delle tradizionali modalità di insegnamento. La LIM viene generalmente vista come un mezzo per promuovere il coinvolgimento degli alunni attraverso una didattica multimediale ricca ed articolata, capace quindi di comunicare in maniera visiva concetti spesso percepiti come astratti e lontani dalle modalità espressive delle giovani generazioni (Biondi, 2009). Ogni “nuovo” dispositivo impone però di fare i conti non solo con le potenzialità assunte in astratto, ma anche con tutta una serie di criticità che nella pratica accompagnano ogni processo di innovazione. La storia delle tecnologie didattiche insegna che le cose non sono sempre andate come le concettualizzazioni teoriche facevano immaginare tanto che molti oggetti rivoluzionari continuano a stazionare nei magazzini e nei sottoscala di tante scuole. In alcuni casi si è trattato di strumenti inutili, in altri casi di strumenti complicati o troppo audaci per i tempi, in altri ancora di dispositivi la cui accoglienza da parte degli insegnanti è stata del tutto modesta. Come evitare che anche per la LIM avvenga di entrare nelle scuole e non essere poi utilizzata? Come garantire che venga impiegata in maniera corretta? Quali riscontri abbiamo dalle esperienze svolte in quei paesi, come la Gran Bretagna, che da più tempo hanno introdotto la LIM nei loro sistemi scolastici? (1

    Editoriale

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    Dispositivi mobili per aumentare l’attenzione e migliorare l’apprendimento. Mobile devices to increase attention and improve learning

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    Il contributo presenta una ricerca svolta all’Università di Cagliari nel corso di due anni accademici tesa ad analizzare le potenzialità di una modalità di lezione basata sull’uso frequente di “domande e risposte” gestite attraverso tecnologie. Abbiamo cercato di capire se un approccio didattico più interattivo, facilitato da un’applicazione software basata su tecnologie mobili, riesca a migliorare il coinvolgimento degli studenti e i risultati di apprendimento, in un contesto caratterizzato da un elevato numero di partecipanti. L’obiettivo era quello di verificare l’impatto sui risultati di apprendimento, oltre all’accettazione ed all’apprezzamento da parte degli studenti, di una didattica frontale intervallata da domande di verifica e dalla conseguente analisi e discussione delle risposte. Nell’esperienza sono state comparate due diverse modalità di applicazione di questa metodologia: con e senza le tecnologie e, i risultati ottenuti, sono a loro volta stati confrontati con quelli di una lezione tradizionale.The paper presents a research carried out at the University of Cagliari during two academic years. The aim was to analyse the effect on students learning resulting from the introduction of a method based on questions and answers in a traditional large-classroom lecture. We investigated whether an interactive teaching approach, facilitated by an interactive software application based on mobile technologies, would lead to improved student engagement and learning outcomes in large-group of environmental engineering science lectures for undergraduate students. The goal was to assess the impact on learning outcomes, as well as the acceptance and appreciation of the students, of a lecture intermixed with questions and answers followed by analysis and discussion of the answers. In our experience we compared two different application of this methodology: with and without technology. The results obtained, in turn, were compared with those of a traditional lectur

    Il microteaching rinascerà a nuova vita ? Video annotazione e sviluppo della riflessività del docente.

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    Lo sviluppo del pensiero riflessivo è sempre più al centro del dibattito relativo alla formazione degli insegnanti. Una possibilità per favorirlo può essere rappresentata oggi dall’impiego dei video digitali che in virtù della loro flessibilità ed amichevolezza d’uso ripropongono, con funzioni e modalità del tutto nuove, metodologie ed esperienze svolte negli anni passati con la tecnica del microteaching. In questo ambito una funzionalità interessante è rappresentata dalla video an notazione, ovvero dalla possibilità di inserire commenti testuali sincronizzati a specifici momenti della registrazione di una lezione, rendendo altresì condivisibile, in rete, l’esperienza individuale all’interno di una comunità di tirocinanti in formazione. Il presente lavoro è indirizzato a valutare se l’impiego della video annotazione si differenzi da altri strumenti di supporto (scaffold) nel promuovere la riflessione degli insegnanti. A questo scopo vengono comparati tre gruppi di giovani insegnanti chiamati a riflettere e commentare una propria lezione con dispositivi diversi: il primo senza scaffold, il secondo con l’ausilio di un questionario orientativo, il terzo con l’ausilio aggiuntivo di una revisione del video della lezione e della video annotazione. I dati raccolti mostrano significative differenze nella tipologie dei commenti in rapporto ai diversi dispositivi preposti all’autoriflessione ma anche come queste differenze non si conservino quando i gruppi sono ricollocati nella condizione originaria.Increasing the quality of reflective practice in teacher training is a focal point in the current educational debate. A new opportunity has been opened up by the use of digital videos offering highly innovative functions according to procedures resembling the microteaching experiences of recent decades. An interesting tool in this context is video annotation, a function offered by various software programmes allowing the user and/or observers to add comments to the digital videos of the lessons and to share them in a community of practice This work intends to examine how video-supported reflection techniques influence teachers’ capacity for self-analysis, revealed by means of written comments, and will focus, in particular, on how the video annotation tool may influence the type of comments made. The study compared three groups of young teachers, who were asked to reflect and comment on one of their lessons in three different sets of conditions: the first without scaffolding, the second with the help of a questionnaire, the third with the additional support of a review of the lesson video using the video annotation tool. The data collected showed that types of comments made varied significantly depending on the self-reflection technique adopted but that these differences were not maintained when the groups reverted to the original conditions

    Mobile learning for the integration of groups that risk being marginalized

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    Social inclusion and cohesion are two of the objectives that the European Union has very often proclaimed in its documents, in the past ten years. At the same time, community policies have emphasized the role that ICTs can play to encourage and support participation and integration opportunities of disadvantaged citizens. Within this context, the ENSEMBLE project, presented here, aims at developing a strategy of use of ICTs to promote socio-cultural integration of immigrant citizens by using technologies such as MP3 players and mobile phones, and by experimenting instructional methods and communication models suitable for the adopted instruments. The present paper focuses particularly on the educational communication design of MMS messages

    Are developmental shifts the main driver of phenotypic evolution in Diplodus spp. (Perciformes: Sparidae)?

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    Background: Sparid fishes of the genus Diplodus show a complex life history. Juveniles have adaptations well suited to life in the water column. When fishes recruit into the adult population, individuals develop a radically differentiated shape that reflects their adaptation to the new benthic environment typical of the adult. A comparative analysis of ontogenetic trajectories was performed to assess the presence of divergence in the developmental pattern. By using a geometric morphometric approach, we investigated the pattern of shape variation across ontogenetic stages that span from early settlement to the adult stage in four species of the genus Diplodus. Landmarks were collected on the whole body of fishes to quantify the phenotypic variation along two well defined life stages, i.e. juvenile and adult. A comparative analysis of ontogenetic trajectories was performed to assess the presence of divergence in the developmental pattern. Subsequently, we investigated the patterns of integration and modularity as proxy for the alteration of the developmental processes. This have allowed to give an insight in morphological developmental patterns across ecologically and ontogenetically differentiated life stages and to investigate the process leading to the adult shape. Result: Our results suggest that the origin of morphological novelties in Diplodus spp. arise from shifts of the ontogenetic trajectories during development. During the settlement phase, the juveniles' morphological shapes converge towards similar regions of the morphospace. When the four species approach the transition between settlement and recruitment, we observe the lowest level of inter- and intra-specific disparity. After this transition we detect an abrupt shift of ontogenetic trajectories, i.e. the path taken by species during development, that led to highly divergent adult phenotypes. Discussion: We suggest that the evolution of new ecomorphologies, better suited to exploit different niches (pelagic vs. benthonic) and reduce inter-specific competition in Diplodus spp., are related to the shift in the ontogenetic trajectory that in turn is associated to changes in modularity and integration pattern

    Report of the virtual RTB ISC Annual Meeting 2021. The Grand Finale. July 7-9, 2021

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    OBJECTIVES • Progress by flagships shared with Independent Steering Committee (ISC) and RTB community • Reflection of RTB achievements and challenges • Contribute to the transition to One CGIAR with collective knowledge assets • Consolidate lessons learnt for implementation of new initiative
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