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    Lichen sclero-atrofico genitale femminile. Danni fisici e disagio psichico in uno studio su 44 donne

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    Introduzione. Il lichen scleroatrofico genitale (LSAG) è una patologia infiammatoria cronica della cute e delle mucose; presenta papule e chiazze bianco porcellanaceo associate ad escoriazioni, prurito, dolore ed è resistente alla terapia. Materiali e metodi. Quarantaquattro donne di 35-62 anni (9,54 e 7,38 DS) con LSAG sono state divise in due gruppi: il primo con 30 donne in coppia etero stabile, il secondo con 14 single. Il disagio legato alla malattia è stato valutato con i test: GPP-I (Gordon Personal Profile Inventory), ITAPI-S (Inventario sintetico italiano di personalità), MMPI-2 (Sirigatti), SRE (Schedule of Recent Experience), DLQI e Rilevazione del Sintomo (RS). I giudizi sono stati correlati (Spearman) e confermati dai colloqui individuali. Risultati. I risultati registrano: valori alti nell’86,66% e meno bassi nel 13,33% delle pazienti in coppia; valori alti nel 71,42% e bassi nel 28,57% nelle single. Le correlazioni di Spearman evidenziano notevole significatività (p compreso tra <0,00001 e 0,0008). Discussione. Il disagio psicologico insorge come conseguenza del danno somatico e progredisce con questo. Esso coinvolge in fasi successive le relazioni sociali, la relazione di coppia e l’identità individuale. Il LSAG costituisce un disturbo psico-emozionale della coppia dove coinvolge la sessualità e l’intimità. Esso produce: frustrazione, solitudine, rancore, rabbia, vuoto, indifferenza, rifiuto, dubbi, incomprensione, sorpresa ed incredulità. Conclusioni. La terapia ha il compito sia di risolvere il sintomo, sia di migliorare la qualità di vita del paziente che impara a controllare i conflitti relazionali e gli stressor del vissuto

    Se... la Psiche parla dalla cute e se... la Cute agisce nella Psiche: osservazioni ed esperienze...

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    Il volume fornisce una panoramica esauriente, aggiornata e puntuale delle numerose acquisizioni teoriche e clinico-terapeutiche che si sono accumulate negli ultimi anni. La completezza delle informazioni, l’approccio distante da inutili “tecnicismi” o”iperspecialismi”, renderanno il volume uno strumento conoscitivo e formativo particolarmente utile per un’ampia ed eterogenea gamma di lettori. Esso risulterà particolarmente utile per i medici in formazione, i colleghi delle altre specialità mediche e i medici di medicina generale allo scopo di familiarizzarli con approcci teorici e modelli di intervento ancora troppo spesso trascurati dagli attuali percorsi formativi. Prof. Francesco Catapano Professore Ordinario di Psichiatria Direttore del Dipartimento di Psichiatria, Neuropsichiatria Infantile, Audiofoniatria e Dermatovenereologia Seconda Università di Napol

    Orticaria da Facebook: uno studio su 14 soggetti adolescenti

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    I fattori psicologici sono la causa di orticaria nell'11-21% dei casi. Scopo. Abbiamo descritto la sindrome orticaria prodotta da Facebook nei soggetti in età evolutiva e la metodologia diagnostica impiegata. Materiali e metodi. Sono stati studiati 8 donne e 6 uomini, di 14- 17 anni (DS 1,1578) affetti da orticaria psicogena con i colloqui ed i test: appercezione tematica, disegno della figura umana, reattivo dell’albero e le scale di Wisc e Wisc-R. I pomfi insorgevano durante l'uso di Facebook e persistevano 10-15 minuti dopo il suo termine. Risultati. I pazienti presentavano conflitti psichici e/o emotivi, stress e/o iperemotività, repressione delle pulsioni, ansia e/o depressione, atteggiamento rivendicativo (5 donne, 4 uomini) o remissivo (3 donne, 2 uomini), basso rebound psicosomatico e disagio dal prurito. Le correlazioni tra i reperti dei test evidenziano alta significatività (p < 0,0001). Discussione. L’orticaria psicogena può essere indotta da: conflitti psichici o stimoli condizionati. La mancanza di cure materne ed il bisogno di affetto sviluppano un atteggiamento: - rivendicativo (soggetti petulanti) con un'esplosione violenta di desideri-pulsioni, iperemotività, ansia, angoscia - o remissivo (soggetti insicuri) con comportamenti masochistici e sessuali regressivi, di colpevolezza. Il pomfo e la vasodilatazione esprimono nel linguaggio corporeo la richiesta di attenzione, la percezione di subire maltrattamenti o la reazione autopunitiva, mentre il prurito rappresenta autopunizione, piacere erotico o un meccanismo compensativo. Facebook appare articolato da due fattori: il personaggio ed i suoi contatti. Il primo rappresenta un’espressione del proprio Io, i contatti sono l’approvazione sociale. Alienare il personaggio determina nella giovane mente una distruzione dell’autostima e della fiducia. Per questi motivi Facebook può costituire una fonte di stress psicologico in grado di aggravare la patologia

    La sindrome di Ekbom: revisione della letteratura ed osservazioni su di un caso clinico

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    La Sindrome di Ekbom è una rara malattia caratterizzata dalla convinzione del paziente di essere invaso da parassiti a livello cutaneo. Questi causano prurito e/o punture di spillo con conseguente intenso grattamento e comparsa di lesioni escoriate. Scopo. Descriviamo un caso dove il trattamento psicoterapeutico ha permesso quello farmacologico, rimosso le cause e prodotto la scomparsa della sintomatologia. Caso clinico. A.G. di anni 67, racconta che, dopo la morte del coniuge affetto da carcinoma epatico, numerosi “insetti” le avevano infestato la testa, il tronco e gli arti causando prurito e lesioni da grattamento. La paziente è stata sottoposta ai test Rorschach e Machover, alla psicoterapia ed alla somministrazione di antidepressivi e neurolettici. Risultati. La paziente presenta compromesso l’esame di realtà ed il dirigersi verso una patologia psicotica (schizofrenia). Sono presenti coartazione affettiva, scarsi interessi, umore depresso, estraneità all’ambiente, difficoltà relazionali, povertà culturale ed intellettiva e polarizzazione del pensiero. I colloqui hanno evidenziato: a) il prurito è associato ad un nucleo emotivo problematico; b) la conversione (delirio) in termini somatici di un disagio psichico; c) il delirio coinvolge l’intero nucleo familiare. Il trattamento psicoterapeutico ha permesso l’accettazione di quello farmacologico e la regressione della psicosi. Discussione. Erano presenti nel caso A.G. il delirio, i fenomeni allucinatori visivi, il prurito e le lesioni cutanee ed inoltre l’induzione della psicosi nei familiari e la negazione del disturbo. Il prurito ed il grattamento potrebbero essere determinati da reazioni regressive emozionali che determinano un ruolo rassicurante e che stabilizzano il conflitto emotivo. Il contenuto del delirio è il male del coniuge che è collegato agli insetti. La prova del delirio sono le uova e le lesioni cutanee. Queste richiamano l’attenzione dei familiari che testimoniano l’infestazione (delirio familiare). Conclusioni. Riteniamo che nel caso descritto il delirio e le allucinazioni tattili siano state indotte dal trauma psichico. Questo potrebbe essere considerato il determinante primario per la compars

    Stress psicologico e stress fisico nell’invecchiamento della cute

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    L’invecchiamento della cute è determinato da fattori genetici, psicologici e fisici ed è stato definito in modo qualitativo dai segni clinici ed in modo quantitativo dall’ecografia. Scopo. Sono stati misurati e confrontati i danni prodotti sulla cute dallo stress psicologico e da quello fisico in soggetti con diverse età. Materiali e metodi. Sono stati inclusi nello studio 180 uomini e 180 donne divisi in 12 gruppi dalla presenza/assenza dello stress psicologico e/o dell’abitudine al fumo e/o dalla fotoesposizione, ed in 36 sottogruppi (5 uomini, 5 donne) da 3 fasce di età (A 18-30, B 40-55 e C 65-80 anni). I 180 soggetti con stress psiologico sono stati selezionati mediante la Schedule of Recent Experiences (SRE) ed il Questionario degli Avvenimenti della Vita (QAV). L’invecchiamento della cute è stato valutato mediante i segni di Glogau e l’ecografia (US). Risultati. La suscettibilità a malattia stress riferita evidenziava al SRE un peso: alto, medio e basso rispettivamente nel 32%, 35% e 33% dei casi ed era presente al QAV in modo alto, moderato e lieve rispettivamente in 57, 64 e 59 soggetti. I segni clinici dell’invecchiamento erano assenti nei gruppi I-II-III-IVA ed IB, precoci nei gruppi V-VI-VII-VIIIA ed II-III-IV-VB, moderati nei gruppi VI-VII-VIIIB ed I-II-III-IVC, avanzati nei gruppi IX-X-XI-XIIA e VC, gravi nei gruppi VI-VII-VIIIC e IX-X-XI-XII B C. Discussione. I soggetti con stress percepito evidenziano maggiori segni di invecchiamento clinici ed US rispetto ai soggetti senza stress percepito e segni sovrapponibili ai fumatori. Il danno da fotoesposizione evidenzia maggiori segni di invecchiamento rispetto a quelli causati dallo stress percepito o dall’abitudine al fumo o da entrambi. Conclusioni. I segni clinici di Glogau, i test psicologici ed i reperti ecografici permettono di distinguere in 5 livelli l’invecchiamento della cute e di valutare il danno cutaneo e l’efficacia della psicoterapia e/o dei mezzi protettivi o dei trattamenti riparativi

    L’artrite psoriasica delle falangi in alcune tipologie occupazionali: valutazione dei danni articolari, cutanei e psicosociali in uno studio su 69 casi

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    L’artrite psoriasica nel 95% dei casi interessa le articolazioni falangee distali (APF) e può causare danni articolari e/o cutanei e/o psicosociali. Scopo. Sono state descritte le tecniche che permettono di valutare i danni e gli aspetti psicosociali in alcune tipologie occupazionali. Materiali e Metodi. Sono stati sottoposti allo studio 35 uomini e 34 donne, di 31-48 anni, affetti da APF. Sono stati valutati i danni: - articolari con l’ecografia (US) ed il Range of Motion (ROM) - cutanei con l’indice Psoriasis Area and Severity Index - i danni psicosociali con il questionario sulla qualità della vita occupazionale. Risultati. La gravità clinica è stata descritta in quattro stadi progressivi. Erano presenti l’interessamento cutaneo in 54 casi (78,2608%) ed il disagio psicosociale in 56 casi (81,1594%). Le correlazioni di Spearman hanno evidenziato p<0,0001 tra i risultati US, ROM e del questionario. Discussione. Le lesioni “visibili” e la riduzione del “movimento” delle dita possono produrre imbarazzo e difficoltà di relazione (socializzazione). Tale stato di disagio (danno psicosociale) può interferire sulla qualità della vita e sull’attività lavorativa. Esso inoltre può determinare l’insorgenza delle lesioni cutanee o può derivare dalla presenza delle lesioni articolari e/o cutanee Conclusioni. Le tecniche possono aiutare il sanitario nel definire la diagnosi, valutare la terapia e quantizzare i danni funzionali, estetici e psicosociali
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