87 research outputs found

    e-politics. Diagnostica per immagini: la comuni- cazione politica in Web of Science e Scopus

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    Se dovessimo condensare in una sola espressione il precipitato teorico di alcuni decenni di ricerca sulla comunicazione politica allora basterebbe affermare che la «politica è comunicazione». Lo dimostra senza alcun dubbio non solo la quantità di pubblicazioni nel campo, ma anche il loro addensarsi man mano che il mediascape è andato definendosi nel tempo. Dai principali manuali abbiamo infatti imparato che i percorsi della democrazia e quelli della comunicazione sono sempre stati paralleli, binari di un treno su cui ha viaggiato la politica. Tutta. Quella della propaganda come quella del risveglio dell’opinione pubblica. Il paradigma ha infatti un suo ineludibile corollario: «la comunicazione è politica». Così i binari tengono insieme l’utilizzo delle strategie di comunicazione per la costruzione del consenso, e per la gestione del potere, con l’emancipazione della parola dalle vecchie mediazioni e la natura profondamente politica che l’espressione dell’opinione assume nell’epoca dei social media. In questo numero, che punta a mettere a fuoco lo stato dell’arte della disciplina, la rubrica cerca di fare emergere questa evoluzione nella produzione scientifica, attraverso l’uso di alcuni dei più utilizzati tool di ricerca bibliometrica a disposizione. Si tratta di un primo esercizio, rispetto al quale è opportuno specificare alcuni elementi di metodo

    Big data. Big challenges

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    Una quindicina di anni fa Doug Laney (2001) si trovò a definire uno scenario emergente in cui – grazie alla crescente potenza di calcolo delle macchine – grandi mole di dati potevano essere messe insieme ed analizzate per rispondere più efficacemente alle nostre domande. Laney, senza nemmeno utilizzare il concetto di big data, evidenziava nel Volume (la massa dei dati), nella Velocity (di creazione e trasmissione) e nella Variety (delle fonti di informazioni) le caratteristiche costitutive di queste nuove grandi basi di dati. Solo di recente, alle ormai famose 3V se ne è aggiunta un’altra, la Veracity, vale a dire la qualità dei dati. Questo significa che l’inclusione nelle analisi empiriche di base di dati eterogenee, anche se grandi, comunque solleva domande sulla completezza e l’accuratezza dei dati raccolti. Tanto più se questi vengono restituiti al pubblico in forma di visualizzazioni ed infografiche più o meno spettacolari. L’uso di questi dispositivi per finalità di comunicazione è ormai enorme. In politica possono servire come strumento di fact-checking ad uso e consumo dell’opinione pubblica o come forme di persuasione più o meno occulta, per dare legittimità a politiche cosiddette evidence-based o per strategie di profilazione utenti. Le risorse che presentiamo in questa rubrica vanno interpretate come esempi d’uso, manifestazioni della potenza di calcolo da un lato e dell’idea – probabilmente sbagliata – che avere a che fare con i dati incrementi in qualche modo la nostra capacità di scelta razionale

    e-government: rotte, dirottamenti e naufragi (doi:

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    La pubblicazione in agosto del report E-Government Survey è stata l’occasione per riprendere le fila di un dibattito sull’e-government che – senza tema di smentita – ha subito negli ultimi anni una brusca battuta di arresto. Lo stato di crisi economica in cui versa l’Europa ormai da diversi anni ha cambiato l’ordine delle priorità dei governi per dare maggiore enfasi a politiche strutturali sul piano finanziario. Eppure, il dibattito scientifico sul governo elettronico non ha mai smesso di evidenziare la possibilità che proprio dalle politiche di miglioramento dei servizi, di razionalizzazione della burocrazia facilitata dall’introduzione delle ICT a tutti i livelli gestionali e decisionali potesse generarsi quell’effetto di leapfrogging che, per molti paesi, poteva addirittura rappresentare il salto a piè pari di interi stadi di sviluppo per passare da economie tradizionali ad economie digitali, bypassando così la fase dell’industrializzazione pesante. In altre parole, c’era un potenziale nelle politiche di governo elettronico che è rimasto sostanzialmente inespresso. A partire dal report citato, la rubrica fa una breve disamina delle iniziative che a livello europeo ed italiano hanno l’obiettivo di sostenere le politiche per l’agenda digitale, nella speranza che queste non restino, appunto, solo in agenda

    Post-verità e fact checking: la nuova frontiera dell’informazione politica

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    Molto clamore mediatico ha suscitato la decisione dell’Oxford Dictionary di dedicare al concetto di post-verità una specifica definizione e l’onore di rappresentare la parola dell’anno 2016. Definita dal giornalista del Telegraph, Neil Midgley, come un’espressione «che denota circostanze nelle quali i fatti oggettivi sono meno influenti nel formare l’opinione pubblica degli appelli alle emozioni o alle credenze personali», l’espressione circola da quasi una decina di anni, ma l’Oxford Dictionary ha rilevato un’impennata del suo uso durante due eventi precisi: il referendum sul Brexit e le elezioni presidenziali americane. La post-verità trova terreno fertile nel combinato disposto di frammentazione delle fonti di informazione e diffusione dei social network, un mix micidiale per la diffusione incontrollata di notizie false create ad arte per ottenere un particolare effetto (ie. polarizzare l’opinione pubblica, diffondere un clima di sfiducia, inasprire l’ostilità nei confronti della politica o di particolari gruppi sociali)

    Le primarie presidenziali americane

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    Il nastro di partenza delle primarie americane è tagliato. Fino all’8 novembre di quest’anno i riflettori di tutto il mondo saranno puntati sulla campagna presidenziale. Grandi preparativi, dunque, per seguire l’evento della politica americana che sa più di pluralismo. A giochi fatti, la campagna si restringerà ai due soli candidati selezionati per i partiti in lizza. Anche se la presenza di un terzo incomodo con cui fare i conti può rendere – come accaduto in passato – sia le primarie che la campagna elettorale eventi decisamente più competitivi. Di questo, le testate che fanno informazione politica son ben consapevoli ed è per questo che si predispongono per una horce race ad alzo zero fra i candidati del partito repubblicano – i più gettonati dei quali sono Donald Trump, Jeb Bush, Marco Rubio e Ben Carson – e i candidati del partito democratico, con in testa Hillary Clinton, contro la quale solo Bernie Sanders e Martin O’Malley hanno deciso di candidarsi per la nomination presidenziale. A complicare ulteriormente il quadro, Michael Bloomberg, ex sindaco di New York nonché magnate dei media, che potrebbe scendere in campo da indipendente. Le questioni economiche sono ovviamente il cuore della primarie. A questo Politico.com dedica la sezione The Politico Caucus, facendo il benchmarking dei candidati in relazione ai diversi temi della campagna per la nomination. Mentre il New York Times, oltre ad uno spazio di approfondimenti, dedica una sezione dinamica a dati e infografiche su ciascun caucus, numero di delegati, voti e risultati finali aggregati e non, sia attuali che delle passate primarie, incrociati con dati demografici aggiornati. Un modo anche divertente per osservare le nomination da molto vicino

    La geopolitica e lo spazio che conta

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    Definita come quella scienza che si occupa «dei contesti spaziali delle opzioni politiche» e delle forme di potere che in tali contesti si generano (Treccani), la geopolitica ha goduto di fortune alterne fino almeno agli anni Settanta, quando la sua popolarità riprende a crescere grazie allo sviluppo delle relazioni internazionali e degli studi strategici. Per le sue caratteristiche ibride – a metà tra analisi e divulgazione – la disciplina non è riuscita a trovare una chiara collocazione accademica, in compenso si è sviluppata come braccio consulenziale di governi e, soprattutto, dei media. La sua centralità è oggi fuori discussione perché unica disciplina in grado di interpretare e posizionare nella giusta cornice di senso argomenti molto diversi fra loro quali i fenomeni immigratori, il nuovo emergere dei califfati, i temi socio-demografici, le rivoluzioni politiche e culturali, le differenze etniche e il fondamentalismo religioso. Quelle che seguono sono alcune delle iniziative in Rete in grado di offrire almeno una parziale rappresentazione del complesso ed organico mondo della geopolitica

    The Integrated Environment for Learning Objects Design and Storing in Semantic Web

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    There is a variety of tools and environments for Learning Objects (LOs) design and delivery as well as learning object repositories (LOR) but the researchers could not find a repository that includes both functions: creation and storing of LOs. A number of different integrated learning systems are suggested for users that demonstrate the variety of e-learning methods and semantic capabilities. LO repository oer.ndma.lt/lor, that we are going to present, is very friendly and interoperable to use and assure LO design, search in semantic web, adaptation of the re-used objects and storing. There are no more existing LO repositories with the functionality presented by researchers. Transformation of closed education into open one without existence of well-structured, multifunctional and integrated environment becomes problematic. Authors will present an integrated environment for the LO design, search in semantic web, adaptation and storing of newly designed or re-designed LO. Measures will support the transformation of closed education into open and will assure effective design, re-usability and adaptation of LO in the integrated environment

    On the characterization of GJ 504: a magnetically active planet-host star observed by the Transiting Exoplanet Survey Satellite (TESS)

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    We present the results of the analysis of the photometric data collected in long and short-cadence mode by the Transiting Exoplanet Survey Satellite (TESS) for GJ 504, a well studied planet-hosting solar-like star, whose fundamental parameters have been largely debated during the last decade. Several attempts have been made by the present authors to isolate the oscillatory properties expected on this main-sequence star, but we did not find any presence of solar-like pulsations. The suppression of the amplitude of the acoustic modes can be explained by the high level of magnetic activity revealed for this target, not only by the study of the photometric light-curve, but also by the analysis of three decades available of Mount Wilson spectroscopic data. In particular, our measurements of the stellar rotational period Prot=3.4 d and of the main principal magnetic cycle of 12 a confirm previous findings and allow us to locate this star in the early main sequence phase of its evolution during which the chromospheric activity is dominated by the superposition of several cycles before the transition to the phase of the magnetic-braking shutdown with the subsequent decrease of the magnetic activity
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