40 research outputs found

    Entanglement robustness via spatial deformation of identical particle wave functions

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    We address the problem of entanglement protection against surrounding noise by a procedure suitably exploiting spatial indistinguishability of identical subsystems. To this purpose, we take two initially separated and entangled identical qubits interacting with two independent noisy environments. Three typical models of environments are considered: amplitude damping channel, phase damping channel and depolarizing channel. After the interaction, we deform the wave functions of the two qubits to make them spatially overlap before performing spatially localized operations and classical communication (sLOCC) and eventually computing the entanglement of the resulting state. This way, we show that spatial indistinguishability of identical qubits can be utilized within the sLOCC operational framework to partially recover the quantum correlations spoiled by the environment. A general behavior emerges: the higher the spatial indistinguishability achieved via deformation, the larger the amount of recovered entanglement

    Developing Central Nervous System and Vulnerability to Platinum Compounds

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    Comparative studies on the effects of the platinum complexes in use or in clinical trials are carried out in order to discover differences in the neurotoxic potential and the reversibility of neurotoxicity. In this paper, we summarized the current literature on neurotoxicity and chemoresistance of cisplatin (cisPt) and discussed our recent efforts on the interference of cisPt and a new platinum compound [Pt(O,O′-acac)(γ-acac)(DMS)] (PtAcacDMS), with high specific reactivity with sulphur ligands instead of nucleobases as cisPt, on some crucial events of rat postnatal cerebellum development. The acute effects of drug treatments on cell proliferation and death in the external granular layer and granule cell migration and the late effects on the dendrite growth of Purkinje cells were evaluated. Together with the demonstrated antineoplastic effectiveness in vitro, compared with cisPt, data suggest a lower neurotoxicity of PtAcacDMS, in spite of its presence in the brain that involves considerations on the blood brain barrier permeability

    La campagna sismica del progetto “Alto Adriatico”. Rapporto delle attività 2010-2011

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    Istituto Nazionale di Geofisica e VulcanologiaPublished1-401.1. TTC - Monitoraggio sismico del territorio nazionaleN/A or not JCRope

    Il terremoto del 21 giugno 2013 in Lunigiana. Le attività del coordinamento Sismiko

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    Il 21 giugno 2013 alle ore 10.33 UTC è stato registrato dalla Rete Sismica Nazionale (RSN) [Amato e Mele, 2008; Delladio, 2011] dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) un terremoto di magnitudo (ML) 5.2 nel distretto sismico1 denominato “Alpi Apuane” tra i comuni di Minucciano in provincia di Lucca e Fivizzano e Casola in provincia di Massa e Carrara, zona conosciuta come “Lunigiana”. L’evento sismico, localizzato dai sismologi in turno presso la sala di sorveglianza sismica di Roma [Basili, 2011] con coordinate 44.153°N e 10.135° E e una profondità di circa 5 km è stato ben risentito in tutta la penisola centro-settentrionale ed è stato seguito in poche ore da numerosi eventi anche di ML ≥ 3.0 (16 nelle prime 72 ore). Storicamente l’area oggetto della sequenza sismica è stata interessata da numerosi terremoti di magnitudo superiore a 5.0 il più grande dei quali quello avvenuto nel 1920 nella zona della Garfagnana (fonte dati: Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani - CPTI11 [Rovida et al., 2011]), ad una distanza di circa 12 km dal mainshock odierno, interessata anch’essa da una piccola sequenza sismica a gennaio del 2013. In considerazione dell’entità dell’evento e seguendo le procedure definite per le situazioni di emergenza internamente all’INGV anche in accordo con l’Allegato A2 della Convenzione vigente 2012- 20203 fra l’ente e il Dipartimento di Protezione Civile (DPC), è stata attivata la Rete Sismica Mobile della sede INGV di Roma (Re.Mo. [Moretti et al., 2010]). Nell’arco di tempo di poco più un’ora dall’accadimento del mainshock è stata disposta l’installazione di una rete sismica temporanea costituita da sei stazioni a integrazione delle reti sismiche permanenti già presenti in area epicentrale (RSN e Regional Seismic network of North-Western Italy – RSNI [Ferretti et al., 2008; 2010; Eva et al., 2010; Pasta et al., 2011]). Nel contempo sono stati consultati tramite e-mail i referenti delle unità di rete sismica mobile delle altre sedi INGV che nell’ambito del coordinamento “Sismiko” [Moretti et al., 2012] negli ultimi due anni hanno dato la propria disponibilità, in termini di personale e strumentazione, ad intervenire in caso di emergenza sismica; sono stati inoltre contattati i colleghi del Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita, dell’Università degli Studi di Genova (DISTAV) i più vicini all’area epicentrale e gestori della RSNI che hanno comunicato loro stessi l’intenzione di installare due stazioni temporanee, una in real-time e una in configurazione stand-alone. In questo lavoro viene descritta l’attività compiuta dalla Rete Sismica Mobile INGV, la tempistica dell’intervento effettuato in sinergia con i colleghi dell’Università di Genova, i dettagli circa l'installazione e la gestione delle stazioni sismiche temporanee nel primo mese di attività e una valutazione del dataset acquisito

    Il terremoto del 21 giugno 2013 in Lunigiana. Le attività del coordinamento Sismiko

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    Il 21 giugno 2013 alle ore 10.33 UTC è stato registrato dalla Rete Sismica Nazionale (RSN) [Amato e Mele, 2008; Delladio, 2011] dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) un terremoto di magnitudo (ML) 5.2 nel distretto sismico1 denominato “Alpi Apuane” tra i comuni di Minucciano in provincia di Lucca e Fivizzano e Casola in provincia di Massa e Carrara, zona conosciuta come “Lunigiana”. L’evento sismico, localizzato dai sismologi in turno presso la sala di sorveglianza sismica di Roma [Basili, 2011] con coordinate 44.153°N e 10.135° E e una profondità di circa 5 km è stato ben risentito in tutta la penisola centro-settentrionale ed è stato seguito in poche ore da numerosi eventi anche di ML ≥ 3.0 (16 nelle prime 72 ore). Storicamente l’area oggetto della sequenza sismica è stata interessata da numerosi terremoti di magnitudo superiore a 5.0 il più grande dei quali quello avvenuto nel 1920 nella zona della Garfagnana (fonte dati: Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani - CPTI11 [Rovida et al., 2011]), ad una distanza di circa 12 km dal mainshock odierno, interessata anch’essa da una piccola sequenza sismica a gennaio del 2013. In considerazione dell’entità dell’evento e seguendo le procedure definite per le situazioni di emergenza internamente all’INGV anche in accordo con l’Allegato A2 della Convenzione vigente 2012- 20203 fra l’ente e il Dipartimento di Protezione Civile (DPC), è stata attivata la Rete Sismica Mobile della sede INGV di Roma (Re.Mo. [Moretti et al., 2010]). Nell’arco di tempo di poco più un’ora dall’accadimento del mainshock è stata disposta l’installazione di una rete sismica temporanea costituita da sei stazioni a integrazione delle reti sismiche permanenti già presenti in area epicentrale (RSN e Regional Seismic network of North-Western Italy – RSNI [Ferretti et al., 2008; 2010; Eva et al., 2010; Pasta et al., 2011]). Nel contempo sono stati consultati tramite e-mail i referenti delle unità di rete sismica mobile delle altre sedi INGV che nell’ambito del coordinamento “Sismiko” [Moretti et al., 2012] negli ultimi due anni hanno dato la propria disponibilità, in termini di personale e strumentazione, ad intervenire in caso di emergenza sismica; sono stati inoltre contattati i colleghi del Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita, dell’Università degli Studi di Genova (DISTAV) i più vicini all’area epicentrale e gestori della RSNI che hanno comunicato loro stessi l’intenzione di installare due stazioni temporanee, una in real-time e una in configurazione stand-alone. In questo lavoro viene descritta l’attività compiuta dalla Rete Sismica Mobile INGV, la tempistica dell’intervento effettuato in sinergia con i colleghi dell’Università di Genova, i dettagli circa l'installazione e la gestione delle stazioni sismiche temporanee nel primo mese di attività e una valutazione del dataset acquisito.Published1-345T. Sorveglianza sismica e operatività post-terremotoN/A or not JCRope

    Indistinguishability-Enhanced Entanglement Recovery by Spatially Localized Operations and Classical Communication

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    We extend a procedure exploiting spatial indistinguishability of identical particles to recover the spoiled entanglement between two qubits interacting with Markovian noisy environments. Here, the spatially localized operations and classical communication (sLOCC) operational framework is used to activate the entanglement restoration from the indistinguishable constituents. We consider the realistic scenario where noise acts for the whole duration of the process. Three standard types of noises are considered: a phase damping, a depolarizing, and an amplitude damping channel. Within this general scenario, we find the entanglement to be restored in an amount proportional to the degree of spatial indistinguishability. These results elevate sLOCC to a practical framework for accessing and utilizing quantum state protection within a quantum network of spatially indistinguishable subsystems

    Small-ring Compounds. XX. 1,3-Dimethylenecyclobutane and Related Compounds

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    1,3-Dimethylenecyclobutane and 1-methyl-3-methylenecyclobutene have been synthesized by way of 3-methylenecyclobutanecarboxylic acid and (3-methylenecyclobutylcarbinyl)-dimethylamine. No clear experimental evidence was obtained for π-type electronic interaction across the ring of 1,3-dimethylenecyclobutane

    Tendon collagen turnover-related genes in cerebral palsy

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    Children with infantile autism sometimes show hyperesthesia or hypoesthesia to touch, pain, and/or temperature. To clarify the pathophysiology, we examined short-latency somatosensory evoked potentials (S-SEPs), elicited by median nerve stimulation, in 24 children with infantile autism (17 males, seven females; age range 2y 2mo-9y; mean age 4y 2mo [SD 1y 7mo]). We also evaluated relationships between S-SEP findings and clinical manifestations. Of the 24 children, 10 showed abnormal S-SEPs as follows: prolonged peak latency of N20 (n=2), extended interpeak latency of P13/14-N20 (n=7), appearance of a giant SEP (n=1), and a more than twofold right hemispheric peak-to-peak amplitude predominance of N20-P25 (n=5). In addition, a peak-to-peak amplitude of N20-P25 elicited by left median nerve stimuli was significantly higher than that obtained with right median nerve stimuli, which indicated right hemispheric hyperactivity relative to the left (p=0.008). Infantile autism is frequently associated with somatosensory abnormalities and right hemispheric hyperactivity relative to the left, especially in the primary somatosensory area. This is believed to contribute to the pathophysiology of infantile autism, especially the idiopathic form

    Generating indistinguishability within identical particle systems: Spatial deformations as quantum resource activators

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    Identical quantum subsystems can possess a property which does not have any classical counterpart: indistinguishability. As a long-debated phenomenon, identical particles' indistinguishability has been shown to be at the heart of various fundamental physical results. When concerned with the spatial degree of freedom, identical constituents can be made indistinguishable by overlapping their spatial wave functions via appropriately defined spatial deformations. By the laws of quantum mechanics, any measurement designed to resolve a quantity which depends on the spatial degree of freedom only and performed on the regions of overlap is not able to assign the measured outcome to one specific particle within the system. The result is an entangled state where the measured property is shared between the identical constituents. In this work, we present a coherent formalization of the concept of deformation in a general N-particle scenario, together with a suitable measure of the degree of indistinguishability. We highlight the basic differences with non-identical particles scenarios and discuss the inherent role of spatial deformations as entanglement activators within the spatially localized operations and classical communication operational framework. This article is part of the theme issue 'Identity, individuality and indistinguishability in physics and mathematics'
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