33 research outputs found

    O teste de Zulliger e avaliação de desempenho

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    This paper brings information about personality assessment in the organizational context, and the objective was to look for validity evidences for the Zulliger test in correlation with a questionnaire of Job Performance Evaluation. The results from a 86 subjects sample were examined. They had bachelor's degree in Electric Engineering, Computer Engineering, Electronic Engineering, Computer Science, System Analysis, and Statistics, men and women between 22 and 43 years old. The Z-test was analyzed using the Comprehensive System. The results showed that more disciplined and organized professionals, having initiative and practical vision, which target realistic results had an overall better evaluation. Not so well did the emotionally immature ones, or the ones highly critical and self-centered, who prioritize their own needs instead of the other ones' necessities.Este trabalho aborda a avaliação da personalidade no contexto organizacional, tendo como objetivo buscar evidências de validade para o teste Zulliger por meio da correlação com um questionário de Avaliação de Desempenho. Foram avaliados os resultados de uma amostra de 86 sujeitos, com formação em Engenharia Elétrica, Engenharia da Computação, Engenharia Eletrônica, Ciência da Computação, Análise de Sistemas e Estatística, com idades entre 22 e 43 anos, gêneros masculino e feminino. O Zulliger foi analisado conforme o Sistema Compreensivo. A Avaliação de desempenho considerou os itens relacionamento interpessoal, tomada de decisões, busca por inovação, organização e solução de problemas. As análises de correlação entre os dois instrumentos indicaram que profissionais mais disciplinados e organizados, que possuem iniciativa e uma visão prática e buscam resultados concretos são mais bem avaliados do que os imaturos emocionalmente, altamente críticos e mais egocentrados, que priorizam as próprias necessidades em detrimento das dos outros

    Randomized trial of physiotherapy and hypertonic saline techniques for sputum induction in asthmatic children and adolescents

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    OBJECTIVES: This study aimed to analyze the efficiency of physiotherapy techniques in sputum induction and in the evaluation of pulmonary inflammation in asthmatic children and adolescents. Although hypertonic saline (HS) is widely used for sputum induction (SI), specific techniques and maneuvers of physiotherapy (P) may facilitate the collection of mucus in some asthmatic children and adolescents. METHODS: A randomized crossover study was performed in patients with well-controlled asthma, and 90 sputum samples were collected. Children and adolescents were assessed using spirometry and randomized at entry into one of three sputum induction techniques: (i) 3% hypertonic saline – HS technique; (ii) physiotherapy (oscillatory positive expiratory pressure, forced expiration, and acceleration of expiratory flow) – P technique; and (iii) hypertonic saline + physiotherapy – HSP technique. ClinicalTrials.gov: NCT03136042. RESULTS: The total cells (mL) and the percentage (%) of differential inflammatory cells were similar in all techniques. The sputum weight (g) in the HSP technique was significantly higher than that in the HS technique. In all techniques, the percentage of viable cells was 450%, and there was no difference between the HS and P techniques. Moreover, sputum induction did not cause any alterations in the pulmonary function of patients. CONCLUSION: The physiotherapy sputum collection technique was effective in obtaining viable cells from mucus samples and yielded the same amount of sputum as the gold standard technique (hypertonic saline). In addition, the physiotherapy maneuvers were both safe and useful for sputum induction in asthmatic children and adolescents with well-controlled asthma

    Use of Ozonized Water in the Prevention of Surgical Site Infection in Children Undergoing Cardiovascular Surgery

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    ABSTRACT Introduction: Since the reduction of healthcare-associated infections has been a focus for quality patient care, this study aimed to evaluate the surgical site infection rate of children who underwent cardiovascular surgery after implementation of ozonized water system for hand and body hygiene allied to previously implemented preventive measures. Methods: Two uniformly comparable groups of pediatric patients underwent cardiovascular surgery. Group A (187) patients were operated prior to installation of ozonized water system (March 1 to August 31, 2019), and group B (214) patients were operated after installation of ozonized water system (October 1, 2019, to March 31, 2020). Ozonized water was used for professional hand hygiene and patient body hygiene. Results: There was statistical significance for surgical site infection reduction in group B (P=0.0289), with a relative risk of 0.560 (95% confidence interval = 0.298 to 0.920), inferring the risk of being diagnosed with surgical site infections in group B was 44% less than in group A. There was no statistical significance regarding mechanical ventilation time (P=0.1998) or mortality (P=0.4457). Conclusion: Ozonized water for professional hand hygiene and patient body hygiene was an adjuvant combined with traditional preventive methods to reduce the risk of surgical site infection, although no impact on hospital stay or mortality was observed

    TRATTAMENTO DI SEDIMENTI MARINI MEDIANTE REATTORI BIOSLURRY: ANALISI DI PROCESSO E CARATTERIZZAZIONE MICROBIOLOGICA

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    I sedimenti, elementi essenziali e dinamici di tutti i sistemi acquatici, rappresentano un potenziale serbatoio di sostanze tossiche di origine antropogenica. In ambiente marino, essi costituiscono un comparto ambientale estremamente complesso, con modalità di formazione, caratteristiche chimico-fisiche, organismi viventi e tipi di contaminazione estremamente variabili. In particolare, gli idrocarburi di origine petrolifera (indicati globalmente con la misura dei TPH - Total Petroleum Hydrocarbon) inquinanti prioritari particolarmente diffusi nelle aree fortemente industrializzate, tendono a rimanere intrappolati nei sedimenti per lunghi periodi di tempo; ciò li rende una fonte permanente di inquinamento e, conseguentemente, comporta effetti negativi sulla salute umana e sull’ambiente. La presenza in Italia di un elevato numero di siti contaminati ha fatto sorgere negli ultimi anni un crescente interesse verso nuove tecnologie di bonifica. In merito ai sedimenti portuali, stante la frequente necessità di dragare ingenti quantità di materiale per garantire la fruibilità delle aree portuali e il mantenimento di adeguate batimetrie, risulta necessario individuare valide opzioni di gestione che ne riducano lo smaltimento in discarica, soprattutto in relazione alle recenti disposizioni normative. Le aree portuali sono inoltre tra le zone costiere maggiormente soggette a fenomeni di inquinamento, spesso legati alle diverse attività industriali che vi si concentrano. In particolare, la Rada di Augusta (Siracusa, Italia) è sede di numerose attività industriali e di raffinazione che hanno comportato negli anni un severo stato di contaminazione, sia delle acque che dei sedimenti, tanto da far rientrare la Rada nella perimetrazione dei Siti di Interesse Nazionale (SIN). Tecnologie promettenti per il risanamento dei sedimenti marini contaminati da idrocarburi si basano sulla biodegradazione degli inquinanti da parte di popolazioni microbiche capaci di utilizzarli come fonte di carbonio ed energia. Tali strategie, più economiche ed ecosostenibili rispetto a trattamenti di tipo termico o chimico-fisico, stanno guadagnando attenzione grazie a una serie di studi che esplorano l'applicazione di comunità microbiche per la degradazione dei TPH. Tra queste, i reattori bioslurry, sistemi di trattamento ex-situ, si configurano come una delle migliori alternative per il trattamento di suoli e sedimenti contaminati da inquinanti recalcitranti in condizioni controllate. L'obiettivo di questa tesi di dottorato è stato quello di valutare l’applicabilità del trattamento biologico mediante reattori bioslurry a un sedimento proveniente da un sito interessato da un reale stato di contaminazione, la Rada di Augusta. In particolare, l’attività sperimentale è stata suddivisa in quattro fasi, di cui le prime due propedeutiche alla predisposizione dell’istallazione sperimentale per il trattamento della matrice contaminata in un reattore bioslurry a scala da banco: I. esecuzione di test di microcosmo aerati su sedimento proveniente dalla rada; II. configurazione impiantistica ottimale del reattore; III. prima campagna sperimentale in reattore bioslurry; IV. seconda campagna sperimentale in reattore bioslurry. I test di microcosmo condotti nella prima fase sperimentale hanno consentito di misurare degli indicatori funzionali alla valutazione delle performance dei trattamenti biologici nella rimozione della componente idrocarburica presente nei sedimenti marini. A tale scopo, sono state adottate diverse configurazioni di reattori batch, al fine di valutare la capacità degradativa della biomassa autoctona e l’influenza sul processo dell’aggiunta di nutrienti (biostimulation) e inoculo di biomasse alloctone (bioaugmentation). La seconda fase della ricerca è stata dedicata alla messa in esercizio di un reattore in fase semisolida (slurry), del tipo STR (stirred tank reactor). Le attività preliminari di tale fase hanno consentito di valutare la migliore configurazione impiantistica in termini di efficienza di miscelazione, con particolare riferimento alle modalità di miscelazione e alla presenza o meno di aerazione. Le ultime due fasi della sperimentazione sono state condotte alimentando il reattore in modalità batch con sedimento marino proveniente dalla rada; esse differiscono principalmente per lo stato di contaminazione iniziale. Sono state valutate le performance di processo in termini di rimozione di TPH congiuntamente ad altre tipologie di indagini volte ad ottenere maggiori informazioni sulla natura dei processi che si instaurano. In particolare, è stato utilizzato un approccio di tipo microbiologico che consiste nell’adozione di una tecnica di sequenziamento di nuova generazione (NGS - Next Generation Sequencing), MiSeq Illumina, per caratterizzare il comparto batterico presente nella matrice sedimento e seguire la dinamica della composizione dello stesso durante il periodo di osservazione. In relazione alle diverse fasi in cui il contaminate si può ripartire, l’analisi delle emissioni gassose dal sistema ha permesso di quantificare la componente idrocarburica volatilizzata e, conseguentemente, di acquisire un livello di maggiore dettaglio sui processi che si instaurano, ottenendo una stima più accurata della rimozione per via biologica. Inoltre, sono stati svolti test al fine di valutare lo stato di qualità del sedimento in termini di fitotossicità e, quindi, se il trattamento adottato fosse in grado di restituire una matrice di qualità superiore rispetto allo stato originario

    APOLLO LUNAR RADIOISOTOPIC HEATER SUMMARY REPORT.

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    Biological groundwater denitrification systems: Lab-scale trials aimed at nitrous oxide production and emission assessment

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    Bio-trenches are a sustainable option for treating nitrate contamination in groundwater. However, a possible side effect of this technology is the production of nitrous oxide, a greenhouse gas that can be found both dissolved in the liquid effluent as well as emitted as off gas. The aim of this study was to analyze NO3 − removal and N2O production in lab-scale column trials. The column contained olive nut as organic carbon media. The experimental study was divided into three phases (I, II and III) each characterized by different inlet NO3 − concentrations (30, 50, 75 mg NO3-N L−1 respectively). Sampling ports deployed along the length of the column allowed to observe the denitrification process as well as the formation and consumption of intermediate products, such as nitrite (NO2 −) and nitrous oxide (N2O). In particular, it was observed that N2O production represent only a small fraction of removed NO3 − during Phase I and II, both for dissolved (0.007%) and emitted (0.003%) phase, and it was recorded a high denitrification efficiency, over 99%. Nevertheless, significantly higher values were recorded for Phase 3 concerning emitted phase (0.018%). This fact is due to increased inlet concentration which resulted in a carbon limitation and in a consequent decrease in denitrification efficiency (76%)

    Uso del nocciolino di oliva come materiale di riempimento di biotrincee per la denitrificazione biologica in situ di acque di falda

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    Tra le varie possibilità di intervento per la rimozione dei nitrati dalle acque di falda, notevole interesse suscita il trattamento in situ dei plume contaminati mediante la realizzazione di biotrincee denitrificanti scavate in situ e naturalmente attraversate dalle acque di falda. Tra i materiali di origine organica che sono stati testati per tali applicazioni, il nocciolino di olive è risultato uno dei più idonei alle potenziali applicazioni di pieno campo. Tale tipo di materiale possiede un elevato contenuto di carbonio organico totale, prossimo al 50%, e una percentuale di lignina prossima al 45% in peso. Il lavoro proposto riporta i risultati di una campagna sperimentale eseguita mediante impianto a scala di laboratorio alimentato in continuo con una soluzione artificialmente contaminata da nitrati (fino a 35 mgNO3-L-1). I rendimenti di denitrificazione ottenuti sono stati elevati (fino al 99%), a fronte di tempi di detenzione idraulica relativamente bassi. Durante l’attività sperimentale è stata monitorata anche la produzione di protossido di azoto, ai fini di valutare il contributo di tali sistemi di trattamento all’emissione di gas climalteranti.In-situ treatment of nitrates contaminated plumes by means of biotrench, filled with materials able to promote the biological denitrification, is nowadays considered as an affordable alternative among the possible applicable technologies. Previous studies highlighted that olive nut, due to its high content of organic carbon as well as of lignin, resulted capable to promote significant removal efficiency. The paper reports the results of an experimental lab scale study carried out with a column filled with a blend of olive nut, sand and soil and feed in continuous with water artificially spiked with nitrates concentration up to 35 mgNO3-N L-1. Despite the low hydraulic retention time the denitrification efficiency resulted very high (up to 99%). Furthermore, the nitrous oxide production was investigated during the experimentation in order to assess the contribution of a such technology to the production of greenhouse gas
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