737 research outputs found

    Pelvic Lymphedema in Rectal Cancer

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    Simulation of free-surface flows by a finite element interface capturing technique

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    Transient free-surface (FS) flows are numerically simulated by a finite element interface capturing method based on a level set approach. The methodology consists of the solution of two-fluid viscous incompressible flows for a single domain, where the liquid phase is identified by the positive values of the level set function, the gaseous phase by negative ones, and the FS by the zero level set. The numerical solution at each time step is performed in three stages: (i) a two-fluid Navier-Stokes stage, (ii) an advection stage for the transport of the level set function and (iii) a bounded reinitialisation with continuous penalisation stage for keeping smoothness of the level set function. The proposed procedure, and particularly the renormalisation stage, is evaluated in three typical two- and threedimensional problems.Fil: Battaglia, Laura. Consejo Nacional de Investigaciones CientĂ­ficas y TĂ©cnicas. Centro CientĂ­fico TecnolĂłgico Conicet - Santa Fe. Instituto de Desarrollo TecnolĂłgico para la Industria QuĂ­mica. Universidad Nacional del Litoral. Instituto de Desarrollo TecnolĂłgico para la Industria QuĂ­mica; ArgentinaFil: Storti, Mario Alberto. Consejo Nacional de Investigaciones CientĂ­ficas y TĂ©cnicas. Centro CientĂ­fico TecnolĂłgico Conicet - Santa Fe. Instituto de Desarrollo TecnolĂłgico para la Industria QuĂ­mica. Universidad Nacional del Litoral. Instituto de Desarrollo TecnolĂłgico para la Industria QuĂ­mica; ArgentinaFil: D'elia, Jorge. Consejo Nacional de Investigaciones CientĂ­ficas y TĂ©cnicas. Centro CientĂ­fico TecnolĂłgico Conicet - Santa Fe. Instituto de Desarrollo TecnolĂłgico para la Industria QuĂ­mica. Universidad Nacional del Litoral. Instituto de Desarrollo TecnolĂłgico para la Industria QuĂ­mica; Argentin

    Nonprofit foundations spur translational research

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    Every year, hundreds of promising basic discoveries in the pharmacological field are lost and will never have a chance to be exploited for patients due to difficulties in clinical translation. This is especially true for most neurodegenerative disorders lacking disease-modifying therapies. Here we present the current scenario and our vision of a 'collective-impact' multistakeholder approach to expedite the development of new drugs

    La colecistectomia videolaparoscopica elettiva: i limiti di un sogno ormai realtĂ 

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    La tecnica laparoscopica per la colecistectomia elettiva è il capolinea di un’evoluzione volta a ridurre ai minimi termini la via d’accesso. Abbiamo analizzato dal 1° gennaio 2004 al 31 dicembre 2006 un totale di 5515 interventi di colecistectomia, di cui 4877 laparoscopici e 635 in tecnica tradizionale. Le complicanze e le diagnosi aggiuntive sono state codificate ricercandole nel database delle SDO della Regione Lombardia. La morbilità è stata di 82 casi (12.9%) con la tecnica tradizionale e da 109 casi (2.23%) con la tecnica laparoscopica; la mortalità è stata di 11 casi (1.73%) con la tecnica tradizionale e di 1 caso (0.02%) con la tecnica laparoscopia. Le giornate di degenza media sono state 14.40 con la tecnica tradizionale e 4.75 con la tecnica laparoscopia La morbilità nella tecnica open è sei volte superiore rispetto alla tecnica laparoscopica. Questo divario tra le due tecniche è presente in tutte le casistiche mondiali ed è il risultato della mini-invasività della laparoscopia rispetto all’incisione laparotomica, condizione che spiega e giustifica anche la differenza per quanto riguarda i giorni di degenza media in favore ovviamente della tecnica laparoscopia. La mortalità così alta nella tecnica tradizionale rispetto alla laparoscopia è da attribuirsi ai casi selezionati La prima importante osservazione è che nei nostri ospedali, come in tutti i migliori del mondo, la colecistectomia laparoscopica è diventata il gold standard di trattamento della colelitiasi e la seconda è che sempre di più la tecnica open è riservata alla patologia complicata della litiasi della colecisti e questo quindi ne giustifica l’importante divario, rispetto alla tecnica laparoscopica, per quanto concerne le giornate di degenza, la morbilità e la mortalità

    Prevalenza della sclerosi multipla nell'isola d'Elba

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    Introduzione Le variazioni temporali e geografiche della frequenza di Sclerosi Multipla (SM) sono state molto studiate. Negli ultimi 30 anni, gli studi epidemiologici hanno evidenziato come la distribuzione della malattia nei paesi dell’area mediterranea, anche in Italia, sia più complessa di quanto ritenuto in passato quando era comunemente accettato il modello correlato alla latitudine (1, 2). Scarsi sono i dati di prevalenza relativi all’Italia centrale e in particolare ad oggi non sono noti dati pubblicati sulla dimensione di questa patologia nella popolazione dell’isola d’Elba. Obiettivi Calcolare la prevalenza della SM nell’isola d’Elba dal momento che non ci sono dati disponibili in letteratura. Metodi L'isola d'Elba è l’isola più grande dell'Arcipelago Toscano e la terza più grande d'Italia dopo la Sicilia e la Sardegna (223 km²). Al giorno di prevalenza, ovvero il 31/12/2010, la popolazione residente nell’isola era pari a 31.943 abitanti. I casi di SM sono stati identificati consultando le cartelle cliniche dell’ospedale e dell’ambulatorio di riferimento neurologico dell’isola. Sono stati arruolati nello studio tutti i pazienti con diagnosi di SM secondo i criteri di McDonald, residenti nell’isola al giorno di prevalenza. Sono stati calcolati i tassi di prevalenza grezzi e specifici (sesso e età) e il tasso standardizzato rispetto alla popolazione italiana del 2001. Gli intervalli di confidenza al 95% dei tassi di prevalenza sono stati calcolati assumendo una distribuzione di Poisson. Risultati Al giorno di prevalenza erano residenti nell’isola 42 soggetti con SM. Di questi il 59,5% era nato ed era tutt’ora residente nell’isola, mentre il 40,5% era nato fuori dall’isola. Tra i 42 soggetti con SM, 4 avevano origine sarda. Il rapporto F:M è risultato pari a 2,8: infatti il 73,8% era di sesso femminile rispetto al 26,2% di sesso maschile. L’età media dei soggetti era di 49,8±12,6 anni e non si osservano differenze significative tra i sessi riguardo all’età (M: 52,9±10,7, F: 48,7±12,6; p = 0,329). Per quanto riguarda le forme di malattia, il 16,7% dei pazienti aveva una forma CIS, il 61,9% una RR, il 16,7% una SP e il 4,8% una PP. Il grado di disabilità (EDSS) è risultato correlato (trend crescente) con la forma di malattia: EDSS pari a 1,5 per le forme CIS, 2,0 per le forme RR e 6,0 per le forme SP e PP. La durata di malattia, in media, era di 15,0±9,8 anni, con un range tra 0 e 37 anni. La durata media di malattia è risultata più alta per i maschi (19,3±9,5 anni) rispetto alle femmine (13,6±9,6 anni) ma tale differenza non è statisticamente rilevante (p = 0,109). Il tasso di prevalenza grezzo è risultato pari a 131,5 (IC 95%: 99,8-177,7) per 100.000 (maschi 70,7; femmine 189,2 per 100.000). Il tasso di prevalenza standardizzato è risultato pari a 131,5 (IC 95%: 91,8-171,2) per 100.000. Il tasso di prevalenza sesso età specifico mostra un picco, per entrambi i sessi, nella classe di età tra 45-54 anni, mentre non ci sono casi prima dei 15 anni

    The Management of Long-Term Psychiatric Sequelae in a Young Woman Who Suffered From Suspected Autoimmune Limbic Encephalitis:

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    We report the case of a 23-year-old woman who presented to our Psychiatry Unit with a complex psychiatric symptomatology, 6 years after suffering from a form of encephalopathy which was retrospectively and hypothetically labeled as autoimmune limbic encephalitis. Over the years, several psychopharmacological therapies had been initiated, but none of them led to substantial remission of symptomatology. During the first visit, symptoms were characterized by dysphoric mood with suicidal ideation, anxiety, delusional thoughts. Self-harm and psychogenic seizures with daily frequency were also reported. A therapy with slow-release lithium sulfate, lurasidone, and lorazepam was prescribed. After 6 months of treatment, psychopathological manifestations significantly improved
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