58 research outputs found

    Supporting Italian prisoners abroad

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    Since 2013 the Italian Prison and Society Association (Associazione Carcere e Territorio Onlus) has been working on a project in favour of Italians who are detained abroad, with the aim to provide them support. Taking advantage of the experience of London-based Prisoners Abroad and from a number of best practices made available by the EuroPris/CEP FNPP network. The most important actions and outcomes of this project are presented in the “Italian Prisoners Abroad” paper. The living conditions of foreign detainees in Italy have long been the subject of study by academics and other stakeholders at national and international level. The acknowledgment of the added discomfort and the anguish associated with the deprivation of liberty suffered in a country other than the birthplace, has given rise to multiple efforts aiming at mitigating the hurdles experienced by individuals incarcerated in a foreign territory. The research focus, however, is greatly narrowed when in the same condition we have Italian nationals detained abroad: the situation is almost reversed with the difference that there is no frank determination to own up to the experience of Italian nationals detained abroad. Perhaps the numerical paucity of this category, when compared to that of foreigner nationals detained in Italy, makes less urgent a reflection on the operational strategies to be implemented to alleviate the experience of detention in a foreign country abroad. Furthermore, given the relatively small number of Italian nationals detained abroad, it is challenging to generate public interest on penal policy practices that are relevant only for a minor fragment of the population. Embedded with this general framework, with the intent to provide support to Italian nationals detained abroad, the NGO Carcere e Territorio (Prison and Community) has designed a project aimed at Italians who are detained abroad. In full operation since 2015, the outlines of such project are briefly described in this paper

    Radicalizzazione dei convertiti e possibili strategie di reinserimento

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    The phenomenon of radicalization of converts to Islam concerns a small number of the total subjects who undertake the path towards the new religious faith but the available data seem to indicate an over-representation within the group of violent extremists, who have perpetrated terrorist attacks in Europe and in the world. Despite this findings, the available studies are still in their infancy, far from being able to clearly define the peculiar elements that characterize the radicalization paths of converts. Consequently, also the approaches aimed at the reintegration of former radicalized members can hardly be configured as tailor-made best practices. This paper intends to provide some elements of analysis of the phenomenon and to propose some possible strategies to overcome these challenges, based on the peculiarities that have emerged.Il fenomeno della radicalizzazione dei convertiti all’Islam riguarda un ristretto numero del totale dei soggetti che intraprendono il cammino verso tale fede religiosa ma i dati disponibili sembrano evidenziare un sovra dimensionamento dei convertiti fra gli autori di attacchi terroristici in Europa e nel mondo, mantenendo ferma la distinzione fra radicalizzazione del pensiero e delle azioni. Nonostante questa emergenza, gli studi di settore sono ancora in una fase iniziale, lontani dall’essere in grado di definire chiaramente gli elementi peculiari che caratterizzano i percorsi di radicalizzazione dei convertiti e, di conseguenza, anche gli approcci volti al reinserimento degli ex radicalizzati appartenenti a questo gruppo faticano a configurarsi come tailor-made best practices. Il presente contributo intende fornire alcuni elementi di analisi del fenomeno e proporre alcune possibili strategie di riduzione del danno basate sulle peculiarità emerse

    P4HR: I DIRITTI UMANI ENTRANO NEL TRATTAMENTO PENITENZIARIO

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    Gli autori danno conto del lavoro svolto all’interno di una proposta trattamentale attivata negli Istituti penali di Brescia eavente a oggetto un percorso educativo basato sui Diritti Umani. Tale concetto non viene utilizzato nella accezione tradizionalmente affrontata in carcere e relativa alle possibili violazioni dei diritti umani che il contesto carcerario non infrequentemente produce ma come strumento di affermazione della personalità dell’individuo detenuto posto in contatto conla consapevolezza che altre persone possono subire la violazione dei loro diritti fondamentali e che anche chi è detenutopuò fare qualcosa per arginare o evitare tali fatti

    Sistema carcerario e trattamenti inumani o degradanti

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    Prison conditions are a very discussed topic in Italy and it seems that there are no chance to improve them because of the lack of capital investment in this field. However, it has to be reminded that the State can be responsible, on a supranational level also in front of the European Court of Human Rights for the alleged violations of art. 3 of the Convention. This is a very important aspect for the strengthening of the international co-operation in criminal justice matters such as the enforcement of the European Arrest Warrant and the Framework Decision on the Transfer of Prisoners. The aim of these instruments is to send foreigner prisoners back to their origin country but this can’t obviously be done if there is a concrete risk that they could be tortured or treated in an inhuman or degrading manner. The present work highlights the Italian situation under the profile of the violations of art. 3 from a comparative point of view, by taking also into consideration the international relevant instruments both on the universal and regional level.Le pessime condizioni di detenzione all’interno degli istituti penitenziari italiani sono da tempo oggetto di riflessione al fine di trovare soluzioni possibili ad un problema che rischia di diventare tollerato a seguito dell’effettiva e cronica mancanza di risorse da destinare al settore. Le responsabilità nascenti in capo allo Stato sono non solo di carattere nazionale ma, nell’era dell’Europa Unita, anche sovranazionali e determinano, quando accertate, il discreditamento in Europa dell’intero sistema penitenziario del nostro Paese. L’importanza di elevare gli standard di detenzione, fortemente sentita in tutta Europa, assume rilievo specifico anche con riguardo al buon funzionamento dei canali di cooperazione giudiziaria internazionale che, attraverso strumenti come l’European Arrest warrant e la Framework Decision on the Transfer of Prisoners si prefigge di ricondurre i detenuti in custodia all’estero nel Paese d’origine. Finalità, quest’ultima, che diventa impraticabile se il Paese ricevente è considerato a rischio di violazioni ai sensi dell’art 3 della Convenzione Europea dei Diritti Umani. Gli autori hanno preso dunque in esame l’incidenza dei provvedimenti dell’omonima Corte di Strasburgo nei confronti dell’Italia per sottolineare come, sebbene nel nostro paese non si registrino casi di tortura, non manchino invece situazioni riconducibili a ciò che la giurisprudenza della Corte fa ricadere nell’ambito dei trattamenti inumani o degradanti, come dimostrato dalla recentissima condanna subita dall’Italia proprio da parte dell’organismo europeo di tutela dei diritti umani. Il presente studio della situazione italiana è stato affrontato in un’ottica di comparazione delle violazioni registrate in ambito europeo e ha preso in considerazione, oltre ai diversi profili di interesse dell’art. 3 della Convenzione, anche i principali strumenti normativi correlati a carattere internazionale, sia regionali che universali

    Victimization of young foreigners in Italy

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    This article reports on data collected in Italy as part of the International Self-Report Delinquency Study 3 (ISRD-3). Specifically, we examine whether being a young foreigner in Italy is a relevant factor in experiencing victimization. We found that having one or both parents who are foreign translates for young people into a highly critical experience of victimization. However, their experiences are varied and complex. This research thus contributes to the necessity to account for the diversification of such experiences and the everyday negotiations within which young foreigners become visible and able to produce community and nation

    Percorsi di vittimizzazione e detenzione femminile

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    Gli Autori analizzano la figura della donna detenuta prendendo in considerazione eventuali vissuti di vittimizzazione subitidurante l’infanzia e l’adolescenza, prima dell’ingresso in carcere, al fine di valutare la possibile esistenza di un nesso fra l’esperienzanegativa e lo sviluppo di dinamiche devianti. Lo studio prende in considerazione le ricerche esistenti in materia e irisultati da esse ottenuti, a livello nazionale e sovranazionale, per passare poi ad una dettagliata analisi del dato raccolto inItalia, con riguardo ai principali elementi caratterizzanti la vittimizzazione stessa. Ne deriva un quadro a tratti sconfortantema senza dubbio di grande interesse per la programmazione di interventi di prevenzione della vittimizzazione e, probabilmente,anche della criminalità femminile

    La privatizzazione degli Istituti di Pena: il caso Italia

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    For a long time, prison privatization has been experimented on a supranational level mainly from the Common Law Countrieswhich have given a fluctuating evaluation of its possible positive effects. Today, many of such Countries, due to thefailures attributable to the strong influence of the profit dynamics regulating the functions performed by private partners,have proposed to come back to a State-managed enforcement system.As a consequence of the first experience of privatization in Italy, the Authors, through a critical analysis of international experiences,focus their attention on features that, although delegated to third parties, could still ensure an enforcement of thesentencing system in accordance with the principles laid down by the national prison laws and regulations, aware that thechronic lack of resources for the prison building could look at the flow of capitals from the private sector as a positiveresource.La privatizzazione della pena è da tempo oggetto di sperimentazione sovranazionale che ha visto protagonisti soprattutto ipaesi di Common Law in un’altalenante valutazione della possibile positività degli effetti prodotti. Ad oggi sono numerosi iPaesi che, a fronte di fallimenti riconducibili alla forte influenza delle dinamiche profit che regolano le funzioni svolte daipartners privati, propongono un ritorno alla gestione statale dell’esecuzione penale.A fronte dell’avvio della prima esperienza di privatizzazione in Italia, gli Autori, attraverso una lettura critica delle esperienzeinternazionali, cercano di puntare l’attenzione sugli aspetti che, anche se delegati a terzi, potrebbero comunque garantirel’esecuzione della pena detentiva secondo i principi fissati dalla normativa penitenziaria nazionale, consapevoli del fatto chela cronica carenza di risorse per l’edilizia penitenziaria potrebbe cogliere come positivo l’afflusso di capitali provenienti dalsettore privato

    Doppia pena e doppio diritto? Il carcere al tempo della pandemia da Covid-19

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    The spreading of the new coronavirus pandemic (Covid-19) in Italy caused inevitable consequences also on our penitentiary system and on all the people that live and work there. Thoughts, experiences and strategies for coping with the emergency are reported through three testimonies of three Directors of Italian Penitentiary Institutes. In some cases, the crisis was managed using creativity, imagination and motivation. This attitude lead to valid treatments profiles and to functional communication systems between the prison and the outside world. The mediation of conflicts and the inevitable tensions caused by the pandemic emergency were well handled and the results are visible and concrete.L'emergenza legata al diffondersi della pandemia del nuovo coronavirus (Covid-19) anche in Italia ha portato inevitabili conseguenza anche sul nostro sistema penitenziario e su tutti coloro che ci vivono e lavorano. Attraverso le testimonianze di treDirettori di Istituti Penitenziari Italiani, vengono riportate riflessioni ed esperienze di fronteggiamento della emergenza dovutaal Covid-19. Laddove con fantasia, motivazione, creatività si è riusciti a stabilire e determinare, nonostante tutto, profili validi ditrattamento e anche sistemi di comunicazione validi e funzionali tra il mondo del carcere ed il mondo esterno, i risultati intermini di mediazione dei conflitti e delle inevitabili tensioni create dalla emergenza della pandemia sono stati visibili e concreti

    Storia e caratteristiche del progetto multicentrico di ricerca "International Self - Report Delinquency Study": il contributo della Criminologia italiana

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    The present paper reviews the history, the principal characteristics, the recent evolutions and the objectives of the international multi-centric study on juvenile self-report delinquency and victimization called ISRD, and describes the contribution of Italian criminology to the project. The most important international results of the first two waves of the research (ISRD 1 and ISRD2), and the innovations introduced in the planning of the third wave (ISRD3) are also described: The collection of data has been concluded in Italy, but not in all the 35 countries participating to the study
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