La tesi di dottorato affronta la tematica delle aree industriali dismesse, realtà urbane dove il fenomeno dismissione ha assunto la valenza di “processo di degradazione progressivo” e, spesso, inesorabile che, partendo dalla scomparsa delle attività produttive in aree anche limitate e circoscritte, ha investito in maniera rapidissima il contesto paesaggistico - ambientale, ma anche economico, sociale e culturale. Con la crisi petrolifera del 1973 e con il generale riorientamento della politica industriale si è assistito ad un declino di aree industriali, specialmente nelle nazioni omunemente ritenute più avanzate.
Obiettivo generale della tesi è la gestione sostenibile dell’ambiente e delle risorse
attraverso l’avanzamento della conoscenza delle interazioni tra biosfera, ecosistemi e attività umane, sviluppando nuove tecnologie, strumenti e servizi, al fine di affrontare le tematiche ambientali in modo globale. Due tra le attività previste dall’area tematica sono: affrontare il
problema delle pressioni sull’ambiente, analizzando e quantificando i rischi alla salute ambientale ed individuando strategie di prevenzione. La seconda mira alla conservazione e gestione sostenibile delle risorse naturali e artificiali, alla protezione e gestione della biodiversità e del suolo, approcci quindi contro la degradazione del paesaggio.
In particolare la volontà di indagare volge quanto più possibile nella direzione del recupero a nuove destinazioni di aree prevalentemente industriali dismesse o con gravi problemi di inquinamento.
Partendo da questi assunti teorici, attraverso una ricognizione sullo stato dell’arte relativo ai sistemi di valutazione, alla normativa vigente, e da applicazioni pratiche con l’analisi di progetti di valore, è possibile estrapolare criteri e parametri qualitativi e quantitativi per definire un supporto metodologico e applicativo alla progettazione.
Gli obiettivi raggiunti della tesi mirano a contribuire in maniera specifica e pertinente alcuni assunti progettuali già sperimentati: l’analisi dei luoghi, il progetto per inserzioni puntuali, il
salto di scala, lo spazio pubblico come connettivo, l’uso dei materiali vegetali, e altri.
Nell’analisi dei progetti studiati, si riscontrano volontà di fare innovazione, nuove formule per la sostenibilità, nuovi definizioni di composizione, e alcune scelte che trovano nell’uso dell’intelligenza e nella ricostruzione di un rapporto di intelligibilità con le parti il fondamento
del progetto di paesaggio.
In quest’ottica un altro aspetto che deve essere fatto notare è l’attenzione di questi
progetti sia per le questioni riguardanti l’ordinarietà della paesaggio esistente, sia per casi con caratteristiche eccezionali. Lo sguardo è volto a questioni come il recupero di grandi insediamenti dismessi, il discorso degli spazi di risulta tra reti infrastrutturali ed insediamenti,
la riqualificazione e la fruizione dello spazio pubblico.
Un primo aspetto critico che deriva da questo studio è la riflessione per cui senza una politica ambientale alle spalle, chiara e complessiva gran parte di questi discorsi sul disegno e sulla composizione, la forma e la fruibilità dello spazio perdono di significato e di efficienza.
In Europa, principalmente, si sono riscontrati i risultati migliori perché questo approccio è inserito in un contesto normativo, urbanistico e processuale sperimentato e consolidato negli
anni. Il progetto di paesaggio funziona effettivamente come uno strumento di conoscenza e riqualificazione della città e del territorio, che ha consolidato nel tempo una tradizione operativa efficace. Non è però possibile pensare di esportare questi strumenti da un paese all’altro, né tantomeno in Italia, senza avviare un processo generale su questioni alla
morfologia urbana e del paesaggio, istanze sociali e di partecipazione, tematiche ambientali.
L’eterogeneità dei paesaggi non ha impedito però, di poter tentare la ricostruzione di un
orizzonte di senso comprensibile e di una forma unitaria.
Dove le altre discipline non vedono che caos, giustapposizione di oggetti e
omogeneizzazione, il progetto di paesaggio è in grado di orientare un nuovo cammino
progettuale specialmente se, come nei casi sperimentali trattati, esso è in grado di allearsi con metodi e strategie del progetto urbanistico, ambientale, tecnico-scientifico e filosoficoculturale.
Il tema progettuale-processuale affrontato si presta ad essere approfondito a partire
da alcuni punti di vista possibili e secondo alcune tematiche che sono state trattate qui a volte in modo marginale o non completo.
Il naturale sbocco della ricerca, che vuole inserirsi nell’area tematica n°6 del VII programma quadro: ambiente, risiede nella possibilità di un approfondimento dei casi analizzati, ad un ampiamento degli stessi, nonché la valutazione di nuovi progetti, non ancora conclusi, da comparare a quelli qui analizzati.
Struttura ed articolazione della tesi:
L’obiettivo è una lettura parametrica dei casi di studio rintracciabili, e l’elaborazione di strumenti che illustrino strategie d’intervento, modalità d’azione e linee guida di riferimento nell’ambito della riqualificazione dell’aree dimesse, in modo tale che il paesaggio diventi il caposaldo da cui operare la riqualificazione delle aree dimesse.
La tesi s’inserisce nella categoria di progetto integrato di ricerca e dimostrazione, dividendo il lavoro in tre fasi principali: una teorico conoscitiva, una metodologica strumentale e una di
sintesi valutativa