8 research outputs found

    Are free schools socially selective? A quantitative analysis

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    Supporters and critics of free schools in England have had differing expectations about whether free schools would emerge in socially disadvantaged areas, and whether they would become socially selective. We investigate the outcomes, using information from the first three years since the introduction of the first new schools in 2011, drawn from the National Pupil Database. We find that, as policy proposers had expected, free schools have been situated in neighbourhoods that are somewhat above average in terms of the proportions entitled to free school meals, a well-known indicator of social disadvantage. Nevertheless, we also find that the free schools are socially selective within their neighbourhoods. These two effects balance out so that, overall, compared with the average for all England, there are no great differences between the social composition of secondary free schools and that of the national average. However, at primary school level there is evidence that free schools are enrolling children with above average ability. Moreover, there are very substantive differences between the ethnic composition of free schools and other schools. Despite these differences, we find little evidence that the presence of free schools is having an effect on the social composition of intakes to other schools in their neighbourhoods or on segregation in the local authority as a whole. We suggest this may be because there are still too few free schools, with very small cohort sizes, recruiting from very dispersed areas

    Localizzazione dei servizi pubblici, utenti serviti e reti di trasporto: un approccio integrato all’analisi dell’accessibilità alle dotazioni urbane

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    L’accessibilità è considerata un aspetto fondamentale di una città ben funzionante, un indicatore sintetico del livello di organizzazione del territorio ed un utile framework per integrare politiche di assetto urbano e investimenti nell’offerta di trasporto pubblico. Il presente lavoro di tesi si centra sul tema dell’accessibilità alle dotazioni urbane ed utilizza il concetto di accessibilità come una misura in grado di catturare l’intensità e la distribuzione spaziale dei benefici derivanti da una corretta organizzazione di spazi e servizi pubblici. Integrando in maniera creativa nuove fonti di dati e sviluppando tool di analisi spaziale ad hoc, il presente lavoro mette a punto nuovi approcci e nuovi indicatori di accessibilità in grado di rappresentare in maniera innovativa la domanda e l’offerta di spazi e servizi pubblici ed il loro potenziale di interazione spaziale, reso possibile dalle reti di trasporto. Il Capitolo 1 del lavoro di tesi propone una sintesi ragionata degli sviluppi scientifici più recenti sul tema dell’accessibilità urbana e sulle opportunità, per la ricerca e per la pratica, offerte dall’avanzamento tecnologico dei sistemi informativi geografici e dalla disponibilità di nuove fonti di dati. Sulla base di questa elaborazione, vengono successivamente introdotte le finalità e gli obiettivi del lavoro di tesi, lo study design ed il posizionamento della ricerca all’interno del dibattito scientifico attuale. Il Capitolo 2 propone un approfondimento sull’impiego degli indicatori di accessibilità a supporto dell’organizzazione della rete scolastica e descrive i risultati dell’applicazione di tali indicatori nei casi studio di Napoli e Milano. In contrasto con il focus sulla prossimità (i.e. la vicinorietà tra residenza ed istruzione) che ha caratterizzato la letteratura scientifica più recente, il capitolo propone un set di indicatori che permettono di tenere in conto diversi aspetti quali: i) le caratteristiche distributive e dimensionali dei plessi scolastici; ii) il bilanciamento locale tra domanda ed offerta di servizi; iii) l’attrattività di ciascun plesso scolastico espressa in funzione dell’offerta formativa, della qualità degli spazi e dei risultati ottenuti nelle prove standardizzate nazionali; iv) i meccanismi di scelta dell’istituzione scolastica e gli impatti di tali meccanismi sui livelli di accessibilità. Gli indicatori proposti vengono implementati mediante un applicazione in due casi di studio ed i risultati ottenuti dall’applicazione di diverse strategie di misura vengono empiricamente comparati mediante tecniche di statistica multivariata. Infine, un indicatore di equità spaziale, basato su un adattamento del coefficiente di Gini al caso dell’accessibilità ai servizi scolastici ed in grado di sintetizzare le diverse prospettive viene presentato. Il Capitolo 3 del lavoro di tesi presenta una metodologia di analisi dinamica dell’accessibilità ai servizi sanitari e discute le implicazioni di tale approccio per le pratiche di pianificazione, mediante una applicazione al caso studio della città di Madrid. In contrasto con analisi di tipo statico, il capitolo propone una nuova metodologia basata sull’utilizzo di big data, in grado di valutare l’accessibilità in diversi istanti temporali e di calcolare metriche sinottiche dei livelli di accessibilità su prefissati intervalli temporali. La metodologia permette di modellare le variazioni temporali dell’accessibilità ai servizi sanitari, derivanti a loro volta da: i) variazioni nell’intensità e nella distribuzione spaziale degli utenti potenziali; ii) fluttuazioni nelle performance delle reti di trasporto; iii) orari di apertura e chiusura dei servizi e turnazione del personale. Viene definito inoltre un indicatore sintetico di accessibilità in grado di fornire una misura globale del soddisfacimento della domanda di servizi. La validità di un approccio dinamico è infine testata mediante una comparazione dei risultati della metodologia proposta con quelli ottenuti dall’implementazione di metodologie convenzionali e mediante lo sviluppo di diversi scenari di intervento sul sistema delle dotazioni attuali. Il capitolo 4 della tesi infine riporta un quadro sintetico dei risultati ottenuti, commentati alla luce degli obiettivi individuati nella prima parte del lavoro. In tale parte vengono inoltre presentati i principali limiti del lavoro di tesi e fornite alcune riflessioni per future linee di ricerca. I risultati del lavoro di tesi sono sia metodologici che contestuali e presentano implicazioni rilevanti per le pratiche di governo del territorio. Con riferimento agli aspetti metodologi, le principali innovazioni del lavoro di tesi rispetto allo stato dell’arte attuale riguardano: i) lo sviluppo di indicatori di accessibilità time-sensitive; ii) l’utilizzo di nuove fonti di dati per le analisi di accessibilità ai servizi pubblici; iii) l’impiego di tecniche di statistica multivariata per la comparazione e la sintesi di diversi indicatori di accessibilità e per la valutazione degli effetti distributivi derivanti da modifiche dell’offerta di servizi. Con riferimento agli aspetti contestuali, il lavoro di tesi illustra e descrive, per la prima volta, i pattern di accessibilità ai servizi scolastici e sanitari nelle città di Napoli, Milano e Madrid. Infine, con riferimento alle implicazioni per le pratiche di governo del territorio, il lavoro di tesi sottolinea la necessità di un approccio metodologico-disciplinare più complesso, basato su una conoscenza approfondita della complessa rete di relazioni esistente tra offerta di servizi pubblici, utenti serviti e reti di trasporti. In tal senso, i modelli di accessibilità proposti in questo lavoro permettono di strutturare una conoscenza utile e dettagliata di tali fenomeni, risultando in definitiva particolarmente rilevanti per l’individuazione di carenze distributive o dimensionale, per la verifica del soddisfacimento delle esigenze degli utenti urbani e per la valutazione ex ante di ipotesi alternative di intervento

    Fair access and widening participation at the University of Liverpool

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    across higher education (HE) institutions in the United Kingdom (UK). The lower grades achieved by a large proportion of students from socio-economically disadvantaged backgrounds represents one of the main entry barriers to these students. However, though students’ trajectories into university are heavily dependent on their school qualifications, these alone are limited as predictors of academic potential. The current thesis explores how these inequalities play out at the University of Liverpool (UoL), looking also at the period prior to admission as educational inequalities reflect the long-term negative effects of childhood disadvantage. Aim: To investigate socio-economic inequalities in relation to participation and attainment at the UoL. Methods: A traditional sequential mixed methods design is followed, where quantitative studies 1 and 2 were carried out prior to qualitative study 3. These studies are combined using a pragmatic approach. Two retrospective cohort studies investigate associations between the educational and socio-demographic background characteristics of students on Introduction: Socio-economic inequalities in participation and attainment are ubiquitous three year-programmes (study 1) and the medical programme (study 2) with participation and attainment at the UoL. Underpinned by phenomenology, qualitative study 3 investigates the challenges faced by thirteen socio-economically disadvantaged students throughout their educational trajectories from primary school to the UoL. Results: Studies 1 and 2 depict the on-going socio-economic differences in participation at the UoL. Regarding attainment, in both studies, entry grades were positively associated with final attainment. Most entry-level differences narrowed or disappeared at university in both studies though the variables sex, ethnicity, and school type predicted significant differences in final attainment. As such, privately educated students performed less well than comprehensive school students at university in both studies. In Study 3, two main themes were derived from the data: ‘identity’ and ‘engagement’. These themes emerged across narratives in the types of disruption, barriers and instability that were discussed by individuals and in the ways that they attempted to cope and/or adapt to disadvantage. Conclusions: The findings of the quantitative studies suggest that educational attainment at school is a good, albeit imperfect, predictor of academic attainment at university. These findings support the use of contextual background information, alongside school grades in university admissions processes as a means of refining the selection of students. In turn, individuals' narratives expose a more complex picture of what it means to be disadvantaged, depicting the factors that may affect students' trajectories to HE prior to the point of admissions. Hence, combining quantitative and qualitative studies provides a more nuanced evaluation of 'disadvantage' highlighting various mechanisms that may drive differences in the educational outcomes of socio-economically disadvantaged students. Findings advocate for further evidence using mixed methods to help address these inequalities and widen participation at universities fairly
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