University of Pisa

Archivio Giuliano Marini
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    Jacques Maritain interprete del marxismo: critici di “destra” e critici di “sinistra”. Gli apporti ermeneutici di Italo Mancini e di Antonio Pavan

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    The paper analyzes some right-wing and left-wing criticisms regarding the interpretation of Marxism by Jacques Maritain, highlighting in particular the contributions by Italo Mancini and Antonio Pavan

    La scienza aperta e i suoi strumenti. Archivi aperti, overlay journals, metriche “alternative” e altre sperimentazioni.

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    Seconda lezione del corso "Scienza aperta e metriche alternative", tenuto per i dottorandi dell'università di Pisa

    Repubblicanesimo geopolitico. Anticipating Future Threats

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    Si tratta di un lavoro sulla moralità politica del Repubblicanesimo Geopolitico. Fa parte di un trittico sulla dialettica che comprende "Dialecticvs Nvncivs" già pubblicato sul blog di Geopolitica e teoria marxista "L' Italia e il Mondo" e "Glosse al Repubblcanesimo Geopolitico", di prossima pubblicazione

    Liberalismo e voto obbligatorio: un confronto

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    Il presente articolo propone una disamina sulla dimensione liberale del voto obbligatorio. Lo scritto prenderà le mosse dal problema dell’astensione, fattore determinante per la scelta di adottare il voto obbligatorio. Si metteranno così in luce alcune possibili ragioni di dissenso nei confronti dell’obbligatorietà del suffragio. Con il contrasto all’astensione sembrerebbe infatti venire meno la possibilità di esprimere determinate posizioni morali e politiche, con la conseguente restrizione della libertà del cittadino. Si cercherà quindi di caratterizzare il senso che il liberalismo conferisce alla parola “libertà” nell’ambito del voto, inserendo l’esito di questa “ricostruzione” in una riflessione sulla possibile accettazione del voto obbligatorio alla luce dello stesso credo liberale

    Il pericolo degli ebook

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    Traduzione italiana del manifesto di Richard Stallman "The Danger of Ebooks" (2011-2012

    Che cos’è l’uomo che filosofa? Leo Strauss lettore di Platone e Heidegger

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    Il complesso studio che Leo Strauss ha dedicato al significato e all’importanza di una corretta comprensione della filosofia politica, può dimostrarsi un ausilio fondamentale nel momento in cui tentiamo di analizzare le questioni del Sein, dell’essere dell’uomo, dell’essere dell’uomo che filosofa, intese come capitoli essenziali per un proficuo confronto tra Platone e Heidegger. L’interesse prevalente dell’ermeneutica straussiana ruota attorno al problema politico inteso come luogo in cui la filosofia è chiamata a misurare la sua credibilità in quanto scienza rigorosa. Da questo punto di vista la nascita, ad opera di Socrate, della filosofia politica, della “trattazione politica, ossia popolare della filosofia” , ovvero della “filosofia delle cose umane” comprese nella loro essenza, rappresenta il momento da cui ha inizio la filosofia classica tout court, nonché la motivazione della necessità del modo di vivere filosofico come sommamente giusto. Più ci si allontana da una differenziazione netta tra cose umane e cose naturali o divine, più c’è il rischio della fuga nella Weltanschauung, nella soluzione perfetta che rende omogenei tipi di ricerca qualitativamente diversi, come ad esempio la soluzione del problema umano e quella del problema cosmologico. Questa posizione critica nei confronti del compito autentico della filosofia è dovuta al fatto che Strauss interpretò e riconobbe come proprio il nucleo virtualmente politico presente nella fenomenologia di Edmund Husserl, in particolare nello scritto programmatico Philosophie als strenge Wissenschaft . La differenza radicale tra la ricerca infinita della “filosofia come scienza rigorosa” - intesa come episteme in opposizione alla doxa – e lo scetticismo distruttore di qualsiasi oggettività, tipico del naturalismo e dello storicismo, nonché l’influsso minaccioso a tentare la strada della Weltanschauungphilosphie, devono essere colte da Strauss nei termini di un contributo della fenomenologia alla filosofia politica. In sostanza, l’inconciliabilità tra filosofia e cultura, tra episteme e doxa, a cui Husserl allude, è per Strauss il momento in cui la fenomenologia espone il carattere politico della “filosofia come scienza rigorosa”, ossia di quella urgenza, preliminare e fatale per la filosofia, di fare i conti con il problema della filosofia politica. In un certo senso, allora, voler parlare di Platone e Heidegger per il tramite di Strauss, significa aver fatto una precisa scelta nei confronti della valutazione della storia del pensiero filosofico; significa, in definitiva, essere consapevoli che il carattere della domanda “che cos’è l’uomo che filosofa?” implica, di necessità, la preliminare questione intorno al rapporto tra filosofia e filosofia politica, tra la filosofia e la città. In sostanza, verremo a chiederci, con Strauss, in quale modo la filosofia, in Platone e Heidegger, renda conto della propria necessità davanti alla vita umana

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