42 research outputs found

    Nuovi dati sulla decorazione architettonica di <i>Uchi Maius</i>: le cornici e le mensole

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    Lo studio preliminare della decorazione architettonica uchitana si è finora limitato ai capitelli (24 pezzi in tutto), oggetto di ritrovamenti sporadici durante le annuali campagne di indagini archeologiche condotte sul sito dall’Università di Sassari e dall’Institut National du Patrimoine di Tunisi, sotto la direzione di Attilio Mastino e Mustapha Khanoussi. È utile tornare rapidamente sui risultati di questa breve ricerca, prima di presentare le nuove informazioni fornite dall’analisi degli elementi dell’epistilio e trarre così spunti per una sintesi più generale

    Gli Scavi recenti nelle terme di <i>Uchi Maius</i>: i mosaici

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    Tra le campagne di scavo che hanno avuto luogo nella colonia romana di Uchi Maius (oggi Henchir ed-Douâmis, in Tunisia) negli anni 2001-2002 in base all'accordo quadro tra l'Università di Sassari e l'Institut National du Patrimoine di Tunisi, meritano attenzione particolare, per la valenza degli elementi di novità apportati, quelle condotte sotto la responsabilità dello scrivente negli edifici della fascia periferica della città: si tratta dell'anfiteatro, posto ai limiti settentrionali dell'abitato, e di una struttura caratterizzata da due absidi contrapposte, in parte già visibili, anche prima delle indagini, sul versante meridionale della collina su cui si distende la città, tra il grande arco meridionale e le mura bizantine. Tali absidi sono state riconosciute, nel corso dei lavori svolti in questi due anni, come parte di un impianto termale, il primo ad essere stato identificato ad Uchi Maius

    Nuovi dati sull’insediamento romano di Mesumundu (Siligo-Sassari): una fornace per laterizi e un luogo di culto

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    Recentemente si sono svolti lavori di sistemazione dell’area archeologica annessa alla chiesetta bizantina di Mesumundu, nel territorio di Siligo, in parallelo con un intervento di restauro della costruzione e in previsione dell’organizzazione della fruizione al pubblico del monumento e delle sue adiacenze. La realizzazione di un robusto scoticamento superficiale nell’ampio settore a est della chiesa e delle strutture romane già visibili ha messo in luce alcune evidenze che mi impongono di tornare ad occuparmi di questo sito, come già avvenuto in altre occasioni. In particolare è possibile fornire taluni elementi di novità riguardo alla fase romana dell’insediamento, attestata finora solo per la presenza del complesso edilizio costruito in cementizio con paramento in laterizi, scarsamente conservato in elevato, nel quale è stato riconosciuto a livello ipotetico un impianto termale; al di sopra di una parte di tale complesso venne edificata, probabilmente alla fine del VI secolo d.C., la chiesetta bizantina ancora visibile, oggetto primario dell’attenzione degli studiosi che si sono occupati della località

    La Decorazione architettonica di <i>Uchi Maius</i>: studio preliminare sui capitelli

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    Il catalogo che viene proposto di seguito riguarda un primo nucleo di capitelli ritrovati ad Uchi Maius in passato e nel corso dei lavori svolti sul sito nel mese di settembre 1995. Si tratta di alcuni esemplari che, in virtù del loro stato di conservazione, risultano tipologicamente definibili: la loro pubblicazione in questo volume può dunque risultare utile per fornire una prima documentazione relativa alla decorazione architettonica della città romana

    Il Sarcofago di San Lussorio: <i>ludi</i> anfiteatrali, modelli urbani e rielaborazioni locali a <i>Karales</i>

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    Il sarcofago detto di San Lussorio, conservato nell’omonima chiesa di Selargius (Cagliari), può genericamente inquadrarsi nella tipologia degli esemplari strigilati a edicole, per quanto l’indubbia originalità del manufatto sia l’esito della rielaborazione di diversi modelli, tra i quali identifichiamo pure la classe delle lenòi con teste leonine, che hanno lasciato un’impronta evidente nelle protomi ferine incastrate nelle due edicole laterali sulla fronte della nostra cassa. La figurina stilizzata del defunto armato nell’edicola centrale, da un lato, si può spiegare con l’impegno del defunto in un’attività legata all’approvvigionamento o al mantenimento delle belve da impiegare nei ludi organizzati nell’anfiteatro di Karales; da un altro lato, evidenzia il carattere provinciale del linguaggio formale adottato nella bottega caralitana dove, all’inizio del IV secolo, venne realizzato tanto questo sarcofago, quanto un lotto di esemplari strigilati con delfini ad esso analoghi sul piano stilistico

    Le Produzioni di sarcofagi a Cartagine nella tarda antichità: nuovi dati dalla documentazione sarda

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    Il libro di Gennaro Pesce sui Sarcofagi romani di Sardegna, edito ormai più di mezzo secolo fa, costituisce un importante esempio di sintesi regionale riguardante tale classe di manufatti, relativamente abbondanti nell’isola: l’attenzione con la quale fu a suo tempo accolto dalla comunità scientifica internazionale e del resto testimoniata dall’elevato numero di recensioni, sovente assai puntigliose, che ad esso vennero dedicate. In questi ultimi decenni gli studi sui sarcofagi romani sono ampiamente progrediti, sulla scia della continuazione della serie Die Antiken Sarkophagreliefs, nonché grazie all’organizzazione di congressi dedicati al tema, gli atti dei quali integrano la base conoscitiva già dilatata da una manualistica d’eccezione e dal numero dei nuovi esemplari portati a conoscenza degli studiosi, in seguito alla pubblicazione di cataloghi sia di collezioni sia di lotti omogenei sul piano dell’iconografia o della provenienza. E' la disponibilità di tutti questi nuovi strumenti a rendere oggi necessaria l’edizione di un nuovo Repertorio dei sarcofagi decorati della Sardegna romana, nel quale i materiali già considerati da Pesce possano essere riletti alla luce delle conoscenze più aggiornate in materia

    Un cantiere di spoliazione a Thignica in età bizantina: indizi epigrafici e tracce archeologiche

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    Epigraphic record relating to the organization of the spoliation sites in late antiquity has so far been documented exclusively in Rome and Asia Minor. The data here provided by some unpublished inscriptions from the theater of Thignica (now Aïn Tounga, Tunisia) open new opportunities of investigation about this phenomenon in the North African territory, where reuse for the construction of churches and fortifications has been very common. At Thignica recycling was linked mainly to the building of the Byzantine fort. Here an arch inserted in the tower of the south-eastern corner offers another evidence of an organized dismantling of the monuments in the Roman municipium, followed by the reuse of their parts.A fronte della penuria di testimonianze epigrafiche relative all’organizzazione dei cantieri di spoliazione nella tarda antichità, limitate a poche attestazioni urbane in età gotica, i nuovi dati forniti da alcune iscrizioni inedite dal teatro di Thignica (oggi Aïn Tounga, Tunisia) aprono nuove prospettive di indagine su questo fenomeno in un territorio, l’Africa settentrionale, che è stato interessato da una massiccia attività di reimpiego in funzione della costruzione sia degli edifici di culto cristiani sia delle fortificazioni bizantine. A Thignica tale attività di reimpiego era legata soprattutto all’erezione del forte bizantino, ove i dettagli di un arco inserito nella torre dell’angolo sud-orientale hanno lasciato un’altra eloquente traccia di uno smontaggio organizzato degli edifici del municipio romano

    Recensione al volume P. Scheding, Urbaner Ballungsraum im römischen Nordafrika. Zum Einfluss von mikroregionalen Witschafts- und Sozialstrukturen auf den Städtebau in der Afrika Proconsularis, Dr. Ludwig Reichert Verlag, Wiesbaden 2019; 298 p; ill.

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    Book review: P. Scheding, Urbaner Ballungsraum im römischen Nordafrika. Zum Einfluss von mikroregionalen Witschafts- und Sozialstrukturen auf den Städtebau in der Afrika Proconsularis, Dr. Ludwig Reichert Verlag, Wiesbaden 2019; 298 p.; ill.; tav.; index; 32 cm; ISBN 978-3-95490-313-9Recensione al volume P. Scheding, Urbaner Ballungsraum im römischen Nordafrika. Zum Einfluss von mikroregionalen Witschafts- und Sozialstrukturen auf den Städtebau in der Afrika Proconsularis, Dr. Ludwig Reichert Verlag, Wiesbaden 2019; 298 p.; ill.; tav.; index; 32 cm; ISBN 978-3-95490-313-

    Iunxisse etiam camelos quaternos ad currus in circo. The «africanization» of a spectacle on an original clay medallion from Hadrumetum (Sousse, Tunisia)

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    Un medaglione fittile ritrovato ad Hadrumetum (odierna Sousse, in Tunisia) alla fine dell’Ottocento viene studiato sul doppio versante della sua tipologia e decorazione, caratterizzata da un’originale corsa nel circo con bighe trainate da dromedari. L’excursus che ne deriva si muove dall’Africa alle province danubiane, con interessanti passaggi in Gallia e in Sardegna, per approdare ad una proposta sia di identificazione della clase di riferimento, sia dell’interpretazione di tale oggetto e di uno simile proveniente da Teurnia, nel Norico. Utilizzando parallelamente la testimonianza offerta da entrambi questi tondi, si giunge infine ad ipotizzare quali siano state le sedi di svolgimento degli spettacoli ivi raffigurati.A clay medallion found in Hadrumetum (currently Sousse, Tunisia) at the end of the nineteenth century has been studied with the double point of view of its typology and decoration, which is characterized by an original race in the circus with chariots pulled by dromedaries. The resulting excursus moved from Africa to the Danubian provinces, with interesting passages in Gaul and Sardinia, to come up with a proposal both for the identification of this object’s category and for the interpretation of our medaillon as well as of a similar one coming from Teurnia, in Noricum. Using in parallel the proof offered by both these medaillons, it was finally possible to hypothesize which were the venues seats for the development of the performances shown therein

    Un Sarcofago con le Muse, Apollo e Atena dalla Sardegna

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    Il presente lavoro esamina lo straordinario sarcofago con Muse che nel primo trentennio dell'Ottocento fu a Pauli Gerrei, oggi San Nicolò Gerrei, su cui è stata recentemente richiamata l'attenzione grazie ad una mostra fotografica organizzata a Cagliari nella Cittadella dei Musei
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