Video Registration in Egocentric Vision under Day and Night Illumination Changes

With the spread of wearable devices and head mounted cameras, a wide range of application requiring precise user localization is now possible. In this paper we propose to treat the problem of obtaining the user position with respect to a known environment as a video registration problem. Video registration, i.e. the task of aligning an input video sequence to a pre-built 3D model, relies on a matching process of local keypoints extracted on the query sequence to a 3D point cloud. The overall registration performance is strictly tied to the actual quality of this 2D-3D matching, and can degrade if environmental conditions such as steep changes in lighting like the ones between day and night occur. To effectively register an egocentric video sequence under these conditions, we propose to tackle the source of the problem: the matching process. To overcome the shortcomings of standard matching techniques, we introduce a novel embedding space that allows us to obtain robust matches by jointly taking into account local descriptors, their spatial arrangement and their temporal robustness. The proposal is evaluated using unconstrained egocentric video sequences both in terms of matching quality and resulting registration performance using different 3D models of historical landmarks. The results show that the proposed method can outperform state of the art registration algorithms, in particular when dealing with the challenges of night and day sequences

Reynolds number effects on particle agglomeration in turbulent channel flow

The work described in this paper employs large eddy simulation and a discrete element method to study particle-laden flows, including particle dispersion and agglomeration, in a horizontal channel. The particle-particle interaction model is based on the Hertz- Mindlin approach with Johnson-Kendall-Roberts cohesion to allow the simulation of Van der Waals forces in a dry air flow. The influence of different flow Reynolds numbers, and therefore the impact of turbulence, on particle agglomeration is investigated. The agglomeration rate is found to be strongly influenced by the flow Reynolds number, with most of the particle-particle interactions taking place at locations close to the channel walls, aided by the higher turbulence and concentration of particles in these regions

PROFILI FISCALI DEGLI STRUMENTI DI RISOLUZIONE DELLA CRISI DI IMPRESA

Il fenomeno della crisi d’impresa è uno degli argomenti più dibattuti negli ultimi tempi, a causa della crescente e perdurante crisi economica. Per molto tempo la crisi è stata vista come una fase fisiologica del normale ciclo di vita dell’impresa, a cui gli imprenditori dovevono essere preparati. Infatti le novità tecnologiche, il cambiamento del mercato e delle esigenze dei consumatori hanno comportato l’apporto di un cambiamento nei processi produttivi e dei prodotti da offrire sul mercato; le imprese che non sono state in grado di effettuare tali cambiamenti sono uscite dal mercato. A partire dagli anni ‘70, e soprattutto nell’ultimo decennio, la crisi viene interpretata come una caratteristica propria del sistema economico, industriale e finanziario, che impatta anche sul sistema sociale, coinvolgendo più interessi, quali i creditori dell’impresa e i lavoratori. Una volta che l’impresa riesce a percepire la difficoltà economica in cui versa, deve cercare una soluzione per poter risanare l’impresa e riportarla ad una situazione di stabilità economica-finanziaria. A tal fine il legislatore ha cercato di delineare un sistema normativo adeguato, con il D.L. 35/2005,in modo da superare la legge fallimentare preesistente che proponeva esclusivamente la liquidazione dell’impresa come unica soluzione per la regolazione dell’insolvenza dell’imprenditore. Obiettivo primario del legislatore è quello di garantire la salvaguardia e la continuità dell’attività aziendale, abbandonando la liquidazione dei beni aziendali per il soddisfacimento dei creditori dell’impresa. La problematica in tale circostanza è la mancanza, da parte del legislatore, di un interesse circa i profili tributari degli istituti concorsuali: l’unica norma di carattere tributario presente nella novellata disciplina è l’art. 182-ter della legge fallimentare che introduce l’istituto della transazione fiscale. L’elaborato si propone l’obiettivo di esaminare le problematiche tributarie che affiorano in relazione alle procedure concorsuali e concordate di gestione della crisi d’impresa, tentando di ripercorrere i tratti salienti dell’evoluzione normativa in materia, di analizzare gli orientamenti della dottrina e della giurisprudenza al riguardo, nonché di cogliere, in concreto, gli effetti dell’ingerenza dell’Amministrazione Finanziaria all’interno di una procedura negoziale avviata a causa dello stato di insolvenza del debitore. Dal confronto tra le diverse regole fiscali applicabili alle varie soluzioni alla crisi di impresa viene messo in evidenza come non sia presente un regime unitario ed uniforme, ma regole dettagliate di volta in volta riferibili a ciascuna di queste. Questa varietà rischia di condizionare la scelta della procedura da intraprendere, determinando un contesto fiscale non neutrale e contrario alla natura stessa di tali istituti, aventi come obiettivo primario la salvaguardia del valore aziendale. In particolare, nel primo capitolo ho cercato di tracciare l’evoluzione normativa nell’ambito delle procedure concorsuali, cercando di mettere in evidenza quali sono gli strumenti messi a disposizione dal legislatore, e in che modo ha reso più agevole il loro ricorso per le imprese in difficoltà. Nel secondo capitolo, partendo da una breve analisi dell’iter procedurale, ho tentato di analizzare l’aspetto fiscale di ogni singolo istituto, tra cui, nel seguente ordine, il concordato preventivo, la ristrutturazione dei debiti e il piano attestato di risanamento, evidenziandone le rispettive problematiche interpretative e le caratteristiche differenti. Questo perché è proprio l’aspetto fiscale che può guidare le scelte intraprese dall’imprenditore, ed in particolare quale tra i diversi strumenti di risanamento è quello più conveniente e adeguato dal punto di vista economico. Sono stati analizzati gli aspetti fiscali di regolazione della crisi, sia dal lato dell’imprenditore proponente, sia dal lato dei creditori, con particolare riferimento alle sopravvenienze, alle plusvalenze, alle perdite su crediti, e gli aspetti inerenti la tassazione diretta e indiretta. Infine sono state esaminate le tappe che hanno segnato il dibattito antecedente l’emanazione del Decreto Sviluppo, in modo da esporre le motivazioni che hanno spinto la Dottrina maggioritaria ad estendere in via interpretativa il bonus da accordo di ristrutturazione al pari di quanto espressamente previsto dall’art. 88, comma 4, in relazione al concordato preventivo. Sono state esaminate, dunque, le novità fiscali apportate dal Decreto Sviluppo, con lo scopo di valutare se l’intervento legislativo suddetto, abbia effettivamente realizzato la sostanziale equiparazione, sul piano fiscale, tra le due procedure. Nel terzo e ultimo capitolo, affronterò invece le problematiche riguardanti l’istituto della transazione fiscale, l’istituto attraverso cui si estrinseca l’attività dell’Amministrazione finanziaria e la sua partecipazione nell’individuazione del debito d’imposta relativo al periodo concorsuale. Dopo un’analisi circa la genesi dell’istituto e gli aspetti procedurali che proponente e Uffici sono chiamati ad adempiere per poter dare avvio alla procedura della transazione, cercherò di mettere in evidenza le problematiche interpretative della stessa, facendo emergere in ogni modo l’importanza di tale istituto, che può essere vantaggioso sia per il soggetto proponente, che avrà la possibilità di chiudere definitivamente i suoi rapporti con il Fisco e con gli Enti previdenziali, sia per lo Stato, che potrà recuperare tutto il denaro, salvaguardando la stabilità economica. Inoltre cercherò di mettere in evidenza i dubbi circa la compatibilità dell’istituto con i principi costituzionali ed la normativa comunitaria. Infatti, aspetto rilevante è l’ambito dei tributi costituenti risorse proprie dell’Unione europea, in particolare l’Iva per cui il Legislatore ne ammette la esclusiva dilazione, e non falcidia, al fine di conformarsi al principio consolidato a livello comunitario. Inoltre tenterò di raffrontare le diverse modalità applicative nell’ambito del concordato preventivo art. 160 legge fallimentare e dell’accordo di ristrutturazione dei debiti art. 182-bis legge fallimentare. Infine procederò all’analisi di alcune pronunce contrapposte della giurisprudenza e della dottrina circa l’obbligatorietà o la facoltatività del ricorso all’istituto della transazione fiscale ex art. 182-ter della legge fallimentare

Collaboration experience in the supply chain of knowledge and patent development

In this paper we aim at understanding the role of collaboration experience in supply chains of knowledge (SCoK). The SCoK of a company is its supply chain not related to the flow of physical goods but to the flow of R&D commodities. R&D commodities are for example patents, technologies, research services, studies, and projects, and, in high-tech industries, their development and commercialization is considered as important as real products. To accomplish our aim in this paper we fulfil the following research objectives: 1) investigate the relationship between the collaboration experience in SCoK and the propensity of the firm to develop new patents; 2) examine how the structural embeddedness of the firm within its SCoK mediates this relationship. We ground our conceptual model on the supply chain, open innovation and social capital literatures and empirically test our hypotheses on a cross-sectional dataset of 208 biotech companies that have signed 612 SCoK agreements in the years 2006–2010. The key findings of this study are: first, accumulating experience in SCoK collaborations facilitates the development of new patents; second, being central and bridging structural holes within the SCoK are two means by which the experience in SCoK collaborations is translated into new patents

DR(eye)VE: a Dataset for Attention-Based Tasks with Applications to Autonomous and Assisted Driving

Autonomous and assisted driving are undoubtedly hot topics in computer vision. However, the driving task is extremely complex and a deep understanding of drivers' behavior is still lacking. Several researchers are now investigating the attention mechanism in order to define computational models for detecting salient and interesting objects in the scene. Nevertheless, most of these models only refer to bottom up visual saliency and are focused on still images. Instead, during the driving experience the temporal nature and peculiarity of the task influence the attention mechanisms, leading to the conclusion that real life driving data is mandatory. In this paper we propose a novel and publicly available dataset acquired during actual driving. Our dataset, composed by more than 500,000 frames, contains drivers' gaze fixations and their temporal integration providing task-specific saliency maps. Geo-referenced locations, driving speed and course complete the set of released data. To the best of our knowledge, this is the first publicly available dataset of this kind and can foster new discussions on better understanding, exploiting and reproducing the driver's attention process in the autonomous and assisted cars of future generations

Understanding social relationships in egocentric vision

The understanding of mutual people interaction is a key component for recognizing people social behavior, but it strongly relies on a personal point of view resulting difficult to be a-priori modeled. We propose the adoption of the unique head mounted cameras first person perspective (ego-vision) to promptly detect people interaction in different social contexts. The proposal relies on a complete and reliable system that extracts people\u5f3s head pose combining landmarks and shape descriptors in a temporal smoothed HMM framework. Finally, interactions are detected through supervised clustering on mutual head orientation and people distances exploiting a structural learning framework that specifically adjusts the clustering measure according to a peculiar scenario. Our solution provides the flexibility to capture the interactions disregarding the number of individuals involved and their level of acquaintance in context with a variable degree of social involvement. The proposed system shows competitive performances on both publicly available ego-vision datasets and ad hoc benchmarks built with real life situations

Low-Input maize-based cropping systems implementing IWM match conventional maize monoculture productivity and weed control

Conventional Maize Monoculture (MM), a dominant cropping system in south-western France, is now questioned for environmental reasons (nitrate leaching, pesticide use and excessive irrigation). Three low-input Cropping Systems (CS) using diverse weeding strategies (MMLI, a low-input MM implementing ploughing, a combination of on-row spraying and in-between row cultivation and cover crops; MMCT, conservation tillage MM implementing chemical control and cover crops; Maize-MSW, maize managed similar to MMLI but rotated with soybean & wheat) were compared to a reference system (MMConv, a conventional MM with tillage and a high quantity of inputs). Potential of Infestation of weeds (PI), weed biomass and crop production of these CS were compared during the first five years after their establishment. fields were also assessed in weed-free zones hand-weeded weekly in 2014 and 2015. Weed communities did not drastically differ among CS. PI and weed biomass were higher in MMCT, especially for Echinochloa crus-galli (L.) P.Beauv. and were comparable between MMConv, MMLI and Maize-MSW. Analysis of covariance between CS and weed biomass did not reveal a significant interaction, suggesting that weed biomass affected yield similarly among the CS. Comparison between weedy and weed-free zones suggested that weeds present at maize maturity negatively affected yields to the same extent for all four CS, despite having different weed biomasses. Grain yields in MMConv (11.3 ± 1.1 t ha−1) and MMLI (10.6 ± 2.3 t ha−1) were similar and higher than in MMCT (8.2 ± 1.9 t ha−1. Similar yields, weed biomasses and PI suggest that MMLI and Maize-MSW are interesting alternatives to conventional MM in terms of weed control and maize productivity and should be transferred to farmers to test their feasibility under wider, farm-scale conditions