55 research outputs found

    The specialized translation from Italian into Chinese: use of corpora and didactic proposals

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    L’obiettivo del presente progetto di ricerca è quello di elaborare una proposta didattica per la traduzione specializzata dall’italiano in cinese finalizzata all’acquisizione della competenza traduttiva utilizzando l’approccio corpus-based. Per raggiungere questo obiettivo, si sono posti i seguenti obiettivi specifici: i) delineare l’inquadramento teorico della didattica della traduzione specializzata; ii) delineare l’inquadramento metodologico relativo ai Corpus-based Translation Studies; iii) costruire e analizzare il corpus comparabile italiano-cinese in prospettiva didattica; iv) elaborare una proposta didattica per la traduzione specializzata dall’italiano in cinese finalizzata all’acquisizione della competenza traduttiva, basata sull’approccio corpus-based. La presente tesi si articola in cinque parti: il primo capitolo è dedicato al quadro teorico di riferimento relativo agli studi sulla didattica della traduzione; il secondo capitolo illustra gli apporti metodologici delle varie teorie che hanno portato all’applicazione dei corpora agli studi di traduzione, seguendo la mappa di Holmes-Toury; il terzo capitolo presenta la costruzione del corpus comparabile italiano-cinese; il quarto capitolo analizza alcune caratteristiche lessicali e morfosintattiche riguardo a macro-tendenze distinte per tipo e genere testuale; l’ultimo capitolo illustra la sperimentazione didattica per la traduzione specializzata in contesto economico-giuridica dall’italiano in cinese.The aim of this study is to develop a didactic proposal for specialized translation from Italian into Chinese, focusing on the acquisition of translation competence and adopting a corpus-based methodology. In order to reach this goal, the following specific objectives have been set: i) developing the theoretical framework for specialized translation teaching; ii) developing the methodological framework related to the Corpus-based Translation Studies; iii) constructing and analyzing the comparable Italian-Chinese corpus; iv) providing an updated didactic proposal for the specialized translation from Italian into Chinese. The structure of the thesis is as follows: Chapter I reviews existing literature on the teaching of translation; Chapter 2 illustrates the methodological contributions related to the Corpus-based Translation Studies, following the Holmes-Toury map; Chapter 3 describes the procedure for corpus construction and the composition of the corpus constructed specifically for the didactic purpose of this study; Chapter 4 presents the lexical and morpho-syntactic features distinguished by type and genre; finally, Chapter 5 illustrates the didactic experimentation for specialized translation in legal and economic context from Italian into Chinese

    Metodologie progettuali digitali per l’ottimizzazione, il controllo e la gestione dei processi di realizzazione dell’architettura

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    La tesi si propone di analizzare le attuali metodologie per la gestione del processo edilizio e le prospettive che queste possono avere, in parallelo allo sviluppo delle possibilitĂ  e competenze informatiche raggiunte dal settore della progettazione e costruzione dell'architettura. Tali metodologie vengono introdotte e analizzate mediante un esteso approfondimento storico e dello stato dell'arte, al fine di meglio definire il quadro di riferimento e gli indirizzi delle linee di ricerca del settore. Nella parte sperimentale, si riportano i risultati ottenuti dall'impiego del prototipo informatico sviluppato. Questo applicativo combina le potenzialitĂ  della modellazione informativa dell'edificio (BIM) con tecniche di Intelligenza Artificiale, in tre casi studio. I risultati dimostrano chiaramente i vantaggi, in termini economici e di durata del cantiere, e aprono la strada ad ulteriori sviluppi delle sinergie tra informatica e ingegneria per l'architettura

    Nuovi paesaggi e aree minerarie dismesse

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    This work discusses the processes and dynamics of the landscapes of the mining industry, of the degraded areas, and of their possibilities for redevelopment through the creation of "new landscapes". The case of abandoned mining areas is seen in the context of the three phases of landscape transformation (previous, contemporary and subsequent to the mining activity), and in the context of the expanse of the regions affected by the phenomenon. The latter led to the hypothesis that the territory enhancement project should be placed within a complex system, whose main features are widespread interventions involving and intercepting both new and consolidated landscape networks

    Paesaggi di recupero

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    La tesi di dottorato affronta la tematica delle aree industriali dismesse, realtà urbane dove il fenomeno dismissione ha assunto la valenza di “processo di degradazione progressivo” e, spesso, inesorabile che, partendo dalla scomparsa delle attività produttive in aree anche limitate e circoscritte, ha investito in maniera rapidissima il contesto paesaggistico - ambientale, ma anche economico, sociale e culturale. Con la crisi petrolifera del 1973 e con il generale riorientamento della politica industriale si è assistito ad un declino di aree industriali, specialmente nelle nazioni omunemente ritenute più avanzate. Obiettivo generale della tesi è la gestione sostenibile dell’ambiente e delle risorse attraverso l’avanzamento della conoscenza delle interazioni tra biosfera, ecosistemi e attività umane, sviluppando nuove tecnologie, strumenti e servizi, al fine di affrontare le tematiche ambientali in modo globale. Due tra le attività previste dall’area tematica sono: affrontare il problema delle pressioni sull’ambiente, analizzando e quantificando i rischi alla salute ambientale ed individuando strategie di prevenzione. La seconda mira alla conservazione e gestione sostenibile delle risorse naturali e artificiali, alla protezione e gestione della biodiversità e del suolo, approcci quindi contro la degradazione del paesaggio. In particolare la volontà di indagare volge quanto più possibile nella direzione del recupero a nuove destinazioni di aree prevalentemente industriali dismesse o con gravi problemi di inquinamento. Partendo da questi assunti teorici, attraverso una ricognizione sullo stato dell’arte relativo ai sistemi di valutazione, alla normativa vigente, e da applicazioni pratiche con l’analisi di progetti di valore, è possibile estrapolare criteri e parametri qualitativi e quantitativi per definire un supporto metodologico e applicativo alla progettazione. Gli obiettivi raggiunti della tesi mirano a contribuire in maniera specifica e pertinente alcuni assunti progettuali già sperimentati: l’analisi dei luoghi, il progetto per inserzioni puntuali, il salto di scala, lo spazio pubblico come connettivo, l’uso dei materiali vegetali, e altri. Nell’analisi dei progetti studiati, si riscontrano volontà di fare innovazione, nuove formule per la sostenibilità, nuovi definizioni di composizione, e alcune scelte che trovano nell’uso dell’intelligenza e nella ricostruzione di un rapporto di intelligibilità con le parti il fondamento del progetto di paesaggio. In quest’ottica un altro aspetto che deve essere fatto notare è l’attenzione di questi progetti sia per le questioni riguardanti l’ordinarietà della paesaggio esistente, sia per casi con caratteristiche eccezionali. Lo sguardo è volto a questioni come il recupero di grandi insediamenti dismessi, il discorso degli spazi di risulta tra reti infrastrutturali ed insediamenti, la riqualificazione e la fruizione dello spazio pubblico. Un primo aspetto critico che deriva da questo studio è la riflessione per cui senza una politica ambientale alle spalle, chiara e complessiva gran parte di questi discorsi sul disegno e sulla composizione, la forma e la fruibilità dello spazio perdono di significato e di efficienza. In Europa, principalmente, si sono riscontrati i risultati migliori perché questo approccio è inserito in un contesto normativo, urbanistico e processuale sperimentato e consolidato negli anni. Il progetto di paesaggio funziona effettivamente come uno strumento di conoscenza e riqualificazione della città e del territorio, che ha consolidato nel tempo una tradizione operativa efficace. Non è però possibile pensare di esportare questi strumenti da un paese all’altro, né tantomeno in Italia, senza avviare un processo generale su questioni alla morfologia urbana e del paesaggio, istanze sociali e di partecipazione, tematiche ambientali. L’eterogeneità dei paesaggi non ha impedito però, di poter tentare la ricostruzione di un orizzonte di senso comprensibile e di una forma unitaria. Dove le altre discipline non vedono che caos, giustapposizione di oggetti e omogeneizzazione, il progetto di paesaggio è in grado di orientare un nuovo cammino progettuale specialmente se, come nei casi sperimentali trattati, esso è in grado di allearsi con metodi e strategie del progetto urbanistico, ambientale, tecnico-scientifico e filosoficoculturale. Il tema progettuale-processuale affrontato si presta ad essere approfondito a partire da alcuni punti di vista possibili e secondo alcune tematiche che sono state trattate qui a volte in modo marginale o non completo. Il naturale sbocco della ricerca, che vuole inserirsi nell’area tematica n°6 del VII programma quadro: ambiente, risiede nella possibilità di un approfondimento dei casi analizzati, ad un ampiamento degli stessi, nonché la valutazione di nuovi progetti, non ancora conclusi, da comparare a quelli qui analizzati. Struttura ed articolazione della tesi: L’obiettivo è una lettura parametrica dei casi di studio rintracciabili, e l’elaborazione di strumenti che illustrino strategie d’intervento, modalità d’azione e linee guida di riferimento nell’ambito della riqualificazione dell’aree dimesse, in modo tale che il paesaggio diventi il caposaldo da cui operare la riqualificazione delle aree dimesse. La tesi s’inserisce nella categoria di progetto integrato di ricerca e dimostrazione, dividendo il lavoro in tre fasi principali: una teorico conoscitiva, una metodologica strumentale e una di sintesi valutativa

    Diminuzioni e accrescimenti

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    The perspective in graphic arts was born with a different form than the one used to present it in today’s courses, and it developed along with the transformations of scientific thought. This study disassembles from the inside the perspective images of a series of works, and then assembles them again, using clear graphic elaborations to show every step of the process. The sequence of the essays illustrates the evolution of role of the abacus and of measures in the works of the first artist-scientists, according to the scientific thought of the time. From Humanism to Baroque, perspective ceases to be a research on the truth of the eye. On the contrary, it becomes the search of the the eye’s deception, exploiting mechanical devices and complex theorems of geometric optics. The original quest is therefore replaced by technical virtuosity. The final repertoire offers a selection of examples showing the wideness of the theme over the centuries

    Standard tecnici globali: natura giuridica, livelli di cogenza e profili tassonomici

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    La natura giuridica degli standard e la loro capacità nomo-poietica costituiscono ad oggi temi di crescente interesse per la dottrina giuridica a livello nazionale e, a fortiori, universale. Un interesse per lunghi anni non proporzionato alla magnitudine del fenomeno, che invece oggi, sostanzialmente e correttamente, appare condiviso da numerose branche del diritto e che, anche in ragione della sua stretta correlazione con la riflessione sul potere e sull’autorità, trova nella dottrina giuspubblicistica, tanto costituzionalistica quanto amministrativistica e internazionalistica, il suo naturale referente. Il presente lavoro consta di tre capitoli, suddivisi in rispettivi paragrafi, sotto-paragrafi e sotto-sezioni, e mira a realizzare tre obiettivi principali: in primo luogo, senza trascurare la prospettiva filosofico e giuridico-metodologica, a proporre una definizione di standard globale organica e non ripetitiva delle formule ad oggi positivizzate; in secondo luogo, ad analizzare i caratteri essenziali del processo di normalizzazione, mettendone in risalto le debolezze sotto il profilo della legalità e della legittimità in un sistema democratico; in terzo luogo, a costruire una tassonomia non solo dei normalizzatori, bensì degli standard globali medesimi, che non abbia soltanto fini speculativi, ma costituisca un ausilio nel discernimento della materia. Partendo da un’analisi di natura terminologica e dottrinaria sull'utilizzo della parola “technical standard” e del corrispettivo italiano “norma tecnica” (§ I.1, I.2, I.4), e senza trascurare l’evoluzione del fenomeno in termini diacronici (§ I.3), l’elaborato cerca di fornire un inquadramento giuridico e metagiuridico dell’incidenza della normalizzazione globale sulle normative regionali e nazionali. Incidenza che è stata apprezzata dalla dottrina e riconosciuta da una consistente giurisprudenza degli organismi di risoluzione delle controversie esistenti a livello internazionale e globale, specialmente in sede OMC (§ II.1-2). Nel far ciò, questo lavoro ricostruisce la casistica più comune alla stregua del diritto amministrativo globale, distinguendo la standardizzazione globale dalle altre forme più note esistenti a livello internazionale, regionale e nazionale. Analizzate le più comuni dinamiche giuridico-economiche che coinvolgono la standardizzazione a livello globale – con particolare attenzione per la crescente “concorrenza regolatoria” tra gli standard setters – questo lavoro procede all’analisi e categorizzazione dei soggetti (§ II.2) e degli strumenti (§ II.3) afferenti all’alveo della produzione degli standard, passando in rassegna i più disparati meccanismi di “positivizzazione” della normativa tecnica (es. rinvio fisso, rinvio mobile, presupposizione). Tale ricerca consente di individuare le innumerevoli possibilità espressive dell’attività di normalizzazione, ridimensionando anche l’immagine – un tempo assai diffusa in dottrina – di un soggetto normalizzatore saldamente incardinato nella pubblica amministrazione. Se infatti è vero che l’attività di normalizzazione/unificazione sottende una funzione ineludibilmente pubblicistica e che non a caso si combina con l’attività di certificazione e di accreditamento (la cd. “Quality Infrastructure”), la natura dei soggetti che vi partecipano appare sempre più difficile da classificare. Essi infatti possono sì avere natura pubblica o privata, ma in numerosi casi si contraddistinguono piuttosto per uno status ibrido, dove la funzione di certezza propria dell’attività di standardizzazione (equiparabile a un munus pubblico) è attribuita a soggetti che perseguono interessi prettamente privatistici o, in taluni casi, a soggetti che non esercitano in assoluto l’attività di normalizzazione (quelli che si sono definiti normalizzatori “non apparenti”). Sulla base delle premesse appena riepilogate, risulta evidente come gli standard, quale strumento a carattere regolatorio/normativo e di delega del potere amministrativo, presentino interrogativi non solo sotto il profilo della legalità, bensì anche sotto quello della legittimità che – si argomenta in questo scritto – possono trovare risposta attraverso forme più o meno profonde e radicate di regolazione condivisa, dove l’attività dei normalizzatori viene decodificata e integrata all’interno di procedure di carattere negoziale (§ II.4). Il terzo capitolo realizza una tassonomia degli standard globali secondo il criterio della cogenza (classificazione “ratione auctoritatis”), ovverossia della capacità degli standard a trasformarsi in regole tecniche dotate di un certo coefficiente di obbligatorietà (§ III.1). Dopo aver passato in rassegna altre possibilità di carattere classificatorio (sinteticamente, “ratione: materiae, functionis, personae, loci”) si provvede a distinguere gli standard secondo tre macro-categorie, corredate di esempi esplicativi: gli standard a cogenza diretta (§ III.2), dove è la stessa fonte normativa che crea il normalizzatore ad attribuire automaticamente valore cogente agli standard ivi prodotti (es. Trattato istitutivo dell’ICAO e relativi “SARPS”); gli standard a cogenza indiretta (§ III.3), dove è una fonte normativa esterna ad attribuire cogenza agli standard prodotti da un determinato normalizzatore (es. Trattato OMC sulle misure sanitarie e fitosanitarie in relazione agli standard della Codex Alimentarius Commission); infine, gli standard a cogenza occulta (§ III.4), di natura reputazionale o commerciale, dove la cogenza è veicolata dal costo di non adesione al modello regolatorio (ad es. standardizzazione dell’ICH per l’armonizzazione dei requisiti necessari alla registrazione dei farmaci ad uso umano). Conclusivamente, vengono proposti meccanismi legittimanti per la normalizzazione a cogenza occulta, che maggiormente sconta l’assenza di adeguate garanzie a fronte di un’attività sostanzialmente normativo-prescrittiva

    Guida dello studente per la FacoltĂ  di Ingegneria. Anno accademico 1986-1987

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    La Guida delinea il complesso dell’offerta formativa della Facoltà di Ingegneria, in diversi anni accademici, indicando le modalità di accesso ai Corsi di studio, i piani didattici e i programmi degli insegnamenti

    Guida dello studente per la FacoltĂ  di Ingegneria. Anno accademico 1984-1985

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    La Guida delinea il complesso dell’offerta formativa della Facoltà di Ingegneria, in diversi anni accademici, indicando le modalità di accesso ai Corsi di studio, i piani didattici e i programmi degli insegnamenti

    Guida dello studente per la FacoltĂ  di Ingegneria. Anno accademico 1983-1984

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    La Guida delinea il complesso dell’offerta formativa della Facoltà di Ingegneria, in diversi anni accademici, indicando le modalità di accesso ai Corsi di studio, i piani didattici e i programmi degli insegnamenti
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