144 research outputs found

    Associazionismo e partecipazione: Associations

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    L’Italia è sempre stata caratterizzata da un livello di partecipazione associativa molto basso, se paragonato ad altri Paesi europei. Il dato continua ad impressionare gli osservatori, fin dalla ricerca di Almond e Verba sulla cultura civica [1963, p. 246]. In un contesto in cui l’integrazione politica era ampiamente basata su culture politiche di partito, la maggior parte delle reti associative era collaterale ai partiti politici di massa [Biorcio, 2007, p. 189]. Per questo, per discutere i tratti contemporanei dell’associazionismo, dobbiamo adottare una prospettiva di medio periodo, e analizzare i cambiamenti che si sono succeduti nel corso degli ultimi due decenni, e più precisamente a partire da “Tangentopoli” e dal crollo dei partiti di massa. Il capitolo discute le caratteristiche principali di chi partecipa, nonché i luoghi di impegno, mobilitazione e socialità, e conclude presentando le principali sfide della partecipazione associativa nella società italiana (mantenerne la vitalità, la difficoltà di voice e critica alla sfera politica, la partecipazione alla programmazione delle politiche). Il capitolo discute anche le “vecchie” sfide interpretative che continuano ad interrogare la ricerca sociologica. Il grande tema delle “determinanti” del coinvolgimento associativo torna di attualità: se le variabili socio-professionali classiche aiutano a comprendere la distribuzione interna al mondo dei partecipanti, occorre analizzare meglio le ragioni dei livelli così bassi di partecipazione in Italia. Lungi da essere una questione che ha trovato risposte esaustive nei lavori di Almond e Verba prima, e di Putnam in seguito, e di molta ricerca italiana fin dall’inizio degli anni ’90, il quesito vede tutt’ora la ricerca impegnata ad esplorare nel dettaglio i fattori contestuali dell’azione collettiva e a “immaginare” diverse spiegazione. Diversi fattori contestuali sono stati studiati separatamente negli ultimi anni: la collocazione geografica e spaziale delle associazioni, la presenza – o meno – di canali istituzionali di mediazione degli interessi e di accesso ai processi decisionali o deliberativi, le principali fratture su cui si strutturano i conflitti contemporanei, la dinamica economica (non solo sul piano del reddito ma anche della valorizzazione delle credenziali scolastiche e delle competenze acquisite), i repertori di azione e di coordinamento legittimi e maggiormente diffusi nel territorio di riferimento (ad esempio il ricorso ad eventi, o la costruzione di luoghi stabili di socialità, o la fornitura di servizi e beni pubblici, la protesta via internet, la costruzione di luoghi di confronto, le campagne di consumerismo politico, e così via). Nei prossimi anni la sfida consisterà nel mostrare il modo in cui questi fattori si combinano in ciascun contesto territoriale, e nell’incrementare la ricerca comparativa in proposito (...)

    Prefazione. La parabola del New Labour e la politica italiana

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    Le ripetute vittorie elettorali di Tony Blair, il suo impegno per la mo- dernizzazione e l’innovazione della politica, il tentativo di delineare una “Terza Via” fra la sinistra e la destra, avevano naturalmente suscitato atten- zione e spesso un’aperta simpatia fra i diversi studiosi e giornalisti che si auguravano un analogo rinnovamento anche per la sinistra italiana. Gli effetti concreti del neolaburismo sul sistema politico italiano sono stati, però, per molto tempo quasi inesistenti. L’avvento del governo Renzi ha in parte cambiato le cose. Il capitolo ricostruisce l’influenza del New Labour sul sistema politico italiano, sia a sinistra che a destra. Esso inoltre discute gli aspetti teorici e metodologici più importanti della sociologia politica di Faucher e Le Galès, mettendo in luce l’importanza di una lettura sociologica del rapporto fra azione di governo e cambiamento sociale

    Culture, Values and Social Basis of Northern Italian Centrifugal Regionalism. A Contextual Political Analysis of the Lega Nord

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    The Lega Nord intended to create a party which represented the whole of the northern regions, capable to defend their interests and culture. If we examine the profile of people that voted for the Lega Nord, we find some discordant features compared to the project. A large majority of the party’s electorate naturally supports federalism and devolution. However, the party’s electorate paradoxically displays value trends and convictions that, for many aspects are in countertendency compared to the population of northern Italy, and much closer to those of the southern electorate. The relationship between the Lega Nord and northern society remain ambivalent and the party is unable to represent the whole of value instances that its citizens consider most important. Bossi’s party gave only partly expression to the dominant ideas and values in northern Italy. It would seem a quite strange paradox for a regionalist party born to draw attention to the northern question. A paradox which is all interior to political dynamics, where actors interact in a complex way, considering the context in which they are included, that binds them, but doesn’t determine them: far from being the expression of a homogeneous territory as regards culture and values, the Lega Nord is a particular political actor that builds its own identity by selecting themes and questions to represent. On the other hand, the North presents some very noteworthy interior differences both in territorial and socio-cultural terms; even if in the last years some converging dynamics are emerging around the medium enterprise model with long networks. Centrifugal regionalism reveals deep conflicts not only between territories, but also and above all, within the same regional territory, of the same “regional culture”, showing this way the value heterogeneity internal to every territory. The Lega was able to intercept and mobilize a specific type of electorate – present above all in particular territorial contexts and within the popular and less educated sectors of the population – that on the point of view of values, of public spirit and of social attitudes, is distinguishable from the prevailing trends within the northern population and resembles the most diffused ones in the South. The Lega Nord was able to obtain support especially in these areas, by reinforcing fears, prejudices and some specific value trends of its inhabitants. By acting in such way, however, it progressively mobilized around a number of political matters quite distinctive different from the territorial ones, engaging itself rather in the defence of identity and national frontiers. The chapter presents inedit analysis and new survey dat

    The Paradox of Italian Associational Sector: Low Participation, High Innovation

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    Come già ricordato, l’Italia è sempre stata caratterizzata da un livello di partecipazione associativa molto basso, soprattutto se paragonato ad altri Paesi europei. Il dato ha impressionato gli osservatori fin dalle prime ricerche (ricordiamo fra le altre quella di Gabriel Almond e Sidney Verba (1963)sulla cultura civica). In un contesto in cui l’integrazione politica era ampiamente basata su culture di partito - la cosiddetta Prima Repubblica - la maggior parte delle reti associative era collaterale ai partiti politici di massa (Biorcio, 2007: 189). Proprio per queste ragioni, per mettere a fuoco i tratti dell’associazionismo contemporaneo, dobbiamo adottare una prospettiva di medio periodo, e analizzare i cambiamenti successivi a ‘Tangentopoli’ e al crollo dei partiti di massa (...)

    Orientamenti elettorali ed europeismo degli italiani

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    I molteplici significati dell'europeismo degli italiani. Crescono le perplessità sul processo d'integrazione europea. L'Europa e l'arena politica italiana. Sentimenti di appartenenza e riconoscimento dei diritti di cittadinanza europea. Europeismo e antiamericanismo

    Il Movimento verde in Italia

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    Face attack in Italian politics:Beppe Grillo’s insulting epithets for other politicians

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    The second largest party in the Italian Parliament, the “5-Star Movement” is led by comedian-turned-politician Beppe Grillo. Grillo is well-known for a distinctive and often inflammatory rhetoric, which includes the regular use of humorous but insulting epithets for other politicians, such as Psiconano (“Psychodwarf”) for Silvio Berlusconi. This paper discusses a selection of epithets used by Grillo on his blog between 2008 and 2015 to refer to Berlusconi and three successive centre-left leaders. We account for the functions of the epithets in terms of Spencer-Oatey’s (2002, 2008) multi-level model of “face” and of Culpeper’s (2011) “entertaining” and “coercive” functions of impoliteness. We suggest that our study has implications for existing models of face and impoliteness and for an understanding of the evolving role of verbal aggression in Italian politics

    The Web will kill them all: new media, digital utopia, and political struggle in the Italian 5-Star Movement

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    This article examines the role of discourses about new media technology and the Web in the rise of the 5-Star Movement (Movimento 5 Stelle, or M5S) in Italy. Founded by comedian and activist Beppe Grillo and Web entrepreneur Gianrobe rto Casaleggio in 2009, this movement succeeded in becoming the second largest party at t he 2013 national elections in Italy. This article aims to discuss how elements of digital uto pia and Web-centric discourses have been inserted into the movement’s political message, and how the construction of the Web as a myth has shaped the movement’s discourse and political p ractice. The 5-Star Movement is compared and contrasted with other social and political move ments in Western countries which have displayed a similar emphasis on new media, such as the Occupy movement, the Indignados movement, and the Pirate Parties in Sweden and Germ any. By adopting and mutating cyber- utopian discourses from the so-called Californian i deology, the movement symbolically identifies itself with the Web. The traditional political esta blishment is associated with “old” media (television, radio, and the printed press), and rep resented as a “walking dead,” doomed to be superseded and buried by a Web-based direct democra cy
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