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Consonanze sinestesiche. Una costante reciprocità traduttiva
La dimensione multimediale e la plasticità dei nuovi media comporta l’intreccio profondo di linguaggi diversi. La digitalizzazione ha consentito sul piano tecnico la massima mescolanza di linguaggi e di tecniche comunicative, rendendo convergente, su piattaforme comuni, l’interazione di forme comunicative storicamente veicolate da di erenti supporti per loro natura tra loro di cilmente dialoganti. Accomunati da una medesima piattaforma, alla base dei sistemi audiovisivi e multimediali convivono tuttavia linguaggi che restano distinti. Si tratta di un processo di avvicinamento senza assimilazione che è poi una particolare forma di traduzione digitale. Le diverse componenti comunicative su base digitale implicano un sistema di reciproche traduzioni mettendo in atto un incessante incrocio interpretativo.
Nodi traduttivi sono i punti di massima tangenza che si manifestano nel processotraduttivo.
Come il sistema traduttivo della danza con linguaggi e materiali propri crea gure nello spazio interpretando una base musicale, così il sistema audio-visivo mette in gura suoni o traduce immagini in suoni. Sono immagini che danzano e che giocano su coincidenze sincroniche.
È così che i sistemi notazionali riferiti al campo multimediale devono necessariamente avvalersi di partiture complesse.The multimedia dimension and the plasticity of new media entails the deep intertwining of di erent languages. Digitalization has allowed, on the technical level, the maximum mix of languages and communication techniques, making converging, on common platforms, the interaction of communicative forms historically conveyed by di erent supports, by their nature di cult to dialogue. Along with the same platform, at the base of the audiovisual and multimedia systems, there are still languages that remain distinct. It is a process of approach without assimilation which is then a particular form of digital translation. The di erent communication components on a digital basis imply a system of reciprocal translations, implementing an incessant interpretive crossover. Translational nodes are the points of maximum tangency that are manifested in the translation process.
Just as the translation system of dance, with its own languages and materials, creates gures in space interpreting a musical base, so the audio-visual system puts sounds into shape or translates images into sounds. They are images that dance and play on synchronic coincidences. This is how the notational systems referring to the multimedia eld must necessarily use complex scores
Per gli archivi del territorio
Come per ogni forma di accesso, anche l'accesso al territorio esige particolari forme di mediazione, diaframmi che garantiscano un trasferimento tramite una codifica; ben sapendo come ogni tipo di diaframma richieda una propria misura nell'esercizio delle funzioni di filtro. Si può così parlare, in senso esteso, di archivi del territorio: utilizzano le risorse del progetto per affermare la piena dimensione documentale e narrativa della memoria, evitando che la nuda tecnologia la riduca a un semplice database. Gli archivi documentali costituiscono uno dei possibili e più credibili modi di narrare il territorio: una narrazione che si avvale di una particolare forma di scrittura, quella del documento testuale e/o iconico che corrisponde dunque a particolari modi di rappresentazione su interfacce cartografiche di geolocalizzazione
Cartographic Interfaces for Hybrid Spaces: Communication Design in the Spatial turn.
Marco Quaggiotto
Research Fellow
Politecnico di Milano
Italy
[email protected]
Giovanni Baule
Full Professor
Politecnico di Milano
Italy
[email protected]
The paradigm brought by the Spatial turn and its merging of material and immaterial spaces in a new hybrid space, together with the widespread use of geolocalisation, establishes a deep connection between everyday actions and their immediate and constant geo-spatial positioning. In this context, Communication Design is required to provide access to a hybrid territory that mixes physical locations with the immaterial qualities of context and information.
Maps, as interfaces to the spatial dimension, provide tools to represent, narrate, access and act on the complexity of the territory. As narratives, maps are able to address the complexity of space providing shared abstractions and virtual spaces of interpretation. As tools, maps build synthetic spaces for action, which allow manipulating virtual territories that merge real and abstract qualities for specific purposes. As containers, maps reveal accumulations of hidden resources, making implicit contents readable.
In a scenario in which digital tools drive design actions toward the design of representation processes, the need is that to supply methods and tools capable of managing narrative and instrumental components of cultural artefacts. Digital cartography, from a Design perspective, is not only about portraying the complexity of space, but also about designing interfaces to provide access to hybrid spaces
La traduzione visiva. Forme dell'accesso peritestuale
Sulla scorta delle teorie della traduzione e dei principi del design dell'accesso, una verifica nel campo della grafica editoriale consente un'analisi mirata al sistema visivo dei libri di traduzione: tipologie e metodi grafico-traduttivi nel processo di trasferimento di culture testuali
La Carta del Progetto Grafico venticinque anni dopo. Una rilettura
La Carta del Progetto Grafico (1989) fissa, alla fine degli anni Ottanta, un quadro di riferimento fondamentale per lo statuto della disciplina, la formazione, la professione e dà impulso a un processo di riposizionamento della cultura grafica nel campo dei saperi.
La Carta rappresenta un atto fondativo aperto, un ponte tra una radicata tradizione e le aspettative della rivoluzione digitale appena avviata; marca una soglia storica e definisce in termini disciplinari e professionali le basi di quello che verrà configurandosi come l’attuale design della comunicazione. Il presente contributo intende mettere a fuoco, a distanza di un quarto di secolo esatto dalla sua redazione, il contesto, le istanze, le esperienze e i punti di vista teorico-disciplinari che hanno generato la Carta, promossa, redatta e sottoscritta da soggetti-testimoni, in primo luogo progettisti. Nel testo, si ripercorre quindi il processo che l’ha generata in termini di dispositivo: una forma di scrittura critico-programmatica che traduce linee di riflessione maturate negli ambiti degli studi storico-critici, della ricerca e della formazione, dell’editoria periodica d’area, delle istanze associative e professionali
La doppia invenzione. Un prototipo comunicativo dell’industria alimentare.Il caso Star
L’ipotesi centrale è che l’industria stessa sia, a tutti gli effetti, fucina di comunicazione, luogo che produce anche comunicazione, centro in grado di fondare specifici modelli comunicativi e di coordinare nel tempo tutti i necessari flussi informativi. La nascita di alcuni prodotti è, necessariamente, di doppia innovazione: interessa sia il piano produttivo in senso stretto che il piano comunicativo. In questo senso va loro riconosciuta una netta valenza di prototipo. Il caso Star è quello di un’industria che partecipa alla complessa strategia comunicativa degli anni Cinquanta, quando va portata a compimento, anche sul piano dell’immaginario collettivo, la fine dell’insicurezza alimentare. Il processo di iconizzazione dell’alimentare industriale passa allora per un volto domestico, per sembianze familiari: attiva di un’iconografia di fondazione, in tutto simile a quella operata ai primordi dell’arte della pubblicità : i sistemi di valori attorno al prodotto di consumo sono tradotti tramite un processo di personificazione, ora trasferito sul piano narrativo della domesticitÃ
Intersezioni. La pratica estesa delle scritture di progetto
̀E' possibile pensare quanto concerne i processi del progettare e gli artefatti progettati come a un intersecarsi di discorsi diversi. Nell’intersezione tra dfferenti scritture si sostanziano percorsi comuni- cativi dove linguaggi visivi e testuali si fondono e dialogano tra loro illustrandosi a vicenda: si condensano in nuclei di narrazione dove alberga il demone dell’innovazione
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