In Europa le contrattazioni consortili per l’acquisto di risorse elettroniche hanno subito un grosso scossone per via del tentativo di alcuni consorzi (DEAL, Bibsam) di inserire i costi per l’accesso aperto nei contratti consortili alla ricerca di una più equa ridistribuzione dei costi.
Lo scopo è quello di evitare che le istituzioni paghino per gli abbonamenti e anche per la pubblicazione open access (in gergo si chiama double dipping).
La situazione in Italia ha preso una piega ben diversa perché il pacchetto contrattato dal consorzio nazionale prevede proprio questo double dipping.
Quali sono le ragioni che hanno portato il consorzio italiano a concludere una trattativa in controtendenza con gli altri consorzi?
AISA ha cercato di comprendere le ragioni degli atenei che hanno acconsentito a questa iniziativa, attraverso un questionario indirizzato a parte politica e parte tecnica degli atenei membri della associazione.
L’intervento illustra i risultati del questionario. [Last talk of the AISA 4th annual conference "Scienza aperta, pubblicità, democrazia"
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